MONITORAGGIO SISMICO LIVE CAMPI FLEGREI

Le armi psicotroniche fanno sentire le voci

L'esperienza di "Telepatia artificiale" non è poi così straordinaria. È semplice come la ricezione di un telefono cellulare in chiamata nella propria testa.

Infatti, la maggior parte della tecnologia utilizzata è esattamente identica a quella del telefono cellulare. Satelliti collegano il mittente e il destinatario. Un computer “multiplexer” indirizza il segnale vocale del mittente attraverso torri di microonde in una posizione molto specifica. Il “ricevitore” si trova monitorato con estrema precisione, ma il ricevitore non è un telefono cellulare è un cervello umano.

Dal nulla, una voce improvvisamente fiorisce nella mente della vittima. Il cranio umano non ha “firewall” e quindi non può chiudere la chiamata. Il ricevitore può sentire i pensieri verbali del mittente. Il mittente, a sua volta, può sentire tutti i pensieri del bersaglio, esattamente come se i pensieri fossero parole. Per questa ragione, l'esperienza potrebbe essere chiamata “sentire le voci”, ma è più propriamente descritto come “telepatia artificiale”.

Ora, se la telepatia artificiale fosse del tutto volontaria, come una conversazione tra amici seduti l’uno dall’altro ad una certa distanza, si potrebbe parlare avanti e indietro e lo scambio di pensieri somiglierebbe esattamente ad una conversazione telefonica, ma senza mai usare la propria voce o la bocca, ma completamente silenziosa, sublocale. Questa forma di discorso. (ad esempio ) tra amanti, sarebbe bellissima. Il problema è che la telepatia artificiale fornisce l'arma perfetta per le torture mentali e furto di informazioni, Essa fornisce un mezzo estremamente potente per lo sfruttamento, la molestia, il controllo, e possono violentare la mente di ogni persona sulla terra. Si apre la finestra per una quasi esperienza demoniaca di possesso dell'anima di un'altra persona.

Quando viene utilizzato come un sistema “non letale” d’arma, diventa un mezzo ideale per neutralizzare o screditare un avversario politico. Manifestazioni pacifiche, i giornalisti scomodi e i leader dei gruppi di opposizione, tutti possono essere storditi nel silenzio con questa arma.

La telepatia artificiale offre anche un mezzo ideale per l’invasione totale della privacy. Se tutti i pensieri possono essere letti, allora password, numeri PIN, ed i segreti personali semplicemente non possono essere protetti. Non si può essere soli in bagno o in doccia. Imbarazzanti momenti privati non possono essere nascosti: essi sono soggetti ad ogni sorta di commenti e osservazioni offensive. Prove possono essere raccolte per ricattare con facilità incredibile: tutti i torti o cadute morali del proprio passato sono oggetto di revisione.

Come un telefono chiamante perverso, una persona ostile con questa tecnologia in mano può chiamare a qualsiasi ora del giorno o tutto il giorno. Il sonno può essere disturbato, Le preghiere possono essere profanate, le convinzioni religiose derise, le riunioni di lavoro possono essere interrotte, i pensieri deragliati. L'amore può essere inquinato, pervertito, contorto, abusato. I sogni possono essere invasi, i ricordi cestinati.

L'attaccante non può essere visto o identificato, l'attacco non può essere fermato, e il danno psicologico è enorme.

Ma non ci sono danni fisici, non c’è un solo un segno lasciato sul corpo e non c'è assolutamente alcuna prova che qualsiasi reato o di qualsiasi violazione abbia mai avuto luogo! Tutto ciò che “accade” alla vittima, succede nella sua testa. Quali prove fisiche si possono dare alla polizia? Senza prove fisiche, come si può fotografare la “scena del crimine” o l’impronta digitale dello stalker? Non ci sono orme da immette dalla scena. Infatti, non c'è nessuna scena fisica, e nessuna prova che un attacco sia mai avvenuto.

La maggior parte delle persone che soffrono di questa forma abusiva di “telepatia artificiale” sentono come se la loro mente è stata violentata. Si ritrovano cacciati, pedinati, molestati e abusati da una o più persone che si rifiutano di dare i loro nomi, che contaminano la mente con la lingua più cattiva e perversa che si possa immaginare, e che si rifiutano di riagganciare o andare via. Il chiamante o chiamanti provano piacere nella tortura perversa e sadica che fanno subire ai loro obiettivi. Inoltre, si dilettano nel violare la privacy delle loro vittime con la lettura del pensiero del bersaglio e commentando tutto quello che pensa l'obiettivo.

I chiamanti agiscono insomma esattamente come stupratori o stalkers perversi. Immaginate che cosa un uomo può fare se dovesse trovare un “telefono cellulare magico” che gli permetta di comunicare con la testa ei pensieri privati di chiunque sulla terra. La tentazione di scegliere un bersaglio a caso e iniziare a spiare o abusare di quella persona sarebbe enorme, quasi irresistibile. Potrebbe diventare un hobby malato e contorto. Mettere nelle mani di una unità di polizia segreta, il potenziale criminale di tale tecnologia è ancora più agghiacciante.

Ora, la reazione naturale di una persona normale e intelligente, che subisce la terribile esperienza dello stupro della propria mente con questa tecnologia per la prima volta, naturalmente è quella di farsi prendere dal panico e di raggiungere un telefono vero e proprio. Chiamano la famiglia, contattano il proprio medico o la polizia facendo la bizzarra denuncia che “qualcuno sta irradiando voci nella mia testa”.

Ma se è proprio la polizia dietro l'abuso, le vittime non stanno andando a chiedere aiuto molto, vero? E se la polizia non sono gli autori, allora come potranno procedere all’arresto? È molto più comodo e facile da credere che la vittima sia un pazzo.

In breve tempo, la vittima di uno stupro mentale si ritrova solo con se stesso, subendo l’ulteriore umiliazione di essere portati in un reparto psichiatrico, spesso a farlo ricoverare involontariamente è una persona cara che lo fa “per il suo bene”.

È avvilente non riuscire a dimostrare che la voce o le voci nella testa di sono “reali”, ed osservare i sorrisi dei medici, i quali gentilmente insistono sul fatto che tale tecnologia non esiste, che le voci non possono essere reali, e che si deve prendere un potente psicofarmaco e sdraiarsi per un buono e lungo riposo .

L'esperienza di “sentire voci” - soprattutto voci che sono una fonte di abuso negativo – finisce col destinare ad un ingresso automatico nella stanza di gomma. In effetti, sentire le voci è un classico esempio di schizofrenia. Se si sentono voci, si è per definizione pazzi.

