DI DMITRY ORLOV - Come insegna la storia, gli imperi collassano prima o poi, quindi, le
probabilità che l’impero USA lo faccia possono essere considerate del
100% con grande sicurezza. La domanda è: quando? (Tutti si pongono il
noioso quesito).
Ovviamente, tutto ciò che si deve fare è lasciare gli USA, andare in
qualche posto che non sia obbligatoriamente collegato con la loro
economia e a questo punto non ci si dovrà più preoccupare della domanda.
Alcune persone hanno provato a rispondere, ma per quanto ne so io,
nessuno ha espresso una metodologia attendibile per calcolare la data.
Per porre rimedio a questa manchevolezza della teoria del collasso,
una volta ho provato a scovare un metodo in un articolo intitolato
“Picco dell’impero”, che era basato sulla teoria di Joseph Tainter della
diminuzione dei rendimenti sulla complessità – o la diminuzione dei
rendimenti su un impero. È un perfetto problema di calcolo differenziale
e tutti gli studenti di microeconomia presi dal calcolo di costi
marginali vs. ricavi marginali, per cercare un lavoro nella prossima
alla morte industria del shale gas, dovrebbero applicarcisi, per
investire meglio il loro talento matematico. Nel frattempo ecco qui un
aggiornamento e una stima rivista.
USA impero delle basi
Per ricapitolare, come ha spiegato il brillante analista Chalmers
Johnson, gli Stati Uniti sono un “impero di basi” e non un impero di
colonie. Annettere altri paesi non è più considerato politically
correct. Guardiamo alla reazione di fronte alla Russia che si riprende
la Crimea, anche se la popolazione ha il diritto di autodeterminarsi e
il 98% di essa ha votato a favore. Se le cose fossero andate
diversamente e una base NATO fosse stata costituita in Crimea, sarebbe
stato tutto a posto. Tuttavia, ci sono ancora alcuni “territori”
statunitensi (si legga “colonie”) elencati nel report Struttura Basi del
Pentagono, tra cui Samoa Americana, Guam, l’Atollo di Johnston, le
Isole Marshall, le Isole Mariana del Nord, Porto Rico, le Isole Vergini e
le Isole Wake. Dovremmo includere le Hawaii, dato che nel 1993 il
Congresso “ha chiesto scusa” alle isole Hawaii per aver rapito la loro
regina ed averne illegalmente annesso il territorio. Non lo stanno
restituendo, sia ben chiaro, ma non gli dispiace dire di essere
dispiaciuti, perchè l’hanno rubato. Lo stesso potrebbe essere detto di
Texas, California – l’intero continente per quanto importa. Sicuramente
gli USA si sono presi il Kosovo dalla Serbia solo per piazzarci
un’enorme base NATO, ma in generale c’è stata una svolta tesa a
controllare gli altri paesi attraverso le istituzioni economiche – FMI,
WTO e Banca Mondiale. Ci sono stati anche innumerevoli sotterfugi
politici, omicidi e colpi di stato, come spiegato da John Perkins in
Confessions of an Economic Hitman [Confessioni di un sicario
economico,NdT], o nei lavori di Michael Hudson. William Blum scrive
“Dalla fine della seconda guerra mondiale, gli USA hanno…
• Tentato di sovvertire più di 50 governi, la maggior parte dei quali democraticamente eletti.
• Cercato di sopprimere movimenti populisti o nazionalisti in 20 nazioni.
• Interferito maleducatamente in elezioni democratiche in almeno 30 paesi.
• Lanciato bombe sulle popolazioni di più di 30 paesi.
• Tentato di assassinare più di 50 leader stranieri.
• Cercato di sopprimere movimenti populisti o nazionalisti in 20 nazioni.
• Interferito maleducatamente in elezioni democratiche in almeno 30 paesi.
• Lanciato bombe sulle popolazioni di più di 30 paesi.
• Tentato di assassinare più di 50 leader stranieri.
