Il petrolio impiegato dagli USA come arma non convenzionale

Solo pochi mesi fa nessuno si sarebbe aspettato di veder crollare il greggio sotto 70 dollari al barile, il calo è di quasi il 40% rispetto ai massimi di di giugno. Molti stati, specialmente i più dipendenti dall’oro nero, sono in difficoltà a sistemare i bilanci.

Ciò che i giornali non scrivono è che forse si tratta di un piano preordinato dagli Stati Uniti come arma contro il resto del mondo.
Mi spiego. Dal 2008 gli USA hanno dichiarato guerra a tutto il sistema della produzione e consumo di petrolio, dopo avere salvato con miliardi di miliardi di dollari le banche strafallite causa i subprime.
Tranne una: Lehman Brother nei meandri contabili della quale erano stati occultati i fondi neri (black budget) serviti per creare l’Obamamania e insediare un nero alla Casa Bianca nel paese più razzista dell’universo.  Questo è il motivo per cui la banca non è stata salvata e Obama ha poi regalato oceani di denaro pubblico graziando le altre.
Ora, dal 2008 gli USA, grazie alle shale gas e altre nuove tecniche di estrazione petrolifera, hanno incrementato la loro produzione del 50% divenendo il primo produttore mondiale.
La crisi e la legge di mercato hanno fatto il resto. I paesi dell’OPEC hanno capito il gioco e si sono rifiutati di tagliare la produzione sicché sostenere il prezzo del greggio.
Gli USA che sono il assommo divoratore al mondo di energia, anelano il prezzo della benzina più basso possibile per i giganteschi SUV e pickup in mano agli automobilisti nordamericani. A subire le conseguenze, maggiormente i paesi i cui introiti pubblici dipendono in particolare sulle accise sui carburanti.
Una osservazione non triviale. Causa la svalutazione del rublo sul dollaro, in cui viene prezzato l’oro nero, la Russia paga il petrolio più di sei mesi fa quando il rublo, la divisa della Federazione Russa, valeva oltre il 50% in più. mentre il petrolio russo viene venduto in dollari a 40% in meno il barile.
Gli USA, come sempre cowboy predoni globali, stanno sterilizzando la concertazione globale del prezzo del petrolio (cartello OPEC) in nome dei loro interessi commerciali endogeni e militari esogeni. Col petrolio troppo basso, per molti paesi diventa sconveniente, se non antieconomico, estrarlo. Si tratta di un vero e proprio atto di guerra non convenzionale.
Questo è un cambio di scenario nei rapporti economici internazionali dalle conseguenze incalcolabili al momento, nel senso letterale del termine, che non siamo in grado di calcolarle.
PS ‘Ferrari valuta di spostare la sede fiscale all’estero. No comment da Fiat’ Come dissi già nel 2009 gli USA ci fottono i gioielli di famiglia grazie ai loro incantatori di serpenti Renzi e Grillo. Vogliono anche la Ferrero (Nutella), come scrissi già nel 2008.

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