Messico: allarme per un nuovo focolaio di influenza suina H1N1

28 Gennaio 2012: Mexico City - E' di oggi la notizia che funzionari sanitari messicani hanno confermato un focolaio di influenza suina nel paese ha provocato almeno 29 morti e quasi 1.500 infetti.

Dall'inizio della stagione invernale in corso, almeno 7.069 persone hanno riferito di soffrire di sintomi simili a quelli dell'influenza suina. Prove in laboratorio sono ancora in corso e finora hanno confermato 1.456 casi di malattia, ufficialmente conosciuta come A/H1N1.

Secondo il Ministero della Salute Messicano (SSA), almeno 29 persone sono morte causa influenza suina in questa stagione. Mentre nessuna emergenza sanitaria è stata dichiarata, i funzionari si aspettano che il bilancio delle vittime aumenti nelle prossime settimane il Messico ove si affaccia anche l'influenza A/H3N2 e B.

Il virus dell'influenza H1N1 è arrivato per la prima volta nello stato messicano a Veracruz in aprile 2009 e si è assistito ad una rapida diffusione in tutto il mondo, portando l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a dichiarare una pandemia globale di tale influenza nel giugno 2009. Almeno 18.000 persone sono morte ad oggi, anche se il numero effettivo si crede essere molto più alto.

Nel mese di agosto 2010, l'OMS ha dichiarato che la pandemia di influenza suina fosse finita. "Nel periodo post-pandemico, l'attività della malattia influenzale è tornata a livelli normali", ha dichiarato l'OMS al momento. "Si prevede che il virus pandemico si comporti come un normale virus di influenza stagionale".

Scoperto in Antartide un batterio super-resistente agli antibiotici!

Nelle acque del mare antartico sono stati trovati batteri resistenti a quasi tutti i tipi di antibiotici. Non è chiara l origine, sembra inverosimile che siano autoctoni. Björn Olsen dell Università di Uppsala in Svezia, e i colleghi Bernardo O Higgins, Arturo Prat e Fildes Bay, hanno prelevato campioni di acqua di mare tra i 10 e i 300 metri dalla stazione cilena di ricerca in Antartide. Un quarto dei campioni di batteri dell Escherichia coli possiede geni che fabbricano un enzima chiamato ESBL, che può distruggere la penicillina, le cefalosporine e gli antibiotici correlati. Batteri con questi geni possono essere ancora più pericolosi rispetto al più noto superbatterio MRSA.

Si sospetta che provengano dalle acque reflue della stazione di ricerca, che non vengono trattate. I superbatteri possono sopravvivere in natura, usando gli animali come serbatoio. Dei pinguini trovati vicino alle stazioni di ricerca cilene sono stati controllati e ma non erano portatori di ESBL, anche se Olsen si sta concentrando ora sui gabbiani della zona.

La notizia era appena trapelata che vari siti blog hanno cercato di dare una loro interpretazione. Spuntano le ipotesi più fantascientifiche, una in particolare, che i batteri, antichissimi, siano sopravvissuti lì per le particolari condizioni di clima, oppure un recente disgelo avrebbe interessato anche il corpo di un animale imprecisato, vissuto in tempi remoti, portatore dei batteri.

Sembra di vivere in un film del 2009 The Thaw , nel quale una spedizione scopriva in pratica che un orso aveva mangiato carne di mammuth scongelato ed infestato, non di batteri ma di una sorta di insetto, che produceva uova nei corpi delle vittime, che poi diventano larve ed infine adulti che cercavano l uscita, terribile!!!!

La Stella polare sta lentamente svanendo?


La Stella Polare, o Stella del Nord, per secoli considerata un faro dai navigatori di tutto il mondo, potrebbe star lentamente svanendo, rimpicciolendosi. Questa la conclusione di uno studio che si basa sull'analisi di più di 160 anni di osservazioni. L'interpretazione dei dati di uno dei team di scienziati, suggerisce che la stella sta perdendo circa 1 massa terrestre in gas ogni anno. Alcuni ricercatori però sono cauti a trarre conclusioni, visto che queste dipendono da assunti non certissimi riguardo al momento della sua vita di miliardi di anni, in cui la stella si trova e alla sua distanza da noi.