Solo alcune di queste azioni – come i Iran nel 1953, in Guatemala nel
1954, in Nicaragua negli anni ’80, in Ucraina nel 2014 – sono note
negli USA. Ecco il punto chiave: tutta questa “costruzione di
democrazia” necessita che gli Stati Uniti abbiano molte basi militari
all’estero. Gran parte dell’apparato militare è affidato ad enti terzi,
per cui non c’è più bisogno dell’appoggio del governo – solo delle tasse
che ne vengono. Marciare per le strade in segno di protesta è solo una
perdita di tempo. Milioni di persone hanno manifestato contro la guerra
in Iraq del 2003. Ha fatto alcuna differenza? Il Segretario di Stato
Alexander Heig ha ricordato durante una marcia di pace negli anni ’80:
“lasciamoli protestare quanto vogliono finchè pagano le tasse”;
Kissinger ha spiegato che “I soldati sono stupidi, degli stupidi animali
per portare avanti la politica estera; il direttore della CIA William
Casey si è assicurato che l’opinione pubblica restasse all’oscuro di
questa famosa citazione “Saremo certi che il nostro programma di
disinformazione avrà avuto successo quando tutto ciò cui il pubblico
americano crederà sarà falso” (questa viene da un meeting del suo staff
nel 1981, non è un segreto). Gli USA sono totalmente aperti al loro
desiderio di soggiogare il mondo – se non fosse abbastanza ovvio dai
loro comportamenti.
Report Struttura Basi del Pentagono
Per cui, mantenere l’egemonia USA richiede un impero di basi. Quante?
Ogni anno il Pentagono pubblica un “Report Struttura Basi”, che elenca
tutte le proprietà militari, tra cui terra, edifici ed altre
infrastrutture. L’ultimo elenca 4.169 basi domestiche, 110 in territori
USA e 576 in territorio straniero, per un totale di 4.855. Ma molto non
viene considerato: Nick Turse di Tomdispatch ha calcolato che nel 2011
il numero di basi straniere era vicino a 1.075. Ma anche se molto non
viene considerato nel report del Pentagono, per noi è comunque una buona
fonte di dati da utilizzare perchè, per calcolare la nostra stima,
siamo interessati solo ai trend, non ai numeri assoluti. I trend
necessitano dati riportati di anno in anno e il Pentagono sembra essere
molto affidabile per quanto elenca e per quanto tiene segreto ogni anno.
Per cui è una fonte molto buona per misurare i trend.
Dato che il pubblico statunitense è completamente all’oscuro,
zombificato e terrorizzato dai media e traumatizzato da psy-ops come
l’11 settembre, l’impero dovrà collassare da solo, senza il suo aiuto.
Mi spiace dirlo, ma i pecoroni statunitensi non si alzeranno per
aiutarlo a crollare. Ma quando lo farà per conto suo? Vogliamo tutti
sapere quando? Ok, cominciamo…
La superficie totale di pertinenza dell’esercito USA ha avuto il suo
picco nel 2007 a 37.408.262 acri e da allora sta declinando, compreso un
calo repentino nel 2014. Questo grafico dell’estensione segue
l’andamento del greggio e della teoria dell’impero in generale
abbastanza bene. Non ho fatto l’esercizio di analisi delle curve, ma
somiglia a una curva di Hubbert dalla teoria del picco del greggio. Il
punto importante è che gli USA hanno già passato il picco di estensione e
stanno calando. È da notare che la produzione convenzionale di greggio
ha avuto il suo picco nello stesso momento, potete considerarla una
coincidenza se volete.
Guardando i dati dal 2003 al 2014 vediamo il tutto un po’ più dettagliatamente, con una repentina svolta negativa nel 2014. Il crollo del numero totale di basi nel 2006 e 2007 sembra anomalo, ma il trend dell’estensione segue la teoria del picco.
È ancora più notevole il declino delle basi e delle loro estensioni
all’estero. Gli USA possono ancora avere il controllo delle basi
domestiche e territoriali, ma hanno subìto ingenti perdite all’estero.
Dopo il picco di “basi militari straniere” nel 2004, gli USA ora ne
mantengono solo il 64% – una perdita di più di un terzo in un decennio!.
Parlando dell’estensione gli USA controllano ancora il 69% del loro
picco nel 2006, quindi ne hanno perso il 31% – comunque vicino al terzo
del totale. Se vi va di ipotizzare cosa si cela dietro a questi numeri,
potreste vederli come l’esito della disastrosa politica estera degli
Stati Uniti, come descritto da Dmitry nel suo articolo “Come cominciare
una guerra e perdere un impero”. Che le persone a cui stanno portando
“democrazia e libertà” si stiano stancando di essere uccise e di vedere i
propri territori occupati? Qualsiasi sia la spiegazione il trend è
innegabile.
Ma non abbiamo ancora fatto riferimento alla tesi centrale di Tainter
della diminuzione dei rendimenti dell’impero. Lo facciamo ora.
Il rapporto tra l’estensione territoriale militare e la spesa
militare in dollari al valore del 2008 sta scendendo costantemente dal
1991.
