Come Goldman Sachs ha truccato i conti della Grecia

Il grande inganno che la Goldman Sachs usò con la Grecia
Ci sono aziende che rubano in nome della corona imperiale per la quale lavorano senza che mai capiti loro qualcosa. La Goldman Sachs è una di queste. La banca d’affari statunitense ha riempito le sue arche con un bottino di 600 milioni di euro (800 milioni di dollari) quando aiutò la Grecia a truccare i suoi conti per avere i requisiti necessari per entrare a far parte dell’euro, la moneta unica europea. L’informazione che non è affatto una novità ma di cui, fino ad ora, non si conoscevano i particolari più succosi del meccanismo con il quale la Goldman Sachs ha ingannato a tutti i governi europei che hanno preso parte alla creazione della moneta unica e come ha evitato di rispondervi per questo di fronte alla legge.  L’emblema dell’oligarchia finanziaria ha operato protetto da solide complicità nel seno delle istituzioni bancarie europee e dentro il potere politico, facendo di tutto per bloccare le indagini.
Due dei protagonisti di questa mega truffa per la prima volta hanno parlato sulle transazioni coperte con le quali Atene ha nascosto l’enormità del suo debito. Si tratta di Cristoforos Sardelis, capo dell’ufficio gestione debito greco tra il 1994 e il 2004, e di Spyros Papanicolaou, l’uomo che lo sostituì fino al 2010. Il risultato dell’operazione è una gigantesca staffa che  fece l’ipotetico salvatore, in questo caso la Goldman Sachs, l’operatore del fallimento della Grecia e di buona parte dell’Europa. Se si contano soltanto le banche francesi, l’avventura greca è costata 7000 milioni di euro.: BNP Paribas ha perso 3,2 milioni, il Credit Agricole 1,3 milioni, la Societè General 892 milioni, BPCE 921 milioni e il Credit Mutuel 359 milioni. Questo è solo quanto è costato al sistema bancario francese: i popoli hanno pagato e pagheranno in sacrifici e privazioni molto più di tali cifre.

Il montaggio finanziario è stato realizzato in maniera astuta. Il Trattato di Maastricht dell’UE fissava dei requisiti per integrare l’euro: nessun membro dell’Eurozona poteva avere un debito superiore al 60% del PIB e i deficit pubblici non potevano superare il 3%. A giugno del 2000, per nascondere il peso gigantesco del debito greco che ascendeva al 103% del PIB in modo da ottenere la Grecia l’approvazione per entrare nell’euro, la Goldman Sachs ideò un piano: spostò il debito greco da una moneta all’altra. La transizione consistette nel cambiare il debito quotato in dollari e in yen per euro. Un dettaglio complicò l’operazione: la Goldman Sachs stabilì un contratto con la Grecia modificando l’accordo sotto il nome di SWAP, un contratto per i cambi di flussi finanziari che equivale ad una sorta di credito.
Questo schema fraudolento portò a che, in base ai chiamati “prodotti derivati” coinvolti nell’operazione, in appena 4 anni il debito che la Grecia contrasse con la G.S passasse da 2,8 mila milioni di euro a 5,1 mila milioni.
Due giornalisti dell’agenzia Bloomberg, Nick Dunbar e Elisa Martinuzzi, hanno portato avanti una minuziosa ricerca mettendo a nudo questo oscuro meccanismo. Christoforos Sardelis ha spiegato ai giornalisti che durante la sua gestione del debito greco nel momento della messa in atto del piano della Goldman Sachs la situazione gli sfuggì di mano. Dice che gli attentati dell’11 settembre e una cattiva decisione delle banche seminarono i semi dell’attuale disastro. La conclusione della ricerca è chiara: La Grecia e la Goldman Sachs ipotecarono il futuro del popolo greco e misero una bomba a tempo che, dieci anni dopo, sarebbe esplosa nelle mani della società.
Per quanto riguarda le grandi truffe organizzate dalle banche d’investimento l’impunità è la regola che vige. Nessuno è stato ne sarà condannato. Sardelis ha affermato che “l’accordo con la Goldman Sachs è una storia molto sexy tra due peccatori”. La Goldman Sachs ha usufruito di succosi benefici da questa truculenta organizzazione. Ma, la banca d’affari statunitense afferma in sua difesa di non aver fatto nulla che sia illegale, che tutto è stato fatto rispettando alla lettera le regole dell’Eurostat, organismo europeo di statistiche. L’Eurostat aggiunge che solo nel 2010 ha preso conoscenza dei livelli dell’indebitamento greco. La difesa sembra essere scarsa perché le prime denuncie sul trucco dei conti greci e il ruolo giocato dalla Goldman Sachs datano 2003. In un dossier del 2004, l’Eurostat ha scritto: “falsificazione generalizzata dei dati sul deficit e il debito da parte delle autorità greche”.
Grazie alla complicità dell’organismo finanziario statunitense e di varie istanze e personalità europee, la Grecia ha potuto fingere durante vari anni il “pacchetto” nascosto del suo debito. Nel 2010, Jean Claude Trichet, allora presidente della BCE, si negò a consegnare i documenti richiesti per conoscere la verità. Succede che nel mezzo di questa grande bugia c’è un personaggio che oggi ha un ruolo centrale: si tratta di Mario Draghi, attuale presidente della BCE e grande partitario di finire di una buona volta per sempre con il modello sociale europeo. Draghi è un uomo della Goldman Sachs. Tra il 2002 e il 2005 fu vicepresidente della Goldman Sachs per l’Europa e, quindi, era al corrente delle falsificazioni dei dati sulle finanze pubbliche della Grecia. E’ stata la sua stessa banca chi ha creato la falsificazione. Il liberismo premia molto bene i suoi soldati. Durante due anni, la BCE e le lobby politiche hanno usato quanto inganno fosse possibile per proteggere a Draghi e non permettere che si portassero avanti le inchieste intorno alle irregolarità commesse in Grecia.
Le commissioni del Parlamento europeo designate per investigare  questa mega truffa si sono scontrate sistematicamente contro le reti che proteggevano il segreto.
La svolta finale di questa complicità tra le oligarchie finanziari è nota a tutti: quasi un continente sottomesso nella crisi del debito, un paese, la Grecia, depredata e in ginocchio, recessione, licenziamenti in massa, perdita del potere d’acquisto per i lavoratori, ristrutturazioni, sacrifici, piani di aggiustamento e miseria. Nel frattempo, i 600 milioni che la Goldman Sachs  ha guadagnato con questa truffa hanno continuato a fruttare nella scommessa suicida che il capitale fa in beneficio proprio contro l’umanità.

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