La particolarità di questa stella è il fatto che si trova quasi perfettamente allineata con l'asse terrestre. Questo significa che mentre le altre stelle si spostano nel cielo notturno, la stella polare indica sempre lo stesso punto: il Nord. Per pesare la Stella Polare, gli astrofisici Hilding Neilson dell'Università di Bonn, in Germania ed i suoi colleghi, hanno essenzialmente preso il suo polso. La stella diventa più pallida e più luminosa ad intervalli regolari di circa 4 giorni. Il team ha studiato tutte le più piccole variazioni all'interno di questo ciclo. Come tutte le stelle, anche questa è composta di strati di gas intorno ad un nucleo, dove la fusione nucleare avviene. Mentre la gravità tira gli strati più esterni verso il centro, la stella sviluppa uno strato più opaco poco sotto la superficie che non lascia passare così facilmente la luce, e questo la rende un po' più pallida. Ma poi la luce riscalda lo strato opaco e lo fa espandere, rendendolo trasparente. La stella diventa più e più luminosa fino a quando questi strati più esterni di gas cadono all'interno ed il ciclo riprende.
Ma questa pulsazione di 4 giorni non è costante: Nel 1844, era 12 minuti più lenta di oggi. Precedentemente, l'astronomi David Turner, della St. Mary's University, a Halifax, Canada, che non è però stato coinvolto nell'analisi nuova dei dati, aveva compilato un'archivio in cui erano incluse alcune storiche misurazioni del pulso. I loro dati finivano nel 2004. Neilson ed i loro collaboratori, tra cui anche due astronomi amatoriali, hanno aggiunto i propri dati per completare anche lo scorso decennio. Questo lungo registro di dati, dal 1844 ad oggi, mostra che i pulsi della Stella Polare rallentano di circa 4.5 secondo ogni anno.



Questo cambio suggerisce che c'è un'evoluzione nella struttura della stella. Se, come assumono Neilson ed i suoi collaboratori, la Stella Polare è una stella più vecchia che sta fondendo già atomi di elio nel suo nucleo, allora le pulsazioni stanno diminuendo troppo velocemente in confronto alle previsioni fatti dai nostri modelli dell'evoluzione stellare. "Solo se una stella sta perdendo moltissima massa questa discrepanza può essere risolta" ha spiegato Neilson. Questa massa potrebbe venir dispersa dalla superficie della Stella Polare in onde, spinte verso l'esterno attraverso lo strato più opaco, e questa perdita di massa rallenterebbe il tempo tra un pulso e l'altro. Per spiegare questo pulso relativamente letargico, la Stella Polare deve star perdendo l'equivalente della massa della Terra (o poco sotto 1 milionesimo della sua massa) ogni anno. Il team ha pubblicato i nuovi dati nell'edizione che uscirà il 1 Febbraio del "The Astrophysical Journal Letters".
Ma non temete, Neilson non pensa che il nostro faro cosmico sta andando dritta verso l'oscurità. "E' molto probabile che la perdita di massa è episodica." ha spiegato l'astronomo.

Ma questa non è l'unica possibile interpretazione della diminuzione. La perdita di massa porta a riflettere sul comportamento interno della stella, ed il team di Neilson assume che gli strati si stanno muovendo non in sincronia, cioè quando gli strati esterni cadono verso l'interno, gli strati interni stanno spingendo verso l'esterno, e vice versa. Turner invece sospetta che la Stella Polare pulsa in un modo più semplice, con sia lo strato interno che esterno sincronizzati tra di loro. Quest'ipotesi fu esposta dal team anche nel 2005. In questo particolare caso, il cambiamento nel polso della Stella Polare può essere spiegato da nostri attuali modelli senza scomodare la perdita di una massa pari a quella della Terra. Basta assumere che la stella sia in una fase più recente della sua formazione rispetto alle stime di Neilson. Se invece di essere nella fase in cui già fonde l'elio, potrebbe essere nella fase in cui sta appena finendo l'idrogeno e sta per gonfiarsi e diventare una gigante rossa! Dall'altra parte, se la Stella Polare pulsa nel modo descritto da Neilson ed il suo team, allora la Stella Polare ha già passato la fase di gigante rossa e adesso sta bruciando l'elio nel suo nucleo.

Per risolvere questo enigma, dobbiamo conoscere con più precisione l'esatta distanza della stella da noi. Hubble dovrebbe essere in grado di determinare se la stella è più vicina a 325 anni luce di distanza, supportando così la tesi di Turner, o se è oltre 425 anni luce di distanza, supportando così l'ipotesi di Neilson. "Ci sono molti misteri intorno alla Stella Polare che sfidano una semplice spiegazione," spiega Turner. "Penso che mi metterò da parte in questo caso e aspetterò ulteriori risultati dalle osservazioni."

Lo spettacolo delle aurore durante l'ultima tempesta solare!


