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Scoperto un iceberg grande quanto New York!


Dei voli scientifici della Nasa hanno avvistato un'enorme crepa che, se continua ad ingigantirsi, potrebbe dare origine ad un iceberg di dimensioni colossali

Una missione scientifica della durata di sei anni. Ecco cosa è Operation Ice Bridge. Lanciata dalla Nasa, ha lo scopo di studiare per mezzo di voli aerei appositi lo stato dell'Artide e dell'Antartide. In particolare, le scoperte più interessanti si stanno osservando negli immensi spazi del polo sud. Ed è proprio qui che i voli di Operation Ice Bridge hanno fatto una scoperta paurosa.


Una foto scattata da uno dei voli ha mostrato uno scenario inquietante. La zona è quella del ghiacciaio Pine Island Ice Shelf. E' una zona di particolare interesse, questa, per gli studiosi, perché molto grande e allo stesso tempo instabile ed è quindi fonte naturale di molti degli iceberg che si staccano dai ghiacciai del polo sud. Dalla foto in questione si vede in modo distinto una fenditura, uno squarcio. Questa fenditura scorre per molti chilometri e sta ovviamente preoccupando gli studiosi.
Se questa fenditura, come si teme, dovesse procedere e arrivare a spaccare in due il ghiaccio, ne potrebbe emergere un iceberg di dimensioni gigantesche. L'iceberg, è stato calcolato, potrebbe avere le dimensioni dell'intera città di New York. Un tale colosso a spasso per i mari ovviamente creerebbe enormi problemi. Spesso infatti sono stati avvistati iceberg che erano arrivati fino alle coste del Brasile. Preoccupati? Be' non dovremmo esserlo in realtà. Nel 1956 infatti fu osservato un iceberg circa duemila volte più grande.

Inondazioni flash colpiscono la costa meridionale dell'Oman


4 novembre 2011 - Una depressione tropicale"Keila"ha colpito le coste meridionali dell'Oman scatenando dei forti temporali che hanno colto di sorpresa le popolazioni locali, in poco tempo il livello degli"uadi"(letti di torrenti secchi che attraversano il deserto), hanno rotto gli argini ed inondato interi centri abitati almeno 6 le vittime accertate,la furia delle acque ha spazzato via auto e tutto quello che ha incontrato lungo il suo percorso.






Brillamento solare di classe X sul versante orientale del sole!




4 Novembre 2011 - La Nasa attraverso i satellite Soho ha rilevato un flare (brillamento solare) di classe X sul lembo orientale del sole che ha prodotto un ennesima espulsione di massa coronale(CME),la regione turbolenta interessata e' la AR1339 che secondo le stime degli esperti sara' esposta di fronte alla terra tra 4-5 giorni.



Secondo le stime del NOOA abbiamo una percentuale del 50-60 % per i prossimi giorni che un brillamento solare possa colpire in modo diretto il nostro pianeta.

Space Weather

un flare solare o più esattamente brillamento stellare (in breve brillamento) o anche eruzione solare, eruzione stellare, è una violenta eruzione di materia che esplode dalla fotosfera di una stella, con un'energia equivalente a varie decine di milioni di bombe atomiche. I brillamenti delle stelle creano delle spettacolari protuberanze solari ed emettono fasci di vento solare molto energetico; in particolare la radiazione emessa da questi fenomeni nel Sole può rappresentare un pericolo per le navi spaziali al di fuori della magnetosfera terrestre, e che interferisce con le comunicazioni radio sulla Terra. I brillamenti sono spesso associati alle macchie solari e sono probabilmente causati dal rilascio di energia in occasione del fenomeno di riconnessione delle linee di campo magnetico.
Questi fenomeni furono osservati per la prima volta nel 1859 dall'astronomo britannico Richard Christopher Carrington, e recentemente sono anche stati osservati su varie altre stelle. La frequenza dei brillamenti varia: da molti al giorno quando il Sole è particolarmente "attivo", a circa uno alla settimana quando invece è "quieto". Essi impiegano molte ore o anche giorni per "caricarsi", ma l'eruzione solare vera e propria impiega pochi minuti per rilasciare la sua energia. Le onde d'urto risultanti viaggiano lateralmente attraverso la fotosfera e verso l'alto attraverso la cromosfera e la corona, a velocità dell'ordine di 5.000.000 di chilometri all'ora (ovvero 1.389 km/s, contro i 300.000 chilometri al secondo della velocità della luce).

