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Strani suoni a Seattle. Tornano i "suoni dell'Apocalisse"?

La città di Seattle deve fare i conti con alcuni misteriosi suoni che giungono alle orecchie dei suoi cittadini. Tra queste, Julie Schickling, una donna che abita sul versante Oveste della città, in una casa con un bel portico, sul quale, di recente, ha passato decine di notti insonni a causa del misterioso suono che inquieta lei e i suoi vicini.



E' un rumore strano, a volte alto e a volte basso", racconta Julie, la quale ha registrato il suono che potete ascoltare qui. "Alcuni dei suoi vicini riferiscono di aver avvertito anche delle vibrazioni accompagnate al rombo. "E' un pò spaventoso", ammette Kay Kirkpatrick, residente nei pressi della casa di Julie.
Le industrie di grandi dimensioni, presenti da tanto tempo nell'area di Seattle, non sembrano essere le responsabili dei misteriosi suoni. Allora cos'è? Le autorità di Seattle hanno cominciato ad indagare. "Vogliamo sapere con cosa abbiamo a che fare", ha concluso Kirkpatrick.

Boati nel cielo e suoni dell'Apocalisse
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Negli ultimi mesi su youtube e su svariati siti di informazione, si è parlato tanto degli strani suoni uditi in ogni parte del mondo. Dall’Australia agli Stati uniti, dall’Ucraina alla Costa Rica, e persino in Italia, questi suoni, denominati “i suoni dell’apocalisse”, hanno incuriosito tanti spettatori del fenomeno e non soltanto. Come sempre i commenti inerenti il fenomeno sono stati i più svariati: dalla bufala alla imminente fine del mondo.


C’è chi sostiene che i suoni siano stati prelevati da “colonne sonore” di lavori di Hollywood, e chi invece si batte per divulgare la veridicità dei suoni. Sta di fatto che, vista l’importanza e la vastità del fenomeno, è intervenuto uno tra gli scienziati più autorevoli che ha studiato i suoni: il prof. Elchin Khalilov, un geofisico che lavora nel campo della geodinamica. Khalilov si è laureato in geofisica presso la Azerbaijan State Oil Academy nel 1981. 
Sino al 1984 è stato uno studente post-laurea presso l’Istituto di Geologia IMGubkin dell’Accademia delle Scienze in Azerbaigian e nello stesso anno è stato premiato con il più alto riconoscimento per i giovani scienziati azeri attraverso il  Premio Lenin Komsomol dell’Azerbaijan in Scienze e Tecnologie come riconoscimento dei suoi risultati scientifici.  Nel 1990 ha difeso la sua tesi di dottorato presso l’ Università Statale Lomonosov di Mosca sullo studio e la previsione dei terremoti ed eruzioni vulcaniche, e gli è stato assegnato il più alto titolo accademico conseguito come dottore in scienze geologiche e mineralogiche.

Mr. Khalilov, qual è la natura insolita dei suoni segnalati da un gran numero di persone in diverse parti del pianeta a partire dall’estate del 2011?
Molti li chiamano “I suoni dell’ Apocalisse”. Le segnalazioni ci sono pervenute da ogni parte del mondo: Usa, Regno unito, Costa Rica, Russia, Repubblica Ceca, Australia, Brasile, Ucraina, ecc. Abbiamo analizzato questi suoni e abbiamo scoperto che la maggior parte si trova all’interno della gamma di infrasuoni, ovvero non è udibile per l’uomo. Quello che la gente sente è quindi solo una piccola frazione della potenza effettiva di questi suoni. Si tratta di emissioni acustiche a bassa frequenza nel range tra 20 e 100 Hz modulata da onde di infrasuoni bassissimi, tra 0,1-15 Hz. In geofisica, sono chiamate onde acustiche di gravità; si formano nell’alta atmosfera, in particolare al confine con la ionosfera. Le cause attribuibili a queste onde potrebbero essere terremoti, eruzioni vulcaniche, uragani, tempeste, maremoti, ecc, tuttavia la scala del ronzio osservata in termini sia di superficie che di potenza, supera di gran lunga quella che può essere generata dai suddetti fenomeni.