Il Sole ci ha bombardato con una tempesta solare coi fiocchi. Chi abita le zone più a Nord del mondo hanno assistito a uno spettacolo unico. E in molti lo hanno immortalato


Chi abita parecchio a Nord, però, ha potutto trarre dalla tempesta magnetica alcuni benefici unici, come assistere a uno degli spettacoli celesti più belli: l' aurora. L'interazione tra le particelle provenienti dal Sole con la nostra atmosfera causa la formazione dei fasci di luci dell'aurora, nota anche con il nome di Nothern Lights. Il fenomeno è purtroppo visibile solo nelle zone vicine ai poli, per via della conformazione del magnetismo terrestre; pertanto l'unica chance di vedere questo spettacolo è volare molto al freddo. Per fortuna, molti appassionati di fotografia hanno deciso di condividere i propri scatti su Flickr. Abbiamo raccolto le immagini più belle. Consolatevi, magari accompagnando la visione con un bel pezzo di Björk.

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Un altro asteroide sfiorerà la Terra il 31 gennaio,intanto si pensa al sistema NeoShield!

Un altro asteroide sfiorerà la Terra il 31 gennaio. Stavolta non ci sono rischi, intanto si pensa al sistema NeoShield, che studierà le migliori strategie per respingere le grandi rocce in avvicinamento. Meglio i raggi respingenti o i missili esplosivi?

La Terra è al centro di una grande pista di autoscontri: ogni anno capita che almeno un asteroide grande come un'auto entri nella nostra atmosfera. Niente di preoccupante, la roccia spaziale si incendia e per gli abitanti del pianeta è anche un bello spettacolo da vedere. Le cose iniziano a farsi più serie quando vicino a noi passano oggetti di ben altre dimensioni. È successo venerdì 27, quando un asteroide di 36 metri di diametro – il nome dice poco, 2012 BX34 – è sfrecciato a 60mila km da casa nostra (ancora più vicino di quello che ci ha sfiorati a novembre), mentre il 31 gennaio è il turno dell'asteroide Eros 433, che passerà a quasi 27 milioni di chilometri da noi, circa 70 volte la distanza che ci separa dalla Luna.

La vita sulla Terra è andata (e andrà) avanti come se nulla fosse, ma il timore che i giganti dello Spazio possano seguire rotte di collisione con il nostro pianeta ha iniziato a tormentare gli scienziati. Ma il punto è che nessuno sa ancora con precisione qual è il modo migliore per fermare la corsa di un asteroide. Trovare le giuste risposte a questo dilemma da film catastrofico spetterà al nuovo progetto NeoShield (dove Neo sta per Near Earth Objects) coordinato dall' Institute of Planetary Research di Berlino.

Come spiega la Bbc, si tratta di un'iniziativa internazionale che raccoglie Europa, Russia e Stati Uniti nell'impresa di individuare e valutare le migliori strategie di difesa spaziale contro la minaccia dei Neo. In pratica, si tratta di scegliere come trattare un asteroide in rotta di collisione: se accompagnarlo gentilmente verso un'altra strada o bombardarlo con un arsenale missilistico.

Il primo approccio prevede l'impiego di una sonda spaziale sentinella dotata di un raggio gravitazionale capace di agganciare un oggetto spaziale e trascinarlo su rotte che lascino incolume la Terra. Tuttavia, una soluzione del genere prevede che le sentinelle siano pronte a entrare in azione in qualsiasi momento, portandosi nelle vicinanze dei bersagli pericolosi.

Un'altra soluzione prevede invece di modificare la rotta dei colossi spaziali diretti verso la Terra urtandoli con qualcosa. Infatti, già nel 2005 con il concept della missione Don Quijote era stata tracciata l'ipotesi di deflettere gli asteroidi attraverso l'impatto di una navicella kamikaze, ma il progetto non ha ancora visto la luce.

L'ultima ipotesi prevede sempre di dirottare gli asteroidi colpendoli, ma questa volta con missili. Secondo gli esperti, le armi detonanti sarebbero le uniche risorse in grado di deflettere gli oggetti mastodontici che minacciano la Terra. Ma anche in questo caso, prima di sparare contro il primo asteroide che passa, gli scienziati devono essere sicuri di poter prevedere quali saranno gli effetti prodotti su rocce di diversa consistenza. Infatti, c'è sempre il rischio che il bersaglio rilasci frammenti pericolosi. Se non altro, diversamente da quanto potrebbero suggerire i cliché cinematografici, il progetto NeoShield non intende utilizzare armi nucleari.

