MONITORAGGIO SISMICO LIVE CAMPI FLEGREI

Spettacolare lampada ecologica che va ad alghe


Bizzarra o rivoluzionaria? Questa è la domanda che viene da farsi di fronte all’ennesima novità in tema di eco-tecnologia applicata agli oggetti di uso comune come questa  lampada alimentata da alghe che è in grado letteralmente di ‘divorare’ l’anidride carbonica presente nell’atmosfera, quasi fosse un albero.

Il curioso oggetto, che si chiama Latro Algae Lamp ed è frutto del genio creativo dell’eco-designer Mike Thompson, promette di abbattere l’ultima frontiera in fatto di illuminazione sostenibile.

Il principio scientifico applicato alla speciale lampada si basa su una recente  scoperta dei ricercatori dell’Università di Standford i quali sono riusciti a generare piccole cariche di elettricità attraverso le alghe. Durante la fotosintesi, infatti, le alghe hanno bisogno di consumare anidride carbonica, acqua e luce solare. L’energia prodotta durante questo processo può essere isolata e trasformata in energia elettrica per illuminare piccoli oggetti senza, peraltro, danneggiare le piante.

Ma come riuscire a compiere anche tra le mura domestiche questo piccolo miracolo? La risposta arriva dal particolare design applicato alla lampada che consente di rabboccare l’acqua facilmente e di soffiare al suo interno così da aumentare il livello di anidride carbonica.

Una volta esposta la lampada alla luce solare, le alghe faranno il resto e l’energia elettrica prodotta andrà ad alimentare una batteria interna ricaricabile sufficiente ad illuminare la stanza durante la notte.

E non ci si venga a dire che mancano idee eco-sostenibili…


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Russia. Mega giacimento diamantifero scoperto in Siberia



20 settembre 2012- Una miniera di diamanti enorme, formatasi dentro al cratere aperto da un frammento di asteroide in una località sperduta della Siberia, in Russia, e tenuta segreta per tutti gli anni della Guerra Fredda dall'Urss che la considerava una «riserva strategica», potrebbe ora provocare, secondo gli esperti, una «rivoluzione» sui mercati.
Siamo a Popigai, Siberia orientale, 400 km dal primo centro abitato e 2.000 km a nord del capoluogo Krasnoiarsk. Scoperta all'inizio degli anni 70, questa miniera di diamanti fu subito nascosta dal più grande mistero dalle autorità dell'allora Unione sovietica.
Questa settimana, per la prima volta da quando fu riscoperta nel 2009, i ricercatori dell'Istituto di geologia e minerali di Novossibirsk hanno cominciato a rivelare dettagli sul gigantesco giacimento che formò all'interno del cratere di un asteroide caduto sulla terra 35 milioni di anni fa ed ha un diametro di ben 100 km.
L'impatto d'urto, hanno spiegato gli esperti, ha trasformato istantaneamente la grafite del suolo siberiano in minuscoli diamanti che si sono sparpagliati in un raggio di dieci chilometri dal punto di caduta. Le pietre hanno un diametro che va da 0,5 a due millimetri e si presentano in diversi colori: grigio, blu, giallo.

Paraguay 5 morti per tempesta, danni in Brasile e Uruguay

Asuncion (Paraguay), 20 set. (LaPresse/AP) - Cinque persone sono morte e 81 sono rimaste ferite in Paraguay, a causa della tempesta che ieri ha colpito la zona centrorientale del Sudamerica. Venti di forza superiore a cento chilometri orari hanno spazzato anche il sud del Brasile, il nord dell'Argentina e l'Uruguay. Migliaia di persone sono rimaste senza casa dopo che fiumi sono esondati e aree costiere sono state inondate. Le vittime sono quattro soldati morti ad Asuncion quando il tetto dell'edificio in cui dormivano è crollato, ferendo anche altri 14 militari. Una ragazza di 14 anni è morta nel sobborgo di Mariano Roque Alonso, colpita da un'insegna fuori da un centro commerciale. (Segue) gng 200835 Set 2012 (LaPresse News)


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Giove: ultimi aggiornamenti sulla collisione...


