21 ott 2013 - Gli storici del futuro probabilmente guarderanno all’Italia come un caso perfetto di un Paese che è riuscito a passare da una condizione di nazione prospera e leader industriale in soli vent’anni in una condizione didesertificazione economica, di incapacità di gestione demografica, di rampate terzomondializzazione, di caduta verticale della produzione culturale e di un completo caos politico istituzionale. Lo scenario di un serio crollo delle finanze dello Stato italiano sta crescendo, con i ricavi dalla tassazione diretta diminuiti del 7% in luglio, un rapporto deficit/Pil maggiore del 3% e un debito pubblico ben al di sopra del 130%. Peggiorerà.
Il governo sa perfettamente che la situazione è insostenibile, ma per il momento è in grado soltanto di ricorrere ad un aumento estremamente miope dell’IVA (un incredibile 22%!), che deprime ulteriormente i consumi, e a vacui proclami circa la necessità di spostare il carico fiscale dal lavoro e dalle imprese alle rendite finanziarie. Le probabilità che questo accada sono essenzialmente trascurabili. Per tutta l’estate, i leader politici italiani e la stampa mainstream hanno martellato la popolazione con messaggi di una ripresa imminente. In effetti, non è impossibile per un’economia che ha perso circa l’8 % del suo PIL avere uno o più trimestri in territorio positivo. Chiamare un (forse) +0,3% di aumento annuo “ripresa” è una distorsione semantica, considerando il disastro economico degli ultimi cinque anni. Più corretto sarebbe parlare di una transizione da una grave recessione a una sorta di stagnazione.
Il 15% del settore manifatturiero in Italia, prima della crisi il più grande in Europa dopo la Germania, è stato distrutto e circa 32.000 aziende sono scomparse. Questo dato da solo dimostra l’immensa quantità di danni irreparabili che il Paese subisce. Questa situazione ha le sue radici nella cultura politica enormemente degradata dell’élite del Paese, che, negli ultimi decenni, ha negoziato e firmato numerosi accordi e trattati internazionali, senza mai considerare il reale interesse economico del Paese e senza alcuna pianificazione significativa del futuro della nazione. L’Italia non avrebbe potuto affrontare l’ultima ondata di globalizzazione in condizioni peggiori.
La leadership del Paese non ha mai riconosciuto che l’apertura indiscriminata di prodotti industriali a basso costo dell’Asia avrebbe distrutto industrie una volta leader in Italia negli stessi settori. Ha firmato i trattati sull’Euro promettendo ai partner europei riforme mai attuate, ma impegnandosi in politiche di austerità. Ha firmato il regolamento di Dublino sui confini dell’UE sapendo perfettamente che l’Italia non è neanche lontanamente in grado (come dimostra il continuo afflusso di immigrati clandestini a Lampedusa e gli inevitabili incidenti mortali) di pattugliare e proteggere i suoi confini. Di conseguenza , l’Italia si è rinchiusa in una rete di strutture giuridiche che rendono la scomparsa completa della nazione certa.
L’Italia ha attualmente il livello di tassazione sulle imprese più alto dell’UE e uno dei più alti al mondo. Questo insieme a un mix fatale di terribile gestione finanziaria, infrastrutture inadeguate, corruzione onnipresente, burocrazia inefficiente, il sistema di giustizia più lento e inaffidabile d’Europa, sta spingendo tutti gli imprenditori fuori dal Paese . Non solo verso destinazioni che offrono lavoratori a basso costo, come in Oriente o in Asia meridionale: un grande flusso di aziende italiane si riversa nella vicina Svizzera e in Austria dove, nonostante i costi relativamente elevati di lavoro, le aziende troveranno un vero e proprio Stato a collaborare con loro, anziché a sabotarli. A un recente evento organizzato dalla città svizzera di Chiasso per illustrare le opportunità di investimento nel Canton Ticino hanno partecipato ben 250 imprenditori italiani.
La scomparsa dell’Italia in quanto nazione industriale si riflette anche nel livello senza precedenti di fuga di cervelli con decine di migliaia di giovani ricercatori, scienziati, tecnici che emigrano in Germania, Francia, Gran Bretagna, Scandinavia, così come in Nord America e Asia orientale. Coloro che producono valore, insieme alla maggior parte delle persone istruite è in partenza, pensa di andar via, o vorrebbe emigrare. L’Italia è diventato un luogo di saccheggio demografico per gli altri Paesi più organizzati che hanno l’opportunità di attrarre facilmente lavoratori altamente, addestrati a spese dello Stato italiano, offrendo loro prospettive economiche ragionevoli che non potranno mai avere in Italia.
troika
L’Italia è entrata in un periodo di anomalia costituzionale. Perché i politici di partito hanno portato il Paese ad un quasi – collasso nel 2011, un evento che avrebbe avuto gravi conseguenze a livello globale. Il Paese è stato essenzialmente governato da tecnocrati provenienti dall’ufficio del Presidente Repubblica, i burocrati di diversi ministeri chiave e la Banca d’Italia. Il loro compito è quello di garantire la stabilità in Italia nei confronti dell’UE e dei mercati finanziari a qualsiasi costo. Questo è stato finora raggiunto emarginando sia i partiti politici sia il Parlamento a livelli senza precedenti, e con un interventismo onnipresente e costituzionalmente discutibile del Presidente della Repubblica , che ha esteso i suoi poteri ben oltre i confini dell’ordine repubblicano. L’interventismo del Presidente è particolarmente evidente nella creazione del governo Monti e del governo Letta, che sono entrambi espressione diretta del Quirinale.
