Ma una nuova forma di vita potrebbe essere considerata aliena?



Un articolo che è stato pubblicato nell’ultimo numero della rivista PLoS Biology ha esaminato come potrebbe formarsi la vita e quali siano le possibiltà di scoprire nuove forme di vita.


L’idea di scoprire una nuova forma di vita non solo interessa astronomi e astrobiologi, ma attira anche il pubblico. Il concetto secondo il quale noi siamo l’unico esempio di una forma di vita che ha successo nella Galassia sembra un dato statistico  improbabile e per questo  stiamo ancora cercando di trovare i pianeti abitabili e abbiamo ancora bisogno di altre evidenze sulla capacità della vita di sopravvivere in condizioni estreme.

In questo articolo, il professor Gerald Joyce dell’ Istituto di ricerca The Scripps a La Jolla, California, discute i requisiti principali da cui potrebbe nascere una forma di vita. Lo scienziato spiega: “la vita si riproduce, trasmette le informazioni ereditabili alla sua progenie e supporta la teoria dell’evoluzione darwiniana basata sulla selezione naturale.”

Joyce chiama queste informazioni ereditabili i “bit” (per la forma di vita che conosciamo, questi bit includono le quattro basi fondamentali della doppia elica del DNA) e spiega che sebbene l’evoluzione darwiniana risulti in nuove varietà di questi bit, questo non determina una forma di vita nuova o aliena. In realtà, malgrado le evidenze che parlano di un’eventuale vita sui meteoriti ritrovati  nell’Antartide o su uno degli oggetti scoperti nella nostra Galassia che sono conosciuti come “pianeti abitabili”, finora non è mai stata scoperta una nuova forma di vita che contenga nuovi bit – nemmeno in ambienti estremi sulla Terra o sugli altri pianeti.

Ma come potrebbe nascere una nuova forma di vita? Lo scienziato americano dichiara che potrebbe succedere direttamente in due modi: attraverso la chimica oppure  come un prodotto secondario derivato dalla biologia esistente. Secondo le teorie una nuova forma di vita potrebbe essersi auto organizzata dentro a un sistema per generare i bit. “Si pensa che questo sia una teoria plausibile per l’origine della vita sulla Terra; una zuppa primordiale di materie chimiche in un ambiente  acqueo ha generato un sistema molecolare in grado di auto-replicarsi e che poi è mutato e evoluto.” dice sempre Joyce, “per iniziare, una nuova forma di vita che viene direttamente dalla chimica senza bit potrebbe essere considerata come “nuova”, mentre una forma di vita che deriva dalle cellule biologiche avrebbe dovuto compiere una lunga strada prima di arrivare al suo inizio.”

Alla base delle differenze tra inizio chimico e biologico, dobbiamo chiederci se la forma di vita è stata sviluppata da una vita esistente o indipendentemente. È evidente che per ora conosciamo solo una forma di vita e per questo non potremmo significativamente valutare la possibilità di una nuova forma che potrebbe arrivare sulla Terra o altrove.

“Secondo me, l’essere umano è solo e lontano dalle altre forme di vita nell’Universo.” afferma Joyce, “ siamo una forma intelligente e benevola di vita. Scoprire la vita alternativa o la costruiremo in laboratorio.”
Fonte:gaianews
Tratto da:http://www.segnidalcielo.it/

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