Aggiornando il dato alla spesa al valore del 2014, vediamo che il
rendimento della spesa si è stabilizzato nel 2010, ripreso, ma poi è
tornato a scendere nel 2014.
Al contempo il debito del governo, che finanzia la maggior parte di
questa spesa, continua a salire a velocità costante e il rapporto tra
estensione militare e debito mostra un rendimento negativo sul debito
stesso. È così, l’impero sta ottenendo rendimento negativo da un aumento
del proprio debito. Ai loro albori, gli imperi sono imprese ad
altissima rendita. Ma quando il rendimento della spesa governativa, il
debito e la spesa militare diventano tutti negativi – ovvero quando si
entra nel regno del calo dei rendimenti sull’impero – secondo la teoria
di Tainter, mette l’impero stesso su una traiettoria che porta
direttamente al collasso.
Non è necessario che questo sia repentino. Può essere graduale,
teoricamente. L’economia USA però è fragile: dipende dalla finanza
internazionale che continua a macinare il debito esistente mentre ne
riceve ancora di più. Ciò significa dipendere dalla benevolenza degli
sconosciuti – che non sono proprio bendisposti. Molte nazioni, con
Russia, Cina, India, Brasile e Sud Africa in testa, stanno facendo
accordi bilaterali di valuta per evitare l’uso del dollaro e, così
facendo, per evitare di pagare tributo agli Stati Uniti. Così come Roma,
l’impero USA sta venendo attaccato in tutto il mondo da “barbari”, con
la differenza che i barbari moderni sono armati di server, laptop e
smartphone. Esattamente come Roma, l’impero è occupato a spendere
miliardi per difendere la propria periferia mentre permette a tutto ciò
che sta sul fronte interno di crollare per incuria.
Nel frattempo, gli USA stanno arrancando per evitare il panico
finanziario attraverso bugie e mistificazioni. La Federal Reserve sta
stampando un trilione all’anno solo per mantenere le banche solventi,
mentre compie naked short sales sull’oro per farne crollare il prezzo e
per salvare il valore del dollaro (fare riferimento a Paul Craig Roberts
per le prove). In realtà, l’impiego negli Stati Uniti non si è ripreso
dalla crisi e dal panico finanziario del 2008 e i salari sono scesi da
allora, ma il governo pubblica dati di economia farlocca per coprire
tutto questo (vedere le Shadow Stats di John Williams per ulteriori
dettagli). Nel frattempo, ci sono segnali che lo stato di polizia
militarizzata si sta preparando ad affrontare ribellioni.
Due strade più giù
Come abbiamo mostrato, il rendimento degli investimenti [return on
investment, ROI, NdT]: l’impero deve indebitarsi sempre più per vedere
la sua presenza all’estero contrarsi di un terzo ogni decade. Ci sono
due vie di fuga: veloce e dolorosa o lenta ed ancora più dolorosa.
La veloce è di rendersi conto della situazione, tagliare le perdite e
abbandonare il progetto di un impero, come fece l’URSS nel 1989/1990.
Ma deve essere compreso che è la minaccia di ritorsioni militari a
mantenere in riga le nazioni del mondo, che le forza ad assorbire il
debito USA. Senza questa disciplina, ulteriore emissione di valuta
causerebbe iperinflazione, il castello di carte finanziario in cui vive
la capacità di spesa del governo cadrebbe all’improvviso e l’economia
statunitense si spegnerebbe, come quella dell’Unione Sovietica nei primi
anni ’90.
L’altra opzione è la più verosimile, dato che non necessita di
ingenti manovre, le quali in ogni caso sono poco probabili. (Persino nei
suoi momenti più bui l’URSS aveva una leadership molto migliore di
quella attuale degli USA, che fu in grado di compiere decisioni
importanti). La seconda opzione è semplicemente di continuare a
sorridere e salutare e prendere in prestito e spendere fino a che tutto
sia finito. Serviranno non più di due decenni alla velocità attuale. Si
noti che questa previsione è basato su una proiezione lineare che non
tiene conto di nessuna delle variabili che potrebbero velocizzare il
processo. Una di queste è che un impero più piccolo significa più
nazioni sparse per il mondo che si fanno beffe degli Stati Uniti,
fuggendo dall’egemonia del dollaro e rendendo più difficile per gli
Stati Uniti stessi il continuare ad annegare nel loro debito. Tutte
queste variabili sono verosimilmente non lineari e quindi è difficile
stimarne l’influenza.