In questo caso, che cosa potrebbe causare questo ronzio nel cielo?
A nostro parere, la fonte di tale manifestazione potente e immensa di queste onde acustiche di gravità arriverebbe da grandi processi energetici. Questi processi comprendono potenti eruzioni solari ed enormi flussi energetici da esse generate, correndo verso la superficie terrestre e destabilizzando la magnetosfera, la ionosfera e l’atmosfera superiore. Pertanto, gli effetti delle potenti esplosioni solari, l’impatto conseguente delle onde d’urto nel vento solare, i flussi di corpuscoli e delle esplosioni di radiazioni elettromagnetiche, sarebbero le cause principali di generazione di onde acustiche di gravitazione, seguendo l’aumento dell’attività solare

Ma lei ha detto che la causa dei “suoni dell’apocalisse” provengono dall’interno del nucleo della Terra. Cosa significa?
Vi sono molteplici cause possibili inerenti questi suoni. Il fatto è che l’accelerazione della deriva del polo nord magnetico della Terra, è aumentato di oltre cinque volte tra il 1998 ed il 2003 ed è allo stesso livello dei punti d’intensificazione dei processi energetici nel centro della Terra, dal momento che sono i processi nell’interno e nell’esterno del nucleo, a formare il campo geomagnetico della Terra.
Nel frattempo, come abbiamo già riferito, il 15 Novembre 2011 tutte le stazioni geofisicheATROPATENA che registrano le variazioni  tridimensionali del campo gravitazionale della Terra, quasi contemporaneamente hanno registrato un forte impulso gravitazionale. Le stazioni dono dislocate a Istambul, Kiev, Baku, Islamabad e Yogyakarta con una distanza tra la prima e l’ultima di circa 10.000 chilometri. Tale fenomeno quindi è possibile solo se la fonte di questa emanazione è al livello del nucleo della Terra. L’enorme rilascio di energia avvenuto dal nucleo della Terra alla fine dello scorso anno, è stato una sorta di segnale di avvio indicante il passaggio dell’energia interna della Terra ad una nuova fase attiva. 
L’intensificazione dei processi energetici nel centro della Terra in grado di modulare il campo magnetico terrestre, attraverso una catena di processi fisici presso la ionosfera, genera onde acustiche di gravità in una gamma udibile, ascoltate dalla popolazione mondiale sotto forma di uno spaventoso suono a bassa frequenza in diverse parti del nostro pianeta. In entrambi i casi, anche se le cause sono di natura abbastanza comprensibile per i geofisici, sono indicativi del previsto aumento significativo dell’attività solare e dell’attività geodinamica del nostro pianeta.

Se tutto ciò fosse vero, cosa potremmo attenderci?
Non c’è dubbio che i processi interni della Terra regolano l’energia del nostro pianeta, e quindi, dovremmo aspettarci per la fine del 2012 un forte aumento di terremoti, eruzioni vulcaniche, tsunami ed eventi climatici estremi, con livelli però ancor più elevati nella fase del massimo solare nel 2013 – 2014.

In conclusione
Sono molti ancora i dubbi legati a questa vicenda, anche se secondo lo scienziato sarebbe da escludere la bufala mediatica. A suo parere i suoni proverrebbero da cause naturali legate ai fenomeni geologici influenzati dall’attività solare. Se così fosse saremmo di fronte ad un fenomeno interessantissimo tutto da studiare.

L’Unione Europea ha imposto all’Italia di permettere la coltivazione del mais Ogm