JUPITER e gli asteroidi: In tutto il mondo gli astronomi dilettanti si sono lanciati nella scansione del disco planetario di Giove alla ricerca di segni residui di un'esplosione testimoniata da Dan Peterson e George Hall il 10 settembre scorso. Fino ad ora lo strato di nubi è senza tracce. "Diversi osservatori hanno ottenuto eccellenti immagini delle rotazioni successive a quella dell'impatto e non vi è nulla di nuovo, né di caratteristico nel sito dell'impatto", scrive John H. Rogers, direttore della sezione Giove della British Astronomical Association:


La luce osservata è stata probabilmente causata da un piccolo asteroide o da una cometa che ha colpito Giove. A quanto pare, il pianeta gigante ha inghiottito e digerito rapidamente l'intruso senza registrare alterazioni della propria immagine. Quando frammenti della cometa Shoemaker-Levy 9 hanno colpito Giove nel 1994, ogni flash osservato dalla sonda Galileo della NASA ha prodotto una "contusione", un livido, una miscela torbida di polvere cometaria incenerita è andata a miscelarsi chimicamente nei gas gioviani in continua torsione e vorticoso movimento tra le nuvole. Nel luglio 2009, l'astrofilo Anthony Wesley aveva scoperto un'altro marchio simile che si pensò essere i detriti di un asteroide schiantatosi contro il pianeta. Ma allora, dove sono i detriti, i segni dell'impatto questa volta? Forse l'evento è stato piccolo, appena sufficiente per fare un flash, ma senza lasciare ulteriore traccia. In effetti, gli studi suggeriscono che Giove sia spesso colpito da asteroidi relativamente piccoli, di circa 10 metri. In tali casi è logico non attendersi segni evidenti. Quindi, per il momento, l'osservazione ritorna al normale monitoraggio.

Il Fluoruro di sodio contenuto nei dentifrici, chewing gum e altri prodotti altamente tossico


