7 Meraviglie del Mondo Antico che rappresentano un Mistero ancor Oggi

Nel corso della storia molte civiltà sono nate e poi si sono perse, innumerevoli volte. Nei tempi moderni, grazie a studi approfonditi e a nuovi mezzi di indagine scientifica,
antropologi e archeologi hanno cercato di stendere una linea temporale della comparsa e della sparizione di molti antichi popoli. Attraverso il duro lavoro di molti ricercatori, e grazie a nuove scoperte, alcune civiltà di cui poco si sapeva fino ad ora, sono state studiate sotto una nuova luce. Tuttavia, questa è una dimostrazione che non sappiamo quanto vorremmo del nostro remoto passato.

L’Obelisco incompiuto – Egitto

Una gigantesca opera di pietra, mai finita, è l’Obelisco incompiuto, che sarebbe stato il più alto pilastro monumentale mai realizzato. Si trova nella parte settentrionale delle cave di pietra di Assuan, in Egitto. Doveva essere alto circa 40 metri, ma fu probabilmente abbandonato a causa di alcune crepe comparse nella roccia durante la sua costruzione. Forse scolpito durante la 18° dinastia, sotto il regno della regina Hatshepsut, se fosse stato finito avrebbe pesato quasi 1.000 tonnellate. Oltre all’obelisco incompiuto, nel 2005 è stata scoperta quella che doveva probabilmente essere la sua base, in parte lavorata e mai finita. Le cave di Assuan sono un importante sito archeologico, preziosa testimonianza storica dell’Antico Egitto.
Dwarka – India

La città sommersa di Dwarka è una delle più antiche dell’India, e si trova nel Golfo di Cambay, al largo della costa occidentale del paese, a circa 40 metri di profondità. La scoperta è stata particolarmente sorprendente per gli scienziati, perché l’area precede tutti gli altri reperti archeologici di questa zona di almeno 5.000 anni, il che suggerisce una storia della civiltà del subcontinente indiano molto più lunga di quella ipotizzata fino ad ora: la datazione al carbonio prova che alcuni manufatti risalgono ad un periodo compreso tra il 18° e il 15° secolo aC.

Dwarka, ricostruita più volte, nel 15° secolo a.C era una prospera città portuale che fu sommersa, probabilmente attorno al 1443 aC., forse da uno tsunami. Uno dei più grandi poemi epici della tradizione induista, il Mahabharata, racconta che il mare improvvisamente ruppe i suoi confini naturali, irrompendo attraverso le “belle strade della città”, fondata dallo stesso dio Krishna. Tutto fu sommerso, e nel giro di pochi istanti il mare ridivenne “placido come un lago”, senza lasciare traccia della città di Dwarka, ormai “solo un nome,…solo un ricordo”.

Dolmen di Menga – Spagna

Il Dolmen di Menga (in spagnolo: Dolmen de Menga ) è un tumulo megalitico risalente al 4700 aC., che si trova vicino alla città spagnola di Antequera. Si tratta di una della più grandi costruzioni megalitiche d’Europa: si stima che le pietre più grandi pesino 180 tonnellate. Si tratta di un monumento funebre imponente: una galleria delimitata da dieci lastre enormi, cinque per ogni lato, sfocia nella camera sepolcrale vera e propria, formata da quattordici monoliti, oltre ai tre pilastri che reggono le pesantissime pietre di copertura. La tomba ha un orientamento a nord-est, del tutto anomalo in questo contesto culturale. Ma c’è una ragione: è allineata con una roccia particolare, la cui forma ricorda il volto di un gigante addormentato.
Gigantia – Malta

Più vecchi di Stonehenge e delle piramidi egiziane, i templi di Gigantia, sull’isola di Gozo, sono uno dei più importanti siti archeologici della Repubblica di Malta. Questi due monumenti si distinguono per la loro enorme struttura megalitica, e furono eretti dai primi maltesi fra il 3600 e il 3000 a.C. Il complesso si compone di due costruzioni circondate da un massiccio muro di confine, che comprende alcuni megaliti alti più di cinque metri, del peso di oltre cinquanta tonnellate.

Gli edifici, anche se vengono comunemente chiamati templi, non hanno ancora svelato i loro segreti, ma si ipotizza che fossero usati per cerimonie religiose, forse legate al culto della fertilità. Gigantia fu attiva fino al 2500 a.C. circa, quando la popolazione autoctona scomparve misteriosamente. A causa delle dimensioni dei megaliti, nei secoli passati la popolazione locale credeva che gli edifici fossero opera di giganti. Secondo un’antica leggenda, le pareti del tempio furono costruite in un giorno e una notte da un gigante femmina di nome Sunsuna, mentre allattava un bambino. La parola maltese Ggantija significa appunto ”grotta del gigante.”
Monumento Yonaguni – Giappone

Il Monumento Yonaguni è composto da rocce sommersa al largo della costa di Yonaguni, la più meridionale delle isole Ryukyu, in Giappone. Nel 1986 il subacqueo Kihachiro Aratake, immergendosi nelle acque a sud dell’isola di Yonaguni, vide alcune strane strutture, la cui parte superiore è a circa 5 metri sotto il livello del mare. Aratake rimase stupefatto di fronte alle massicce formazioni simili a piramidi, con perfetti angoli di 90 gradi, pareti diritte, gradini, colonne e quello che sembra essere un volto umano scolpito nella roccia. Potrebbero essere le rovine di una civiltà antica di 10.000 anni, che modellò le rocce durante l’era glaciale, quando l’isola di Yonaguni era ancora terraferma, in un “ponte continentale” tra l’Asia e il Giappone.


