MONITORAGGIO SISMICO LIVE CAMPI FLEGREI

Il Messico devastato da tempeste tropicali,decine le vittime!

16 Ott. 2011, almeno 2 sistemi ciclonici hanno devastato la costa pacifica e centrale del Messico provocando  38 vittime e decine di migliaia sfollati.Piogge torrenziali e venti sostenuti hanno provocato frane ed inondazioni in Guatemala dove alcuni ponti sono stati letteralmente portati via dalla forza delle acque,almeno 21 le vittime accertate nel paese e 55.000 sfollati dalle inondazioni.

El Hierro: si temono possibili esplosioni!



15 Ott. 2011-Gli scienziati del National Geographic Institute (IGN) e National Research Center hanno confermato, nel pomeriggio di oggi, una eruzione sottomarina in acque poco profonde.

In risposta, il Governo delle Canarie ha deciso di aumentare l'emergenza a luce rossa, livello 1, in cui, oltre alle evacuazioni obbligatorie, ha mobilitato le risorse necessarie per le attività di intervento e di logistica. Questo indirizzo è stato trasmesso alla gente di La Restinga, che deve seguire da vicino le raccomandazioni delle autorità e dei membri della protezione civile.

Individuati dal controllo effettuato da un elicottero nell'area interessata, a circa 2.400 metri dal punto più vicino della costa, numerosi frammenti di lava fumante in sospensionesulla superficie del mare, in una zona di circa 100 metri e circondati da bolle di gas. Inoltre hanno osservato un cambiamento nel colore nell'acqua marina che appare più scura e turbolenta. Ciò indica che l'eruzione si sta verificando a soli 150 metri di profondità.



Trema ancora la Calabria una nuova scossa di 2,8 Richter


15 Ott. 2011 - Una scossa di magnitudo 2,8 gradi della scala Richter è stata avvertita in Calabria alle ore 9:36 di oggi, sabato 15 ottobre 2011. La scossa è stata rilevata con epicentro nel distretto sismico Le Serre nel territorio compreso tra le province di Vibo Valentia e di Catanzaro. La scossa è stata registrata alle coordinate 38.828° N, 16.368° E alla profondità 11,5 chilometri. Nella serata di ieri, nella stessa zona, era stata registrata una scossa di 3,7 gradi, che, stando a quanto appreso dalla Protezione Civile, non ha fatto registrare danni a cose o persone. Anche per questa scossa odierna, secondo le prime comunicazioni, non ci sarebbero stati danni a cose o persone. E, proprio la Protezione civile, relativamente alle procedure che si pongono in essere ogni qual volta si producono fenomeni del genere, ci spiega: «Se la scossa risulta avvertita - si tratta di un controllo che fa il Dipartimento attraverso le Prefetture, le Provincie e i Comuni - emettiamo un comunicato relativo alla scossa». Spesso, sono i cittadini a fare delle segnalazioni. «Ma non è una procedura standard. Ognuno si rivolge a chi meglio crede e la percezione - Carabinieri, Polizia, Vigili del fuoco - e la percezione del terremoto varia di persona in persona. Ci può essere qualcuno che avverte il terremoto e non intende chiamare alcuno».
Il terremoto è stato localizzato con i dati di 13 stazioni della Rete Sismica Nazionale dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingvi). La localizzazione epicentrale è quella rivista dagli operatori della Sala Sismica dell’Ingc e comunicata al Dipartimento di Protezione Civile subito dopo l’evento. I dati relativi a ogni terremoto rilevato dalla rete Ingv vengono rivisti successivamente da personale specializzato prima di essere inseriti nel Bollettino della sismicità italiana.
Come riporta l’Ingv, «I valori delle coordinate ipocentrali e della magnitudo rappresentano la migliore stima con i dati a disposizione. Eventuali nuovi dati o analisi potrebbero far variare le stime attuali della localizzazione e della magnitudo». In ogni caso, «sebbene tutti i parametri forniti siano stati rivisti da analisti sismologi - comunica ancora l'istituto -, nessuna garanzia implicita o esplicita è fornita. Ogni rischio derivante da un uso improprio dei parametri o dall'utilizzo delle informazioni inaccurate è assunto dall’utente».