Il fluoruro di sodio è un ingrediente comune dei veleni per topi e scarafaggi, degli anestetici, dei farmaci psichiatrici (Prozac) e ipnotici e del gas nervino (Sarin).
Prove scientifiche indipendenti hanno rivelato che il fluoruro causa vari disturbi mentali, oltre poi a ridurre la durata della vita e a danneggiare la struttura ossea.
I danni accertati dall’ingestione del fluoro sono:
Rischi al cervello (NRC National Research Council), 1 ppm, ossia una parte per milione di fluoro può produrre nei bambini deficienze di apprendimento e difficoltà di concentrazione. Ricordiamo che nei dentifricidi uso comune c’è una quantità di circa 1500 ppm.
Rischi per la ghiandola tiroidea, il fluoro agisce come smembratore endocrino, sempre secondo NRC 0.01 – 0.03 mg di fluoro per Kg al giorno possono ridurre le funzioni della tiroide in soggetti con basso tasso di iodio, questa riduzione può portare ad un calo dell’acutezza mentale, depressione e aumento di peso corporeo. Un altro studio scientifico americano ha concluso che il fluoro può alterare sottilmente la funzione endocrina, specialmente nella tiroide – la ghiandola che produce gli ormoni che regolano la crescita e il metabolismo. Si sottolinea in una nota inoltre che “una serie di studi epidemiologici in Cina, hanno associato l’esposizione al fluoro con un basso quoziente intellettivo”.
Rischio per le ossa, il fluoro riduce la resistenza delle ossa ed espone a fratture, per ora non ci sono dati sul quantitativo di fluoro oltre il quale aumentano i rischi per le ossa, l’unico dato disponibile parla di 1.5 ppm.
Rischio di cancro alle ossa, studi su animali ed umani, inclusi gli ultimi studi dell’università di Harvard hanno stabilito con certezza il collegamento tra fluoro e osteosarcoma (cancro delle ossa) in uomini al di sotto di 20 anni. A questo proposito è disponibile una dettagliata relazione redatta dal National Toxicology Program che ha seguito gli adolescenti monitorati, va detto che purtroppo più della meta di questi soggetti sono deceduti dopo alcuni anni dalla diagnosi dell’osteosarcoma.
Rischi per pazienti sofferenti ai reni, pazienti sofferenti di patologie che coinvolgono i reni hanno manifestato un’alta sensibilità alla tossicità del fluoro, questa sensibilità è dovuta all’incapacità di questi soggetti ad eliminare dal corpo il fluoro assunto. Come risultato si ha una elevata presenza di fluoro nelle ossa ed un aggravamento o insorgenza di un disturbo conosciuto col nome di osteodistrofia renale.
Nel 1944 il Journal of American Dental Association scrisse che la fluorazione causa OSTEOPOROSI, GOZZO e malattie alla spina dorsale.
Nel 1990 uno studio confermo’ la correlazione tra fratture ossee e fluoro. La Cornell University scopri invece danni ai reni.
Mentre uno studio del 1978 dell’Universita’ di Yale scopri che bastava 1ppm di FLUORURO per diminuire resistenza e elasticita’ delle ossa.
Nel 1987 NCI americana (Istituto dei Tumori) stabiliva relazione tra cancro (osteocarcinoma) e fluoro nell’acqua potabile!
Danneggia la ghiandola pineale: la maggiorparte del fluoruro che entra nel corpo non è facilmente eliminata, infatti tende ad accumularsi nelle ossa del corpo e nei denti. Recentemente, è stato scoperto che si accumula ancor più nella ghiandola pineale, situata al centro del cervello. Possiamo considerare la ghiandola pineale (o epifisi) il “congegno” più sofisticato che si trova nel nostro corpo. Si tratta di una ghiandola endocrina dalla forma simile ad una pigna ma poco più grande di un chicco di mais e la sua attività è prevalentemente notturna poiché influenzata dalla luce. Cartesio la definì la “sede dell’anima” nel XVII secolo e da allora gli studi proseguirono nella convinzione che fosse implicata negli equilibri della psiche. Situata al centro del nostro cervello, è collegata allo stesso da sofisticate reti neuronali ed è conosciuta soprattutto perché sovrintende e sostiene una moltitudine di funzioni vitali, tra le quali la regolazione del ritmo circadiano sonno-veglia e dell’orologio biologico (crescita, sviluppo, maturazione sessuale).
Il fluoruro si accumula nelle ossa e le rende piu’ fragili e soggette a fratturarsi perché danneggia gli enzimi, in particolare quelli delle ossa, che contengono il 99% del fluoruro del corpo. Con gli enzimi danneggiati dal fluoruro e incapaci di produrre il collagene necessario a mantenere le ossa forti e in buona salute, esse divengono fragili e deboli.
Il Dott. Durrant-Peatfield ci dice che il fluoro è un veleno che distrugge gli enzimi. Il suo accumulo nella tiroide è causa di squilibri ormonali. E’ associato a malattie autoimmuni oltre all’osteoporosi, l’osteosarcoma e perfino un’aumento del cancro alla tiroide.
Il dr. Joel Kaufmann, professore emerito di chimica all’Università delle Scienze di Phiadelphia, parla fuori dalle righe: “I promotori della fluorurizzazione hanno censurato la maggior parte dei media, hanno ignorato importanti discussioni in merito, hanno calunniato molti oppositori della fluorurizzazione, e capovolto giudizi legali contro la fluorizzazione in un modo che dimostra il loro potere politico. Si è poi scoperto che molti studi le cui conclusioni erano a favore della fluorurizzazione non erano supportati dai loro stessi dati.” – J. Am. Phys. Surg. 2005;10:38-44, disponibile QUI in PDF.

Il consiglio è quindi di evitare il più possibile l’assunzione di fluoro, leggete le etichette dell’acqua in bottiglia se ancora ne fate uso, cercate dentifrici senza fluoro, altre fonti di assunzione di fluoro sono:
chewingum
medicinali
bevande gassate (coca cola – pepsi etc…)
te in bottiglia o lattina
gatorade
bastoncini di pesce (meccanicamente disossati)
bastoncini di pollo (meccanicamente disossati)
cibi cucinati in contenitori col fondo in teflon (Il fluoro è impiegato nella produzione di plastiche a bassa frizione come il teflon, e in liquidi refrigeranti come il freon.)
alcuni sali da cucina fluorati
alcuni tipi di anestetici (Enflurane, Isoflurane & Sevoflurane)

