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Il prossimo tsunami Quando e dove colpirà?

Al largo della costa dell’Oregon, sul fondo del Pacifico, si estende una faglia che nei secoli scorsi ha causato forti terremoti e tsunami, sommergendo le coste. Queste case di Cannon Beach sorgono appena fuori della zona di evacuazione prevista per un grande tsunami. Man mano che le coste del pianeta diventano sempre più affollate, i geologi scoprono che gli tsunami sono più frequenti di quanto si ritenesse.


Quasi tutti gli anni gli tsunami colpiscono almeno una regione del mondo; secondo molti studiosi, quelli più grandi avrebbero cambiato il corso della storia.

Alcuni archeologi, per esempio, ritengono che poco più di 3.500 anni fa uno tsunami si abbatté sulla costa settentrionale di Creta, facendo precipitare nel caos la civiltà minoica che poi finì per soccombere ai Micenei. Il terremoto e lo tsunami che nel 1755 uccisero decine di migliaia di persone a Lisbona ebbero un impatto duraturo sul pensiero occidentale, contribuendo a demolire il compiaciuto ottimismo dell’epoca.

Secondo Kerry Sieh, direttore dell’Earth Observatory della Nanyang Technological University di Singapore, ognizona di subduzione è un’ area a rischio tsunami: la Fossa di Manila nelle Filippine che potrebbe avere ripercussioni anche su Hong Kong e Macao; la faglia di Cascadia, dalla California alla Columbia Britannica e infine la faglia più pericolosa, quella della Sonda, a largo dell’isola di Sumatra in Indonesia, una faglia che si estende dal Myanmar all’Australia.
http://pianetablunews.wordpress.com/2012/02/17/il-prossimo-tsunami-quando-e-dove-colpira/#more-1716

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Rocce della Terra primordiale sopravvissute a nascita della Luna

Il mantello terrestre è uno strato del globo che si trova sotto la crosta terrestre, e che ha subito un ‘rimescolamento’ agli albori della storia della Terra a causa di eventi catastrofici che hanno portato alla nascita dei continenti come li conosciamo oggi. Oggi i ricercatori hanno annunciato di aver scoperto che il mantello in realtà è molto più stabile di quanto precedentemente pensato, e questo ha a che fare con una rara forma di tungsteno.

La teoria principale della formazione della Luna è che circa 4,5 miliardi di anni fa una gigantesca collisione avvenuta tra la Terra e un corpo delle dimensioni di Marte abbia espulso grandi quantità di materia in orbita, che poi avrebbero formato il nostro satellite per accrescimento. Una nuova ricerca pubblicata su Science oggi suggerisce che anche questo tremendo impatto non è riuscito a fondere completamente la crosta e il mantello della neo-formata Terra, mescolando gli strati per renderli coerenti, come è già stato suggerito.

“La sopravvivenza a lungo termine dell’antico mantello terrestre è testimoniata dalla presenza di un elemento molto raro, e dal momento che il mantello della Terra primordiale doveva essere molto caldo, tale sostanza è stata ben miscelata grazie ai moti convettivi che vi erano all’interno”, ha detto il co-autore Mathieu Touboul, un geochimico presso l’Università del Maryland negli Stati Uniti.

In passato, gli scienziati hanno usato campioni di tungsteno per capire la composizione del mantello della Terra prima del cataclisma che permise la formazione della Luna. Esiste infatti un isotopo raro di tungsteno, chiamato 182W, oltre al più comune 184W. Gli isotopi sono atomi di uno stesso elemento che hanno lo stesso numero di protoni ma un diverso numero di neutroni.

I geochimici hanno già usato l’isotopo 182W per stabilire quando le varie parti del mantello si sono formate, perché l’isotopo si forma solo a partire da un isotopo radioattivo di afnio, 182H, che ha vita breve e decade dopo 60 milioni di anni, ha detto Touboul. Il suo team ha sviluppato una nuova tecnica molto sensibile mediante la spettrometria di massa, dove viene ionizzato il tungsteno estratto da pietrisco sciolto in acido, e gli viene fornita una carica elettrica.

Il campione viene poi fatto passare attraverso un campo elettromagnetico per misurare la massa e la carica degli atomi che costituiscono ciascun campione, permettendo ai ricercatori di distinguere tra i differenti isotopi.

Touboul e i suoi colleghi hanno studiato il rapporto tra i due isotopi 182W e 184W nelle rocce chiamate komatiiti, che sono un tipo di roccia formatasi nel mantello tra 3,8 e 2,5 miliardi di anni fa, quando era più caldo di 500 gradi rispetto ad ora, circa 1,7 miliardi anni dopo l’impatto che ha causato la nascita della Luna.

Un segnale "alieno" è stato captato dal radiotelescopio di Arecibo, a Puerto Rico

16 febbraio 2012 - Un segnale "alieno", ritenuto interessante e degno di ulteriori accertamenti, è stato captato dal radiotelescopio di Arecibo, a Puerto Rico. Il segnale, stando a quanto riferito dagli astronomi, avrebbe avuto origine in un’area ancora non del tutto delimitata, che si trova tra la costellazione dei Pesci e quella dell'Ariete. I ricercatori, che hanno isolato per ben tre volte il segnale giunto fino al nostro pianeta, ritengono che la frequenza in questione non possa essere considerata una delle ormai conosciute interferenze naturali, e neppure un normale rumore di fondo che in passato ha portato a false illusioni.