Lo Yeti esiste veramente lo dicono i Russi

Lo Yeti esiste davvero e vive indisturbato nelle montagne siberiane: ne sono convinti i membri del governo di Kemerovo, regione russa della Siberia sud-occidentale, che hanno annunciato di aver trovato "prove inconfutabili" della presenza dell'abominevole uomo delle nevi nella zona.


Tra queste, vi sarebbero le orme lasciate dall''uomo-orso' e persino alcuni capelli appartenenti alla leggendaria creatura.

"Durante una spedizione nella caverna di Azasskaya, i partecipanti hanno raccolte prove inconfutabili che dimostrano che le montagne Shoria sono abitate dallo yeti", ha fatto sapere l'amministrazione di Kemerovo con un comunicato pubblicato sul proprio sito internet.


Alla spedizione partecipavano anche ricercatori provenienti dagli Usa, dal Canada e da diversi altri Paesi i quali avrebbero trovato non solo le impronte del mostruoso animale ma anche "il suo letto" e una serie di inconfondibili segnali con cui lo yeti aveva marcato il territorio.

Ritrovamenti, ha annunciato il governo di Kemerovo, che saranno analizzati dagli scienziati in un laboratorio speciale.

L'amministrazione starebbe pensando anche di creare un "centro speciale dedicato allo studio dello Yeti", accompagnato da un giornale dove trovare ogni informazione sull'argomento.

Creatura leggendaria che - secondo la tradizione - popola l'Himalaya, lo yeti viene descritto come un gigantesco animale, meta' uomo e meta' scimmia, con una folta pelliccia di colore bianco.

Il nome deriva dal termine yeh-teh, "quella cosa li'", espressione usata dagli sherpa per indicare il mitico animale.

I primi avvistamenti dell'abominevole uomo delle nevi (la definizione e' di conio giornalistico e deriva dal nepalese Metoh Kangmi, 'uomo-orso') risalgono al 1407, quando il bavarese Johann Schiltberger si sarebbe imbattuto nello yeti sulla catena degli Altai, presso i confini occidentali della Mongolia.

Da allora, gli incontri ravvicinati si sono moltiplicati cosi' come il ritrovamento di misteriosi reperti anatomici. Tra questi ultimi, una gamba risalente a migliaia di anni fa e che fu scoperta in un ghiacciaio sulle montagne dell'Altai nel 2003. L'arto, ricoperto di pelo rossiccio e il cui piede era dotato di artigli, fu esaminato ai raggi X; gli scienziati conclusero che non apparteneva ad alcun animale vivente o scomparso noto all'uomo.

fonte AGI

Australia: il SE del Qeensland colpito da forti grandinate e venti dannosi

15 Ottobre 2011 - AUSTRALIA -Il  sud-est del Queensland sarà interessato da una seconda giornata di pioggia battente, dopo i violenti temporali di ieri che hanno ucciso un autista in cerca di riparo. La pioggia mortale e grandine ha sferzato  il sud-est  del Queensland Giovedi' lasciando migliaia di case senza elettricità e centinaia di case e aziende gravemente danneggiate. Un uomo è stato ucciso da un albero che è caduto sulla sua auto mentre parcheggiava a lato della Johnson Rd a Hillcrest a Logan City. Una donna è stata uccisa in un incidente stradale causato dalla pioggia pesante a Pittsworth, nei pressi di Toowoomba. 