fluorosi
Le industrie del farmaco e quelle produttrici di dentifrici hanno a lungo sottaciuto e sottovalutato gli effetti tossici dei prodotti a base di fluoro. La fluorosi dentaria è in aumento soprattutto tra la popolazione che fa uso sistematico di integratori a base di fluoro. Si presenta sotto forma di uno scolorimento intrinseco dello smalto dei denti: i denti appaiono screziati, macchiati, puntinati, decolorati e a volte anche bucherellati. Lo smalto saturato di fluoro è più vulnerabile all’attrito e all’erosione. I danni aumentano nel tempo.
Non esiste un dosaggio sicuro di fluoro. I danni da fluoro non si manifestano solo a livello dei denti, ma anche delle ossa e di altri tessuti umani. Il fluoro ha effetti negativi anche sul sistema nervoso centrale e determina alterazioni comportamentali e deficit cognitivi.
Studi scientifici dimostrerebbero che il fluoro può essere neurotossico anche per il feto a dosaggio considerati sicuri per la madre.
Per concludere citiamo infine Wikipedia stessa che citando fonti scientifiche afferma:
L’efficacia del fluoro dei dentifrici è messa in dubbio da alcuni chimici e studiosi di tutto il mondo, che si appellano soprattutto a un numero crescente di studi[17] che evidenzierebbero la tossicità dei sali di fluoro, in grado di causare, con sovradosaggi minimi, delle fluorosi; rovinando le ossa ed i denti, e causando problemi al sistema nervoso e deficit cognitivi.[18]

Altri studi:
Fluoride conference reveals fraudulent science behind mass fluoridation; fluoride policy is a public fraud
Full transcript of the Fluoride Deception animation video by Mike Adams



Canada: spettacolare aurora boreale causata da un potente brillamento solare


Lo scorso 31 agosto un potente bagliore solare 30 volte la larghezza della Terra, ha causato una spettacolare aurora boreale, che è stata registrata nei pressi del fiume Yukon in Canada.  Il fenomeno delle aurore boreali, succede quando dal Sole ci sono espulsioni di massa coronale, quindi con rilascio improvviso, di bolle di gas e filamenti magnetici. Una grande espulsione coronale può contenere milioni di tonnellate di materia che può essere espulsa e lanciata nello spazio, accelerata ad una velocità di un milione di miglia all’ora,  in una spettacolare esplosione. Secondo la NASA, questi tipi di esplosioni possono causare spettri aurorali potenti (come l’immagine) e tempeste solari che possono danneggiare sistemi satellitari per le comunicazioni e centrali elettriche.

Manovre navali Usa nel Golfo Persico sale la tensione!



La tensione nel Golfo Persico sale: da domenica gli Usa hanno iniziato qui manovre navali. L’Iran minaccia di chiudere lo stretto di Hormuz e bloccare il suo immenso traffico, compreso il petrolio. Un pericolo concreto? Forse no, ma si cercano nuove vie di trasporto del greggio. E gli Usa mandano avvertimenti.
La tempesta perfetta, se mai scoppierà, è ancora lontana. Ma nel Golfo Persico sale la tensione e all’interno delle lussuose residenze delle monarchie sunnite, alleate di Washington, la parola d’ordine è bypassare Hormuz. Dietro l’angolo c’è uno spauracchio, che riporta periodicamente verso l’alto il prezzo del petrolio, e che Teheran agita sapientemente come una clava, per scongiurare ulteriori sanzioni o punire i Paesi che le hanno votate: la chiusura al traffico navale dello Stretto, da cui passa il quaranta per cento dell’oro nero del pianeta.

Finora l’Iran si è limitato a minacciare di morte lenta, per sete, la traballante economia mondiale, «non facendo passare da Hormuz neppure una goccia di petrolio», come ha ripetuto il comandante del fronte navale delle Guardie Rivoluzionarie, Ali Fadavi. Il fronte avverso a Teheran, però, ha cominciato a studiare un piano B. Negli ultimi mesi l’Arabia Saudita ha ripreso l’attività della vecchia pipeline, 1.220 chilometri, fatta costruire da Saddam Hussein negli anni Ottanta, all’epoca della guerra tra Iran e Iraq, proprio per bypassare lo Stretto e trasportare via terra il petrolio di Bagdad e quello di Riyadh, in direzione del Mar Rosso. L’oleodotto – dal quale passavano 1,65 milioni di barili al giorno – era stato confiscato dall’Arabia nel 2001, come compensazione per i crediti detenuti nei confronti dell’Iraq, ed era stato utilizzato dai Saud per veicolare gas.