Nei prossimi anni, gli scienziati terranno gli occhi ben puntati sulla Galassia nel tentativo di capire quante brutte sorprese dovremo aspettarci dai Neo. Secondo il Wise telescope della Nasa, esistono più di 19mila asteroidi di raggio compreso tra 0,1 e 1 km le cui rotte devono essere ancora ben definite.

Riprodotto in laboratorio il processo di fusione nucleare delle stelle!

Bombardando una sottile lamina metallica con potentissimi fasci laser di radiazione X, ricercatori di Stanford, negli USA, sono riusciti a ottenere, seppure per intervalli brevissimi, materia allo stato di plasma con una temperatura di 2 milioni di kelvin. Messerotti: "Un significativo passo avanti per riuscire a riprodurre i processi alla base del funzionamento delle stelle".

Prove tecniche di Sole allo SLAC National Accelerator Laboratory di Stanford, negli USA. Non certo per prepararsi alla ‘tintarella’ della prossima estate, ma per ricreare in laboratorio i processi di fusione nucleare che alimentano le stelle. Con la speranza di arrivare, un giorno non troppo lontano, a poter contenere e sfruttare l’immane energia liberata da queste reazioni per produrre elettricità. Un nuovo importante passo verso questo epocale traguardo è stato raggiunto grazie al Linac Coherent Light Source (LCLS), il più potente generatore di fasci laser nei raggi X al mondo.

Bombardando una sottile lamina di alluminio con impulsi rapidissimi di raggi X di altissima energia prodotti dall’LCLS, gli scienziati guidati da Sam Vinko, ricercatore presso la Oxford University sono riusciti a portare, seppure per un tempo brevissimo (circa un milionesimo di miliardesimo di secondo) una piccola frazione della materia di cui era composta a una temperatura di 2 milioni di kelvin.

“L’esperimento rappresenta un significativo passo avanti verso la comprensione dei processi fisici alla base sia della produzione e del comportamento di materia ad altissima densita’ (10^23 elettroni per centimetro cubo) e temperatura (2 milioni di kelvin) che delle sue interazioni con radiazione ad alta energia” commenta Mauro Messerotti, dell’Osservatorio Astronomico di Trieste dell’INAF ed esperto di fisica solare. “È stato infatti dimostrato come sia possibile generare materia ad altissima densità di energia, come quella che si trova nel nocciolo delle stelle ove avvengono i processi che mantengono l’astro in equilibrio termodinamico e meccanico grazie alla produzione di energia per fusione nucleare. Nel corso dei decenni i fisici hanno perseguito l’obiettivo di costruire sistemi in grado di realizzare la fusione nucleare in laboratorio, ma nonostante i continui progressi tale obiettivo si è rivelato molto ostico”.

Infatti nei sistemi di laboratorio sperimentati finora viene generato del plasma, gas ad elevatissima ionizzazione e temperatura, ma non è possibile sfruttarne l’energia perché quella necessaria per contenerlo con campi magnetici è maggiore di quella prodotta e quindi il bilancio energetico è negativo. Anche i sistemi per la fusione a confinamento inerziale, che per la produzione del plasma si basano sul riscaldamento di un bersaglio mediante impulsi laser ad alta energia, non hanno ancora prodotto i risultati sperati.

“Le simulazioni numeriche condotte dagli autori confermano le evidenze sperimentali e consentono di interpretarne meglio alcuni aspetti chiave come il ruolo delle collisioni elettroni-protoni nella termodinamica e nella cinetica del campione di materia prodotto” continua Messerotti. “Si tratta quindi di un risultato sperimentale importante ed originale, in quanto costituisce la base di partenza per ulteriori sperimentazioni, che, oltre ad un aumento della conoscenza sul comportamento della materia in questi stati estremi, auspicabilmente porteranno ad applicazioni nel campo della fusione nucleare in laboratorio”.

La popolazione dei pipistrelli vicini all'estinzione nel nord-est degli Stati Uniti!

30 gennaio 2012 - PENNSYLVANIA -  Secondo le nuove proiezioni il piccolo pipistrello marrone potrebbe essere spazzato via nel nordest degli Stati Uniti entro il prossimo decennio a causa della sindrome del naso bianco. Il dipartimento statunitense della protezione della fauna selvatica US Fish and Wildlife Service dice che dal 2006, quando la sindrome del naso bianco è stata scoperta, ben 6,7 milioni i pipistrelli sono morti per quella malattia. Il Portavoce Ann Froschauer dice che alcune specie di pipistrelli sono colpiti più di altri, ma in genere la malattia fungina è per 80-85 per cento fatale. "Il piccolo pipistrello marrone del nord-est e' colpito dalla sindrome per circa il 90 per cento in questo momento".Alcune grotte in Pennsylvania che sono state monitorate, a Bucks County, le grotte di Durham avevano quasi 7.400 pipistrelli nel 2004. Nel 2011, sono stati contati solo 161 pipistrelli - un incredibile perdita del 98 per cento in sette anni. Questi erano una volta sede di una delle più grandi popolazioni di pipistrelli selvatici nello stato.  - Essential Public Radio

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Un intensa anomalia gravitazionale registrata nel nucleo terrestre!