L’Universo pullula di forme di vita intelligenti - Gli astronomi del Seti hanno mostrato grande entusiasmo ma, per ovvi motivi, cercano di restare con i piedi per terra, in attesa di ulteriori doverosi accertamenti. Dan Wertheimer, ricercatore del UC Berkeley SETI Project, ha comunque avvisato i colleghi che esiste la possibilità che non si riesca a decodificare completamente il misterioso segnale. La convinzione è comunque che nell’Universo esistano altre forme di vita intelligente, tantissime forme di vita. Gli scienziati stimano che nella nostra galassia, e nell’intero Universo esistono centinaia di miliardi di galassie, potrebbero esserci mediamente 10.000 civiltà intelligenti. Se calcolo fosse corretto significherebbe che l’Universo pullula di vita.

Il progetto Seti - Il Search for Extra-Terrestrial Intelligence, avviato nel lontano 1974, era stato bloccato per mancanza di fondi nel 2011 ma, grazie ad una serie di finanziamenti privati, nel mese di dicembre si è riusciti a riprendere i lavori. L’obiettivo è sempre lo stesso: isolare le “voci” e i “rumori” prodotti da una qualsiasi civiltà extraterrestre: una tanto evoluta da riuscire ad inviare segnali radio attraverso lo spazio. Insomma, i segnali captati per il momento non possono esser attribuiti con certezza agli alieni ma, in ogni caso, risultano esser degli ottimi “segnali di speranza”. Chissà che non si riesca finalmente a trovare una risposta alla persistente domanda: “Siamo soli nell'Universo?”.

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Bolide squarcia i cieli del south Caroline!

Il canale televisivo Fox ha reso noto nelle ultime ore il passaggio di un bolide misterioso nei cieli della Carolina del Sud. L’evento è accaduto nelle prime ore del mattino del 14 febbraio 2012 (ore 1:45 locali). Alcuni testimoni hanno contattato la redazione della rete televisiva testimoniando di aver visto passare un oggetto luminoso in caduta verso il terreno seguito da una sorta di fragore come se qualcosa si fosse schiantato al suolo. Numerose sono state le chiamate di emergenza al 911 (l’equivalente del nostro 113) che è stato allertato sull’evento.

Il servizio meteorologico locale pur confermando di aver fotografato con le proprie apparecchiature l’evento, non si è espresso in maniera definitiva su quanto accaduto. Il video, qui sotto pubblicato, è stato fornito da uno dei testimoni.
Il direttore del planetario presso il Mountain Roper Science Center di Greenville, dott. Charles St. Lucas, interpellato sul fenomeno, ha ipotizzato l’entrata nell’atmosfera di una meteora, i cui frammenti, potrebbero essersi schiantati sul terreno (meteoriti). Ma i numerosi testimoni, presenti all’evento, sono convinti di aver udito una vera e propria esplosione dopo il passaggio dell’oggetto, ipotizzando il verificarsi di un crash.
Cosa è veramente accaduto?

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Scoperta un ‘oasi’ di microrganismi sotto la superficie del deserto di Atacama

Due metri sotto la superficie del deserto di Atacama c’è un ‘oasi’ di microrganismi. I ricercatori del Centro di Astrobiologia (Spagna) e l’Università Cattolica del Nord in Cile li hanno trovati grazie a un rilevatore  che potrebbe essere utilizzato in ambienti simili su Marte.
Oasi microbica scoperto sotto il deserto di Atacama
La vita è vivace sotto il deserto più arido della Terra. Un team di scienziati spagnolo-cileno hanno trovato batteri e di archeobatteri (primitive  ) che vivono due metri sotto i substrati di ipersalina nel  in Cile, secondo la rivista Astrobiology .Lo abbiamo chiamato un ‘oasi microbica’ perché abbiamo trovato i microrganismi in via di sviluppo in un habitat che era ricco di salgemma ( ) e altri composti altamente igroscopici (anidrite e  ) che assorbono l’acqua “, ha spiegato Victor Parro, ricercatore del Centro di (CSIC-INTA, Spagna) e coordinatore dello studio.