Tre eruzioni vulcaniche sottomarine segnalate al largo della costa di El Hierro

15 Ottobre 2011,El Hierro sarebbero confermate 3 eruzioni sottomarine a largo della costa di La Restinga,villaggio dell'isola completamene evacuato dalle autorita',secondo gli esperti la situazione al momento sarebbe stabile sono state confermate 3 fronti eruttivi sottomarini al largo della costa,molto ben descritti nei video che seguiranno.


Urano il pianeta "coricato"


Nella notte del 13 marzo 1781 William Herschel, musicista di professione e sconosciuto astronomo dilettante, scoprì il pianeta Urano mentre stava sistematicamente scandagliando il cielo con il suo telescopio, di appena 15 centimetri di diametro, autocostruito. All’inizio non si rese conto di ciò che aveva scoperto e pensò si trattasse del nucleo di una cometa. Nelle notti successive scoprì che il corpo celeste si spostava lentamente attraverso lo sfondo delle stelle distanti della costellazione del Toro e comprese che l’oggetto non poteva essere una stella.La spiegazione più semplice era che si trattasse di una nuova cometa e quindi Herschel presentò la propria scoperta alla Royal Society d’Inghilterra. Con l’accumularsi delle osservazioni fu ben presto chiaro, dal tipo di orbita percorsa dal corpo celeste, che non si trattava di una cometa ma di un pianeta ed Herschel divenne improvvisamente famoso per aver scoperto un nuovo mondo. La clamorosa scoperta trasformò Herschel in una celebrità e gli valse uno stipendio annuale da parte di re Giorgio III, l’allora sovrano d’Inghilterra. Per riconoscenza verso il suo re propose di chiamare il nuovo pianeta “Pianeta Giorgiano” ma, dopo diverse controversie, la comunità astronomica decise di chiamarlo “Urano”, dal nome del dio greco. 


La soluzione trovata presenta un carattere di continuità con le denominazioni dei pianeti esterni scelte dagli antichi astronomi. Infatti il padre di Marte è Giove e quello di Giove è Saturno, che a sua volta è figlio di Urano. In retrospettiva, una volta nota l’orbita, si evidenziò che Urano, al limite della visibilità ad occhio nudo, era stato osservato precedentemente più volte da vari astronomi, ma nessuno ne aveva notato lo spostamento. Urano si muove intorno al Sole ad una distanza di quasi tre miliardi di chilometri, ovvero due volte quella di Saturno, il pianeta più distante conosciuto fin dall’antichità. Urano, per completare un intero giro intorno al Sole, impiega ben 84 anni e poiché ruota su se stesso in 17,24 ore terrestri il suo anno è lungo più di 45 mila giorni uraniani.

Herschel continuò a osservare il pianeta appena scoperto e nel 1787, con un nuovo telescopio di 45 centimetri di diametro, scoprì due satelliti, poi battezzati da suo figlio John con i nomi shakespeariani di Titania e Oberon. Dallo studio delle loro orbite risultò che Urano aveva una massa quindici volte maggiore di quella terrestre con una densità di soli 1,27 grammi per centimetro cubo, e ciò sta a indicare una costituzione prevalentemente gassosa. Nel 1851 l’astronomo William Lassel trovò due satelliti più piccoli e più vicini al pianeta, Ariel e Umbriel e nel 1948 Gerald Kuiper scoprì Miranda, il quinto satellite di Urano, di dimensioni più piccole rispetto a tutti gli altri e più vicino al pianeta. A causa dell’enorme distanza il globo del pianeta presenta un piccolo diametro apparente di soli 4 secondi d’arco per cui è risultato sempre difficile scorgerlo. Osservato con il telescopio più grande della nostra associazione, del diametro di 40 centimetri, appare come un dischetto di colore acquamarina, bello da vedere ma privo di dettagli superficiali.