Wikipedia

I Campi Flegrei: un supervulcano in grado di devastare mezza Europa


"I Campi Flegrei, dove si trova il "supervulcano", si trovano a nord ovest del capoluogo campano. Il significato greco del nome vuol dire proprio "campi che bruciano": questo perché sin dall'antichità soggetti a fenomeni vulcanici.

E' stato il responsabile dell'Osservatorio nazionale di geofisica e vulcanologia , il professor Giuseppe Di Natale, a definire questo complesso un "super vulcano". In grado di distruzione centinaia di volte più devastante di quella che causò il Vesuvio durante l'eruzione che distrusse Pompei. Addirittura, una eruzione di questo supervulcano potrebbe distruggere l'intera Europa. In soldoni, il supervulcano partenopeo avrebbe una potenza di duecento volte superiore a quella del vulcano islandese Eyjafjallajökull che tanti problemi procurò all'intera Europa l'anno scorso.

L'ultima eruzione del supervulcano risale a 39mila anni fa (una decisamente minore si ebbe anche nel 1538) quando si formò il territorio collinare su cui poggia oggi la città di Sorrento. Di fatto, Sorrento si appoggia su un deposito di materiale vulcanico profondo oltre 300 piedi. Se una eruzione analoga dovesse accadere oggi, l'Italia meridionale cesserebbe di esistere, mentre le nuvole di ceneri provocate dall'eruzione coprirebbero i raggi solari e abbasserebbero di conseguenza la temperatura di vaste aree del pianeta.


L'intera Europa ne subirebbe le conseguenze: coperta dalle nuvole di cenere, per il nostro continente si aprirebbe un'era di inverno perpetuo. Un team composto di studiosi e ricercatori inglesi sta lavorando sul posto per capire quante siano le possibilità che questa eruzione mostruosa possa davvero accadere. Negli ultimi trent'anni si è assistito a un fenomeno di continua sollevazione de suolo del zona dovuto ai fenomeni del cosiddetto bradisismo provocati dal vulcano sotterraneo; dalla fine del 1984 è iniziata una fase discendente.

È da notare come nel biennio 1982-84 siano stati rilevati circa 10.000 terremoti, qualche centinaio avvertiti anche dalla popolazione. Per il professor Chris Kilburn, dell'università di Londra, da circa vent'anni residente a Napoli, questo fenomeno potrebbe durare ancora una sessantina d'anni,nel corso dei quali si potrebbe approfittare per studiare in modo esaustivo le possibilità di una futura esplosione dir magmatica. Come? Perforando il terreno e procedendo con gli studi sotterranei. Ma non tutti sono d'accordo: perforare una tale zona magmatica potrebbe risvegliare il "mostro" prima del tempo.

http://www.ilsussidiario.net/News/Scienze/2011/1/3/IL-SUPERVULCANO-Peggio-del-Vesuvio-il-vulcano-sotterraneo-nei-Campi-Flegrei-potrebbe-distruggere-l-intera-Europa/2/138580/
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tempeste solari in intensificazione nei prossimi giorni

3 Nov. 2011 - Un grande gruppo di macchie solari sul lato nord-est del sole dalle dimensioni di 40.000 km ,stanno emettendo intense CME di classe M che stanno interessando il nostro pianeta.secondo le previsioni del NOOA abbiamo la probabilita del 60 % che questa zona solare nelle prossime 24 ore possa emettere espulsioni di massa coronale dirette verso la terra tra pochi giorni questa zona sara' proprio di fronte alla terra quindi aspettiamoci tempeste solari ancora piu' intense.

