Dopo il lancio con gli idranti i manifestanti hanno cominciato ad accusare bruciori agli occhi e alla pelle
ISTANBUL - Il parco Gezi si sveglia in un clima da day after. I poliziotti presidiano la zona, si scattano foto ricordo nelle aiuole dove prima erano accampati i ragazzi della protesta. I netturbini puliscono ancora senza sosta: durante la notte sono riusciti a cancellare ogni traccia dell’occupazione, durata quasi venti giorni. Non ci sono più gli striscioni, le scritte irriverenti,
i disegni dei bambini appesi agli alberi. Una piccola folla di manifestanti è ancora davanti al Divan Hotel, l’albergo che nella notte è stato attaccato dalla polizia con i gas lacrimogeni. Zeynep è qui da ieri. Ci racconta di bambini terrorizzati che cercavano le madri. Corre voce che 14 siano dispersi. Su Facebook si lanciano appelli per trovarli con la descrizione di come sono vestiti. «Eravamo sui gradini del Point Hotel – dice - proprio davanti al parco, ci fumavamo una sigaretta, la polizia ci ha intimato di entrare dentro ma noi abbiamo risposto che non stavamo facendo nulla di male e volevamo restare lì. Allora hanno aperto l’idrante e la pelle ha cominciato a bruciarci. Vogliamo sapere cosa c’è in quell’acqua ma ci impediscono di raccoglierne un campione. Altrimenti sarebbero finiti».
http://www.corriere.it/esteri/13_giugno_16/turchia-gezi-park-giorno-dopo-getti-urticanti_3f31955a-d662-11e2-ad4f-3b376a6920bc.shtml
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