Berlino - "Non solo non escludiamo una cessione di quote del patrimonio pubblico, ma la stiamo preparando". Lo ha detto il premier Mario Monti a Berlino. E ha aggiunto: "Noi italiani oscilliamo tra momenti di euforia irresponsabile e momenti di depressione ingiustificata".
"Non solo non escludiamo la cessione di quote dell'attivo del settore pubblico, ma la stiamo preparando come abbiamo già annunciato e presto seguiranno degli atti concreti: abbiamo predisposto dei veicoli, fondi immobiliari e mobiliari attraverso i quali convogliare in vista di cessioni attività mobiliari e immobiliari del settore pubblico, prevalentemente a livello regionale e comunale". Così il premier Mario Monti da Berlino, affermando che non ci saranno manovre aggiuntive.
"Sui conti pubblici abbiamo fatto un pesantissimo intervento in dicembre ma va continuata l'opera" anche se "non occorrerà una seconda manovra, ma l'azione di disciplina sui conti pubblici dovrà procedere", ha risposto il premier a una domanda sulla possibilità che l'Italia sia costretta a una manovra correttiva.
"Il sistema italiano non e'fragile", ha alcuni aspetti "fragili" come l'alto debito, ma ha alcuni aspetti ben piu' solidi come il sistema bancario, visto che e' paragonabile per solidita' a quello tedesco, ha affermato ancora Monti.
SCHAEUBLE, ITALIA CON MONTI NOTEVOLI PROGRESSI - "L'euro ha bisogno dell'Italia". Lo ha detto il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble dopo un incontro con il premier Mario Monti a Berlino. "La zona euro ha bisogno del successo nelle riforme dell'Italia e di una Italia forte". "Monti ha visione e sta rimettendo l'Italia sulla strada giusta". Grazie alla sua leadership "ci sono stati notevoli progressi negli ultimi sei mesi", ha aggiunto il ministro tedesco in una prolusione per il premio a Mario Monti.
"Il governo tedesco è convinto che l'Italia sarà nella situazione di superare tutte le sfide" se andrà avanti "in modo coerente", ha affermato Martin Kotthaus, portavoce di Schaeuble, sottolineando che la strada delle riforme "battuta" dal premier Mario Monti è quella giusta.
Non intendiamo occuparci "in modo specifico dell'Italia" perchè "l'Ue e la Germania si sforzano di stabilizzare l'euro complessivamente", ha dichiarato il portavoce del governo tedesco Georg Streiter a Berlino, rispondendo a una domanda sull'appello del presidente Giorgio Napolitano, che chiede ora risposte europee alla crisi.
PASSERA, ITALIA IN SICUREZZA - "L'Italia si è messa in sicurezza negli ultimi tre mesi del 2011 e nei primi del 2012. La situazione è totalmente diversa da quella di qualsiasi altro Paese considerato in difficoltà, anche se non sempre i mercati fanno questa differenza". Lo ha detto il ministro dello Sviluppo, Corrado Passera.
MOZIONE SOSTEGNO ALLA CAMERA IL 26-27 GIUGNO - Una mozione di sostegno al governo sulle politiche europee sarà discussa in Aula alla Camera il 26 o 27 giugno, prima del summit europeo. Lo ha deciso la Conferenza dei capigruppo che ha messo in calendario la mozione dell'Udc su cui, dice il capogruppo Galletti, "lavoriamo perché ci sia il consenso più largo possibile".
MONTI: ITALIA RAFFORZATA, ORA LA CRESCITA di Marco Dell'Omo
L'Italia "non ha bisogno della protezione paralizzante di altri". Mario Monti non ha intenzione di chiedere l'aiuto del fondo salva stati o del FMI e lo conferma con chiarezza alla Camera, dove in mattinata annuncia l'avvio di una "operazione crescita" che possa ridare fiducia ai mercati. Certo, ammette il premier, la situazione è "complicata" : ci sono "tensioni molto gravi" che riguardano di nuovo l'Italia in un momento "cruciale" per l'Europa, seguito dal presidente americano Obama con "comprensibile apprensione"; ma la direzione di marcia può essere ancora invertita. Rispetto al novembre dello scorso anno, sostiene Monti, l'Italia è oggi "rafforzata". E' vero: lo spread sale. Ma sale "non per un fatto specifico italiano ma per turbolenze mercati europei in particolare connesse alla situazione greca. L'Italia, assicura Monti, si presenta con "obiettivi in regola e in corsa". E dunque non ha bisogno di aiuti esterni, che significherebbero solo "una cessione asimmetrica di sovranità". Non si tratta di un dibattito teorico: i suggerimenti all'Italia in questa direzione ci sono stati per davvero. E Monti, con orgoglio, fa capire di aver resistito alle pressioni di chi voleva che l'Italia chiedesse di essere aiutata: "Posso rivelare - dice il premier ai deputati - che abbiamo ricevuto consigli paterni, e qualche volta anche materni, da parte di chi ci diceva di chiedere l'appoggio del Fondo salva stati o del Fmi". Monti ha risposto di no perché avere "un'assistenza generalizzata" significherebbe essere di fatto governati dai rappresentanti dal Fondo Monetario Internazionale, della Bce e della Commissione Europea. "Gli sforzi che gli italiani hanno fatto e stanno facendo sono duri - osserva il presidente del consiglio -, ma sarebbero ancora più duri da accettare e maggiore sarebbe il senso di alienazione e frustrazione se questi sforzi fossero stati dettati da una trojka".
Per uscire dalla crisi, sostiene dunque il premier, bisogna che ci sia un raddoppio degli sforzi sia in Europa sia in Italia. Il consiglio europeo di fine giugno dovrà prendere le giuste decisioni sulla crescita e mettere in cantiere gli eurobond (e a questo proposito Monti smentisce di aver ricevuto dei "no" preventivi da Angela Merkel); ma è anche essenziale che a Roma i partiti che sostengono il governo facciano il possibile per approvare i provvedimenti che ancora attendono il via del Parlamento. Guardano al prossimo futuro, Monti promette che a giorni il governo varerà una "operazione crescita" che però non potrà contraddire la tenuta dei conti pubblici: "La disciplina di bilancio - avverte - dovrà essere un nostro compagno di viaggio non necessariamente foriero di recessione". Ma i nuovi provvedimenti rischiano di non servire a nulla se la maggioranza non darà prova di coesione. Il premier riferisce quello che ha detto nel vertice di ieri sera a Alfano, Bersani e Casini: il premier ha suggerito ai tre leader di "intensificare l'azione sui tempi di approvazione dei provvedimenti". Perché "bisogna togliere l'idea che hanno alcuni osservatori con scarsa simpatia per l'Italia che le riforme ci sono ma poi il Parlamento chissà se le approva". Se, in parallelo, il prossimo consiglio europeo varerà "un pacchetto credibile di misure per la crescita" e se farà "un passo verso gli eurobond", allora lo spread italiano diminuirà. "Ciò che preoccupa mercati finanziari e agenzie di rating - spiega il premier - è la scarsa crescita, che preoccupa anche noi. Se ci sarà crescita pagheremo uno spread inferiore, i tassi di interesse scenderanno, le imprese saranno facilitate negli investimenti e ciò ci metterà al riparo dal contagio".
Nessun commento:
Posta un commento