17 feb. 2012 - LIBANO - Le acque solitamente grigiastre del fiume di Beirut (al-nahr, per i locali) si sono tinte di rosso sangue dopo che del liquido dello stesso colore ha incominciato a defluirvi dalla sponda meridionale del fiume nel quartiere di Furn al-Shebbak. Le autorità locali hanno provato ad identificare con precisione il canale di scarico di provenienza del liquido, ma non sono riuscite a localizzarlo, sebbene la lista dei sospetti sia ormai stata ridotta allo stesso quartiere di Furn al-Shebbak, Hadath, Hazmieh, Sin al-Fil o Shiyah.
Il ministro libanese dell’ambiente, Nazem Khoury, ha inviato degli esperti a raccogliere campioni dell’acqua del fiume per esaminarli, così da determinarne la composizione e informare i cittadini sulla natura del colorante. I risultati delle analisi dovrebbero essere resi noti entro una settimana al massimo.
Secondo Bassam Sabbagh, capo dell’ufficio del controllo dell’inquinamento ambientale, si tratta probabilmente di sostanze chimiche scaricate illecitamente nelle acque del fiume da una fabbrica, probabilmente una conceria, ma c’è chi – come Saad Elias, cosigliere del ministro – pensa possa trattarsi di sangue e resti di animali riversati nel fiume dai mattatoi cittadini.
Non sarebbe tuttavia da escludere l’ipostesi che possa essere un’azione dimostrativa. Il fiume potrebbe essere stato tinto di rosso a sostegno della rivolta in Siria, su esempio delle azioni di disobbedienza civile degli attivisti siriani che proprio con del liquido rosso hanno già rievocato il sangue dei martiri nella fontana di piazza Sabaa Baharat a Damasco e in altre fontane della città.
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