Finche i popoli non si organizzeranno,le elite non temeranno nessuna azione

Nota personale:Finché i popoli non si organizzerano in una struttura coordinata e disciplinata,con scopi precisi e obbiettivi primari irremovibili,blandendo il principio di non resa e di distruzione del sistema
come lo conosciamo,per sostituirlo con un sistema alternativo e incentrato sull'amore al posto dell'avidita dei pochi,le elite non temeranno nessuna di queste reazioni sporadiche,anzi il caos programmato o casuale,favorisce ancora di più la presa del potere,avendo cosi la scusa di poter esasperare il controllo e agevolare i loro piani di dominio.

I leader capaci e spirituali devono cominciare a mettersi alla testa delle masse,essi devono cominciare a organizzare la resistenza contro il nemico di tutto il genere umano,l'elite usurai mondialista e i loro servi,bisogna cominciare a concepire la questione per quello che è,una guerra totale che mira alla distruzione di tutto il nostro pianeta e di noi stessi,e che per i sopravissuti di tali eventi,forse sarà preferibile la morte stessa.
Si devono creare strutture e organizzazioni capillari in tutti i territori,organizzate e gestite sia in modo autonomo a livello locale,ma che siano pronti a compattarsi in un unico corpo,per gli obbiettivi principali e primari,la questione deve essere strutturata a livello militare,organizzativo,logistico,psicologico e di difesa.
E' ora di cominciare a concepire altri sistemi che si contrappongono agli attuali disumani e schiavisti,dare le alternative è di vitale importanza per spostare il pendolo sul lato opposto,in modo che essi rimangano isolati con la loro falsa ideologia che mira alla schiavitù totale dell'uomo.E quindi di conseguenza questo sistema attuale venga azzerato resettato,e da cui si possa ripartire con opposti sistemi e condizioni.
La battaglia sarà lunga e terribile,ma noi vinceremo,e si ricordino i signori del denaro e i loro luridi leccaculo,che non avremo nessuna pietà,la loro stirpe verra cancellata dalla faccia della terra per sempre,noi veniamo per distruggere non per trattare.
white wolf

Ferguson come l’Eternit, come Stefano Cucchi e le elezioni in Emilia Romagna. Non è una forzatura. Sono molti i fili che legano quattro episodi lontani tra loro geograficamente, socialmente, per poteri statuali interessati. Il primo, il più evidente, è la logica sostanziale della giustizia, che riguarda i primi tre. Non è una novità che gli industriali vengano assolti per i reati commessi all’interno della propria “attività imprenditoriale”, così come non lo è la salvezza garantita ai poliziotti che ammazzano senza alcun motivo. La novità sta nella dimensione della strage. La sentenza Eternit arriva a cancellare responsabilità per oltre 2.000 morti accertati finora e per le migliaia che si verificheranno nei prossimi anni.
E non dovrebbe esistere differenza, in sede giudiziaria, tra un omicidio commesso con un’arma da fuoco o da taglio e uno (un numero indefinibile, in questo caso) realizzato esponendo consapevolmente un’intera popolazione all’azione cancerogena dell’amianto. Un veleno è un veleno; non c’è differenza tra il metterlo nella minestra o sulla catena di montaggio. Cambia solo la dimensione.
Ferguson e Cucchi sono molto più simili. Non c’è differenza tra un bianco e un nero, tra Italia e Usa. Lì come qui, i poliziotti che uccidono ritengono di “aver semplimente fatto il nostro lavoro”, o perlomeno si giustificano con questa frasetta usata da tutti i nazisti di seconda schiera (e che non venne accolta nel processo di Norimberga, giustamente). E pretendono l’impunità, minacciando. La novità sta nel ritorno prepotente al passato remoto, all’impunità dichiarata per il potere economico e i suoi guardiani armati. La novità sta dunque nella cancellazione totale delle culture sorte dalla grande sommossa globale degli anni ‘60 e ‘70, che avevano – tra l’altro – spinto decisamente per inverare il principio giuridico astratto “la legge è uguale per tutti”. Processando i criminali economici e militari nelle piazze e spesso anche nei tribunali, portando il barlume della coscienza critica anche tra alcuni magistrati, e persino tra alcuni poliziotti.
scontri con la polizia nella cittadina di Ferguson, in Missouri USA
Se l'incidente dove è rimasto ucciso un ragazzo,per mano di un agente di polizia,sia stato un fatto causale,siamo sicuri che la decisione del giudice che ha giudicato l'agente di polizia coinvolto, totalmente non responsabile dell'accaduto,sia stato un atto premeditato per spingere alla ribellione le masse, e cosi poter testare la repressione delle forze dell'ordine,sulle masse per gli eventi futuri,che cominceranno ad essere sempre più autoritari e violenti.Noi crediamo che questa vicenda sia stata voluta e sostenuta per creare un banco di prova per altri eventi,come ad esempio il crack mondiale dell'economia,dove la repressione e lo stao di polizia saranno garantiti dalla legge marziale,questi sono possibili scenari a cui si dovra sicuramente fare fronte in futuro.
Sarebbe facile concluderne che si tratta solo della solita “giustizia di classe”, quindi di una riscoperta dell’acqua calda. La definizione è giusta, naturalmente, ma se ripetuta in modo atemporale, per eventi distanti migliaia di chilomentri o alcune decine di anni, diventa uno slogan già sentito, che spiega poco. Che disarma, invece di mobilitare. Intanto: di quale classe? E con quali metodi? Parlare di “borghesia” quando si analizzano le imprese multinazionali o i consigli di amministrazione delle banche d’affari globali restringe la possibilità di capire. Stiamo parlando di un’evoluzione della specie che fa apparire i “padroni” del Novecento come una scimmia a confronto con l’uomo.
Non a caso i nostrani “padroncini” italiani si comportano esattamente come residui di un modo di “fare impresa” che era arretrato anche cinquant’anni fa: evasione fiscale, bilanci truccati, appalti pubblici, mazzette, bassi salari e zero diritti, dipendenza dal sistema bancario, familismo amorale.
Idem per i metodi, per le “regole di ingaggio” con cui le forze di polizia affrontano qualsiasi situazione da “normalizzare”. Sopravvivono ancora i manganellamenti di massa, l’uso di gas lacrimogeni; anzi, vengono estesi anche a soggetti per 40 anni riconosciuti tra gli interlocutori legittimi (la Fiom e non solo). Ma è impossibile non vedere la militarizzazione delle forze repressive, ovvero il trasferimento dagli eserciti alle polizie di strumenti, armamenti, “regole di ingaggio” proprie delle zone di guerra. Ed altri armamenti, ipertecnologici, sono allo studio da anni, specifici per le “proteste di massa”.
corteo organizzato dai sindacati della fiom

