L’astro-archeologia studia i monumenti megalitici che sono presenti a migliaia in Europa, in Africa, in America, il più famoso dei quali è certamente Stonehenge.
L’ipotesi fondamentale alla sua base è che la struttura dei megaliti, la loro dimensione e la forma abbiano una relazione con la posizione dei corpi celesti e la configurazione della Terra. E che quindi siano la testimonianza unica di un sapere astronomico antichissimo e ricco di verità bollate nei secoli come eretiche forse perché provenienti da civiltà sconfitte dalla storia.
Aztechi, Toltechi, Olmechi, Inca, Maya: centro e sud America sono un mosaico ininterrotto di reami perduti, di città abbandonate e civiltà scomparse, di rovine che lasciarono senza fiato anche i conquistadores spagnoli.
Grandi piramidi a gradoni, intricati bassorilievi, sofisticati calendari astronomici, complessi riti di mummificazione caratterizzano queste antiche culture e sembrano riportarci quasi magicamente nella Mesopotamia e nell’Egitto di migliaia di anni fa, mostrandoci che in antichità sulla Terra si sono verificati dei veri e proprio miracoli tecnologici.
Secondo i teorici degli Antichi Astronauti, tutti questi ritrovamenti sono indizi di un contatto avvenuto migliaia di anni fa tra i nostri antenati e viaggiatori extraterrestri.
Ma se esistono prove della venuta di questi viaggiatori cosmici sulla Terra, se ne possono trovare delle altre anche altrove, in qualche angolo remoto del Sistema Solare?
Nell’Antica città Maya di Teotihuacán, in Messico, le prove suggeriscono che le culture antiche possedevano una conoscenza incredibilmente accurata dei nostri pianeti vicini. Alcuni studiosi hanno addirittura interpretato il numero e l’orientamento delle sue piramidi come un riflesso perfetto del nostro Sistema Solare.
Lungo L’Avenida de los Muertos (Il Viale dei Morti) le piramidi sarebbero allineate in modo tale da ricreare la posizione perfetta di ciascuna orbita di ogni pianeta del nostro Sistema Solare. Forse, è significativo il fatto che la Grande Piramide del Sole sia posizionata al centro delle altre strutture, riflettendo il fatto che il Sole è al centro del nostro Sistema Solare e che i pianeti vi ruotino attorno.
Questo lascerebbe supporre che già allora era un fatto noto che il Sole fosse il centro del moto planetario, cosa che la scienza occidentale scoprì molto tempo dopo. Ma come potevano gli architetti di Teotihuacán sapere, già all’epoca, che i pianeti orbitano attorno al Sole?
Gli archeologi classici bollano questo indizio come una mera coincidenza. Ma se andiamo dall’altra parte del pianeta, a Stonehenge, troviamo un altro sito molto più antico della città di Teotihuacán. Osservando il sito dall’alto, si nota che la struttura è composta da una serie di cerchi concentrici e i cerchi corrispondono esattamente con le orbite di tutti i pianeti del nostro sistema solare. Perciò, abbiamo due posti sulla Terra che presentano la stessa caratteristica.
In anni recenti, Stonehenge è stato interpretato da alcuni archeologi anche come una specie di calendario astronomico che poteva essere usato per calcolare eventi come le eclissi solari. Ma se questo fosse vero, chiunque allineo questi massi enormi nel paesaggio brullo inglese avrebbe dovuto avere una conoscenza astronomica precisa del percorso del Sole.
I Templi di Tikal
Costruiti tra il VI e il IX secolo, i templi di pietra Tikal, la più estesa delle antiche città Maya, torreggiano a più di 60 metri al di sopra della foresta pluviale del Guatemala. Tikal ospita uno dei più grandi scavi del mondo, dove migliaia di strutture sono ancora sepolte sotto la giungla.
Secondo la maggior parte degli scienziati, le piramidi di Tikal giocarono un ruolo essenziale nell’elaborazione del Calendario Maya. Tracciando delle linee dai punti più alti delle strutture, gli antichi astronomi potevano definire con precisione le date più importanti dell’anno come un equinozio o un solstizio.
Ma ciò che entusiasma i teorici degli Antichi Astronauti è il modo in cui la disposiozione delle piramidi di Tikal rispecchia esattamente la mappa stellare della costellazione delle Pleiadi nel cielo. La vista delle strutture dall’alto, rispecchia quasi esattamente l’allineamento della costellazione e, cosa più interessante, questa stessa configurazione riscontrata a Tikal è stata notata in un altro luogo molto molto distante.
Su Marte, di recente, nella regione conosciuta come Cydonia – il luogo del famoso volto di Marte – è stato scoperto un gruppo di formazioni rocciose che replica quasi perfettamente il modello delle piramidi di Tikal.
Tre luoghi distinti, un unico modello. Coincidenza o progettazione? Le leggende e i miti che caratterizzano Tikal parlano tutti di un’epoca in cui gli dèi si mescolavano ed entravano in contatto con i nostri antenati.
Quindi, Tikal potrebbe essere stata costruita anche come messaggio per le generazioni future per dire loro che, molto tempo fa, ci fecero visita dei viaggiatori di un altro mondo. Ma perchè le popolazioni antiche erano così concentrate sul cielo e le stelle? Stavano aspettando che accadesse qualcosa? O forse che qualcosa, o qualcuno, tornasse?
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