Nel corso della storia molte civiltà sono nate e poi si sono perse, innumerevoli volte. Nei tempi moderni, grazie a studi approfonditi e a nuovi mezzi di indagine scientifica,
antropologi e archeologi hanno cercato di stendere una linea temporale della comparsa e della sparizione di molti antichi popoli. Attraverso il duro lavoro di molti ricercatori, e grazie a nuove scoperte, alcune civiltà di cui poco si sapeva fino ad ora, sono state studiate sotto una nuova luce. Tuttavia, questa è una dimostrazione che non sappiamo quanto vorremmo del nostro remoto passato.
antropologi e archeologi hanno cercato di stendere una linea temporale della comparsa e della sparizione di molti antichi popoli. Attraverso il duro lavoro di molti ricercatori, e grazie a nuove scoperte, alcune civiltà di cui poco si sapeva fino ad ora, sono state studiate sotto una nuova luce. Tuttavia, questa è una dimostrazione che non sappiamo quanto vorremmo del nostro remoto passato.
L’Obelisco incompiuto – Egitto
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Dwarka – India
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Dwarka, ricostruita più volte, nel 15° secolo a.C era una prospera città portuale che fu sommersa, probabilmente attorno al 1443 aC., forse da uno tsunami. Uno dei più grandi poemi epici della tradizione induista, il Mahabharata, racconta che il mare improvvisamente ruppe i suoi confini naturali, irrompendo attraverso le “belle strade della città ”, fondata dallo stesso dio Krishna. Tutto fu sommerso, e nel giro di pochi istanti il mare ridivenne “placido come un lago”, senza lasciare traccia della città di Dwarka, ormai “solo un nome,…solo un ricordo”.
Dolmen di Menga – Spagna
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Gigantia – Malta
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Gli edifici, anche se vengono comunemente chiamati templi, non hanno ancora svelato i loro segreti, ma si ipotizza che fossero usati per cerimonie religiose, forse legate al culto della fertilità . Gigantia fu attiva fino al 2500 a.C. circa, quando la popolazione autoctona scomparve misteriosamente. A causa delle dimensioni dei megaliti, nei secoli passati la popolazione locale credeva che gli edifici fossero opera di giganti. Secondo un’antica leggenda, le pareti del tempio furono costruite in un giorno e una notte da un gigante femmina di nome Sunsuna, mentre allattava un bambino. La parola maltese Ggantija significa appunto ”grotta del gigante.”
Monumento Yonaguni – Giappone
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Masaaki Kimura, un geologo marino della Università di Ryukyu, che ha studiato e mappato il sito per oltre 15 anni, ritiene che i monumenti appartenessero ad una città vecchia di cinquemila anni, sommersa da un terremoto duemila anni fa. Oltre alla piramide, Kimura sostiene di aver trovato altre numerose strutture, tra cui un castello, e quello che sembra essere un enorme stadio. Ciò che è più interessante è che gli edifici sarebbero collegati da strade e linee d’acqua. Mentre per Kimura ed altri scienziati le formazioni rocciose sarebbero opera dell’uomo, e quindi di una sconosciuta civiltà scomparsa, per altri sarebbero di origine naturale, frutto della conformazione geologica della zona. Il Monumento Yonaguni rimane immerso nel mistero: i sostenitori della tesi che sia frutto dell’opera dell’uomo lo mettono in relazione con il mitico continente Mu; chi è convinto che la Terra sia stata visitata dagli alieni in epoche remote, sostiene che Il Monumento fosse una base per le antiche astronavi.
Sfere di pietra – Costa Rica
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L’origine e il significato di questi reperti sono sconosciuti, anche perché quasi tutte le sfere sono state spostate rispetto al luogo di ritrovamento, non consentendo agli studiosi di analizzare i loro eventuali allineamenti: la tesi che rappresentino dei pianeti sarebbe potuta essere verificata solo conoscendo la loro posizione originale. Le sfere sono di fattura relativamente recente, databile intorno al 400 d.C. Secondo alcuni studiosi furono realizzate dagli indigeni di cultura Diquis, ma rimane comunque l’interrogativo su come abbiano potuto ottenere delle sfere perfette. Come per altri misteri irrisolti, c’è chi ipotizza che siano state realizzate dagli extraterrestri.
Teste Giganti – Messico
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Archeologi e studiosi sono ancora incerti sul significato di queste sculture: forse rappresentano dei guerrieri, o una dinastia di regnanti, o personaggi legati al sacro gioco della palla, inventato dagli olmechi e trasmesso alle successive culture mesomericane. Secondo una teoria sviluppatasi in Africa, le teste mostrano caratteristiche somatiche appartenenti appunto a popoli africani, e sarebbero la prova della presenza nel continente di civiltà molto avanzate, in grado di navigare fino al nuovo mondo molti secoli prima di Cristoforo Colombo. Per molti versi ancora enigmatica, la cultura olmeca scomparve senza una ragione apparente, forse inglobata da successive civiltà .
https://www.vanillamagazine.it/7-meraviglie-del-mondo-antico-che-rappresentano-un-mistero-ancor-oggi/
2 commenti:
Africani in Messico? gli africani neri di oggi hanno un comportamento molto simile fra di loro, indispensabile per costruire grandi civiltà , e se avessero avuto nel passato delle civiltà avanzate cadute poi in disgrazia, non si può mai dire
Ma sai io la vedrei in un altro modo...
Non so, per me sono meravigkie lasciate li come testimonianza dei popoli passati.
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