Eppure, quando si viene rilasciati dal reparto psichiatrico con un rifornimento di medicinali costosi, gli “ascoltatori delle voci in questione” spesso scoprono che i farmaci sono inefficaci - esattamente come ci si aspetterebbe se il loro problema non avesse nulla a che fare con la chimica del cervello e tutto a che fare con la bio-elettronica, ossia attacchi da parte di stalker invisibili.

Gli ascoltatori vocali lasciano spesso perplessi gli psichiatri, perché molti di loro non si adattano al modello classico della schizofrenia, che di solito iniziano nei primi vent’anni. Le vittime di “telepatia artificiale” sono spesso ben oltre i trenta o quaranta anni, e molti non hanno alcuna storia pregressa di nessuna grave malattia mentale o abuso di droghe. Molti sembrano essere attenti, sani e razionali, pur insistendo sul fatto che essi possono sentire le voci.

Sono d'accordo con gli psichiatri che affermano che tali pazienti sono depressi, ma chi non sarebbe un po’ depresso in tali difficili circostanze essendo pedinato verbalmente con queste forme di bullismo ogni ora del giorno e della notte?

Le vittime di stupro mentale pertanto imparano presto a non discutere dei loro “problemi psicologici” con familiari e colleghi, infatti sarebbe imbarazzante, è bizzarro, poco simpatico e serve solo a spaventare la maggior parte delle persone. L’unico modo che ha un’altra persona di aiutare le vittime e quello di farle rivolgere ad uno psichiatra, che provvederà prontamente raddoppiare la propria dose di farmaci antidepressivi, mentre le molestie verbali continuano.

Il crescente numero di ascoltatori della voce nella nostra società è quindi ben mascherato. Coloro che continuano a insistere sul fatto che ci sia una “società segreta di persone che irradiano voci nelle nostre teste” fanno semplicemente ridere in silenzio, o sono etichettati come schizofrenici paranoidi. Essi sono completamente screditati. In realtà, molti ascoltatori della voce hanno interiorizzato l'idea che essi sono malati mentali, e lottano per capire come le loro “allucinazioni uditive” potrebbero continuare ad apparire in modo molto, molto reale.

Naturalmente, molti di questi ascoltatori della voce sono profondamente confusi. Si rivolgono a gruppi, tra cui queste comunità on-line, come gruppo di supporto gli ascoltatori Voice a Yahoo.com.

Chiunque dubiti che la “telepatia artificiale” esiste è sufficiente rivolgersi ad una comunità di ascoltatori Voice, dove si incontrano persone che continuano a insistere sul fatto che vengono infastiditi da persone reali che utilizzano una tecnologia sconosciuta o inspiegabile.

Sorprendentemente, vi è una enorme quantità di letteratura scientifica e le prove indiziarie per eseguire il backup di tali affermazioni.

Più avanti, esploreremo la storia della telepatia sintetica e impareremo i nomi degli scienziati che hanno sviluppato questa tecnologia sinistra. Ci sarà anche da individuare ed esaminare alcune delle agenzie governative che usano questa arma di tortura, contro civili innocenti.

Diventa sempre più chiaro che stiamo parlando di un moderno progetto Manhattan di oggi - un super-secret programma di ricerca più sinistro e potenzialmente più devastante - che lo sviluppo della bomba atomica.

Fonte: geeldon.wordpress.com / Traduzione e adattamento linguistico a cura di: Biagio Mastrorilli
Tratto da: http://www.ecplanet.com/node?

SEGUITECI SU FACEBOOK!!!

Le banche scappano dalla Grecia portandosi via camion pieni di contante!


La Grecia è sull'orlo dell'uscita dall'euro, e le banche scappano portando via tonnellate di contante. Intanto in Alaska...
Sembra una di quelle notizie catastrofiste, allarmiste, con scarso fondamento, che ispirano i commentatori ad invocare “Le fonti? Le fonti?”. Beh, la fonte stavolta è RaiNews24 che cita il New York Times. Ecco qua:
Le aziende americane si stanno preparando per quello che tempo fa era impensabile: al fatto che la Grecia possa essere presto costretta a lasciare l'eurozona. (...) Le filiali diBank America e Merrill Lynch stanno preparando piani per riempiere camion di contante da mandare fuori da confini della Grecia.
Heirner Leistein, della Boston Consulting Group di Colonia che, come altre società di analisti, ha stimato che l'annuncio di un eventuale uscita dall'euro di Atene potrebbeavvenire di venerdì notte, quando i mercati globali sono

chiusi.

Uh beh. Le banche scappano dalla Grecia portandosi via camion pieni di contante (si, quello che noi invece non possiamo usare perché è peccaminoso), e probabilmente lasciando sguarniti di contante gli sportelli greci e di conseguenza i cittadini del Paese. A cui toccherà un corralito, ovvero la limitazione dei prelievi: d'altronde voci di corridoio narrano che già quest'estate i cittadini greci riscontravano grosse difficoltà a prelevare contanti dai bancomat. (foto:infophoto)
Insomma, malgrado i proclami dei leader europei, si stanno preparando tutti all'uscita della Grecia dall'euro e al ritorno alla dracma o quel che sarà. D'altronde, noi fessi preferiamo credere alle tranquillizzanti promesse, ma banche e imprese internazionali non sono così sprovvedute da aspettare e lasciarsi cogliere impreparate.
Intanto, sempre per la serie “notizie catastrofiche incredibili”, ne arriva un'altra dall'Alaska. La fonte è Bloomberg-Business Week, quindi non prendetevela con me. Il governatore dello Stato USA più a nord ha deciso di creare enormi capannoni per lostoccaggio di cibo per la popolazione. Lo stoccaggio comincerà a dicembre, e l'obiettivo è avere alimenti di scorta per sfamare almeno 40 mila persone. Il motivo? Potrebbero accadere catastrofi quali terremoti o eruzioni vulcaniche, e l'Alaska si trova in una posizione fragile in quanto lontana dai rifornimenti.
Chissà come mai il governatore se ne è accorto solo ora. Eppure, la cartina geografica è la stessa da diverse migliaia di anni.

SEGUITECI SU FACEBOOK!!!

Scoperti archeobatteri “Marziani” nel deserto cileno di Atacama

I ricercatori del Centro di Astrobiologia di Madrid e della Catholic University of the North in Cile hanno recentemente scoperto, nel deserto di Atacama, in Cile, una oasi popolata da forme di vita molto primitive, appartenenti al regno degli archeobatteri.

Questi esseri primitivi abitano nel deserto ad una profondità di circa 2 metri e sono simili ad altri microrganismi che vivono in aree diverse del pianeta. Essi però hanno la capacità di riuscire a sopravvivere in assenza di ossigeno e di luce. Sono dei microrganismi che vivono in quello che si può definire il luogo più arido della terra. Questo è il motivo per cui gli scienziati considerano questi archeobatteri dei “Marziani”.