L’illusione ormai diffusa, che molti italiani coltivano, è credere che il Presidente, la Banca d’Italia e la burocrazia sappiano come salvare il Paese. Saranno amaramente delusi. L’attuale leadership non ha la capacità, e forse neppure l’intenzione, di salvare il Paese dalla rovina. Sarebbe facile sostenere che Monti ha aggravato la già grave recessione. Letta sta seguendo esattamente lo stesso percorso: tutto deve essere sacrificato in nome della stabilità. I tecnocrati condividono le stesse origini culturali dei partiti politici e, in simbiosi con loro, sono riusciti ad elevarsi alle loro posizioni attuali: è quindi inutile pensare che otterranno risultati migliori, dal momento che non sono neppure in grado di avere una visione a lungo termine per il Paese. Sono in realtà i garanti della scomparsa dell’Italia.
In conclusione, la rapidità del declino è davvero mozzafiato.Continuando su questa strada, in meno di una generazione non rimarrà nulla dell’Italia nazione industriale moderna. Entro un altro decennio, o giù di lì, intere regioni, come la Sardegna o Liguria, saranno così demograficamente compromesse che non potranno mai più recuperare.
I fondatori dello Stato italiano 152 anni fa avevano combattuto, addirittura fino alla morte, per portare l’Italia a quella posizione centrale di potenza culturale ed economica all’interno del mondo occidentale, che il Paese aveva occupato solo nel tardo Medio Evo e nel Rinascimento. Quel progetto ora è fallito, insieme con l’idea di avere una qualche ambizione politica significativa e il messianico (inutile) intento universalista di salvare il mondo, anche a spese della propria comunità. A meno di un miracolo, possono volerci secoli per ricostruire l’Italia.
Autore: Dr. Roberto Orsi - London School of Economics
Fonte http://www.imolaoggi.it
http://www.dionidream.com/london-school-of-economics-dellitalia-non-rimarra-nulla-in-10-anni-si-dissolvera/
6 commenti:
Si`ma anche la Gran Bretagna e altri paesi, tanto ci sar` il Nuovo Ordine Mondiale, Purtroppo, per farlo nascere bisgna distruggere tutto.....
No ti sbagli, a parte il nwo che non so se esista veramente.. cmq il fatto che noi siamo destinati a sparire in tutti i sensi, quello ci credo fermamente.
La nostra generazione sarà ricordata per questo e a noi ci verrà scaricata tutta la responsabilità, stanne certo.
Ci sono cose che mi fanno considerare l'ipotesi di un ordine programmato per il nostro paese e sono le seguenti:
I trattati che ha firmato Martelli negli anni 80, il vuoto politico, la assoluta mancanza di etica nel nostro apparato governativo, la massiccia affluenza di extracomunitari senza sosta e senza soluzione, la mancanza di senso patriottico e identitario da parte dei giovani.
Vi sono decine di segnali che non sto a riportare qui ma tutti convergono sull'ipotesi che per noi Italiani la fine è vicina.
Cazzo a me dispiace un casino ragazzi, io alla mia bandiera non rinuncio cosi come alle mie tradizioni e alla mia cultura, bella o brutta che sia ma è la mia cultura e ne sono fiero. ( Non c'è bisogno di essere fascisti per amare il proprio paese) Basta essere dei buoni Italiani....
i grandi ideali sono tramontati quando siamo caduti nelle mani di ignoranti che idolatrano il denaro,codardi e vanitosi politicanti il cui unico desiderio è fare soldi senza lavorare,strozzini senza scupoli che amano farsi chiamare banchieri.Noi siamo il Popolo che lavora e tira la cinghia,noi abbiamo portato avanti l'Italia con il nostro sforzo costante e adesso non dobbiamo arrenderci dobbiamo trovare il coraggio di arrabbiarci seriamente e mandarli via tutti!!!
Tanto ormai sanno che il popolo è arrabbiato ma se ne fregano finchè noi ci limitiamo a qualche sciopero e manifestazioni organizzate che nn servono a niente! Ci vuole la strategia del terrore x questi bastardi..!devono avere paura del popolo devono sentirsi minacciati!..altrimenti è inutile...!
MA COME FI A DORMIRE NEL 2013
SE IL NUOVO ORDINE ESISTE O NO,,,,,LEGGERE LEGGERE ISTRUIRSI!!! MAYBE LEARN ENGLISH AND SEE ALTERNATIVE NEWS IF YOU JUST FALLOW THE ITALIAN NEWS MEDIA ....YOU ARE IN TROUBLE.
Bisognerebbe avere delle forze dell'ordine che stessero dalla parte dei cittadini e non dalla parte di questi politicanti criminali farabutti.Queste m...e di governanti dovrebbero essere bastonati a sangue e sbattuti in galera dopo un doveroso dovuto bel pestaggio,e non invece come fanno contro chi protesta perchè gli hanno tolto tutto,lavoro,casa, dignità,sangue e anche la vita cercano di fare di tutto per farti togliere.Solo una parola per concludere,siano maledetti in eterno. Scusatemi per lo sfogo.
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