L’Unione Europea impone all’Italia di permettere la coltivazione di Ogm. E’ il succo di una sentenza pronunciata ieri dalla Corte diGiustizia dell’Ue: alla faccia dell’autodeterminazione, alla faccia dellapromessa mai attuata di concedere agli Stati il potere decidere da sè sugli Ogm e alla faccia, soprattutto, del fatto che il 61% degli europei è contrario agli Ogm (rilevazione Eurobarometro del 2010, la più recente).
Eppure, niente da fare: il meccanismo con il quale l’Unione Europea approva la coltivazione di un Ogm è un’inarrestabile, pervasiva reazione a catena innescata dal parere favorevole emanato dall’Efsa, l’autorità per la sicurezza alimentare, anche se sulle procedure di questo parere ci sarebbe molto da ridire. E’ come un carro armato che passa su tutto e su tutti.
La sentenza di ieri (il link è in fondo) riguarda il contestatissimo mais Mon 810, ma ovviamente stabilisce un principio facilmente estendibile ad ogni varietà Ogm approvata dall’Unione Euopea.
Riassunto della giungla di dispositivi sui quali si innesta la sentenza. Da un lato ci sono questi implacabili meccanismi europei. Dall’altro c’è la riottosità dell’Italia ad applicarli. Una riottosità tradottasi essenzialmente in anni e anni di temporeggiamento.
In Italia le Regioni (competenti in materia di agricoltura) non hanno mai messo nero su bianco le norme per la “coesistenza” imposta dall’Ue fra agricoltura biologica, convenzionale e Ogm: si tratterebbe in sostanza di disporre fasce di rispetto e simili per evitare che colture di altro tipo vengano contaminate dalla presenza di Ogm.
Dato che mancano le norme per la “coesistenza”, nell’ormai lontano 2008 il ministero dell’Agricoltura aveva comunicato alla Pioneer Hi-Bred Italia (che si occupa di commercializzazione di sementi) di non poter dar seguito alla sua richiesta di autorizzarela vendita di semente di mais Ogm Mon 810.
La Pioneer ha risposto rivolgendosi appunto alla giustizia europea. E ieri è arrivata la sentenza.
Dice in sostanza: il mais Mon 810 è approvato dall’Unione Europea e quindi deve poter essere commercializzato liberamente nell’Ue. Le norme per la “coesistenza” fra colture Ogm e convenzionali non sono obbligatorie in tutta l’Ue ma dipendono dalla volontà dei singoli Stati, quindi se l’Italia non le possiede non importa.
La sentenza afferma ancora che uno Stato può essere autorizzato a vietare una coltura Ogm approvata dall’Ue solo se invoca la cosiddetta “clausola di salvaguardia”, ossia sedimostra che essa è dannosa per l’ambiente, per la salute umana o per altre colture (ovvero – traduco io – se si fa carico di studi in grado di smentire il parere favorevole iniziale dell’Efsa); in caso di pericolo imminente, uno Stato può vietare la coltivazione per tre soli mesi, in attesa della decisione in proposito dell’Ue.
Praticamente il carro armato europeo è passato sui campi italiani. Non so se, e come, possa venire fermato.
La sentenza di ieri della Corte Europea per la causa sul mais Ogm in Italia (tecnicamente: causa C‑36/11, procedimento Pioneer Hi Bred Italia Srl contro Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali)

Manipolare i sogni: l'ultima frontiera del controllo mentale

E' possibile manipolare i sogni? Secondo Daniel Bendor e Matthew Wilson, due neuroscienziati del Mit di Boston, sì. Almeno per quanto riguarda i topi.

In una ricerca pubblicata su Nature Neuroscience, infatti, i due ricercatori hanno descritto in che modo il sonno e i sogni consentono di consolidare i ricordi, e come sia possibile – almeno in una certa misura – influenzare questo processo.


endor e Wilson hanno fatto correre gli animali in un labirinto guidandoli con due suoni distinti: il primo indicava la presenza di cibo a destra del percorso, il secondo a sinistra. Confrontando l’attività cerebrale dei topi durante questo processo e mentre erano i riposo, gli scienziati sono stati in grado di stabilire che nel sonno essi rievocavano in sogno i movimenti effettuati. Finora nessuna novità: si tratta di un meccanismo piuttosto noto, il cosiddetto replay, che si verifica nell’ippocampo e si presume serva a consolidare gli eventi vissuti nella memoria.

La vera sorpresa c’è stata quando – ancora durante il riposo degli animali – i due studiosi hanno provato a riprodurre i suoni che avevano usato come "segnali" nell’esperimento. I ricercatori non si aspettavano che in questo modo fosse possibile influenzare i sogni dei topi, ma è andata proprio così: riproducendo il suono che indicava il cibo in una direzione o nell’altra, il topo veniva indotto a sognare il relativo percorso compiuto in precedenza.