I promotori della ricerca hanno fatto questa importante scoperta grazie al supporto di avanzate tecnologie. Essi hanno utilizzato SOLID (Signs Of Life Detector), un particolare strumento messo a punto per la ricerca della vita su altri pianeti. SOLID è dotato di un microchip contenente 450 anticorpi capaci di individuare molecole biologiche complesse, come l'acido desossiribonucleico, gli zuccheri e le proteine, componenti fondamentali di ogni organismo vivente.

Secondo la NASA l'ambiente in cui sono stati individuati gli archeobatteri, ovvero l'inospitale deserto di Atacama, è stato paragonato abbastanza simile a alcuni ambienti localizzati sul suolo di Marte. La sonda Phoenix ha immortalato in alcune fotografie, sul suolo situato al Polo Nord di Marte, depositi salini che si possono paragonare a quelli originati dall'attività metabolica degli archeobatteri. I microrganismi in questione sono stati rinvenuti in un luogo caratterizzato da incrostazioni marine, un l'habitat ideale che garantisce la presenza continua di acqua di condensa, elemento essenziale per la sopravvivenza in un ambiente eternamente buio freddo.

L'alleanza USA - Al Qaeda: 5.000 terroristi per rovesciare Assad

"Uno dei terroristi più pericolosi" nel sud dello Yemen, un leader di Al Qaeda concorda con gli Stati Uniti e l'Arabia Saudita l'invio in Siria di combattenti del gruppo terroristico per sostenere i ribelli e aiutarli a rovesciare il presidente Bashar al Assad.

    
L'informazione è stata rivelata da diversi mezzi di comunicazione in Medio Oriente, tra i quali l'agenzia di stampa iraniana Alalam e la rivista digitale yemenita AdenAlghad.net. È stato riferito che Tariq al-Fadhli, un addestrato militante jihadista che ha combattuto a fianco di Osama bin Laden, ha concordato con funzionari di Stati Uniti e l'Arabia Saudita, attraverso la Turchia, l'invio da città meridionali yemenite, di 5000 militanti nel territorio siriano per "aiutare i ribelli nella guerra per porre fine al regime di Assad". Il fatto, evidenziato dai mezzi di comunicazione, "spiega l'improvviso ritiro di uomini armati dalla regione yemenita di Abyan". È stato riferito che i militanti, che fanno riferimento a se stessi come "difensori della sharia", si uniranno con altri gruppi di combattenti di Al Qaeda che sono stati infiltrati in Siria da Libia, Iraq e Turchia, con l'aiuto della NATO e degli Stati del Golfo. Al-Fadhli è descritto dall'agenzia Alalam come "uno degli anziani della tribù di Abyan ed ex leader di Al Qaeda". Lo Yemen, nel frattempo, ha denunciato Al-Fadhli come "uno dei terroristi più pericolosi del paese", secondo il quotidiano americano New York Times. 
Amici o nemici?
Così, il gruppo considerato dagli Stati Uniti come un'organizzazione terroristica, diventa come ai vecchi tempi un alleato strategico dell'Impero, secondo il quale, l'"eletto" regime di Assad, "ha perso la sua legittimità" e commette crimini contro il suo popolo. E mentre Washington collabora sempre più apertamente con l'opposizione armata nel paese, ci sono sempre più rapporti che segnalano come Al Qaeda rafforza il suo sostegno ai ribelli in Siria. Anche il quotidiano britannico The Guardian ha rivelato che i combattenti di Al Qaeda sono al comando dei "ribelli" siriani a cui insegnano come costruire bombe.
http://www.net1news.org/lalleanza-usa-al-qaeda-5000-terroristi-per-rovesciare-assad.html

SEGUITECI SU FACEBOOK!!!

Il viaggio nel tempo non appartiene più al dominio della fantascienza!

Le masse gravitazionali dei corpi fisici possono alterare lo scorrere della Freccia del Tempo. La Natura mostra come dominare il tempo e costruire macchine per viaggiare attraverso i secoli. L’ipotesi di costruire un mini buco nero in laboratorio per invertire la direzione del tempo. Il primo crononauta del nostro millennio 