Space Weather

Scoperti 3 Nuovi Pianeti e Un Oggetto Misterioso



Tre esopianeti, ognuno in orbita ad una diversa stella gigante morente, sono stati scoperti da un team internazionale di ricercatori guidati da un astronomo della Penn State University. Usando il Hobby-Eberly Telescope, gli astronomi hanno osservato le stelle parenti dei 3 nuovi pianeti: HD 240237, BD +48 738, e HD 96127, distanti decine di anni luce dal nostro Sistema Solare. Una delle più massicce stelle morenti viste, ha, oltre al pianeta, anche un altro oggetto misterioso che le orbita intorno, secondo i dati dell'astronomo e leader del team, Alex Wolszczan, che nel 1992 diventò il primo astronomo ad aver scoperto pianeti fuori dal sistema solare. La nuova ricerca getterà nuova luce nell'evoluzione dei sistemi planetari intorno alle stelle morenti. Aiuterà inoltre gli scienziati a capire come il contenuto metallico influenza il comportamento delle stelle morenti. La ricerca verrà pubblicata sul numero di Dicembre dell'Astrophysical Journal. Il primo autore è Sara Gettel, studentessa laureata presso il Dipartimento di Astronomia e Astrofisica della Penn State University, e gli altri co-autori sono 3 studenti di università della Polonia.

I tre nuovi sistemi planetari scoperti sono molto più avanti nell'evoluzione rispetto al nostro sistema solare. "Ognuna delle tre stelle è già nella fase in cui si sta rigonfiando ed è una gigante rossa, una stella morente che presto ingloberà tutti i pianeti che troverà vicina a se." ha spiegato Wolszczan. "Possiamo certamente aspettarci un simile destino anche per il nostro Sole, che alla fine diventerà una gigante rossa e forse consumerà anche la Terra, ma non dobbiamo preoccuparci di questo per almeno altri 5 miliardi di anni."
Wolszczan ha anche detto che una delle stelle massicce morenti, la BD +48 738, è accompagnata da un'enorme pianeta di classe Gioviana, ma anche da un'altro oggetto misterioso. Secondo il team, quest'oggetto potrebbe essere un'altro pianeta, un'altra stella di massa molto piccola, o, ancor più interessante, una nana bruna, che è un corpo stellare ma che non è arrivato alla fusione nucleare al suo centro. E' una via di mezzo tra i pianeti gassosi più grandi e le stelle. "Continueremmo ad esaminare questo misterioso oggetto e, tra qualche anno, speriamo di riuscire a rivelare la sua identità" ha spiegato Wolszczan.

Le tre stelle morenti ed i loro pianeti sono state particolarmente utili per il team di ricerca perché hanno aiutato gli scienziati a capire meglio i misteri dietro come le stelle morenti si comportano in base alla loro diversa metallicità (in astronomia sono considerati metalli tutti gli elementi all'infuori dell'idrogeno e l'elio). "Prima di tutto, sappiamo che le stelle giganti come queste sono specialmente rumorose. Cioè appaiono molto "nervose" perché oscillano molto più delle stelle più giovani come il nostro Sole. Questo rumore disturba i processi di osservazione, e questo rende una versa sfida riuscire a scoprire qualsiasi pianeta compagno." ha spiegato Wolszczan. "Tuttavia, abbiamo preservato ed eventualmente saremmo in grado di prendere di mira pianeti in orbita intorno a stelle massicce."



Una volta che Wolszczan ed il suo team hanno confermato che HD 240237, BD +48 738, e HD 96127 avevano davvero dei pianeti in orbita, hanno misurato il contenuto di metalli nelle stelle e hanno scoperto delle correlazioni molto interessanti. "Abbiamo scoperto una correlazione negativa tra la metallicità della stella ed il suo "nervosismo". A quanto pare, meno metalli contenevano le stelle, più erano rumorose e nervose" ha spiegato Wolszczan. "Anche il nostro Sole vibra un po, ma perché è molto più giovane, la sua atmosfera è comunque meno turbolente."

Wolszczan ha anche fatto notare che man mano che le stelle si gonfiano fino a diventare delle giganti rosse, le orbite planetarie cambiano e si interesecano anche, ed i pianeti e lune vicine eventualmente vengono assorbite. Per questa ragione è possibile che HD 240237, BD +48 738, e HD 96127 avessero tutte molti più pianeti un tempo. "E' interessante notare che, di queste tre stelle appena scoperte, nessuna ha un pianeta ad una distanza minore di 0.6 unità astronomiche, cioè 0.6 volte la distanza tra il Sole e la Terra" ha spiegato Wolszczan. "Può essere che 0.6 è un numero magico, e qualsiasi corpo più vicino di così viene assorbito.