“Abbiamo scoperto che l’attività di replay può essere influenzata durante il sonno – scrivono gli autori nello studio – e che si tratta di un effetto osservabile sia nella risposta delle singole cellule sia in quella dell’intero gruppo neuronale”.

Inoltre, ricordano Bendor e Wilson nel paper, questo fenomeno di replay si verifica nell'animale solo durante il sonno, esattamente come succede negli esseri umani. Non è la prima volta che si osservano somiglianze di questo tipo tra topi e umani, e questo potrebbe aprire la strada a nuovi studi e a diverse applicazioni. E magari un giorno, immaginano i ricercatori, potrebbe addirittura essere possibile dare vita a una vera e propria “ingegneria dei sogni”, tramite cui intervenire sui ricordi ad essi associati per modificarli, rimuoverli, e forse anche crearli dal nulla. [Fonte - Riferimenti: Nature Neuroscience doi:10.1038/nn.3203]

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Asteroide 2012 QG42: incontro ravvicinato il 14 settembre

Un asteroide relativamente grande, scoperto solo il 26 agosto scorso, transiterà oltre il sistema Terra-Luna il prossimo 14 Settembre a soli 2,8 milioni di chilometri di distanza (7,4 volte la distanza Terra-Luna). La roccia, denominata 2012 QG42, è grande quasi come tre campi di calcio. Un team italiano di astronomi dell’Osservatorio Remanzacco, particolarmente attivo nello studio dei piccoli corpi che vagano nel nostro sistema solare, sta monitorando costantemente la rotta della roccia cosmica. Dalle osservazioni degli astronomi italiani, pare che l’oggetto splenda nel cielo come una stella di magnitudine 15. L’asteroide è stato classificato come un PHA (Potentially Hazardous Asteroid – Asteroide potenzialmente pericoloso). Vengono classificati come PHA quei corpi celesti di dimensioni superiori ai 100 metri e che transitano nei pressi della Terra ad una distanza inferiore alle 0,05 UA (unità Astronomiche). Nessuno dei PHA noti è attualmente in rotta di collisione con la Terra, anche se gli astronomi di tutto il mondo ne scoprono continuamente di nuovi.   QG42 2012 è stato scoperto dal Catalina Sky Survey in Arizona e dal Virtual Telescope in Italia. I dati incrociati delle osservazioni hanno consentito di confermare nel giro di poche ore la natura e la rotta dell’asteroide. Durante il suo passaggio, QG42 2012 sarà abbastanza luminoso da poter essere osservato con telescopi di medie dimensioni. L’asteroide viaggia ad una velocità abbastanza sostenuta, circa 11 chilometri al secondo. I quasi 3 milioni di chilometri di distanza sono una distanza sicurezza, quindi non c’è davvero nulla da temere da questo incontro ravvicinato. L’asteroide rimarrà visibile nei nostri cieli per alcuni giorni, quindi può essere una buona occasione per un piacevole ed istruttiva osservazione astronomica. Il progetto italiano del Virtual Telescope offrirà la possibilità di osservare il passaggio dell’oggetto in tempo reale. L’evento live è previsto per il 12 settembre alle 22:00 alla pagina WebTV del Virtual Telescope. Sicuramente un’opportunità da non perdere.

Nuovo record teletrasporto,una particella di luce replicata alla distanza di 143 chilometri