L’esperienza del viaggio nel tempo
Il viaggio nel tempo non appartiene più al dominio della fantascienza, ma rappresenta una realtà ben precisa della ricerca che la scienza moderna sta elaborando. Una realtà che sconvolge l’approccio convenzionale con i fenomeni acquisiti dell’universo e modificano la percezione del nostro habitat di esistenza; e soprattutto ci portano in una dimensione di valutazioni psicologiche e morali di portata inaspettata.
La ricerca sulla possibilità dei viaggi nel tempo consente di fare ipotesi che vanno oltre l’apparenza dei consueti fenomeni del nostro vissuto quotidiano. Lo studio sulla natura del tempo e sulla possibilità di viaggiare attraverso di esso ci apre ad una percezione dell’universo che non ha più nulla a che fare con quella abituale. Lo studio sui fenomeni temporali porta ad una conoscenza in cui scienza e filosofia si fondono.
Studiando il tempo solo come grandezza fisica, riferita allo scandire dei secondi di un orologio o dell’incedere degli anni di vita, non si potrebbe andare molto più in là di un contributo ordinario all’esperienza quotidiana, e non porterebbe ad alcun accrescimento esperienziale sull’argomento.
Lo studio della natura del tempo al di là del concetto di grandezza fisica apre invece porte di esperienze inimmaginabili sull’universo. Fuori della grandezza fisica il tempo si mostra come un altro aspetto dell’universo al di là di come siamo abituati a concepirlo nell’esperienza dello spazio.
In questa prospettiva ci possiamo rendere conto che non esiste una vera e propria “Freccia del Tempo” unidirezionale, così come l’aveva stigmatizzata Arthur Eddington nel 1927, ma possiamo esplorare l’universo non solo attraverso lo spazio, ma anche viaggiando attraverso la dimensione del tempo.
Stephen Hawking, lo scienziato inglese noto per le sue ricerche sulle proprietà fisiche dei buchi neri. Secondo il ricercatore la costruzione di una macchina del tempo potrebbe essere già tecnologicamente possibile
In questo caso l’universo si mostrerebbe sicuramente diverso da come lo abbiamo sempre immaginato. Ad esempio non esisterebbe più un vero concetto di morte se grazie ad una “macchina del tempo” potessimo andare nel passato a conversare con personaggi storici che non dovrebbero essere più in vita.
Si aprirebbe un orizzonte filosofico senza precedenti. Di fronte ad un viaggiatore del tempo che giunge dal futuro, anche noi potremmo chiederci chi siamo e che cosa sia successo alla nostra morte, visto che per lui la nostra umanità contemporanea sarebbe composta da defunti, ricordati in un libro di storia.
Oggi molti ricercatori sono convinti che sia possibile, almeno sul piano teorico, costruire una macchina del tempo. Sono di questa idea gli statunitensi Kip Thorne, noto negli ambienti scientifici per aver scritto un poderoso trattato sulla relatività, e gli astrofisici Ulvi Yurtsever e Michael Morris. Condivide le loro tesi una équipe di ricercatori francesi del Centro Nazionale di Ricerca Scientifica di Meudon presso Parigi.
Si aggiunge a questa convinzione anche lo scienziato inglese Stephen Hawking, che ritiene come il viaggiare nel tempo oggi non sia più un’utopia, né una semplice speculazione filosofica, lasciando intendere che forse qualche gruppo di ricerca governativo americano è già al lavoro sul tema.
Due scienziati israeliani, Amos Ori e Yakir Aharonov dell’università di Tel Aviv, hanno proposto la possibilità di costruire concretamente una macchina del tempo utilizzando un buco nero da costruire in laboratorio, di dimensioni idonee. Il buco nero non dovrebbe avere grandi dimensioni, ma avrebbe la capacità di sovvertire il flusso unidirezionale della “Freccia del Tempo” e quindi consentirebbe ad una capsula temporale e ai suoi “crononauti” di spostarsi, a piacere, avanti e indietro attraverso le epoche. Non solo, ma consentirebbe anche di spostarsi rapidamente da una stella all’altra dello spazio accorciando le distanze esistenti.
Alcuni autori hanno teorizzato in merito che sarebbe necessario un “Collider”, un acceleratore di particelle elementari capace di farle scontrare tra di loro, lanciate ad alta velocità, sino a che venga dato vita a un mini buco nero. Una volta realizzato sarebbe possibile aprire verso il futuro un “worm hole”, un tunnel che si snoda attraverso lo spazio-tempo, in cui far fluire segnali codificati destinati agli scienziati che sono in attesa nel loro tempo.
Lo studio sui viaggi nel tempo comporta una necessaria sinergia di molteplici campi della fisica e della filosofia. Il confronto con le proprietà della dimensione del tempo può portarci ad una conoscenza che si snoda attraverso l’ignoto e che può consentire di sviluppare nuove forme di interattività con l’universo in cui viviamo.
Alcuni ricercatori hanno teorizzato la realizzazione di un mini buco nero in laboratorio, a mezzo della collisione di particelle all’interno di un Collider, per creare un “worm-hole”, un cunicolo attraverso lo spazio-tempo, in grado di raggiungere il futuro
La ricerca nel campo dei viaggi del tempo ci porta in ogni caso ad una percezione dell’esistenza che va oltre la consuetudine e ci mostra una dimensione straordinaria con cui possiamo rivoluzionare le nostre convinzioni scientifiche e sensoriali alla ricerca di una sempre più completa conoscenza di noi stessi e dell'universo.

L’azione gravitazionale sul tempo
Oggi il tempo non appare più come un fenomeno inalterabile e ineluttabile, così come era stato descritto dall’astrofisico Arthur Eddington nella sua teoria della “Freccia del Tempo”. Un fenomeno unidirezionale che sembra essere profondamente legato solamente all’esperienza quotidiana.
È un classico, sostenuto dalla seconda legge della termodinamica, osservare come un corpo ceda il suo calore ad un altro e questo ad un altro ancora, verificandosi la sua progressiva perdita di intensità. Per la nostra esperienza quotidiana è impossibile osservare che l’ultimo corpo riporti indietro il calore ricevuto sino a ridare al primo l’intensità originaria del calore che aveva ceduto in precedenza.
È un fenomeno imprescindibile quello di vedere una tazzina che cade e si rompe in tanti pezzi senza ricomporsi ripercorrendo la caduta all’indietro. Non si è mai visto, a memoria d’uomo, che i cocci si mettano di nuovo spontaneamente insieme ridando alla tazzina la sua integrità. Eppure questo comportamento ordinario delle cose che sembra contraddistinguere la natura del tempo non è reale e non è neppure assoluto.
Possiamo dire che il comportamento del tempo così come lo conosciamo ha una sua caratteristica prettamente legata alla dimensione del nostro quotidiano sulla scala dei fenomeni a misura d’uomo. Ad esempio, le moderne osservazioni sul piano subatomico contraddicono la nostra convinzione sensoriale. Queste hanno rilevato infatti come il tempo si mostri perfettamente reversibile e come non valgano più i principi della seconda legge della termodinamica che ci è tanto fermamente abituale. Addirittura, attraverso le osservazioni della ricerca moderna, si scopre che il flusso del tempo è manipolabile e può aprire la strada all’effettiva realizzazione di una “macchina del tempo”.
La teoria della relatività proposta da Einstein stabilì che il tem­po non scorre con un flusso uniforme, ma è destinato a rallentare in prossimità dell’influenza delle masse e, per via di questo fenomeno, non esiste addirittura una sincronicità temporale tra i diversi luoghi dello spazio.
È stato dimostrato come la materia influisca sulla struttura dello spazio. La sua concentrazione, la massa, come quella che costituisce un pianeta o una galassia, incurva la linearità virtuale della di­stesa spaziale. Un esperimento condotto dalla NASA con il satellite Gravity Probe-B, lanciato nel 2004, ha consentito di verificare nel 2011 un effetto provocato dalla gravità terrestre attraverso quattro giroscopi mantenuti in una condizione di superfreddo che hanno misurato la presenza di un vortice spazio-temporale attorno alla Terra, come prevede la teoria della gravità einsteniana. Per capire il fenomeno si può immaginare la Terra come una sfera pesante di metallo posata al centro di un panno teso. Il panno sotto il peso della massa di metallo si incurva creando un indotto verso la stessa sfera distorcendo lo spazio e il fluire del tempo.
Un “wormhole”, “buco di verme”, sarebbe in grado di modificare il flusso del tempo e della posizione dello spazio dando la possibilità alle future missioni spaziali di esplorare mondi estremamente lontani dalla Terra in tempi praticamente istantanei
Anche Arthur Eddington, l’ideatore della “Freccia del Tempo”, aveva avuto modo di verificare per la prima volta il fenomeno della “lente gravitazionale” prevista da Einstein, in occasione dell'eclissi del 29 maggio 1919, quando constatò che la luce delle stelle veniva deflessa dal Sole.

