«Ogni bicchiere di latte di mucca raddoppia la quantità dell’ormone IGF-1 nel corpo umano, sostanza che sostiene l’aumento di dimensioni del cancro». Robert Cohen, Milk, A-Z
L’informazione ormonale del latte, quella della crescita veloce (utile al vitello che cresce fino a 300 Kg in pochi mesi) potrebbe avere a che fare con la crescita veloce di cellule come fibromi, sarcomi, cancri. Il Prof. Franco Berrino, Medico Epidemiologo del Dipartimento di Medicina Preventiva e Predittiva di Milano, lo spiega chiaramente:
“Io mi baso su un ragionamento, so che chi beve latte ha i livelli di IGF-1 più alti nel sangue, una quindicina di studi lo hanno coerentemente mostrato. Chi ha i livelli più alti nel sangue, e questi sono i nostri grandi studi prospettici che lo dimostrano, si ammala di più di cancro. Conosco un solo studio, che è il nostro, che ha guardato i fattori di crescita in rapporto alla prognosi dei tumori della mammella: è un piccolo studio, fatto soltanto su 110 pazienti, ma troviamo che chi ha i fattori di crescita più alti si ammala di più di metastasi.
Raccomando a chi ha un tumore di NON bere latte di mucca. Le alternative vegetali
Per cui io raccomando a tutti quelli che hanno un tumore di NON bere latte di mucca, per il latte di cereali non c’è nessun problema. Teniamo presente che anche i legumi sono ricchi di proteine: noi raccomandiamo di metterli ad ogni pasto perché hanno la meravigliosa proprietà di rallentare la velocità di assorbimento degli zuccheri, però in piccola quantità perché sono molto proteici. Ci sono più proteine nei fagioli secchi che nella carne e la soia in particolare è ricca di proteine, quindi va benissimo usare anche il latte di soia in cucina. L’importante è fare attenzione che non ci sia zucchero aggiunto: il latte di riso deve essere fatto con il riso integrale, il latte d’avena deve essere fatto con l’avena, il latte di soia deve essere fatto con la soia, non con tante altre aggiunte e cose che l’industria ci mette dentro. A volte sono molto dolci questi latti di cereali commerciali, per cui bisogna assicurarci che non facciano alzare tanto la glicemia.”
Lorenzo Acerra, nel suo ultimo libro Il mal di latte documenta, in modo accurato, come gli elementi contenuti nel latte lavorato dall’industria alimentare (fenilalanina, tirosina, fosfati, ADH, IGF-I, ecc.) possono essere collegati all’insorgere di diabete, problemi di permeabilità intestinale, allergie, otiti, tonsilliti, coliche, sinusiti, orticarie, disturbi al sistema vascolare, osteoporosi, disturbi ormonali, ecc.
Nessun commento:
Posta un commento