Adesso gli sceicchi hanno deciso di riconvertirlo al greggio. Non si tratta di cifre abnormi – la pipeline, al momento, può coprire circa il 25 per cento dell’export  saudita – ma è un segnale di cui non si può non tenere conto, tanto più che gli Emirati, una settimana fa, hanno compiuto un passo analogo, inaugurando, alla presenza del ministro dell’Energia Mohammed bin Dhaen al-Hameli, un oleodotto costruito allo stesso scopo. Dai pozzi di Habshan, ad Abu Dhabi, fino al terminal di Fujairah, sul Golfo dell’Oman: una pipeline di 360 chilometri, tutta interna agli Emirati, costruita in 4 anni, con un investimento di 3,5 miliardi di dollari. La struttura, pienamente operativa da agosto, ha una capacità iniziale di 1,5 barili al giorno, fino a un massimo di 1,8 milioni. Una quantità ingente, se si pensa che la produzione giornaliera degli Emirati si aggira intorno ai 2,5 milioni di barili. L’obiettivo delle due pipeline è ambizioso, raggiungere i 6,5 milioni di barili al giorno, coprendo così il quaranta per cento dei traffici che attualmente transitano per Hormuz, 17 milioni di barili.

Molti analisti continuano a non credere alla possibilità che le minacce iraniane di chiudere lo Stretto diventino realtà. In primo luogo, perché da quel tratto di mare non passa soltanto l’oro nero, ma tutte le materie prime alimentari di cui Teheran, duramente provata dalla crisi economica e dalle sanzioni – che hanno fatto precipitare la moneta nazionale, il rial – ha un disperato bisogno. Inoltre, una simile mossa scatenerebbe la reazione degli Stati Uniti e delle potenze sunnite del Golfo.

Recentemente Washington, per tutelarsi di fronte a un’eventuale conflitto, ha accresciuto la propria presenza militare nella regione, che già conta sulla Quinta Flotta, di stanza in Bahrein. A fine gennaio il ministero della Difesa, Leon Panetta, ha deciso di trasformare la Ponce, vecchia nave da guerra destinata alla rottamazione, in una base galleggiante, estremamente flessibile e in grado di ospitare truppe e materiale bellico, oltre a un ospedale. Ad inizio giugno il Pentagono, a scopo di deterrenza, ha inviato nel Golfo quattro navi specializzate nello sminamento, che si sono aggiunte alle quattro già presenti. Il timore, infatti, è che l’Iran possa fare minare lo Stretto utilizzando piccole imbarcazioni.

Malgrado l’aumento della potenze bellica – ad aprile una squadra di combattenti F-22 è stata inviata negli Emirati Arabi – Obama, a differenza del premier israeliano Netanyahu, non ha alcuna intenzione di colpire le installazioni nucleari di Teheran con uno strike preventivo, tantomeno nel bel mezzo della campagna per le presidenziali. Tutte le mosse degli ultimi mesi, dalle sanzioni all’Iran, sempre più dure, ai movimenti militari, hanno uno scopo puramente preventivo. Lo stesso scudo antimissile che Washington sta pianificando di costruire nel Golfo, il Terminal High Altitude Area Defense (THAAD), mira a non lasciare il Paese impreparato, nel caso di un confronto con Teheran. Il Wall Strett Journal ha scritto che il Pentagono intende costruire una stazione radar di difesa anti-missilistica in Qatar, analoga a quella è già attiva nella Turchia centrale e, dal 2008, nel Deserto del Negev israeliano. Doha sarebbe stata scelta perché ospita la più grande base aerea degli Stati Uniti nella regione, quella di Al Udeid. L’amministrazione Obama non ha smentito la notizia.

Che la tensione nell’area sia in continua ascesa, lo dimostra un altro episodio. Il 16 luglio i marinai della Rappahannock, una petroliera militare che rifornisce la flotta statunitense, hanno sparato a un peschereccio indiano vicino al porto di Jebel Ali, negli Emirati Arabi Uniti, a trenta chilometri da Dubai. La dinamica è molto simile a quella dell’incidente cha ha coinvolto nell’Oceano Indiano la petroliera italiana Enrica Lexie, per il quale sono ancora nelle maglie della giustizia del Kerala i due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Le autorità degli Emirati hanno aperto un'inchiesta, che si affianca a quella della Marina statunitense, ma è facile leggere nell’episodio la spia di un nervosismo crescente, a causa del rischio di attacchi da parte dei pasdaran iraniani. L’allarme riguarda soprattutto le piccole imbarcazioni dei Guardiani della Rivoluzione. D’altronde, in tema di terrorismo, il ricordo dell’ottobre 2000 quando la portaerei Cole fu vittima di un attentato suicida, che causò 17 morti, mentre faceva rifornimento nel porto di Aden, è troppo vicino per essere rimosso. 

 


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