La rilevazione della modifica della costante temporale
In prossimità di una massa il fluire del tempo rallenta in propor­zione al valore di grandezza della stessa massa. Più ci si allontana dalla massa e più il tempo riprende a scorrere veloce.
Possiamo citare alcuni esempi che evidenziano come le masse gravitazionali possono in­fluire sulla costante del tempo.
Nel 1959 gli scienziati R.V.Pound e G.A.Rebka dell'Università di Harvard applicarono l'effetto Mossbauer, che consente di utilizzare i nuclei atomici come orologi estremamente precisi, per verificare il postulato relativistico sulla contrazione del tempo. Nella struttura di ricerca del Jefferson Physical Laboratory, negli USA, vennero proiet­tati allo scopo dei fasci di raggi gamma dal piano terra dell'edificio verso l'ultimo piano, a circa 20 metri di altezza.
La teoria della relatività prevedeva che se la gravità rallenta il tempo, lo spettro della radiazione emessa in presenza di un forte campo gravitazionale, come quello della Terra, doveva essere spostato verso il rosso, cioè verso frequenze minori. Fu quanto venne rilevato nell'esperimento. Il fenomeno del rallenta­mento gravitazionale del tempo era stato dimostrato.
Pound e Rebka riuscirono anche a misurare la differenza nello scorrere del tempo tra il tetto e la base. Il ritardo previsto per una differenza di altezza così piccola è minuscolo, ma Pound e Rebka grazie all’impiego del loro orologio atomico riuscirono a misurarlo.
Il principio della dipendenza del tempo all’azione gravitazionale e il fenomeno della non sincronicità degli eventi temporali, venne ulteriormente verificato nella constatazione che un nucleo radioattivo posto al piano terreno di un edificio, sottoposto quindi a maggior gravità, manifesta una frequenza minore dei raggi gamma, cioè una minore lunghezza d'onda, rispetto ad una identica fonte radioattiva posta molto più in alto, che risulta esse­re maggiore. Come dire che al piano terreno, in prossimità della massa del pianeta, il tempo degli orologi scorre più lentamente di quello dei piani superiori.
Negli anni ‘60 in Italia venne condotto un esperimento per verificare il fenomeno di rallentamento del tempo in dipendenza all’azione delle masse gravitazionali. Due orologi atomici tarati sullo stesso tempo vennero separati. Uno fu portato in cima al Cervino, l'altro rimase in attesa in la­boratorio. Quando, al termine dell'esperimento, i due orologi furono messi a confronto, quello tenuto in vetta risultò in anticipo di qual­che miliardesimo di secondo rispetto a quello lasciato al livello del mare.
Nel 1972, negli USA, venne ripetuto l'esperimento con due orologi atomici all'idrogeno. Uno di questi venne caricato su un aereo mili­tare che si alzò per volare per alcune ore ad alta quota. Quando fu riportato a terra l'orologio aveva anticipato di un miliardesimo di secondo ogni secondo del suo gemello lasciato a terra. Risultò evidente che a bordo dell'aereo, lontano dalla mas­sa della Terra, il tempo era scorso più velocemente di quanto era avvenuto al suolo.

Il paradosso dei due gemelli proposto da Einstein per spiegare gli effetti della massa sul tempo. Il gemello astronauta, a bordo dell’astronave lanciata alla velocità prossima a quella della luce, si troverebbe a vivere un tempo rallentato rimanendo più giovane del gemello lasciato sulla Terra
I paradossi e le prospettive dell’azione gravitazionale sul tempo
Negli anni della conquista dello spazio, una sonda lanciata nel si­stema solare venne persa nello spazio dal centro di controllo di Houston. Poi qualcuno si ricordò del postulato relativistico di Ein­stein sul rapporto esistente tra velocità, massa e tempo e la sonda potè così essere "riagganciata". Ancora oggi, i progettisti delle missioni nello spazio devono tener conto degli inevitabili effetti relativistici prodotti dalla velocità sul tempo.
Anche il sistema GPS, il Global Positioning System, usa tuttora il criterio relativistico per calcolare la posizione corretta dei soggetti che si muovono sulla superficie del pianeta. Infatti gli orologi atomici nei satelliti della rete GPS sono più veloci di quelli a terra, in anticipo di circa 38 milionesimi di secondo al giorno, per l'effetto combinato del moto del satellite e del fatto che il campo gravitazionale terrestre è più debole alla quota orbitale. Se non venisse tenuto in conto lo spostamento temporale creato dal moto e dalla gravità della Terra, la posizione rilevata dal “navigatore” risulterebbe sfasata rispetto a quella indicata dal satellite orbitante nello spazio.
Gli effetti dell’azione della massa sul tempo sono resi ancora più evidenti nell'ormai classico esempio del “paradosso einsteniano dei due gemelli”, così come è stato prospettato dalla applicazione teorica della relatività. Questo paradosso prevede che uno dei due gemelli si imbarchi su un’astronave che parte verso lo spazio alla velocità di 260.000 km al secondo per raggiungere una stella posta alla distanza di 45 anni luce. Secondo quanto previsto dalla relatività, a quella velocità la massa dell'astronave aumente­rebbe a dismisura e a causa di essa il tempo a bordo verrebbe enormemente rallentato sino a differenziarsi sensibilmente da quello rilevato sulla Terra alla partenza dell’astronave.
Al termine del viaggio, il tempo trascorso a bordo dell'astronave porterebbe il gemello astronauta ad avere 48 anni di età, mentre per quello rimasto sulla Terra il tempo trascorso risulterebbe di ben 102 anni. Quando i due gemelli si erano separati avevano ognuno 20 anni, al loro incontro non avrebbero più la stessa età. Il tempo risulterebbe trascorso in maniera dif­ferente per ciascuno di loro. Un esempio che mostra senza ombra di dubbio l'assenza di sincronicità del tempo nell'universo e l'indeterminatezza con cui si può esprimere la freccia del tempo, sino a dubitare che essa possa realmente manifestarsi al di là dell'esperienza percettiva dell'uomo.
Ma senza attendere la possibilità dei viaggi spaziali, è quanto già ac­cade ora negli acceleratori di particelle. Accade infatti che una parti­cella, di cui si conosce il tempo di vita, prima di decadere nelle caratteristiche di un'altra particella, può vivere per un tempo più lungo di quanto le spetterebbe. La velocità assunta dalla particella nell’acceleratore giunge a conferirle maggiore massa e quindi rallenta il tempo, rimanendo con le sue caratteristiche più a lungo.
Edward Whymper, lo scalatore che per primo conquistò la vetta del Cervino, divenendo il primo “crononauta” nell’alterazione temporale dovuta al venir meno dell’influenza della gravità terrestre
Possiamo applicare l’influenza delle masse sul tempo valutando quello che accade in una qualunque città. Il tempo di chi abita al piano terreno, anche se in infinitesimali valori di misura, ma che comunque rendono evidente il fenomeno, scorre inevitabilmente più lentamente di chi abita nello stesso palazzo al 30° piano. In pratica, l’inquilino del piano terra avrà teoricamente modo di vivere più a lungo del suo coinquilino che abita in alto.
Ma accade anche, paradossalmente, che entrambi non si trovino nello stesso tempo.
Allo stesso modo non si trova nello stesso tempo chi sta viaggiando a bordo di un aereo di linea, che si trova spostato nel futuro di pochissimi nanosecondi, rispetto al proprio amico che lo sta attendendo all’aeroporto. Non si trova nello stesso tempo chi si trova in questo momento al suolo rispetto all’equipaggio di una stazione spaziale che sta orbitando intorno alla Terra. La ISS, ad esempio, non è nello stesso tempo di quanti si trovano nelle città della Terra. Si trova nel futuro, anche se per pochi miliardesimi di secondo.
La constatazione che il tempo può essere reversibile a determinate condizioni e la valutazione di poter manipolare il tempo attraverso l’azione gravitazionale rende credibile la costruzione di “macchine del tempo” che siano in grado di viaggiare attraverso la dimensione temporale.

