Tre esopianeti, ognuno in orbita ad una diversa stella gigante morente, sono stati scoperti da un team internazionale di ricercatori guidati da un astronomo della Penn State University. Usando il Hobby-Eberly Telescope, gli astronomi hanno osservato le stelle parenti dei 3 nuovi pianeti: HD 240237, BD +48 738, e HD 96127, distanti decine di anni luce dal nostro Sistema Solare. Una delle più massicce stelle morenti viste, ha, oltre al pianeta, anche un altro oggetto misterioso che le orbita intorno, secondo i dati dell'astronomo e leader del team, Alex Wolszczan, che nel 1992 diventò il primo astronomo ad aver scoperto pianeti fuori dal sistema solare. La nuova ricerca getterà nuova luce nell'evoluzione dei sistemi planetari intorno alle stelle morenti. Aiuterà inoltre gli scienziati a capire come il contenuto metallico influenza il comportamento delle stelle morenti. La ricerca verrà pubblicata sul numero di Dicembre dell'Astrophysical Journal. Il primo autore è Sara Gettel, studentessa laureata presso il Dipartimento di Astronomia e Astrofisica della Penn State University, e gli altri co-autori sono 3 studenti di università della Polonia.
I tre nuovi sistemi planetari scoperti sono molto più avanti nell'evoluzione rispetto al nostro sistema solare. "Ognuna delle tre stelle è già nella fase in cui si sta rigonfiando ed è una gigante rossa, una stella morente che presto ingloberà tutti i pianeti che troverà vicina a se." ha spiegato Wolszczan. "Possiamo certamente aspettarci un simile destino anche per il nostro Sole, che alla fine diventerà una gigante rossa e forse consumerà anche la Terra, ma non dobbiamo preoccuparci di questo per almeno altri 5 miliardi di anni."
Wolszczan ha anche detto che una delle stelle massicce morenti, la BD +48 738, è accompagnata da un'enorme pianeta di classe Gioviana, ma anche da un'altro oggetto misterioso. Secondo il team, quest'oggetto potrebbe essere un'altro pianeta, un'altra stella di massa molto piccola, o, ancor più interessante, una nana bruna, che è un corpo stellare ma che non è arrivato alla fusione nucleare al suo centro. E' una via di mezzo tra i pianeti gassosi più grandi e le stelle. "Continueremmo ad esaminare questo misterioso oggetto e, tra qualche anno, speriamo di riuscire a rivelare la sua identità" ha spiegato Wolszczan.
Le tre stelle morenti ed i loro pianeti sono state particolarmente utili per il team di ricerca perché hanno aiutato gli scienziati a capire meglio i misteri dietro come le stelle morenti si comportano in base alla loro diversa metallicità (in astronomia sono considerati metalli tutti gli elementi all'infuori dell'idrogeno e l'elio). "Prima di tutto, sappiamo che le stelle giganti come queste sono specialmente rumorose. Cioè appaiono molto "nervose" perché oscillano molto più delle stelle più giovani come il nostro Sole. Questo rumore disturba i processi di osservazione, e questo rende una versa sfida riuscire a scoprire qualsiasi pianeta compagno." ha spiegato Wolszczan. "Tuttavia, abbiamo preservato ed eventualmente saremmo in grado di prendere di mira pianeti in orbita intorno a stelle massicce."
Una volta che Wolszczan ed il suo team hanno confermato che HD 240237, BD +48 738, e HD 96127 avevano davvero dei pianeti in orbita, hanno misurato il contenuto di metalli nelle stelle e hanno scoperto delle correlazioni molto interessanti. "Abbiamo scoperto una correlazione negativa tra la metallicità della stella ed il suo "nervosismo". A quanto pare, meno metalli contenevano le stelle, più erano rumorose e nervose" ha spiegato Wolszczan. "Anche il nostro Sole vibra un po, ma perché è molto più giovane, la sua atmosfera è comunque meno turbolente."
Wolszczan ha anche fatto notare che man mano che le stelle si gonfiano fino a diventare delle giganti rosse, le orbite planetarie cambiano e si interesecano anche, ed i pianeti e lune vicine eventualmente vengono assorbite. Per questa ragione è possibile che HD 240237, BD +48 738, e HD 96127 avessero tutte molti più pianeti un tempo. "E' interessante notare che, di queste tre stelle appena scoperte, nessuna ha un pianeta ad una distanza minore di 0.6 unità astronomiche, cioè 0.6 volte la distanza tra il Sole e la Terra" ha spiegato Wolszczan. "Può essere che 0.6 è un numero magico, e qualsiasi corpo più vicino di così viene assorbito.
Osservazioni di stelle morenti, del loro contenuto metallico e come agiscono sui pianeti intorno a loro, potrebbe fornire molti indizi sul destino del nostro Sistema Solare. "Ovviamente, in circa 5 miliardi di anni, il nostro Sole diventerà una gigante rossa e probabilmente inghiottirà i pianeti interni e le loro lune. Tuttavia, se saremmo ancora qui tra 1 e 3 miliardi di anni, potremmo già considerare un trasferimento sulla luna Europa per i restanti 2 miliardi di anni. Con il Sole che si espande, la Terra perderà i suoi oceani ma il calore in eccesso per la Terra sghiaccerà gli oceani di Europa e potremmo passare un paio di miliardi di anni nella zona abitabile dove non fa ne troppo caldo ne troppo freddo e siamo circondati da bellissimi e vasti oceani." Una prospettiva alettante sicuramente, anche se bisognerebbe prendere in considerazione l'enorme radiazione causata dalla vicinanza di un pianeta come Giove. Prima di Europa, forse potremmo trasferirci su Marte dove ci sono vasti depositi di ghiaccio d'acqua sepolti, anche se per molto meno tempo.
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