Masaaki Kimura, un geologo marino della Università di Ryukyu, che ha studiato e mappato il sito per oltre 15 anni, ritiene che i monumenti appartenessero ad una città vecchia di cinquemila anni, sommersa da un terremoto duemila anni fa. Oltre alla piramide, Kimura sostiene di aver trovato altre numerose strutture, tra cui un castello, e quello che sembra essere un enorme stadio. Ciò che è più interessante è che gli edifici sarebbero collegati da strade e linee d’acqua. Mentre per Kimura ed altri scienziati le formazioni rocciose sarebbero opera dell’uomo, e quindi di una sconosciuta civiltà scomparsa, per altri sarebbero di origine naturale, frutto della conformazione geologica della zona. Il Monumento Yonaguni rimane immerso nel mistero: i sostenitori della tesi che sia frutto dell’opera dell’uomo lo mettono in relazione con il mitico continente Mu; chi è convinto che la Terra sia stata visitata dagli alieni in epoche remote, sostiene che Il Monumento fosse una base per le antiche astronavi.
Sfere di pietra – Costa Rica

Le sfere di pietra trovate alla fine degli anni ’30 in Costa Rica rappresentano uno dei misteri irrisolti dell’archeologia. Sono circa trecento le perfette rocce sferiche ritrovate fino ad oggi, di dimensioni variabili da pochi centimetri a oltre due metri di diametro. I manufatti sono quasi tutti ricavati da una dura pietra ignea, la diorite, ritrovati quasi esclusivamente nella zona del Delta del Diquis, nel sud-ovest del paese.

L’origine e il significato di questi reperti sono sconosciuti, anche perché quasi tutte le sfere sono state spostate rispetto al luogo di ritrovamento, non consentendo agli studiosi di analizzare i loro eventuali allineamenti: la tesi che rappresentino dei pianeti sarebbe potuta essere verificata solo conoscendo la loro posizione originale. Le sfere sono di fattura relativamente recente, databile intorno al 400 d.C. Secondo alcuni studiosi furono realizzate dagli indigeni di cultura Diquis, ma rimane comunque l’interrogativo su come abbiano potuto ottenere delle sfere perfette. Come per altri misteri irrisolti, c’è chi ipotizza che siano state realizzate dagli extraterrestri.
Teste Giganti – Messico

Quella degli Olmechi è considerata la prima civiltà mesoamericana, che si sviluppò tra il 1200 e il 400 a.C., e influenzò tutte le successive culture (Aztechi e Maya) del territorio messicano. Tra i manufatti artistici creati da questo popolo, di particolare rilievo sono le colossali teste umane, ritrovate numerose nei principali siti archeologici. Stranamente non corrispondenti alla fisionomia dei popoli precolombiani, le teste sono caratterizzate da labbra prominenti, naso schiacciato, espressione corrucciata sotto un copricapo simile ad un casco. Scolpite in enormi massi di basalto, le teste raggiungono i quattro metri di altezza, e arrivano a pesare tra le sei e le otto tonnellate.


Archeologi e studiosi sono ancora incerti sul significato di queste sculture: forse rappresentano dei guerrieri, o una dinastia di regnanti, o personaggi legati al sacro gioco della palla, inventato dagli olmechi e trasmesso alle successive culture mesomericane. Secondo una teoria sviluppatasi in Africa, le teste mostrano caratteristiche somatiche appartenenti appunto a popoli africani, e sarebbero la prova della presenza nel continente di civiltà molto avanzate, in grado di navigare fino al nuovo mondo molti secoli prima di Cristoforo Colombo. Per molti versi ancora enigmatica, la cultura olmeca scomparve senza una ragione apparente, forse inglobata da successive civiltà.

https://www.vanillamagazine.it/7-meraviglie-del-mondo-antico-che-rappresentano-un-mistero-ancor-oggi/

2 commenti:

Farouq ha detto...

Africani in Messico? gli africani neri di oggi hanno un comportamento molto simile fra di loro, indispensabile per costruire grandi civiltà, e se avessero avuto nel passato delle civiltà avanzate cadute poi in disgrazia, non si può mai dire

Anonimo ha detto...

Ma sai io la vedrei in un altro modo...
Non so, per me sono meravigkie lasciate li come testimonianza dei popoli passati.

 


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