"Il paese è prigioniero dell’unione monetaria ed è privato dei mezzi per risollevarsi"
Molti italiani ancora non lo capiscono: l’euro è il problema, non la soluzione. Lo afferma un’analisi del settimanale britannico The Spectator che, in un articolo intitolato “Il declino terminale dell’Italia e nessuno ha lo stomaco di fermarlo”,
dipinge un quadro desolante sulla decadenza economica e politica
dell’Italia, definita prigioniera dell’unione monetaria senza un’unione
politica e privata dei mezzi per risollevarsi, come la tradizionale
medicina valutaria della svalutazione.
L’economia italiana è in stagnazione dal 2000 – scrive The Spectator.
Inoltre, negli ultimi cinque anni ha subito una contrazione del 9.1%.
Peggio ancora, il mese scorso è entrata in deflazione -
quello che tutti temevano - che in Giappone ha causato una stagnazione
dell’economia per 20 anni. L’esperienza dell’Italia all’interno
dell’unione monetaria europea è stata particolarmente dolorosa –
continua. Gli italiani sono entrati nell’euro seguendo il gregge
(europeista, ndr), senza un serio dibattito, ma con una tale euforia di
firmare che hanno accettato un tasso di cambio con la lira troppo alto. I
prezzi dei beni essenziali, come sigarette, caffè e vino, sono
raddoppiati nel giro di una notte, mentre i salari sono rimasti fermi.
Quando la crisi è arrivata l’Italia, prigioniera di un’unione monetaria senza un’unione politica, non è stata in grado di fare nulla, e senza poter ricorrere alla tradizionale medicina della moneta, la svalutazione.
Certo, afferma ancora The Spectator, l’Italia non può dare la colpa di
tutti i suoi problemi all’unione monetaria. L’euro non ha causato la
catastrofe ma ha privato l’Italia di uno dei mezzi per combatterla, la
svalutazione appunto, e ha accentuato le sue debolezze strutturali.
Citando il movimento di Beppe Grillo e la Lega Nord come unici
sostenitori dell’uscita dall’euro, il settimanale del Regno Unito rileva
che molti italiani non l’hanno ancora capito: l’euro è il problema, non è la soluzione.
L’unica altra alternativa, prosegue, è una reale austerità, in via
drastica, ma non la seguiranno a meno che non si trovino di fronte una
pistola puntata.
The Spectator rileva poi che l’unica strada per la ripresa permessa da
Bruxelles e Berlino – quella dell’austerità – è stata controproducente. Se
l’austerità deve stimolare la crescita, deve essere fatta fino in
fondo, il che inevitabilmente porta a terribili sofferenze (sociali)
e il rischio di agitazioni di massa. Nessun politico italiano ha lo
stomaco di farlo. L’analisi economica cita altri punti deboli
dell’Italia come
Giudizi severi sono rivolti anche al Mezzogiorno,
definito il Sud senza speranza dell’Italia, come la Sicilia, ad esempio,
che ha assunto 28mila poliziotti forestali - più del Canada - e ha 950
autisti di ambulanze che non hanno ambulanze da guidare. Se il governo
italiano tiene davvero all’imprenditoria italiana deve mettere in atto
urgenti e drastici tagli non solo al corrotto e parassitario settore
statale, ma anche alle tasse e ai costi del lavoro, scrive ancora il
giornale britannico che cita l’annunciato licenziamento di 182
componenti di orchestra e coro del Teatro dell’Opera di Roma per
evidenziare le tutele eccessive di alcune categorie di lavoratori. I
musicisti dell’Opera – evidenzia - lavorano 28 ore a settimana, vengono
pagati con un salario annuale di 16 mesi e hanno assurdi vantaggi come
ricevere uno stipendio doppio, se si esibiscono all’aria aperta, perché è
umido e questo comporta rischi per la salute.
Una stoccata è data anche alla “Casta politica” che
tutt’oggi vanta stipendi d’oro, mentre il Paese è al collasso. Con uno
stipendio annuale lordo di 136.120 euro all’anno, il doppio di quello
dei britannici – sottolinea The Spectator -, i parlamentari italiani
sono i più pagati di tutto il mondo civilizzato.
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