Ma arriverà ben un momento, prima che l’impero se ne sia andato del
tutto, in cui i puntelli dello scetticismo necessari per evitare che le
finanze del governo USA collassino smetteranno di essere sostenibili –
nonostante i livelli di propaganda, la distorsione del mercato, gli
ufficiali che sorridono, salutano e mentono di fronte alle telecamere.
Dunque abbiamo due stime. La prima è oggettiva e basata sui dati del
governo USA: due decenni o meno. Ma abbiamo spazio anche per una stima
soggettiva, da mettersi tra parentesi: in qualsiasi momento tra oggi e
vent’anni (o meno) da ora.
Basandosi su queste stime, potete essere oggettivi o soggettivi a vostro piacimento, ma se pensate che l’ “impero duri”, possedendo risorse in dollari, e se pensate di vivere fino al 2034 (o meno), allora c’è una ragionevole possibilità che siate sciocchi. Allo stesso modo, se pensate che la NATO verrà in vostro soccorso a un decennio da oggi, dovreste riorganizzare le vostre risorse difensive da oggi, perchè la NATO cesserà di funzionare di pari passo all’impero USA.
Basandosi su queste stime, potete essere oggettivi o soggettivi a vostro piacimento, ma se pensate che l’ “impero duri”, possedendo risorse in dollari, e se pensate di vivere fino al 2034 (o meno), allora c’è una ragionevole possibilità che siate sciocchi. Allo stesso modo, se pensate che la NATO verrà in vostro soccorso a un decennio da oggi, dovreste riorganizzare le vostre risorse difensive da oggi, perchè la NATO cesserà di funzionare di pari passo all’impero USA.
Qualche tempo fa il presidente Obama ha dato quello che gli era
sembrato un buon ordine “Non fate cose stupide”. Dovreste proprio
seguire quest’ordine, io sono qui per aiutarvi a farlo.
Fonte: http://cluborlov.blogspot.it/
Link:
Al contempo il debito del governo, che finanzia la maggior parte di questa spesa, continua a salire a velocità costante e il rapporto tra estensione militare e debito mostra un rendimento negativo sul debito stesso. È così, l’impero sta ottenendo rendimento negativo da un aumento del proprio debito. Ai loro albori, gli imperi sono imprese ad altissima rendita. Ma quando il rendimento della spesa governativa, il debito e la spesa militare diventano tutti negativi – ovvero quando si entra nel regno del calo dei rendimenti sull’impero – secondo la teoria di Tainter, mette l’impero stesso su una traiettoria che porta direttamente al collasso.
Al contempo il debito del governo, che finanzia la maggior parte di questa spesa, continua a salire a velocità costante e il rapporto tra estensione militare e debito mostra un rendimento negativo sul debito stesso. È così, l’impero sta ottenendo rendimento negativo da un aumento del proprio debito. Ai loro albori, gli imperi sono imprese ad altissima rendita. Ma quando il rendimento della spesa governativa, il debito e la spesa militare diventano tutti negativi – ovvero quando si entra nel regno del calo dei rendimenti sull’impero – secondo la teoria di Tainter, mette l’impero stesso su una traiettoria che porta direttamente al collasso.
Non è necessario che questo sia repentino. Può essere graduale,
teoricamente. L’economia USA però è fragile: dipende dalla finanza
internazionale che continua a macinare il debito esistente mentre ne
riceve ancora di più. Ciò significa dipendere dalla benevolenza degli
sconosciuti – che non sono proprio bendisposti. Molte nazioni, con
Russia, Cina, India, Brasile e Sud Africa in testa, stanno facendo
accordi bilaterali di valuta per evitare l’uso del dollaro e, così
facendo, per evitare di pagare tributo agli Stati Uniti. Così come Roma,
l’impero USA sta venendo attaccato in tutto il mondo da “barbari”, con
la differenza che i barbari moderni sono armati di server, laptop e
smartphone. Esattamente come Roma, l’impero è occupato a spendere
miliardi per difendere la propria periferia mentre permette a tutto ciò
che sta sul fronte interno di crollare per incuria.
Nel frattempo, gli USA stanno arrancando per evitare il panico
finanziario attraverso bugie e mistificazioni. La Federal Reserve sta
stampando un trilione all’anno solo per mantenere le banche solventi,
mentre compie naked short sales sull’oro per farne crollare il prezzo e
per salvare il valore del dollaro (fare riferimento a Paul Craig Roberts
per le prove). In realtà, l’impiego negli Stati Uniti non si è ripreso
dalla crisi e dal panico finanziario del 2008 e i salari sono scesi da
allora, ma il governo pubblica dati di economia farlocca per coprire
tutto questo (vedere le Shadow Stats di John Williams per ulteriori
dettagli). Nel frattempo, ci sono segnali che lo stato di polizia
militarizzata si sta preparando ad affrontare ribellioni.