Il primo viaggiatore del tempo della nostra epoca
La capacità di viaggiare attraverso il tempo è già al presente una realtà. Conosciamo addirittura il primo “crononauta” che è riuscito a superare la barriera del tempo per raggiungere il futuro per poi ritornare nuovamente nella nostra epoca risultando più giovane di tutti gli altri uomini che aveva lasciato nella sua epoca.
Ne parlano i libri di storia. Il crononauta in questione è Edward Whymper che salì in vetta al Monte Cervino il 14 luglio 1865.
Ovviamente l’alpinista non era consapevole della sua impresa di viaggiatore temporale, ma nel suo soffermarsi in cima alla montagna si trovò a vivere in un altro tempo rispetto a quello che era vissuto nella pianura sottostante. Un evento che sarebbe stato rivelato secoli dopo dall’esperimento attuato, con i due orologi atomici, proprio sul Cervino.
Edward Whymper si trovò inconsapevolmente a vivere in un tempo più veloce di quanto lo vivessero i suoi compagni alla base della montagna. L’alpinista fece un vero e proprio salto nel futuro per poi ritornare al suo passato, che si trovava ad essere più vecchio di quando lo aveva lasciato. Anche se di pochi miliardesimi di secondo, che in ogni caso facevano la differenza.
La Natura, rivelando altri segreti delle sue leggi, ha indicato alla scienza moderna un’altra via per aprire nuove porte di esperienza e di conoscenza sull’universo.
Forse la convinzione di Hawking è ben reale e in questo momento ci sono già dei prototipi di macchine del tempo che sfidano la complessità dell’architettura dell’universo in piccoli salti temporali in tutte le direzioni.

Grandi piramidi in Antartide

Può essere possibile che in Antartide vi fosse abbastanza caldo nel recente passato per aver ospitato una civiltà antica?
Ancora più sconcertante è la questione se una cultura avanzata si fosse sviluppata lì, e se ci sono quindi delle strutture ancora esistenti che sono sepolte sotto il ghiaccio.
Sorprendentemente un team di ricercatori dichiara di aver trovato prove di diverse antiche piramidi nel continente di ghiaccio coperto dell’Antartide.
Finora, il team non ha rilasciato molte informazioni sulla loro scoperta, anche se un paio di foto sono trapelate su internet di recente.
Giudicate voi se queste immagini davvero visualizzano piramidi artificiali o solo cime rocciose di montagne, ma le immagini sono interessanti e sicuramente giustificano ulteriori ricerche a mio parere. Tre delle immagini sono mostrate in questo post.
Oltre a queste immagini, il team sta rimanendo abbastanza silenzioso con la loro scoperta fino a quando ulteriori ricerche possano essere condotte su queste piramidi. Sono stato in grado di ottenere alcune piccole quantità di informazioni da un amico di uno dei membri del team, però.
Il team è composto da 8 esploratori in America e in diversi paesi europei. Due delle strutture piramidali sono state trovate a circa 10 chilometri verso l’interno, mentre la terza molto vicino alla costa.
Il team sta attualmente pianificando una spedizione per raggiungere fisicamente almeno una delle piramidi per determinare se è naturale o artificiale. Nessun intervallo di tempo è comunque stato dato in merito a quando questa spedizione si svolgerà .
http://www.iconicon.it/blog/2012/09/grandi-piramidi-antartide/


SEGUITECI SU FACEBOOK!!!

Scie Chimiche. Gli USA, le Nazioni Unite ed il dominio del cielo

(ASI) In una intervista a Radio Base il Tenente Generale Fabio Mini ha spiegato chiaramente che l’interesse delle ricerche militari per il controllo del clima non è mai venuto meno e che, di conseguenza, le ricerche sono continuate in segreto negli anni nonostante le leggi internazionali sul tema “La guerra ambientale, in qualunque forma, è proibita dalle leggi internazionali.

Le Nazioni Unite fin dal 1977 hanno approvato la convenzione contro le modifiche ambientali, il che rende ingiustificabile qualsiasi guerra proprio per i suoi effetti sull’ambiente, ma come succede a molte convenzioni, quella del 1977 è stata ignorata ed i militari hanno anzi accelerato la ricerca e l’applicazione delle tecniche di modificazione del tempo e del clima, facendole passare alla clandestinità. Se, prima di quella data, l’uso delle devastazioni ambientali era chiaro e se le modifiche ambientali anche gravissime erano codificate e persino elevate al rango di sviluppo strategico o di progresso tecnologico, oggi non si sa più dove si diriga la ricerca e come si orientino le nuove Armi” (intervista al Tenente Generale Fabio Mini, Radio Base, all’interno del programma ‘Linea Diretta’ del 21 febbraio 2008). Le operazioni di aerosol clandestino rientrano in questo disegno.

Il Tenente Generale Fabio Mini cita anche un documento del 1996 della US Air Force intitolato “Weather as a multiplier force - Owning the weather in 2025” (il clima come moltiplicatore di forza - Controllare il clima entro il 2025), nel quale si fa esplicito cenno alle modificazioni atmosferiche che l’esercito americano intende realizzare in questi anni per controllare le condizioni meteorologiche ed utilizzarle a fini bellici. In tale documento si cita la creazione di una superficie ionosferica artificiale (a quota molto più bassa di quella naturale), il controllo di precipitazioni, tempeste, foschia e nuvole, e la creazione di condizioni climatiche artificiali. Ed infine si elencano i mezzi tramite i quali ottenere queste ‘conquiste’, fra i quali ritroviamo:

Veicoli aerospaziali “per la distribuzione” (aerei cisterna?)

Superfici ionosferiche riflettenti artificiali (forse formate da particolato diffuso per mezzo di scie chimiche nel cielo?)

