L'hanno chiamata "Chernobyl galleggiante", è partita la centrale nucleare dei mari che terrorizza il mondo

Si chiama «Akademik Lomonosov» la controversa centrale nucleare galleggiante russa partita per il suo primo viaggio in mare.
L'impianto è stato rimorchiato dal cantiere navale di San Pietroburgo dove è stato costruito. Deve essere trainato attraverso il Mar Baltico e intorno alla punta settentrionale della Norvegia fino a Murmansk, dove i suoi reattori devono essere caricati con il combustibile nucleare. La Lomonosov sarà messa in servizio nel 2019 nell'Artico al largo della costa di Chukotka, nell'estremo oriente, e fornirà energia a una città portuale elle piattaforme petrolifere della zona.



Il progetto è stato ampiamente criticato dagli ambientalisti. Greenpeace lo ha soprannominato «Chernobyl galleggiante», in riferimento al disastro nucleare del 1986. Interessata allo sfruttamento di nuovi giacimenti di petrolio e gas, la Russia ha approfittato dello scioglimento dei ghiacchi provocato dai cambiamenti climatici per aprirsi nuove rotte di navigazione nell'Artico e rafforzare la sua presenza militare nella regione.

Il nome è stato dato in onore di Michail Vasil'evič Lomonosov, lo scienziato e linguista del XVIII secolo considerato in patria alla stregua del Leonardo da Vinci russo. La centrale galleggiante può rifornire di energia elettrica fino a 200mila persone, oltre a provvedere alla desalinizzazione dell'acqua. Ma i suoi detrattori, oltre a Greenpeace sono molte le associazioni ambientaliste contrarie, temono che potrebbe causare nel mare ciò che è avvenuto a Chernobyl e più recentemente a Fukushima. 

«A causa dello tsunami che devastò l’Asia meridionale nel 2004 alcune navi furono letteralmente trascinate per chilometri nell’entroterra. Vogliamo ricordare quello che è accaduto a Fukushima nel 2011? Abbiamo già dimenticato quelle immagini?». Spiega Rashid Alimov, il coordinatore del progetto antinucleare di Greenpeace Russia.

https://www.ilmattino.it/primopiano/esteri/centrale_nucleare_galleggiante_russia_9_maggio_2018-3720262.html

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