L'International Geodynamic Monitoring System ha registrato lo scorso 15 Novembre del 2011 una potente emissione energetica proveniente dal nucleo della Terra.Un intensa anomalia gravitazionale e' stata registrata contemporaneamente dalla rete di monitoraggio ATROPATENA geophysical stations in diverse zone del globo terrestre.Istanbul (Turkey), Kiev (Ukraine), Baku (Azerbaijan), Islamabad (Pakistan) and Yogyakarta (Indonesia).

Secondo il professore Elchin Khalilovi i dati registrati dalla rete ATROPATENA indicano una potente emissione di energia dal nucleo terrestre che secondo gli scienziati potrebbe intensificare i processi geodinamici sul nostro pianeta con un aumento dei terremoti,eruzioni vulcaniche e tsunami.Dai 3 ai 7 giorni prima di un forte terremoto viene registrata un anomalia gravitazionale generata da onde di stress che vanno a modificare gli equilibri delle placche tettoniche.Queste onde viaggiano ad una velocita' relativamente bassa e non vengono captate dai sismografi ma possono essere un valido precursore sismico se registrate in anticipo.
http://geochangemag.org/index.php?option=com_content&view=article&id=139:powerful-energy-release-emanating-from-the-earths-core-recorded&catid=2:community-news&Itemid=10

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Russia: rinvenuti enormi blocchi di ghiaccio nel fiume Ural,mistero!

Russia – (Express-news.it) Enormi blocchi di ghiaccio sono stati rinvenuti dai residenti nei pressi del fiume Ural.


Enormi blocchi di ghiaccio sono stati trovati nel fiume Ural dai residenti locali.

In molti sostengono che questo sia opera degli alieni, alcuni si sono spinti a testimoniare che una sorta di veicolo alieno avrebbe sorvolato il fiume .

Come spiegare altrimenti gli enormi blocchi di ghiaccio, sparsi nel raggio di decine di metri, come i giocattoli dei bambini?

Paolo Singilevtsev, un forestale ha detto: Non ho mai visto una cosa del genere in 50 anni della mia vita.

L’uomo, un po ‘spaventato, ha immediatamente chiamato i servizi di emergenza del posto. I tecnici giunti sul posto non hanno rivelato nulla di anormale, nessuna radioattività, niente prodotti chimici, nulla.
Se fossero caduti dal cielo avrebbero fatto rumore e si sarebbero spezzati cadendo, non capiamo cosa possa essere successo, è un mistero.
Nikolai Sitnikov, sindaco del distretto rurale di Rubezhinskogo ha affermato che nessuno si è accorto di nulla, nessun suono, né esplosione , nessuno dei residenti ha sentito niente, non abbiamo idea di chi o cosa abbia fatto questo.
http://www.express-news.it/misteri/inusuali-blocchi-di-ghiaccio-sul-fiume-ural-e-mistero/


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In Romania sta scoppiando la Rivoluzione,ma i media italiani non ne parlano!

30 gennaio 2012 - In Romania sta scoppiando la Rivoluzione ma i media italiani sono troppo impegnati a divulgare altre vicende trasformando il naufragio della Costa Concordia in una telenovela senza fine guardate nel video cosa sta succedendo in Romania....e' evidente che sono preoccupati che possa diffondersi questa onda di rivolta anche in Italia

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VIDEO

Cosa sta per accadere negli USA?

In questi ultimi giorni stiamo osservando delle scene sconcertanti negli Stati Uniti. “Perché noi americani continuano ad agire come se niente fosse, e tenere la testa sotto la terra. Abbiamo bisogno di svegliarci. Merda sta davvero sul punto di esplodere e qui stiamo continuando a vivere come se tutto va bene. Non capisco ed è spaventoso.” Questo è il commento di un cittadino americano riguardo a quello che sta accadendo:
- La FEMA, di cui abbiamo parlato nel precedente articolo che è l’Agenzia Nazionale per la Gestione delle Emergenze, ha ordinato più di un miliardo di dollari di cibo disidradatato. All’inizio di questo mese, la FEMA ha fatto una richiesta di una fornitura di 3 pasti al giorno per 10 giorni, per 14 milioni di persone. Un totale di 420 milioni di pasti. In genere, la FEMA mantiene una riserva di circa 6 milioni di pasti. Perché all’improvviso ha bisogno di aumentare la riserva a 420 milioni? (FonteChe cosa sta per succedere?