Osservazioni di stelle morenti, del loro contenuto metallico e come agiscono sui pianeti intorno a loro, potrebbe fornire molti indizi sul destino del nostro Sistema Solare. "Ovviamente, in circa 5 miliardi di anni, il nostro Sole diventerà una gigante rossa e probabilmente inghiottirà i pianeti interni e le loro lune. Tuttavia, se saremmo ancora qui tra 1 e 3 miliardi di anni, potremmo già considerare un trasferimento sulla luna Europa per i restanti 2 miliardi di anni. Con il Sole che si espande, la Terra perderà i suoi oceani ma il calore in eccesso per la Terra sghiaccerà gli oceani di Europa e potremmo passare un paio di miliardi di anni nella zona abitabile dove non fa ne troppo caldo ne troppo freddo e siamo circondati da bellissimi e vasti oceani." Una prospettiva alettante sicuramente, anche se bisognerebbe prendere in considerazione l'enorme radiazione causata dalla vicinanza di un pianeta come Giove. Prima di Europa, forse potremmo trasferirci su Marte dove ci sono vasti depositi di ghiaccio d'acqua sepolti, anche se per molto meno tempo.

Scoperto pesce mutante con tre occhi vicino ad una centrale nucleare in Argentina

Lo scorso fine settimana, cinque pescatori hanno scoperto un pesce lupo mutante con tre occhi. E’ stato catturato nei pressi della centrale nucleare di Cordoba, nel lago di Chorro de Agua Caliente, che riceve l’acqua dell’impianto di raffreddamento della centrale.

Blinky, il pesce arancione con tre occhi ritrovato nel lago di Springfield e immaginato nel 1990 da Matt Groening, il creatore dei Simpson, non è più fantascienza.

La notizia è stata riportata dai nostri colleghi della Radio Argentina Cadena 3. Queste informazioni dimostrano che esistono casi in cui la realtà supera la finzione. Secondo i pescatori, il terzo occhio di questo pesce, sarebbe della stessa dimensione ma leggermente più profondo degli altri due.

La popolazione locale ha buone ragioni di preoccuparsi delle cause di questa malformazione, anche se allo stato attuale, nessun dato scientifico conferma il legame con l'attività nucleare. Ma la vicinanza della centrale, non poteva sfuggire agli abitanti e alcuni hanno accolto questa scoperta come un cattivo presagio essendo passati solo sette mesi dal disastro di Fukushima (Giappone).


Può fornirci informazioni sui danni perpetrati dal nucleare alla fauna selvatica e, per estensione anche all'uomo?



Questo pesce lupo è uno dei primi animali mutanti che sia mai stato scoperto. Anche nella zona più radioattiva del mondo, intorno a Chernobyl (Ucraina), non è stata finora identificata nessuna "specie sospetta" dagli scienziati.


Nel 1986, il livello di radiazione nella zona evacuata (30 km intorno alla centrale), era molto alta e i pini di una foresta di 4 chilometri quadrati sono stati decimati, molti animali hanno cessato riprodursi, mentre i cavalli e i bovini hanno avuto grossi problemi con la tiroide.







Tuttavia, non è stato trovato nessun animale con due teste. Meglio, secondo i lavori di un esperto, Sergey Gaschak, le generazioni successive erano abbastanza sane nonostante le lievi modifiche del loro DNA, e anche se l'adattamento delle specie all’ ambiente ha reso gli animali radioattivi. Una valutazione a prima vista relativamente buona data la portata del disastro della Centrale Ucraina.


Per quanto riguarda gli animali mutanti, di solito muoiono più velocemente rispetto a quelli che sono stati risparmiati dalla radioattività per cui è plausibile che gli esperti non abbiano avuto il tempo di trovarli. Un'ipotesi che è diventata ancora più seria dopo la scoperta del pesce argentino.


 


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