Diversi autori antichi, tra cui Erodoto, Strabone,
Diodoro e Plinio, scrivono di un leggendario labirinto egizio, nel quale
sarebbero conservati i segreti più importanti della storia egiziana e
dell'umanità intera. Molti ricercatori credono che il Labirinto di
Meride, scoperto nel 1888, corrisponda a quello descritto dagli autori
antichi.
Un labirinto sotterraneo perduto nelle nebbie della storia, pieno di
geroglifici scolpiti sulle sue mura di pietra, dove sarebbe contenuta
tutta la conoscenza dell’antico Egitto, è oggetto di leggenda
millenaria.
Autori come Erodoto, Strabone, Diodoro e Plinio ne hanno descritto i
particolare nelle loro opere. Tuttavia, l’età del labirinto e le sue
origini non sono chiare. Erodoto, autore del 5° secolo a.C., afferma che
al suo tempo il labirinto era antico già di 1300 anni e così lo
descrive scrive nella sua opera:
«Ed io ho visto; è superiore a qualsiasi cosa si possa dire in
merito; già le piramidi sono al di sopra di ogni possibile descrizione,
ma il Labirinto vince il confronto anche con le piramidi».
Quali segreti conteneva questo leggendario complesso sotterrano
gigante? La sua scoperta potrebbe essere una delle più importanti per la
storia dell’umanità?
Molti autori pensano che il Labirinto di Meride, costruito in Egitto
ad Hawara presso il lago di Meride nel Fayyum , possa corrispondere alle
descrizioni trasmesse dagli autori antichi. Scoperto nel 1888
dall’archeologo Flinders Petrie , della struttura originaria purtroppo
ci sono pervenute solo poche rovine e frammenti di colonne in granito.
L’area nella quale fu costruito, a sud della piramide di Amenenhat
III, doveva aggirarsi intorno ai 7 mila m², su cui furono edificate 3
mila stanze in due piani, uno dei quali sotterraneo e dodici cortili.
Sembra che il suo scopo principale fosse di tipo religioso. Studi
archeologici in corso stanno cercando di ricostruire la complessa e
complicata planimetria dell’edificio.
La descrizione di Erodoto sembra combaciare molto bene alle rovine scoperte da Flinders Petrie:
«Vi sono dodici cortili coperti, che hanno porte opposte tra loro
e sono: sei rivolti verso nord e sei verso sud, contigui. Lo stesso
muro li chiude tutt’intorno dall’esterno. Vi sono stanze in doppio
ordine. Quelle a livello del suolo che ho visitato, attraversato e
quelle sottosuolo, 3000 in numero, 1500 per ciascun ordine».
Erodoto scrive anche che il leggendario complesso contenesse i
feretri dei dodici re che hanno costruito il labirinto, più un luogo di
riposo per i coccodrilli sacri. Ma, finora, nessun corpo umano è stato
ancora trovato all’interno dello scavo.
Secondo gli archeologi, il Labirinto di Meride era parte integrante
del Tempio funerario di Amenemhet III (1842 a.C.-1797 a.C.) . Quando
Flinders Petrie esplorò il sito prima e durante il 1911, rinvenne i nomi
di Amenemhet III e della figlia Sebeknofru. Nel complesso sono stati
ritrovati frammenti di due colossali statue del sovrano assiso ma delle
quali rimangono solo i piedistalli.
Per molti anni, nessun ricercatore ha mai messo in dubbio che il
labirinto descritto dagli antichi autori greci corrisponda al Labirinto
di Meride.Tranne Erich von Däniken. Nel suo libro “Gli occhi della Spinge”
scritto nel 2003, von Däniken, analizzava nel dettaglio gli studi di
Petrie, concludendo che il vero labirinto non è stato ancora tirato
fuori, e forse aveva ragione! Nella sua opera, Erodoto scrive:
«Accanto all’angolo del Labirinto vi è una piramide alta quaranta
orge sulla quale vi sono scolpiti animali di grandi dimensioni. Vi si
accede da una strada sotterranea. Al centro del lago si elevano due
piramidi. Ognuna si erge per circa 50 orge e la parte sotto le acque
conta altrettanto.
Sopra le piramidi si trova una statua colossale di pietra che
siede in trono. Il soffitto dei locali è di pietra come le pareti piene
di figure scolpite, mentre ogni cortile è circondato da colonne di
pietre bianche connesse fra loro alla perfezione. Il tetto di tutte
queste costruzioni è in pietra e così pure i muri ricoperti da
iscrizioni».
Nel 2008, la Mataha Expedition
ha eseguito una scansione del suolo di Haware, rilevando numerosi
indizi di camere e spessi muri posti a notevole profondità sotto la
superficie.
I risultati della scansione, eseguite a sud della piramide, mostrano
pareti verticali di uno spessore medio di diversi metri, collegate per
formare un certo numero di ambienti chiusi, caratteristiche che non
sembrano alla planimetria di un labirinto.
Scavando, i ricercatori, si sono imbattuti in muri e strutture a
circa 2,5 m di profondità. Non c’era nient’altro che che muri e case di
mattoni di fango. Questo strato, secondo gli archeologi, risale al
periodo romano e tolemaico.
Sotto questo strato, incombe un blocco di pietra gigantesco, che già
Petrie aveva segnalato. Gli scienziati hanno quindi scansionato l’area
sotto il blocco e quello che hanno trovato ha confermato la loro
ipotesi: sotto ci sono centinaia di stanze. Quello che Petrie credeva
essere il pavimento, in realtà era il soffitto!
La Mataha Expedition aveva fatto una delle più grandi scoperte della
storia: la sotto si trova il leggendario Labirinto d’Egitto. Purtroppo,
questa sorprendente scoperta non è stata divulgata in maniera
appropriata per l’ostracismo incomprensibile del governo egiziano.
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