Il 19 e 20 gennaio 2012 su Youtube sono stati caricati i seguenti video registrati al confine tra la California ed il Messico che mostrano un imponente trasferimento di carri armati e mezzi blindatiPerchè tutta questa mobilitazione?

Il Ministero della difesa russo ha preparato un rapporto nel quale dichiara che la NATO si è rifiutata di rispondere in merito alle domande riguardo al massiccio spostamento di truppe e mezzi da guerra nella regione della California coinvolgendo più di 78.000 soldati da vari paesi. In base al Trattato sulle Forze Armate Convenzionali in Europa stipulato nel 2007, la Russia può richiedere informazioni sul trasferimento di truppe dall’Europa, in particolare la Gran Bretagna, verso gli Stati Uniti. Secondo il rapporto russo le motivazioni di questa enorme mobilitazione generale va ricercata tra questi possibili scenari: 1) Un’invasione pianificata delle nazioni del Messico e del Sud America da parte di US-UE; 2) Preparativi per sedare disordini su larga scala che potrebbero sorgere negli Stati Uniti; 3) Preparativi per assistere la popolazione civile a seguito di una catastrofe causata dalla guerra o da calamità naturali. (Fonte)
- Recentemente sono state filmate 500.000 bare di plastica in una struttura militare americana. A che cosa servono tutte quelle bare?

Facciamo ora le seguenti considerazioni:
-Il Brazile ed il Venezuela sono ricchi produttori di petrolio che si stanno sempre più opponendo alla dominazione americo-europea e avvicinandosi invece alla Cina e all’Iran contro l’Occidente. E’ importante notare che questo scenario di guerra è tanto forte che i brasialiani si stanno preparando per respingere un’invasione americana. (Fonte) Infatti un recente articolo apparso sul The European Union Times è intitolato : Gli Stati Uniti mettono in guardia gli stati Latino Americani sui legami con l’Iran in cui viene affermato che gli Stati Uniti hanno messo in guardia gli stati latino-americani contro una ulteriore espansione dei legami diplomatici e commerciali con la Repubblica islamica dell’Iran. Il portavoce del Dipartimento di Stato americano Victoria Nuland ha detto il 6 gennaio: “Stiamo mettendo assolutamente in chiaro ai paesi in tutto il mondo che ora non è il momento di approfondire i legami, né di sicurezza né economici con l’Iran“.
Inoltre: L’ 8 gennaio, il governo degli Stati Uniti ha espulso dal suolo americano il Console Generale venezuelano Acosta Noguera con l’accusa di aver pianificato un attacco informatico contro il governo degli Stati Uniti nel 2008. Come risposta il presidente del Venezuela Hugo Chavez ha ordinato la chiusura del consolato del paese nella città statunitense di Miami, affermando che “è ingiusto, abusivo ed immorale”. (Fonte)
- E’ stato lanciato l’allarme per un mega terremoto previsto sulla costa pacifica nel confine tra USA e Mexico, che secondo gli esperti russi dell’Institute of Physics of the Earth (IPE) sarà un terremoto devastante di magnitudo 7.5-8.3 della scala Richter. (Fonte) Infatti il terremoto avvenuto nella regione del Chapas, in Messico, il 21 gennaio di magnitudo 6.2 della scala Richter, sarebbe un precursore di uno molto più grande che potrebbe colpire la costa pacifica USA-Mexico nei prossimi giorni. Infatti un riscaldamento insolito della ionosfera è ritenuto essere un indicatore di previsione dei terremoti, dato che lo stesso è avvenuto qualche giorno prima del grande terremoto e tsunami dell’11 marzo 2011 in Giappone. Gli USA studiano da anni la ionosfera attraverso il programma di studio denominato HAARP (High-Frequency Active Auroral Research Program), quindi chissà che magari non siano proprio loro i responsabili tanto che negli anni Ottanta Bernard J. Eastlund, fisico texano del MIT di Boston, ispirandosi alle scoperte di Nikola Tesla, registrò negli Stati Uniti il brevetto n° 4.686.605 denominato “Metodo ed attrezzatura per modificare una regione dell’atmosfera, magnetosfera e ionosfera terrestre“.