Due strade più giù
Come abbiamo mostrato, il rendimento degli investimenti [return on
investment, ROI, NdT]: l’impero deve indebitarsi sempre più per vedere
la sua presenza all’estero contrarsi di un terzo ogni decade. Ci sono
due vie di fuga: veloce e dolorosa o lenta ed ancora più dolorosa.
La veloce è di rendersi conto della situazione, tagliare le perdite e
abbandonare il progetto di un impero, come fece l’URSS nel 1989/1990.
Ma deve essere compreso che è la minaccia di ritorsioni militari a
mantenere in riga le nazioni del mondo, che le forza ad assorbire il
debito USA. Senza questa disciplina, ulteriore emissione di valuta
causerebbe iperinflazione, il castello di carte finanziario in cui vive
la capacità di spesa del governo cadrebbe all’improvviso e l’economia
statunitense si spegnerebbe, come quella dell’Unione Sovietica nei primi
anni ’90.
L’altra opzione è la più verosimile, dato che non necessita di
ingenti manovre, le quali in ogni caso sono poco probabili. (Persino nei
suoi momenti più bui l’URSS aveva una leadership molto migliore di
quella attuale degli USA, che fu in grado di compiere decisioni
importanti). La seconda opzione è semplicemente di continuare a
sorridere e salutare e prendere in prestito e spendere fino a che tutto
sia finito. Serviranno non più di due decenni alla velocità attuale. Si
noti che questa previsione è basato su una proiezione lineare che non
tiene conto di nessuna delle variabili che potrebbero velocizzare il
processo. Una di queste è che un impero più piccolo significa più
nazioni sparse per il mondo che si fanno beffe degli Stati Uniti,
fuggendo dall’egemonia del dollaro e rendendo più difficile per gli
Stati Uniti stessi il continuare ad annegare nel loro debito. Tutte
queste variabili sono verosimilmente non lineari e quindi è difficile
stimarne l’influenza.
Ma arriverà ben un momento, prima che l’impero se ne sia andato del
tutto, in cui i puntelli dello scetticismo necessari per evitare che le
finanze del governo USA collassino smetteranno di essere sostenibili –
nonostante i livelli di propaganda, la distorsione del mercato, gli
ufficiali che sorridono, salutano e mentono di fronte alle telecamere.
Dunque abbiamo due stime. La prima è oggettiva e basata sui dati del
governo USA: due decenni o meno. Ma abbiamo spazio anche per una stima
soggettiva, da mettersi tra parentesi: in qualsiasi momento tra oggi e
vent’anni (o meno) da ora.
Basandosi su queste stime, potete essere oggettivi o soggettivi a vostro piacimento, ma se pensate che l’ “impero duri”, possedendo risorse in dollari, e se pensate di vivere fino al 2034 (o meno), allora c’è una ragionevole possibilità che siate sciocchi. Allo stesso modo, se pensate che la NATO verrà in vostro soccorso a un decennio da oggi, dovreste riorganizzare le vostre risorse difensive da oggi, perchè la NATO cesserà di funzionare di pari passo all’impero USA.
Basandosi su queste stime, potete essere oggettivi o soggettivi a vostro piacimento, ma se pensate che l’ “impero duri”, possedendo risorse in dollari, e se pensate di vivere fino al 2034 (o meno), allora c’è una ragionevole possibilità che siate sciocchi. Allo stesso modo, se pensate che la NATO verrà in vostro soccorso a un decennio da oggi, dovreste riorganizzare le vostre risorse difensive da oggi, perchè la NATO cesserà di funzionare di pari passo all’impero USA.
Qualche tempo fa il presidente Obama ha dato quello che gli era
sembrato un buon ordine “Non fate cose stupide”. Dovreste proprio
seguire quest’ordine, io sono qui per aiutarvi a farlo.
22.10.2014
Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione FA RANCO
1 commento:
Io sono un profeta che vede il futuro, l'America sarà sconfitta dalla Russia e diventerà una sua serva e vassalla.Ho avuto la stessa visione che ebbe il profeta Daniele quasi 3000 anni fa quando era in esilio a Babilonia.La terza volta che si affronteranno, il re del nord cioè la Russia inonderà e invaderà con mezzi militari i territori e le nazioni che appartenevano al re del sud cioè l'America ed infliggerà ad essa una umiliante e disastrosa sconfitta rendendola un suo vassallo che gli striscerà ai piedi.
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