Il volume del ghiaccio marino che circonda l’Antartico ha registrato un nuovo record lo scorso ottobre, coprendo una zona che non è mai stata così vasta da quando sono cominciate le rilevazioni alla fine degli anni ’70.
Questo trend in crescita nell’Antartico è, comunque, solo un terzo della grandezza del fenomeno inverso dello scioglimento dei ghiacci nel mar Glaciale Artico, che si trova nell’emisfero opposto.
Secondo i ricercatori della NASA questi nuovi record registrati nell’Antartico riflettono la diversità e la complessità dei vari ecosistemi della Terra.
Claire Parkinson, scienziato dell’agenzia spaziale a stelle e strisce, si è riferito ai cambiamenti nell’Antartico come un microcosmo del cambiamento climatico globale.
L’esperto John Turner ha dihiarato che questo fenomeno “non era previsto” e a prima vista potrebbe sembrare in contraddizione con la tendenza generale del riscaldamento globale, ma il quotidiano britannico The Guardian ha illustrato i motivi per cui si verifica.
Il professor John Turner, esperto sul cambiamento climatico del British Antarctic Survey, ha detto che la crescita del volume della banchisa nell’Antartico “non era prevista”. Prendendo in considerazione i migliori 50 modelli è stato riscontrato che nel 95% dei casi il volume di ghiaccio marino è diminuito negli ultimi 30 anni.
Questa tendenza contrasta fortemente con il costante declino del
volume di ghiaccio nel mar Glaciale Artico, che ancora una volta ha
registrato livelli sotto la media durante l’estate.
La contrazione del volume delle banchise nell’emisfero nord è in linea con i modelli climatici, ciascuno dei quali prevede che le emissioni di gas serra porteranno alla scomparsa del ghiaccio marino nell’Artico.
Parkinson della NASA ha detto che l’aumento del volume di ghiaccio nell’Antartico non è in contrasto con la tendenza generale del cambiamento climatico sulla Terra: “Non sorprende il fatto che in una parte del pianeta il ghiaccio fa una cosa e da un’altra ne fa un’altra”, ha detto lo scienziato.
Secondo Guy Williams, professore dell’Institute for Marine and Antarctic Studies, il trend nell’Antartico è perfettamente in linea con i modelli climatici: “In un certo senso per la gente è controintuitivo cercare di capire come il global warming sta incidendo sulle regioni polari, ma in realtà è perfettamente in linea con la reazione attesa dagli scienziati nell’Oceano antartico”.
Ci sono vari effetti che competono tra loro ed è possibile notare soltanto quelli maggiormente rilevanti.
L’assottigliamento dell’ozonosfera a causa dei clorofluorocarburi (CFC) ha innescato un trend generale di raffreddamento in Antartide: nonostante il buco dell’ozono abbia mostrato i primi segnali di ripresa, i livelli sono ancora ridotti e secondo Parkinson la riduzione dello spessore dell’ozonosfera ha un forte impatto sul cambiamento climatico, un fenomeno secondo solo al riscaldamento globale nel determinare il clima.
Uno di questi effetti è stato l’incremento di venti e tempeste nell’Oceano Antartico: un vortice che risucchia aria dall’interno del continente ghiacciato e si riversa sul mare di Ross, dove è stata registrata l’80% dell’espansione del volume di ghiaccio marino.
Questo effetto si unisce a quello dovuto all’enorme flusso di acqua proveniente dal Ghiacciaio dell’isola del Pino: quest’acqua, che galleggia in superficie, è meno densa, più fredda e si ghiaccia più rapidamente dell’acqua di mare che si trova al di sotto e quando è colpita da tempeste di vento forma banchi di ghiaccio.
fonte: [La Fucina]
http://www.ilnavigatorecurioso.it/2014/11/21/il-volume-del-ghiaccio-in-antartico-continua-a-crescere-nuovo-record-a-settembre-2014/
http://realtofantasia.blogspot.it/2014/11/il-volume-del-ghiaccio-in-antartico.html#more
La contrazione del volume delle banchise nell’emisfero nord è in linea con i modelli climatici, ciascuno dei quali prevede che le emissioni di gas serra porteranno alla scomparsa del ghiaccio marino nell’Artico.
Parkinson della NASA ha detto che l’aumento del volume di ghiaccio nell’Antartico non è in contrasto con la tendenza generale del cambiamento climatico sulla Terra: “Non sorprende il fatto che in una parte del pianeta il ghiaccio fa una cosa e da un’altra ne fa un’altra”, ha detto lo scienziato.
Secondo Guy Williams, professore dell’Institute for Marine and Antarctic Studies, il trend nell’Antartico è perfettamente in linea con i modelli climatici: “In un certo senso per la gente è controintuitivo cercare di capire come il global warming sta incidendo sulle regioni polari, ma in realtà è perfettamente in linea con la reazione attesa dagli scienziati nell’Oceano antartico”.
Ci sono vari effetti che competono tra loro ed è possibile notare soltanto quelli maggiormente rilevanti.
L’assottigliamento dell’ozonosfera a causa dei clorofluorocarburi (CFC) ha innescato un trend generale di raffreddamento in Antartide: nonostante il buco dell’ozono abbia mostrato i primi segnali di ripresa, i livelli sono ancora ridotti e secondo Parkinson la riduzione dello spessore dell’ozonosfera ha un forte impatto sul cambiamento climatico, un fenomeno secondo solo al riscaldamento globale nel determinare il clima.
Uno di questi effetti è stato l’incremento di venti e tempeste nell’Oceano Antartico: un vortice che risucchia aria dall’interno del continente ghiacciato e si riversa sul mare di Ross, dove è stata registrata l’80% dell’espansione del volume di ghiaccio marino.
Questo effetto si unisce a quello dovuto all’enorme flusso di acqua proveniente dal Ghiacciaio dell’isola del Pino: quest’acqua, che galleggia in superficie, è meno densa, più fredda e si ghiaccia più rapidamente dell’acqua di mare che si trova al di sotto e quando è colpita da tempeste di vento forma banchi di ghiaccio.
fonte: [La Fucina]
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1 commento:
Ma come non si stava sciogliendo?
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