Realizzare cosa sta accadendo è l’unico modo per non esserne complici.



La vita nei Buchi Blu delle Bahamas

Studiata la vita dei blue holes, La vita trovata nelle grotte sottomarine delle Bahamas potrebbe dare indizi su quali tipi di vita marina potrebbe essere trovata su pianeti lontani e lune, dicono i ricercatori. Scoperte fatte nei cosiddetti buchi blu (blue holes) dai ricercatori della Texas A M University di Galveston includono forme specializzate di vita dei batteri a diverse profondità, suggerendo che la vita microbica in queste grotte si adatta continuamente ai cambiamenti di luce disponibile, chimica dell''acqua e le fonti di cibo.

'Queste forme di vita batterica possono essere simili ai microbi che esistevano sulla Terra primitiva e forniscono così un assaggio di come la vita si è evoluta su questo pianeta', dice il biologo marino Tom Iliffe ha detto in un comunicato della Texas A M. 'Queste grotte sono laboratori naturali dove è possibile studiare la vita esistente in condizioni analoghe a ciò che era presente molti milioni di anni fa'.
Ci sono decine di migliaia di grotte sottomarine sparse per il mondo, ma meno del 5 per cento sono state esplorate e scientificamente studiate, ha detto Iliffe.

'Sappiamo di più sul lato opposto della luna di quanto sappiamo di queste grotte proprio qui sulla Terra', ha detto. 'Non possiamo sapere quello che rimane da scoprire nelle molte migliaia di grotte in cui nessuno è mai entrato.

'Se la vita esiste altrove nel nostro sistema solare, molto probabilmente sarà stato trovato in ambienti pieni d''acqua sotterranea, forse equivalenti a quelli che stiamo studiando nelle Bahamas.
http://www.zazoom.it/blog_rsc/post.asp?id=5681
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Il lungo passato della Luna magnetica!

Il passato magnetico della Luna si complica. I risultati di una nuova ricerca effettuata su una roccia lunare allungano di 500 milioni di anni la durata del periodo nel quale il nostro satellite possedeva un campo magnetico molto intenso. E di fatto obbligano gli esperti a rivedere il modello che ne descrive l’evoluzione.

La roccia sotto esame è un pezzo di basalto portato sulla Terra dalla missione Apollo 11 ed è stata analizzata da un gruppo di ricerca guidato a Erin Shea del Dipartimento di Scienze Planetarie del MIT. Le analisi, come descritto nell’articolo pubblicato su Science, hanno mostrato che in un remoto passato la roccia è stata sottoposta a un campo magnetico molto più intenso di quello attuale e decisamente debole.

Che in passato la Luna possedesse un forte campo magnetico è ormai un dato di fatto. La sua origine risiedeva nei movimenti di grandi quantità di metallo fuso che all’epoca dovevano trovarsi nel cuore della Luna, un processo analogo a quello che avviene ancora oggi qui sulla Terra. A non tornare sono però i tempi: l’attuale modello che descrive l’evoluzione della Luna stabilisce che il progressivo raffreddamento del metallo liquido portò alla diminuzione del campo magnetico intorno a 4.2 miliardi di anni fa. La roccia esaminata dal gruppo di Shea risale invece a 3.7 miliardi di anni fa e dimostra che il campo magnetico lunare era ancora in gran forma 500 milioni di anni dopo il suo presunto declino.

Il risultato obbliga gli esperti a rivedere i tempi, che si allungano sempre di più ogni volta che si analizzano nuove rocce. E pensare che sino a pochi anni fa sembrava scontato che la Luna non avesse mai potuto creare e mantenere un campo magnetico intenso e di lunga durata.

La tavola periodica dei mondi alieni

Ormai arrivano a grappoli. La scoperta d’un nuovo pianeta extrasolare, evento che fino a qualche anno fa avrebbe suscitato interesse e stupore per giorni, è diventato un evento così comune da non far più notizia. Ma 26 mondi alieni confermati in un colpo solo, e ben 11 nuove stelle che – come il nostro Sole – ne hanno attorno in orbita più d’uno, una certa meraviglia ancora la destano. Soprattutto, sono una chiara dimostrazione della superba qualità della strumentazione scientifica messa in campo e delle tecniche di analisi adottate, in questo caso dal team della sonda Kepler della NASA.


