Airgun: bombe per trovare petrolio sotto il mare STANNO UCCIDENDO LA VITA MARINA


20/06/2019 - GLI EFFETTI DELETERI DELL’AIRGUN SULLA FLORA MARINA IN UNO STUDIO SU NATURE. MINACCIATO SOPRATTUTTO IL PLANCTON,
FONTE DI NUTRIMENTO PER TANTE SPECIE. TUTTI I DETTAGLI

GLI EFFETTI DELETERI DELL’AIRGUN SULLA FLORA MARINA IN UNO STUDIO SU NATURE. MINACCIATO SOPRATTUTTO IL PLANCTON, FONTE DI NUTRIMENTO PER TANTE SPECIE. TUTTI I DETTAGLI

Forse non era necessario uno studio scientifico, bastava il buon senso. Lanciare una serie di bombe ad aria compressa nei fondali marini può avere effetti devastanti sulla flora marina. La tecnica prende il nome di ‘airgun’ ed è utilizzata per scandagliare i terreni al di sotto di mari e oceani alla ricerca di gas e petrolio.

Uno studio pubblicato su Nature conferma quello che in molti intuivamo: l’airgun devasta la vita marina. In particolare, mette a rischio il plancton, che ha una funzione fondamentale nella catena alimentare delle specie marine. Vediamo i risultati delle analisi.

Nature conferma gli effetti devastanti dell’airgun

Come spiegano i ricercatori, le esplosioni ad aria compressa dell’airgun producono impulsi sonori che raggiungono frequenze impressionanti:

“Arrivando a circa 220-250 decibel, gli impulsi prodotti da queste pistole ad aria [air gun vuol dire letteralmente pistola/arma ad aria, ndr] fanno più rumore di un missile Saturn V durante il lancio”.

Il Saturn V è il missile che la NASA mandava in orbita tra il ’67 e il ’73. Immaginate il rumore che generano queste bombe ad aria compressa. E soprattutto l’urto.

I ricercatori hanno scoperto che questi impulsi sonori possono uccidere lo zooplancton (la ‘parte animale’ del plancton, distinta dal fitoplancton vegetale) fino a 1,2 chilometri di distanza. Si tratta di più del doppio della distanza immaginata finora dagli scienziati. E c’è di più. In realtà l’impatto potrebbe diffondersi a una distanza ancora maggiore. Solo che gli studiosi si sono, per ora, fermati a 1,2 chilometri con le analisi effettuate.


A condurre la ricerca, Jayson Semmens, biologo marino all’Università della Tasmania in Australia. Insieme ad altri ricercatori, Semmens ha realizzato una serie di rilevazioni sulla costa sudorientale della Tasmania, nel 2015. Per rilevare la popolazione totale di zooplancton nell’oceano, hanno utilizzato sonar e reti, prima e dopo che venisse impiegata la tecnica dell’airgun.

Il team ha scoperto che la popolazione di zooplancton – in particolare krill e piccoli crostacei chiamati copepodi – veniva distrutta del 64% dopo appena un’ora dall’esplosione.

Plancton: perché è così importante

Il plancton è alla base della catena alimentare in mare. I ricercatori, infatti, temono che i danni arrecati allo zooplancton “possano nuocere anche i predatori principali, così come altre importanti specie di pesce che dipendono da queste piccole specie per alimentarsi”.

Insomma, a rischio non c’è solo la vita di questi minuscoli esserini. Ma la vita di tutta la fauna marina. Lo spiega bene anche la Treccani:

“Nell’economia del mare e delle acque dolci il plancton riveste un’enorme importanza nelle catene alimentari, sia come produzione primaria (fitoplancton), sia come produzione secondaria (zooplancton). Molte specie bentoniche e nectoniche sono planctofaghe. Tutte le larve planctoniche di Anellidi, Molluschi, Crostacei ed Echinodermi si nutrono di plancton. Molte larve di Teleostei si nutrono di fitoplancton nelle prime fasi della crescita e anche gli adulti di varie specie predano Copepodi planctonici. Molti Cetacei e squali pelagici sono planctofagi. Se si considera poi il contributo che certi organismi planctonici (Feraminiferi, Diatomee, Radiolari) danno con i loro gusci alla formazione dei sedimenti oceanici, si comprende l’importanza geologica del plancton“.

Altre specie, importanti anche per la pesca, possono essere affette dal problema: aringhe, sardine, acciughe. Insomma, anche chi non ha a cuore l’interesse degli animali può capire il problema devastante che si sta creando con l’airgun.

L’airgun nell’Adriatico

Come vi abbiamo raccontato l’estate scorsa, anche nell’Adriatico è stata autorizzata un’attività di questo tipo. Ad agosto, il Tar del Lazio bocciava il ricorso della Provincia di Teramo e di 9 comuni del litorale teramano e marchigiano contro Spectrum Geo Ltd. L’azienda aveva richiesto e ottenuto dal governo l’autorizzazione per attività di prospezione in mare.

Da: QUI

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