Roma,corteo per il diritto alla casa

Stiamo diventando tutti palestinesi agli occhi di polizie “israelianizzate”. È un modello di governance del capitalismo occidentale che assume rapidamente le caratteristiche del “modello Gaza”.
Va bene, direte voi, ma che c’entrano le elezioni emiliane? Un potere così fatto, quello multinazional-finanziario, non ha più bisogno di una relazione costante e biunivoca con la popolazione. Non si può permettere di mantenere in vita “corpi intermedi” che trasformano interessi sociali diversi in proposte legislative, meccanismi di welfare, istituzioni e servizi “costosi” (dalla sanità all’istruzione). Non ha bisogno neppure, dunque, di una legittimazione elettorale vera. Basta una maggioranza qualsiasi, senza alcun riferimento agli aventi diritto. L’astensione è voluta, ricercata, incentivata, spiegata in cento modi. “Lo Stato non è vostro”, ci gridano da palazzo Chigi e dalla Casa Bianca. E i tribunali trasformano questa realtà in sentenze.
L’astensione e la rabbia, l’ostilità e i saccheggi, l’estraneità e gli incendi sono messi nel conto. Il giudice che in soli 25 giorni ha deciso che il poliziotto Darren Wilson non andava neppure processato per l’omicidio di Michael Brown, sapeva benissimo che avrebbe scatenato qualcosa del genere. E ha deciso che bisognava far vedere chi comanda, senza mediazioni. Tanto – è la considerazione politico-militare sottostante la decisione – “più di questo non potrete fare”. Che la rabbia esploda pure, dunque. Senza un progetto e una visione, senza organizzazione generale, non potrà danneggiare il potere. Al massimo qualche auto della polizia e qualche negozio. Siamo noi a dover capire che “la rabbia” è sacrosanta, ma è solo una “materia prima”. È come la benzina: se fa marciare una macchina ha una potenza trasformativa, se prende fuoco e basta consuma se stessa e poco altro.

5 commenti:

Matteo ha detto...

Complimenti per articolo, e´veramente ottimo. Hai centrato proprio iil punto: purtroppo il popolo non rimane unito e spesso si divide in strutture diverse...cio logicamente porta a una dispersione della forza e delle intenzioni. Se solo il popolo si decidesse di unirsi e di ribellarsi anche solo pacificamente, perche io sono convinto che la violenza non serve, i grandi inizierebbero a tremare, perche il popolo insieme fa paura e sicuramente si ottenne molto di più...quello che sta succedendo ora porta solo alla dispersione del potere popolare.

Anonimo ha detto...

Ciao matteo mi chiamo stefano...mi ouace il tuo modo di pensare la penso cosi anch io...e se la pensiamo cosi insieme penso che ci saranno alre persone che la pensano come noi...basta essere uniti e procedere insieme x un unico obbiettivo alla volta il primo e distruggere il palazzo della repubblica a roma con tutti dentro...uniti insieme si puo fare....

Anonimo ha detto...

Dai si tutti insieme sfondiamo il palazzo della repubblica io ci sto.
anche quelli dentro.
e poi?
Se ancora c e gente che pensa che questo tipo di azioni sono quelle da fare è proprio quello il problema.
e non mi riferisco all uso della violenza che non escludo se serve. Ma va indirizzata bene.
i politici italiani sono come piccoli schiavi anche un po fessi o in malafede. In ogni caso non dovete rendere niente a loro e non cambieranno mai i vostri problemi.
i modi per cercarr di cambiare le cose oea sono altri. Scordatevi le proteste stile passegiate al centro o le proteste stile guerriglia controllata dalle 2 alle 9 di sera.
cosi fate il loro gioco.

RomyBeatWriter ha detto...


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Anonimo ha detto...

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