di Gabriele Lombardo - Mentre i giochi strategici tra la Russia e gli Stati Uniti proseguono, i Paesi europei si trovano sempre più coinvolti in questa nuova guerra fredda che parte dalla crisi dell’Ucraina. L’Unione europea è stata direttamente coinvolta all’interno di questa disputa di popolazioni, territori, risorse e questioni economiche su richiesta della NATO e degli stessi USA.
Le sanzioni effettuate o dichiarate nei confronti della Russia da parte dell’UE, sono infatti basate sugli interessi e gli investimenti da parte di pochi paesi tra cui proprio gli Stati Uniti d’America, ora i politici europei cominciano a rendersi conto che in questo modo non si ricava nulla di buono dalle sanzioni europee alla Russia. Questo tipo di sanzioni riguardano essenzialmente la creazione di gasdotti e oleodotti provenienti dalla Russia, che dovrebbero passare attraverso alcuni Paesi dell’Unione e che quindi sono indipendenti da quelli dell’Ucraina. Stiamo parlando dell’importantissimo e modernissimo gasdotto “South Stream” che attraverserà la Crimea, la Bulgaria e via via altri paesi fino a sfociare in Serbia da dove dovrebbe portare il gas anche in Italia e altri paesi dell’Europa. Allo stato attuale se non venisse creato, l’unico punto di accesso per il gas dalla Russia (utilizzato ancora in gran parte per le energia in Europa) sarebbe quello dell’’Ucraina e quindi, con la crisi attuale, la guerra civile che incombe e il rischio di un conflitto armato con la Russia, da un momento all’altro, l’Unione europea, potrebbe rimanere senza energia.
Per farla breve, oggi a Bruxelles, hanno deciso che è impossibile per l’Europa sanzionare la Russia quando di mezzo c’è la garanzia energetica dei paesi che la compongono, nella seconda metà del 2014 infatti con l’inverno alle porte sarebbe un caos in tutta l’Unione non avere gas che arriva dall’Ucraina. La ragione politico-economica e la paura di una crisi energetica hanno infine, quindi, convinto, che è meglio desistere dal sanzionare la Russia, cosa che porterebbe più danni ai paesi dell’Europa che non ha essa stessa (almeno per quanto riguarda l’energia). In ogni caso la costruzione del gasdotto rimane comunque al momento sospesa in attesa degli sviluppi in Ucraina, che non sembrano affatto lasciare spazio al dialogo tra le parti e alla conclusione in breve della guerra ad essa interiora.
4 commenti:
Prima fanno i galletti e poi...
Sai quante risate si starà facendo Putin...
speriamo che rimaremmo senza energia, forza Putin chiu i ribinetti e falli morire di freddo.
eheheh jeh fozzastaminghiaaaaaaaa
quando si hanno le palle...pur di non ricorrere a fonti energetiche alternative anche a basso costo ed impatto ambientale si calano le braghe farabutti.E poi nelle beghe d'egemonia USA l'Europa resti fuori o sarà trascinata in una guerra del cavolo.
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