Per individuare i cosiddetti “candidati” a pianeta extrasolare, Kepler tiene costantemente sotto controllo le variazioni di luminosità di oltre 150mila stelle. Ogni volta che un pianeta, intromettendosi fra la stella osservata e il telescopio spaziale, introduce una lieve diminuzione di luminosità – il cosiddetto transito, dunque una sorta di mini-eclissi parziale – Kepler ne tiene scrupolosamente traccia. Evento dopo evento, gli scienziati riescono così nel tempo non solo a confermare l’effettiva esistenza d’un pianeta, ma anche a ricostruirne il periodo orbitale. Ed è proprio misurando le variazioni del periodo orbitale, con una tecnica detta appunto TTV (transit timing variations), che arrivano a riconoscere l’esistenza di più pianeti attorno a una stessa stella.

Non più semplici mondi, dunque, ma interi sistemi planetari alieni. Con l’ultima scoperta, ne conosciamo già 17. Anzi, 18, mettendo in conto anche quel sistema planetario sui generis che ospita il meraviglioso mondo Sol-d, le cui terre – lambite da tiepide distese d’acqua allo stato liquido – sono a oggi ancora le sole, nell’intero universo, sulle quali sia stata confermata la presenza di forme di vita.

E poiché 18 sistemi planetari cominciano a essere un numero considerevole, i ricercatori della NASA e del Fermilab Center for Particle Astrophysics hanno pensato bene di raccoglierne i relativi mondi in una sorta di tavola periodica: quella che vedete nel riquadro in basso dell’immagine di apertura (cliccare per ingrandirla). Ogni colonna raccoglie i pianeti – da due in su, ognuno rappresentato da un cerchio con dimensioni proporzionali alla massa – orbitanti attorno a una particolare stella. In rosso, quelli già conosciuti. In verde le new entries, gli ultimi 11 sistemi scoperti da Kepler, nei quali alcuni mondi – colorati di viola – ancora attendono conferma. E in azzurro? Clicccate sull’immagine per scoprirlo…
http://www.media.inaf.it/

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Il Tna, la terza molecola della vita


Dna e Rna sono oggi le uniche molecole della vita: si auto-organizzano, si replicano e si traducono in enzimi e proteine, sono presenti nelle cellule di ogni essere vivente. Ma, forse, non sono state le sole nella lunga storia della Terra. Nell’elenco dei possibili candidati spunta, infatti, una terza molecola: il Tna, o acido treonucleico, in cui lo zucchero treosio sostituisce, rispettivamente, il desossiribosio e il ribosio.


Il Dna e l’Rna sono infatti molecole molto complesse, probabilmente troppo per essere state le prime forme di materiale genetico a comparire. Ecco, allora, che vari gruppi di ricerca fanno le loro ipotesi e testano la possibilità che in miliardi di anni si siano evolute (per poi scomparire) altre configurazioni. Il Tna è un’ipotesi che ha già diversi anni. Ora, John Chaput e il suo team del Center for Evolutionary Medicine and Informatics, presso il Biodesign Institute dell’Arizona State University ha creato delle molecole di Tna e ne ha seguito l’evoluzione per la prima volta su un substrato in cui era presente di volta in volta una proteina diversa. Le molecole si sono dimostrate in grado di auto-organizzarsi in forme tridimensionali complesse e di agganciare la proteina, sviluppando un alto grado di affinità. Lo studio è stato pubblicato su Nature Chemistry e suggerisce che in futuro si possa far evolvere enzimi adatti a sostenere una prima forma di vita basata sul Tna.

Come riporta New Scientist però, è improbabile che il Tna sia stato un precursore di Dna e Rna perché, sebbene la sua struttura sia più semplice e più piccola, resta comunque molto complessa. C’è poi il fatto, ovviamente, che non è stata mai individuata in alcun organismo vivente. La ricerca, però, è importante anche alla luce delle informazioni che si potrebbero avere dalle prossime missioni spaziali in cerca di vita su Marte e su altri corpi celesti (vedi Galileo, “Marte, ecco dove cercare tracce di vita”).

Attualmente si pensa che la prima molecola della vita in grado di duplicarsi sia stato l’Rna (vedi Galileo, “La prima proteina sintetica replicante”); recentemente, però, si sta facendo strada l’ipotesi che all’inizio vi fossero piuttosto dei mix di acidi nucleici, come proposto recentemente dal premio Nobel 2009 Jack Szostak della Harvard University. In questo mosaico, potrebbero essere stati presenti vari “cugini” del nostro materiale genetico. New Scientist ne elenca alcuni: il Pna (acido peptidonucleico), lo Gna (acido gliconucleico) e l'Ana (amyloid nucleic acid).

 


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