Ciò nonostante, già dal 1908, con l’ausilio di uno spettrografo, erano state individuate numerose bande di assorbimento, interpretate con la presenza di metano nell’atmosfera del pianeta. Ma la sorpresa più grande giunse nel 1977 durante lo studio dell’occultazione di una stella da parte di Urano. I ricercatori, a bordo di un osservatorio volante posto entro un aereo appositamente modificato, rilevarono fluttuazioni luminose della stella, interpretate come dovute a effetti di oscuramento per la presenza di una serie di anelli attorno al pianeta. La conferma della presenza di anelli avvenne però solo grazie alla sonda Voyager 2 che iniziò la vera esplorazione di Urano. Quando il 24 gennaio 1986 il Voyager sfiorò Urano a 80.000 chilometri di distanza i segnali impiegarono due ore e cinquanta minuti per raggiungere la Terra. Furono scattate migliaia di fotografie nelle poche ore del sorvolo ravvicinato che consentirono di acquisire molte più informazioni di quante ottenute in due secoli di difficili osservazioni al telescopio. Osservando le immagini di Urano (ottenute con filtri blu, verde e arancione) si nota un’atmosfera azzurrognola dovuta alla presenza di metano negli strati alti dell’atmosfera. Alle basse temperature presenti nello strato atmosferico superiore (-213° C), il gas metano congela e forma uno strato di nubi e particelle di nebbia a causa dell’azione di raggi ultravioletti solari sul metano. La nebbia e le nubi di metano danno al pianeta un aspetto soffuso e nascondono alla vista l’atmosfera inferiore. Vi si scorgono con difficoltà nubi biancastre di metano gelato che sono spinte da venti che raggiungono i 600 km/h. Ma senza dubbio l’aspetto più straordinario del pianeta è l’inclinazione del suo asse di rotazione, circa 98 gradi, che fa sembrare il pianeta “coricato”. Al passaggio del Voyager il polo Sud di Urano era rivolto verso il Sole e la Terra ed è stato uno spettacolo osservare gli anelli e le sue lune descrivere dei cerchi concentrici, girando intorno ad esso come in una ruota panoramica. Gli anelli sono formati da frammenti di ghiaccio e roccia, mista a polvere costituita da piccoli granelli e da una moltitudine di finissime particelle di un centesimo di millimetro e questo fa sì che risultino deboli e difficilmente osservabili da Terra. Come già per Saturno anche intorno ad Urano il Voyager scoprì l’esistenza di piccole lune collocate vicino agli anelli, che con la loro pur debole gravità contribuiscono a confinarli e a stabilizzarli; esse sono denominate “satelliti pastore”. Le piccole lune scoperte dal Voyager sono tutte interne all’orbita di Miranda e sono: Cordelia, Ofelia, Bianca, Cressida, Desdemona, Juliet, Porzia, Rosalind, Belinda, Puck e Mab.

Ma non basta, nel 1992 il grande telescopio di Monte Palomar scopriva Calibano e nel 1999 sono state scoperte altre tre piccole lune, Stefano, Prospero e Setebos, portando così il totale a ventuno. Ma non è finita: nel 2001 vengono rivelati Trin****, Ferdinando e Francisco. Nel 2004 le osservazioni del telescopio spaziale Hubble fanno salire il conto a ventisette con Cupido e Margherita. Tutti questi nomi sono ispirati alle opere degli scrittori e poeti Shakespeare e Pope. Ma perché Urano ruota coricato su un fianco? Anche se il Voyager non ha trovato “il colpevole”, ha scoperto prove evidenti che durante le prime fasi di vita del sistema solare sono avvenute violente collisioni e i satelliti di Giove, Saturno e dello stesso Urano ne portano i segni. Quando i numerosissimi detriti e frammenti in orbita intorno al Sole neonato si aggregarono dando origine a corpi di dimensioni planetarie, le collisioni che avvennero per ultime furono le più violente e si pensa che un corpo delle dimensioni della Terra abbia urtato lateralmente Urano rovesciandolo su un fianco.

http://www.vulcanonews.it/news/128/Urano-il-pianeta-coricato.html

 


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