Composti chimiche da diffondere nell’atmosfera

Polvere di carbone

Utilizzo di energia diretta (da interpretare forse come “emissioni di onde elettromagnetiche ad alta potenza” per la modifica climatica)

Nuvole intelligenti a base nano-tecnologia, ovvero nuvole costituite da fibre microscopiche di ‘polvere intelligente’ rilasciate in quantità enormi sopra le nostre teste e che poi pian piano scendono giù fino ad essere respirate

Sensori, forse nano-tecnologie utilizzate come sensori o altri tipi di rilevatori.

Sembra quindi che i mezzi attraverso cui raggiungere il controllo del clima siano principalmente di tre tipologie: sostanze chimiche disperse nel cielo (scie chimiche), onde elettromagnetiche e nano tecnologie.

Sulla pericolosità delle sostanze contenute nelle scie chimiche già è stato detto molto. Per quanto riguarda invece le onde elettromagnetiche citiamo il lavoro di del Professore Levis che indica le principali sintomatologie connesse all’irradiazione di onde elettromagnetiche; si possono così riassumere:

Sintomi cutanei (prurito, eritemi, allergie)

Del sistema nervoso (disturbi del sonno, ansia, cefalee, emicranie, sindromi depressive, ecc.)

Del sistema muscolare (crampi, dolori muscolari, astenia)

Del sistema cardiovascolare (aritmie, disturbi della pressione arteriosa, ictus)

Del sistema ormonale e di quello immunitario (riduzione della sintesi della melatonina, alterazioni delle popolazioni linfocitarie)

Del sistema riproduttivo (aborti spontanei)

Del sistema acustico (tinniti), visivo, olfattivo, digestivo.

Inoltre l’esposizione alle radiazioni non ionizzanti è reputata da molti scienziati all’origine di neoplasie, soprattutto leucemie.

Si potrebbe pensare che scie chimiche ed onde elettromagnetiche non siano fenomeni correlati tra loro, ma non è così. Lo spiega bene il giornalista indipendente Carolin Williams Palit in un articolo. “Le scie chimiche sono diffuse per creare un mezzo attraverso cui trasmettere onde elettromagnetiche, per mezzo di oscillatori di campi elettromagnetici (chiamati ‘gyrotrons’) e del riscaldamento della ionosfera. Il particolato consente alle armi ad energia diretta di funzionare meglio (il bario ad esempio cosparso nell’atmosfera reagisce chimicamente con i raggi ultravioletti). Ciò è connesso con la natura stessa del plasma e della propagazione dei raggi. Il bario rende il plasma, contenente alluminio, più denso; ciò vuol dire che in tal modo si ottiene un plasma più denso di quanto non avverrebbe solo riscaldando la ionosfera. In altre parole stanno tentando di realizzare armi di raggi al plasma, dove le scie chimiche sarebbero il mezzo, mentre i radar del sistema GWEN, le stazioni HAARP (High Frequency Active Auroral Research Program) e le stazioni laser nello spazio sono lo strumento vero e proprio.

Questi sistema d’arma si troverebbero in Russia, Canada, Stati Uniti ed in tutta Europa, e possono essere mobili o fisse, sulla Terra, ma anche essere collocate nell’atmosfera o nello spazio. Si tratta di un sistema di difesa e di offesa contro attacchi elettromagnetici e missilistici, che impiega ‘scudi’ di particelle ionizzate. Quando questi scudi sono attivati, ‘escludono’ ed alterano il campo magnetico terrestre, e possono essere disposti in strati uno sopra l’altro per proteggere dai missili. Le scie chimiche contengono anche carbonio, che può essere usato per assorbire le microonde, ed altri elementi (“chaff”) che rendono gli aerei invisibili ai radar”.

Se notate, negli ultimi anni stanno spuntando numerose le antenne per la telefonia mobile e le reti wireless. In effetti tutte queste antenne sembrano davvero troppe…spuntano in ogni angolo, sui tetti delle abitazioni, nei parchi, nelle tenute private, sui crinali delle colline, sulle cime di montagne, al centro degli incroci stradali. Sembrerebbero che alcune di queste antenne siano utilizzate in realtà per rinforzare il campo elettromagnetico per scopi militari. In altre parole è come se l’atmosfera stesse diventando un grande forno a microonde. Gli scienziati sanno bene che le microonde sono in grado di influire sui fenomeni meteo, sugli equilibri naturali ed anche sul comportamento umano, e sono quindi di fatto anche un’arma militare. La CIA stessa finanzia ricerche universitarie per mettere a punto degli apparecchi a microonde capaci di lanciare dei raggi che sembra possano causare un’ipnosi a distanza.

I russi che, insieme con gli statunitensi, sin dagli anni ’50 del XX secolo, sperimentarono sistemi d’arma a microonde, lo sanno bene. Tra l’altro nei ‘forni’ di questo tipo si impiegano usualmente sostanze quali il quarzo ed il bario, elementi che sono stati rintracciati anche nelle scie chimiche, forse non è una coincidenza.

Le sperimentazioni di queste armi sono coperte ovviamente dal segreto militare, per cui è difficile avere informazioni di prima mano. Uno dei rari scienziati del governo americano a parlare apertamente dei ‘progressi’ di questa scienza e delle sue applicazioni tecnologiche è Lowell Ponte, un ricercatore del Pentagono. Egli conferma l’esistenza di segnali elettromagnetici in grado di influenzare il campo magnetico terrestre. Anche i servizi segreti canadesi accennano ad un progetto simile in un dispaccio che risale all’agosto del 1975, parlando di “introduzione di onde elettromagnetiche della Natura”. E’ comunque poco, e non si dà alcuna indicazione sulle possibilità di combinare delle onde stazionarie giganti con raggi a microonde capaci di influenzare il cervello umano, e non si dice nulla sulle microonde impiegate come armi. Tutti questi progetti fanno parte probabilmente della rete, molto sviluppata e sempre segreta, della ricerca sulle armi invisibili.

Nonostante tuta questa segretezza , alcune prove sono quotidianamente dinnanzi ai nostri occhi; basta alzare lo sguardo al cielo ed osservare le forme che assumono le nuvole a causa di queste irradiazioni elettromagnetiche. Il meteorologo Scott Stevens ha osservato che le “le nuvole assumono forme grottesche, innaturali, a causa dell’emissioni di onde elettromagnetiche. Abbiamo anche notato che le nubi tendono ad acquisire strane configurazioni a pettine al di sopra delle antenne”. Probabilmente non è un caso.

Il programma per il controllo del clima parte probabilmente dagli Stati Uniti, ma di sicuro coinvolge direttamente anche governi europei. E l’Italia che ruolo sta giocando in questo scenario?

