11/06/2021 - Il Cile ha annunciato il lockdown a Santiago (5 milioni di abitanti) e in una vasta zona intorno alla Capitale a causa dell’aumento di contagi di coronavirus nonostante circa il 45% della popolazione sia completamente vaccinato e un’ulteriore 13 per cento sia in attesa della seconda dose. Il confinamento degli otto milioni di residenti inizia da domani, sabato 12. Ieri il Cile ha registrato 7.716 nuovi casi, la maggioranza tra coloro che hanno ricevuto solo una dose di vaccino.
I posti in terapia intensiva sono quasi esauriti e il Paese sudamericano affronta con ansia l’inverno che sta per iniziare. In lockdown tra 24 ore ci finiscono otto milioni di abitanti della Regione Metropolitana della capitale Santiago in risposta al persistente aumento dei casi di nuovo coronavirus. Oltre alla capitale la serrata include anche altri sette municipi nelle regioni di Valparaiso, O’Higgins, El Maule e Los Lagos.
Covid: in Cile terapie intensive piene al 96 per cento
“Nonostante nell’ultima settimana abbiamo assistito a un rallentamento della progressione dei contagi ci preoccupano i numeri della Regione Metropolitana, che è l’area più densamente popolata”, ha dichiarato la vice ministra della Salute, Paula Daza. Il tasso di occupazione delle terapie intensive è del 96 per cento.
Il Cile sta inasprendo le restrizioni anche se è andato avanti con uno dei programmi di vaccinazione più veloci al mondo. Finora, il Cile ha ricevuto oltre 17 milioni di dosi da Sinovac Biotech Ltd., 4,6 milioni da Pfizer -BioNTech, 700.000 da AstraZeneca. Il governo ha approvato oggi anche l’uso di emergenza del vaccino Janssen monouso di Johnson & Johnson.
E’ uno dei Paesi con più vaccinati al mondo
Il Cile ha uno dei tassi di vaccinazione più alti al mondo. Circa il 75% dei suoi 15 milioni di residenti ha già ricevuto almeno una dose di vaccino e quasi il 58% è completamente vaccinato. Su base pro capite tra le nazioni di una certa grandezza è in testa alla classifica della vaccinazione Covid nelle Americhe e al quinto posto a livello mondiale. Tra le 7.716 persone risultate positive tra mercoledì e giovedì, il 73% non era stato completamente vaccinato e il 74% aveva meno di 49 anni.
La variante brasiliana P1 è la più diffusa in Cile ed è “due volte più contagiosa del ceppo originale” secondo le autorità sanitarie cilene. Uno specialista in malattie infettive di un grande ospedale di Santiago ha detto informalmente alla Reuters che i vaccini non possono alleviare completamente il carico sugli ospedali sovraffollati: “Circa il 10% delle persone, anche se vaccinate, non sarà protetto da malattie gravi. E quando il nostro sistema sanitario è al limite come lo è ora, quella percentuale da sola è sufficiente per sopraffare la sanità”.
I vaccini non sono efficaci al 100%, hanno sottolineato gli esperti medici, e c’è un lasso di tempo prima che raggiungano la loro massima efficacia. A guidare la feroce seconda ondata c’è anche la evidente stanchezza della popolazione che ha portato a un minore rispetto delle misure precauzionali. I livelli di mobilità rimangono sempre elevati.
I confini del Cile erano stati chiusi “ermeticamente” da marzo a novembre 2020. Ma dopo che un rigoroso lockdown aveva ridotto le infezioni, venne presa la decisione di riaprire tutto o quasi. Ai cileni sono stati concessi permessi di vacanza speciali per viaggiare più liberamente in tutto il Paese durante le vacanze estive dell’emisfero meridionale (l’inverno in Italia). Ristoranti, negozi e luoghi di villeggiatura sono stati aperti per rilanciare l’economia in crisi. Il Cile ha rilevato quasi 1,5 milioni di infezioni dall’inizio della pandemia, con oltre 30.000 decessi correlati al Covid.
1 commento:
Vedremo anche da noi cosa succederà il prossimo inverno.
Ritengo sia utile non abbassare la guardia anche se la voglia di libertà è tanta. Stiamo cauti
Posta un commento