Grecia prove tecniche di dittatura.La polizia sgombera la tv pubblica occupata, picchiati giornalisti

8 nov 2013 - L’emittente Ert è stata chiusa lo scorso giugno dal governo di Atene, licenziando 2.600 dipendenti. I giornalisti: “Il popolo greco difenda la voce della Repubblica”. Il ministro dell’informazione: “Non so niente dell’intervento”Altro colpo inferto alla democrazia greca: alle 5 di questa mattina i nuclei antisommossa Mat hanno fatto irruzione nella sede della storica televisione greca Ert, dove dallo scorso giugno erano asserragliati gli ultimi giornalisti che si opponevano alla chiusura della tv pubblica imposta da governo e troika: unico caso europeo di
“silenzio” radiotelevisivo dell’organo di informazione dello Stato. Ufficialmente per consentire alla nuova rete Nerit di iniziare a trasmettere, ma di fatto per silenziare l’unico megafono che ha continuano a dare conto di memorandum inefficaci e insipienza del governo delle larghe intese.

Oltre 10 camion di poliziotti in tenuta antisommossa hanno circondato all’alba l’esterno dell’edificio di Agia Paraskevi. Dalle frequenze di Radiomegaro, il giornalista in onda in quel momento ha continuano a trasmettere la consueta striscia di informazione in streaming, ma è stato interrotto dagli agenti che gli hanno intimato di chiudere e di uscire dallo studio. Attimi di tensione che hanno fatto tornare alla mente i giorni della rivolta del Politecnico contro i Colonnelli, con la scure della dittatura sugli organi di informazione. Secondo le prime ricostruzioni il procuratore ha concluso il suo intervento di sequestro e sgombero poco dopo le 8,30. Subito dal sito dell’emittente è stato diffuso un messaggio al popolo greco, invitandolo a recarsi al più presto alla sede di Ert “per difendere la voce della Repubblica”.

Ci sono stati anche degli scontri tra forze dell’ordine e oppositori, con il lancio di lacrimogeni da parte dei Mat, il nucleo di militari antisommossa utilizzato solitamente per azioni di antiterrorismo o a protezione dei Capi di Stato in visita in Grecia. Quattro persone sono state fermate e poi rilasciate. Scioccante la dichiarazione del ministro dell’informazione Pantelis Kapsis, che ai microfoni diSkai.gr rivendica una non conoscenza dell’intervento armato della polizia e che per questo non commenta i fatti. Immediatamente al di fuori della sede di Ert si sono riuniti alcuni parlamentari dell’opposizione del Syriza (Dimitris Papadimoulis, Nadia Valavanis, Nikos Voutsis e Dimitris Stratoulis) denunciando come il procuratore intervenuto si sia rifiutato di informarli su cosa stesse accedendo all’interno della struttura.

Nel pomeriggio il Workers Resistance Meeting ha organizzato un raduno di massa previsto ad Agia Paraskevi per protestare contro l’invasione della polizia all’interno di una radio pubblica. In un comunicato l’organizzazione osserva sdegnata che “il tema è già entrato nelle agende delle organizzazioni sindacali e decisioni forti sono attese nelle prossime ore”. Addirittura il presidente del sindacato Poesy George Savvides denuncia che questo increscioso episodio avviene a dieci giorni dalla commemorazione del 17 novembre, data della rivolta studentesca del 1973 contro il regime dei colonnelli: “Un intervento antidemocratico”. E aggiunge: “Il governo ha deciso di fare una simile invasione nel tempio della democrazia e dei media. Tali intrusioni della polizia nelle aree di libero giornalismo, si verificano solo in periodi di distrazione o di grandi cambiamenti. Questo è il caso per tutti i greci”.


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Le prove tecniche di dittatura è un bel pezzo che le stanno facendo, in Grecia... La Grecia è un laboratorio, vogliono vedere fino a che punto possono torturare un popolo prima che questo prenda le armi. Poi si passa al resto d'Europa.
Almeno, così io penso e temo.

Anonimo ha detto...

Non pensi male..adesso hanno chiuso quella spagnola, poi toccherà all'Italia!

 


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