La flotta russa prepara uno sbarco anfibio in Siria per fine gennaio 2013

Nella mattinata di ieri 2 gennaio 2012 l’agenzia di stampa russa Ria Novosti ha annunciato che una grande esercitazione navale russa si terrà entro 20 giorni nelle acque del Mediterraneo orientale. A questa esercitazione prenderanno parte unità di ogni flotta della marina russa. Saranno quindi presenti unità della flotta del Mar Nero, della flotta russa del Baltico, della flotta russa del Nord, della flotta russa del Pacifico.


 Mai, nemmeno ai tempi della guerra fredda, un’esercitazione di questa portata è mai stata organizzata nel Mediterraneo, e men che meno con la partecipazione di unità di tutti i comandi navali della marina di Mosca. Il Mediterraneo da sempre è competenza diretta della flotta del Mar Nero supportata in rare occasioni dalla flotta del Baltico.
 In queste settimane invece assisteremo all’arrivo nelle acque del Mediterraneo di unità da sbarco, sottomarini, unità lanciamissili, unità antisommergibili di tutti i comandi della flotta russa. .
Questo atteggiamento, così come l’annunciata presenza bordo delle navi da sbarco di centinaia di Marines Russi, lascia pensare che questa potrà essere molto più di una semplice esercitazione militare. Le truppe verranno imbarcate dalle rive del Caucaso che si affacciano sul mar nero e probabilmente trasportate nel mediterraneo nella prima fase delle operazioni. Successivamente potremmo assistere invece ad un vero e proprio sbarco anfibio delle truppe russe nell’area costiera della Siria, in quella regione alawita tanto cara sia Mosca che al presidente siriano Assad. Lo sbarco della fanteria di marina, supportata dalla più vasta flotta che la Russia abbia mai organizzato dalla fine della seconda guerra mondiale, potrebbe avere più di uno scopo. Lo sbarco potrebbe infatti essere propedeutico all’evacuazione delle migliaia di cittadini russi residenti nell’area, ma potrebbe avere anche un altro significato, molto più preoccupante. Le truppe di terra russe supportate dall’imponente presenza navale, che potrebbe arricchirsi anche dell’unica portaerei ora in servizio nella flotta di Mosca, potrebbero schierarsi a difesa della base navale di Tartus e quindi entrare attivamente in quel conflitto siriano che, giorno dopo giorno, rischia di estendere la propria influenza negativa alle altre nazioni della regione.
 Le truppe speciali russe operano infatti già in Siria da diverse settimane e recentemente sarebbero state protagoniste della messa in sicurezza di un’ingente quantità di armi chimiche depositate presso una base vicina ad Aleppo che stava per cadere nelle mani dei ribelli. L’intervento russo è stato determinante e ha segnato, dai tempi del ritiro dall’Afghanistan, il primo impiego di truppe russe in un teatro di guerra al di fuori dei confini dell’ex Unione Sovietica.
Sarà fondamentale osservare le eventuali mosse delle marine dei paesi Nato così come gli spostamenti di sistemi d’arma strategici nella regione, nonché il dispiegamento delle forze aeree della Federazione Russa. La prima cosa da tenere d’occhio sarà l’eventuale partenza di una o più portaerei americane Norfolk, principale base navale per le missioni nell’Atlantico e nel Mediterraneo.

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