Una particella di luce replicata alla distanza di 143 chilometri – Nuovo record di distanza per il teletrasporto: le caratteristiche di una particella di luce (fotone) sono state replicate a una distanza di 143 chilometri, pari all’incirca a quella che separa New York da Philadelphia. Il traguardo è stato raggiunto da un gruppo internazionale di ricercatori presso l’Optical Ground Station dell’Agenzia spaziale europea (Esa) alle Canarie.
L’esperimento, condotto in collaborazione con ricercatori di Austria, Canada, Germania e Norvegia, è descritto sulla rivista Nature Magazine. Il cosiddetto ‘teletrasporto quantistico’ ha consentito di trasferire le proprietà fisiche di un fotone su di un altro posto a 143 chilometri di distanza ma legato in una sorta di abbraccio virtuale che i fisici chiamano ‘entanglement’, per il quale gli elementi di una coppia, anche se separati, sono soggetti a una correlazione a distanza. Si è così creato un ‘ponte’ invisibile che ha unito il telescopio Jacobus Kapteyn, sull’isola di La Palma, con la stazione Esa a Tenerife.
A differenza di quanto si possa pensare, però, questo processo non consente di ‘fotocopiare’ letteralmente la particella, perché il trasferimento delle informazioni implica la distruzione dell’originale. ”Questo risultato apre la strada per le comunicazioni quantistiche su lunghe distanze”, spiega Eric Wille, responsabile del progetto per l’Esa. ”Il primo teletrasporto quantistico è avvenuto in condizioni di laboratorio.
La sfida qui – aggiunge – era quella di mantenere l’entanglement tra i due fotoni separati da 143 chilometri nonostante le interferenze dovute alle condizioni atmosferiche, in modo da poterlo utilizzare per il teletrasporto quantistico”. Per Rupert Ursin, dell’Accademia delle scienze austriaca, ”il prossimo passo sarà realizzare il teletrasporto quantistico verso un satellite in orbita per dimostrare la possibilità di avere una comunicazione quantistica su scala globale”.
fonte: ANSA

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Moneta elettronica: l’era del controllo di massa è alle porte!



Tutti i governi precedenti, da Prodi a Berlusconi, burattini del vero potere, hanno dato il loro contributo nella lotta liquido. In un brevissimo lasso di tempo la soglia dei pagamenti cash è scesa rapidamente da 12.500 euro agli attuali 1.000 euro, ultimo diktat dalla “bancocrazia Monti”.

Il monte Fuji sotto pressione potrebbe esplodere in qualsiasi momento!

La pressione all’interno della camera magmatica del monte Fuji (富士山, Fuji-san) è più elevata di quella dell’ultima eruzione del vulcano avvenuta 300 anni fa. Gli spostamenti tettonici attivati dal terremoto di magnitudo 9.0 che lo scorso anno devastò il Giappone nord-orientale, hanno aumentato di 16 volte il livello minimo in cui è possibile un’eruzione.

Sono i risultati di uno studio condotto dall’Istituto Nazionale di Ricerca per le Scienze della Terra e la Prevenzione dei Disastri (防災科学技術研究所, Bōsai  Kagakugijutsu Kenkyūjo) volto ad analizzare i movimenti tettonici causati dal terremoto dell’11 marzo del 2011, e da quello di magnitudo 6.4 che quattro giorno dopo interessò il Giappone centrale.

Stando agli scienziati, la pressione interna alla camera magmatica del monte Fuji sarebbe al momento di 1,6 megapascal, pari a quella atmosferica di 15,8 kg per centimetro quadrato. Le eruzioni vulcaniche possono essere innescate da una pressione interna di 0,1 megapascal, e l’1,6 e “un dato significativo” secondo Fujita Eisuke, ricercatore dell’Istituto.

Il monte Fuji, uno dei simboli del Giappone, ha eruttato l’ultima volta il 16  dicembre 1707 (宝永大噴火 Hōei dai funka, Grande Eruzione dell’era Hōei) dopo che il grande Terremoto dell’era Hōei di magnitudo 8.6 sconvolse il 28 ottobre 1707 il Giappone sud-orientale provocando la morte di 5.000 persone. L’eruzione del Fuji durò fino al primo gennaio del 1708.

Considerando l’attuale pressione interna, gli scienziati ritengono che sia possibile che il Fuji erutti di nuovo entro i prossimi 12 mesi. Tuttavia la sola pressione interna non è necessaria affinché si verifichi un’eruzione. Gli scienziati infatti non hanno notato alcun segno di attività vulcanica, probabilmente perché la quantità di magma che si è accumulata non è sufficiente per provocare un’eruzione.

Stando ad un rapporto compilato nel 2004, un’eruzione del monte Fuji potrebbe causare danni per 2,5 trilioni di yen.

(articolo a cura di newsdalgiappone.com)

 


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