Inoltre, i substrati in cui i  vivono sono in deliquescenza , significa che possono attrarre l’umidità nell’aria limitata, condensando sulla superficie dei cristalli di sale. Formando film sottili di acqua che sono nella misura di pochi micron.
In questo ambiente, i microrganismi sotterranei per crescere  hanno  tutto ciò di cui hanno bisogno per vivere: cibo e acqua. Le specie non sono molto diversi dagli altri in ambienti  simili, ma la cosa singolare è che sono state scoperte ad una profondità tra i 2 ei 3 metri, senza ossigeno e la luce del sole.
Per effettuare questa indagine, gli scienziati hanno utilizzato uno strumento chiamato SOLID (  Detector), che è stato sviluppato dal team di ricerca con lo scopo di usarlo per le future missioni su Marte.
Il nucleo di SOLID è un  detta LDChip-che include fino a 450 anticorpi per identificare materiale biologico, come zucchero, DNA e proteine. I campioni possono essere presi, incubati ed elaborati automaticamente ed i risultati possono essere osservati in un’immagine con punti lucidi che mostrano la presenza di certi composti e microrganismi.
Utilizzando questa tecnica, i ricercatori in collaborazione con l’Università Cattolica del Nord in Cile hanno confermato la presenza di batteri e Archaea sotterranea nel deserto. Essi hanno altresì preso campioni da una profondità di fino a 5 metri e portati al laboratorio, dove non solo erano in grado di fotografare i microrganismi con il microscopio elettronico, ma anche ‘li  portati a vita’  alimentati con acqua.
Lezioni per Mars
“Se ci sono microbi simili su Marte o rimane in condizioni simili a quelle che abbiamo trovato in Atacama, li potremmo rilevare con strumenti come SOLID” evidenzia Parro.
Il ricercatore ha spiegato che i depositi salini sono stati trovati sul pianeta rosso, quindi è possibile pensare che là forse  ci sono ambienti ipersalini nel suo sottosuolo. ”L’elevata concentrazione di sale ha un duplice effetto: assorbe acqua tra i cristalli e abbassa il punto di congelamento, in modo che possano avere film sottili di acqua (in salamoia) a temperature di parecchi gradi sotto zero, fino a meno 20 ° C.”
Il livello di sale e la mancanza di  può contribuire a conservare la molecole biologiche, in modo che fosse possibile trovare prodotti biologici in materiali di questo tipo, anche se non ci sono microrganismi vivi da milioni di anni.
Per maggiori informazioni: Parro et al. ”Un’oasi microbica nel Atacama ipersalina sottosuolo scoperto da un chip del rivelatore vita: implicazioni per la ricerca di vita su Marte”. Astrobiologia 11 (10):. 969-96, dicembre 2011Doi: 10.1089/ast.2011.0654

Beirut,il mistero del fiume rosso sangue!

17 feb. 2012 - LIBANO - Le acque solitamente grigiastre del fiume di Beirut (al-nahr, per i locali) si sono tinte di rosso sangue dopo che del liquido dello stesso colore ha incominciato a defluirvi dalla sponda meridionale del fiume nel quartiere di Furn al-Shebbak. Le autorità locali hanno provato ad identificare con precisione il canale di scarico di provenienza del liquido, ma non sono riuscite a localizzarlo, sebbene la lista dei sospetti sia ormai stata ridotta allo stesso quartiere di Furn al-Shebbak, Hadath, Hazmieh, Sin al-Fil o Shiyah.

Il ministro libanese dell’ambiente, Nazem Khoury, ha inviato degli esperti a raccogliere campioni dell’acqua del fiume per esaminarli, così da determinarne la composizione e informare i cittadini sulla natura del colorante. I risultati delle analisi dovrebbero essere resi noti entro una settimana al massimo.

Secondo Bassam Sabbagh, capo dell’ufficio del controllo dell’inquinamento ambientale, si tratta probabilmente di sostanze chimiche scaricate illecitamente nelle acque del fiume da una fabbrica, probabilmente una conceria, ma c’è chi – come Saad Elias, cosigliere del ministro – pensa possa trattarsi di sangue e resti di animali riversati nel fiume dai mattatoi cittadini.

Non sarebbe tuttavia da escludere l’ipostesi che possa essere un’azione dimostrativa. Il fiume potrebbe essere stato tinto di rosso a sostegno della rivolta in Siria, su esempio delle azioni di disobbedienza civile degli attivisti siriani che proprio con del liquido rosso hanno già rievocato il sangue dei martiri nella fontana di piazza Sabaa Baharat a Damasco e in altre fontane della città.

Continua la strage di delfini lungo le coste del Peru'

17 feb. 2012 - PERU' - Continua in modo inarrestabile a strage di delfini lungo il tratto di costa nel nord del Peru',almeno 264 esemplari sono stati rinvenuti senza vita nelle ultime settimane.Le autorita' stanno cercando di comprendere cosa stia uccidendo i poveri anmali,analisi su campioni rinveuti sono state effettuate.
http://www.ntnews.com.au/article/2012/02/14/288701_fishing.html

“Ci sarà un giorno in cui gli uccelli cadranno dal cielo, gli animali che popolano i boschi moriranno, il mare diventerà nero e i fiumi scorreranno avvelenati. Quel giorno, uomini di ogni razza si uniranno come guerrieri dell’arcobaleno per lottare contro la distruzione della Terra”


questa e' la profezia degli Hopi che sembra che si stia avverando l'uomo ha gia' fatto troppi danni su questo pianeta e non merita di abitarlo,l'egoismo e la cattiveria che imperversa nell'animo e nelle menti dei governanti portera' l'uomo all'autodistruzione...e quel giorno non e' lontano.
Terrarealtime


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