Proprio recentemente è apparsa sui giornali la notizia che il segretario regionali dell’Adiconsum, Giorgio Vargiu, ha scritto una lettera aperta al presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio e a tutti i Ministri chiedendo che venga fatta un’indagine sul fenomeno delle cosiddette “scie chimiche”. A questo proposito il segretario regionale dell’Adiconsum cit anche l’Accordo di collaborazione Italia-Usa del 2003, denominato “Cooperazione Italia-Usa su Scienza e Tecnologia dei cambiamenti climatici”, nel quale si fa riferimento a “siti sperimentali italiani dove vengono modificate artificialmente le condizioni ambientali a cui è esposta la vegetazione” e di “meccanismi di risposta delle piante”. Nella sua lettera Vargiu si rifà anche a studi condotti in tutto il mondo.

Ma torniamo per un momento all’accordo di collaborazione Italia-Usa, in cui si legge: “Gli Stati Uniti e l’Italia hanno organizzato un Convegno Bilaterale sulla ‘Ricerca congiunta sui cambiamenti climatici’ a Roma, il 22-23 gennaio 2002, in seguito all’impegno del Presidente George W. Bush e del primo Ministro Silvio Berlusconi di intraprendere ricerche sui cambiamenti climatici in collaborazione”.

Questo impegno faceva perno sulla ‘necessità’ di basarsi su solidi risultati scientifici e sulla potenza della tecnologia per ridurre le incertezze associate con i futuri cambiamenti climatici e ambientali. I due Paesi identificarono più di 20 progetti di ricerca nel campo dei cambiamenti climatici pronti ad un avvio a breve e medio termine nelle aree delle simulazioni globali e regionali. “I progetti di ricerca immediatamente pronti all’implementazione miglioreranno la nostra capacità di capire, sorvegliare e prevedere le variazioni climatiche e i loro impatti. Inoltre, le attività di ricerca tecnologiche attivabili a breve contribuiranno allo sviluppo di tecnologie avanzate a basso contenuto di carbonio per limitare le emissioni dei gas serra. Gli studi condotti recentemente hanno mostrato che esiste una buona possibilità di cambiamenti climatici nei prossimi 50 anni. Viste e ricadute sulle attività umane che un clima diverso dall’attuale potrà avere, inizia ad essere imperativo iniziare a considerare la variabile “clima” come una delle più importanti nella catena delle decisioni. Una maggiore conoscenza delle caratteristiche del clima locale, dei suoi cambiamenti nel recente passato (40-50 anni) e la definizione di scenari climatici futuri a scala locali è altrettanto fondamentale.

Il nostro Paese è sicuramente un’area a rischio per le problematiche connesse ai cambiamenti climatici. Al di là della comprensione “accademica” se il nostro Paese sia “predestinato” ad avere un clima “medio” diverso in futuro (ad esempio temperature più alte o precipitazioni minori, meno fenomeni nevosi, innalzamento dei mari Tirreno e Adriatico), è necessario prestare molta attenzione anche alle eventuali modifiche nella frequenza di accadimento di eventi meteo-climatici anomali: periodi di caldo anomalo, precipitazioni molto intense, eventi temporaleschi grandinigeni ecc.

Una maggior frequenza di precipitazioni più intense avrebbe sicuramente un impatto devastante nel nostro Paese, viste le condizioni di dissesto idrogeologico in cui gran parte di esso si trova, come purtroppo è stato reso palese dai recenti episodi alluvionali che hanno colpito sia il Nord che il Sud dell’Italia. Solo questo semplice esempio dovrebbe far riflettere sull’urgenza di conoscere adesso quali potrebbero essere gli scenari climatici futuri in modo da avere tempo sufficiente per pensare a possibili rimedi. Sull’importanza del clima, sulla vita umana siamo tutti d’accordo, ma attenzione a non confondere i rimedi con le cause. Tra le aree di studio previste nell’ambito del progetto si leggono titoli inquietanti, quali:

Regionalizzazione delle simulazioni climatiche

Studi dell’aerosol, della composizione chimica dell’atmosfera, dei processi di scambio e degli impatti dei cambiamenti climatici nei climi mediterranei dell’emisfero Nord (USA ed Italia)

Osservazioni in situ dell’aerosol

Esperimenti di manipolazioni degli ecosistemi terrestri

Sviluppo di scenari sanitari futuri

Gestione del progetto e supporto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio.

Inoltre facciamo notare che il medesimo documento cita tra i partecipanti al tavolo del lavori:

P1: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)

P2: Earth Institute, Columbia University (CU)

P3: Fondazione Eni Enrico Mattei (FEEM)

P4: The Abdus Salam International Centre for Theoretical Physics (ICPT)

P5: Servizio Meteorologico Regionale, Agenzia Regionale Prevenzione e Ambiente dell’Emilia Romagna

P6: Consiglio Nazionale delle Ricerche-Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima

P7: Istituto di Matematica, Fisica e Applicazioni, Università degli Studi Parthenope

P8: Dipartimento di Scienze dell’Ambiente Forestale e delle sue Risorse

P9: Centro Europeo Ambientale e Salute, Organizzazione Mondiale della Sanità

P10: Consiglio Nazionale delle Ricerche-Istituto di BioMeteorologia

P11: Istituto di Biologia

P12: Solvay-Solexis

P13: Centro Ricerche FIAT

P14: Nuvera Fuell Cells

P15: Ansaldo Fuell Cells

Ricerca accademica, Servizio Meteorologico, CNR, Organizzazione Mondiale della Sanità, Industria Petrolifera, chimica, automobilistica, rappresentanze politiche, ma non mancava proprio nessuno.

Davide Caluppi Agenzia Stampa Italia



Fonti: Articoli di Antonio e Rosario Marcianò curatori del sito www.tankerenemy.com

Articoli del biologo Dott. Giorgio Pattera

Intervista al Tenente Generale Fabio Mini, Radio Base, all’interno del programma Linea Diretta del 21 febbraio 2008

Documento “Weather as a multiplier force Owning the weather in 2025” della Marina Militare US (1996)

Articolo “Scie chimiche: Il segretario regionale dell’Adiconsum Giorgio Vargiu scrive a Napolitano” dal quotidiano “La Nuova Sardegna” del 13-06-2010

Accordo di collaborazione Italia-USA del 2003, denominato “Cooperazione Italia-Usa su Scienza e Tecnologia dei cambiamenti climatici” tratto dal sito http://www.scribd.com/doc/9381320/PianodettaglioAccordoItaliaUSAsulClima

Articoli della giornalista indipendente Carolin Williams Palit


SEGUITECI SU FACEBOOK!!!

 


Post più popolari

AddToAny