Le statue dell’isola di Pasqua non hanno ancora svelato tutti i loro segreti
La scoperta non è recente, ma nelle ultime settimane è stata di nuovo rilanciata: le statue dell'isola di Pasqua hanno un corpo. Mentre probabilmente la loro fama deriva sopratutto dalla loro enorme ed enigmatica testa, queste statue hanno ancora in serbo numerosi altri segreti. Più della metà della loro dimensione è risultata interrata, corpo e mani erano infatti celati dal terreno.
Se si attribuisce la scoperta delle parti interrate delle statue alla coppia Routledge, un gruppo privato di ricerca ha recentemente sotterrato una statua che ha mostrato di avere anche numerose scritte sul tronco.
Molti misteri circondano ancora l'Isola di Pasqua e la scoperta di queste scritte nascoste rischiano di riaccendere il dibattito.
Gli scienziati sono quasi tutti d'accordo nel dire che la scomparsa della popolazione sia dovuta ad un ecocidio, ma cosa diranno di questi giganti di pietra sotterrati? Sono stati i Rapanui a sistemarli in quel modo fin dall’inizio o questa sistemazione è dovuta all’azione del tempo?
Un pò di storia dell'Isola di Pasqua
L’Isola di Pasqua è senz’altro uno dei luoghi più isolati del mondo. E’ un isola vulcanica situata nell'Oceano Pacifico a 3700 chilometri dal Cile, da cui dipende, e a 4000 chilometri da Tahiti. La terra più vicina a questa piccola isola è Pitcairn, che dista 2000 chilometri.
Il primo europeo a scoprirla è stato il navigatore olandese Jakob Roggeveen, proprio il giorno di Pasqua dell'anno 1722, quando contava circa 4000 abitanti. Annessa alla Spagna nel 1770, è stata ceduta al Cile nel 1888.
Questa isola è famosa soprattutto per i resti megalitici dei Rapanui (prime civiltà riconosciute del l'isola). Il patrimonio archeologico comprende circa 900 statue di pietra, i moai, di 4 metri di altezza media, e quasi 300 terrazze, le ahu, che si trovano ai piedi delle statue.
Alcune sembrano ultimate, mentre altre non lo sono (circa 300 secondo le stime). La più grande misura 24 metri di altezza e pesa circa 270 tonnellate.
Alcune hanno subito le ingiurie del tempo, mentre altre sono state abbattute durante le numerose e violenti guerre tribali.
L’iIsola di Pasqua è nota sopratutto per il mistero, a lungo rimasto inspiegabile, sulla loro produzione, ma anche sul trasporto dei blocchi di basalto che sono alti in media, fra i 2,5 ai 10 metri.
Ma questa isola è anche tristemente nota per i motivi dell'estinzione del popolo che vi abitava.
I primi migranti erano riusciti a costruire, a partire da risorse piuttosto limitate, una società tecnologicamente avanzata. Oltre a queste statue imponenti, avevano sviluppato un vero e proprio sistema di scrittura. Le significative risorse in alberi a loro disposizione lungo la costa, si sarebbero poi esaurite in pochi secoli.
La crescita della popolazione e l’utilizzo incontrollato delle risorse della natura hanno portato ad un degrado rapido e significativo dell' ecosistema (questo fatto è stato dimostrato dalle ricerche archeologiche). Un ecocidio che è certamente responsabile della scomparsa degli abitanti originari dell'isola di Pasqua.
Dagli anni 1500-1600, l'isola ha perso molta della sua vegetazione, a seguito di uno sfruttamento irrazionale ed incontrollato delle risorse naturali. Un modello matematico ha stabilito che la popolazione non avrebbe dovuto superare le 2000 persone per poter continuare a vivere sull'isola senza esaurire una risorsa essenziale: le palme.
Questa "deforestazione" ha causato anche l’ esaurimento del suolo, che ha avuto effetti devastanti sull'agricoltura. A questo si aggiunge la siccità e le guerre tribali.
Per superare la siccità gli abitanti dell 'isola avrebbero implorato gli dei per far tornare la pioggia, e questo potrebbe spiegare la loro frenesia nel costruire i moai. Rendendosi conto che era tutto inutile, la gente si sarebbe rivoltata contro gli dei e si sarebbe scatenata contro i propri idoli, abbattendoli e precipitando l'isola nel caos. Successivamente, le nuove malattie portate dagli esploratori europei e le deportazioni hanno ridotto ulteriormente la popolazione.
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