Nuraghi utilizzati come postazioni di tiro, villaggi preistorici trasformati in parcheggio e in parte demoliti, bombe inesplose nella zona retrostante a Cala Zafferano, interdetta da decenni agli stessi militari e sulla quale sta operando il reggimento nucleare batteriologico e chimico (Nbc): uno scenario che testimonia una "devastazione ambientale e archeologica che deve essere perseguita come reato penale".
A Teulada si spara sulla storia della Sardegna. Dentro il poligono ci sono tredici nuraghi e necropoli che, dopo aver superato quasi indenni millenni di storia, dal 1956 sono diventati parte della scenografia del teatro di guerra simulata sulla costa sud-occidentale.
È la nuova denuncia del deputato di Unidos Mauro Pili, reduce dall’ultimo sopralluogo all’interno del poligono di Teulada “dove – sottolinea – le esercitazioni riprenderanno il 21 settembre”.
Denuncia corredata, anche questa volta, da foto e un video che documenta un missile incastrato tra le pietre della torre del nuraghe Maxinas.
“Non pensavo che la situazione a Teulada fosse così grave e diametralmente opposta da come descritta dall’azione di propaganda del ministero della Difesa – spiega Pili ai giornalisti convocati stamattina a Cagliari – La devastazione è arrivata a tal punto che nessuno può accedere in quelle stesse aree dove si è sparato per decenni. In 50 anni non è stato tolto un missile o una bomba e mentre prima si è giocato alla guerra se oggi interviene il gruppo Nbc vuol dire che la zona è ad alto rischio”.
Secondo Pili, inoltre, è “falso che si stia iniziando la bonifica come sostiene la Difesa. Dal 25 agosto ad oggi – argomenta l’ex governatore della Sardegna – il gruppo Nbc ha aperto solo un corridoio largo un metro e lungo un metro e mezzo per andare a fare prelievi di terreno in quell’area.
E il comandante della base ha smentito che quella zona sia sotto sequestro, mentre è vero che sono state sequestrate le armi nelle quali sarebbe stata rilevata la presenza di torio”. Altro particolare segnalato dal deputato sardo: “l’Esercito inquina, misura gli effetti e poi fa pure le bonifiche.
A questo punto – denuncia – non si capisce chi deve controllare”
Ma non sono gli unici beni storici circondati dal filo spinato della servitù. Negli allegati alle norme di attuazione del Puc di Teulada compaiono anche i ruderi punico-romani di Porto Scudo, la necropoli punica di Porto Zafferano e un relitto nella stessa zona. Per tutti c’è una postilla: zona militare. Anche se il Comune ha previsto, sulla carta, l’imposizione di vincoli rigidi (stabiliti da una legge del ’39) per tutelarli.
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