Guerra climatica in Italia: come è cambiato il modus operandi dal 2005 ad oggi


Era il mese di maggio 2005, allorquando notammo che qualcosa di anomalo si verificava nei cieli di Sanremo. Presto focalizzammo il problema, concludendo che le attività di guerra climatica iniziate alcuni lustri prima negli Stati Uniti, ora erano appannaggio anche dell’Italia e quindi, giocoforza, comprendevano anche la nostra città. Da allora sono passati nove anni. Molti governi fantoccio si sono succeduti ed hanno continuato ad avallare, coprire e favorire le operazioni di geoingegneria clandestina che, via via, si sono estese a tutto il territorio italiano nonché in tutto il mondo. Se, infatti, escludiamo paesi come la Siria e pochi altri, la diffusione di nanopartcolato di metalli pesanti e polimeri è ormai una prassi consolidata a livello globale.
Attualmente, come assodato, questo… lavoro è ora assegnato nella quasi totalità a velivoli commerciali che, spesso e volentieri,viaggiano anche senza passeggeri a bordo ed assolvono quelle che già nel 1997 Edward Teller giustificava come attività volte a contrastare un inesistente riscaldamento climatico, in realtà puerile foglia di fico adoperata per giustificare l’illegale distruzione della biosfera.
I negazionisti assoldati dalle istituzioni governative, i meteorologi militari e civili, gli accademici collusi proseguono nel tentativo di giustificare la presenza di impossibili coperture artificiali con la solita spiegazione: “Sono semplici scie di condensazione, quindi si tratta di innocuo vapor d’acqua”. Acclarato che essi mentono è d’uopo ora concentrarci, dopo anni di osservazione, sulle tecniche che, dal 2005 sino ai giorni nostri sono state attuate in Italia per adempiere il compito di facilitare le radiocomunicazioni terra-terra e terra-atmosfera. Ciò, come più volte illustrato, si ottiene impedendo la formazione di nubi imbrifere che costituiscono un ostacolo alla trasmissione dei segnali in radiofrequenza. Per conseguire tale obiettivo, sono diffusi metalli igroscopici e polimeri, ma è sui tempi ed il modus operandi che vogliamo gettare uno sguardo attento.
Torniamo indietro al 2005 e descriviamo quanto veniva allora osservato.
a) Le attività di aerosol clandestine si conclamavano attraverso le classiche scie di tipo persistente. Esse si allargavano un po’ alla volta sino a formare una densa e compatta copertura artificiale, dai contorni definiti e che oscurava totalmente la luce solare. Le operazioni erano condotte principalmente da velivoli KC-10, KC-135, MD-80, MD-81, Tupolev, Learjet.
b) Le attività cominciavano verso le 9:30 del mattino e si protraevano sino ad aver distrutto del tutto i cumuli da bel tempo che si erano formati naturalmente nelle ore precedenti. Di solito la devastazione si concludeva verso fine mattinata o, al massimo, nel primo pomeriggio. Dopodiché, compiuta la missione, tutto quel traffico aereo si interrompeva bruscamente. Bisogna comunque notare che a quell’epoca servivano molte ore per distruggere pochi chilometri quadrati di formazioni nuvolose. Ora non è così. Attualmente quanto prima impegnava decine di velivoli e diverse ore, può essere svolto in poche ore e con l’intervento di un numero davvero esiguo di aeromobili.
c) Erano sporadici i sorvoli notturni e comunque era ancora possibile osservare nubi basse cumuliformi sia di notte sia di giorno, almeno sino a quando esse non erano distrutte ed il cielo era mediamente celeste e non bianco.
d) Almeno per quanto riguarda Sanremo, fulcro della nostra costante osservazione, le attività di geoingegneria clandestina si concentravano nel weekend, mentre gli altri giorni della settimana non si osservavano aerei di sorta in quota ed il cielo era naturale.
e) NON ESISTEVANO aerei che producessero scie di tipo evanescente o non persistente.
Agli inizi del 2007 le cose cambiarono. Compirono la loro prima apparizione le scie chimiche evanescenti. Queste si potevano notare al termine delle operazioni eseguite con l’uso di scie chimiche durature ed una volta che le formazioni nuvolose naturali erano state dissolte. All’epoca le definimmo “scie di mantenimento”, in quanto queste tracce effimere avevano chiaramente lo scopo di evitare la formazione di nuove nubi basse, abbattendo l’umidità relativa (UR), così come è comprovato dall’osservazione delle radiosonde di zona. Nel contempo, si conseguì una dissimulazione, giacché molti le scambiavano, come d’altronde succede ancora oggi, per scie di condensazione. Di questo spiacevole risultato dobbiamo ringraziare l’errata cassa di risonanza che, da anni, blatera di scie persistenti come unica caratteristica per distinguere le scie chimiche dalle scie di condensazione. Non fatevi ingannare! Aerei tanto bassi da poter essere avvistati ad occhio nudo, non devono emettere alcuna scia, neppure non persistente.
Bisogna ribadire che le irrorazioni avvenivano in pieno giorno. Cominciavano non prima delle 9:30 del mattino e terminavano non appena le nuvole naturali erano state sostituite da velature artificiali, in genere nel primo pomeriggio. Questo particolare è importante e di seguito vedremo perché.
E’ proprio nel 2007 che sui portali meteo e nelle previsioni RAI dell’Aeronautica militare italiana comparve per la prima volta la dicitura “innocue velature“. Innocue? Per quale motivo bisogna specificare che sono innocue?
In quell’anno fu forte la pressione sui meteorologi che in qualche modo dovettero giustificare la presenza di centinaia di scie persistenti, lunghe centinaia di chilometri (un non senso per la fisica che spiega la formazione delle contrails), sulle mappe satellitari. Giunse in soccorso anche la N.A.S.A.. L’ente gestito dal Pentagono pubblicò alcuni documenti “scientifici” nei quali “spiegava” che quelle scie erano e sono “contrails” e che gli “esperti” stavano e stanno cercando di capire per quale motivo esse oscurano il cielo e creano effetto serra. Poveri idioti, diremmo, ma in realtà essi trattano l’opinione pubblica stessa come una massa di imbecilli e ci riescono benissimo! Anche gli astronauti italiani si cimentarono nella pubblicazione di foto di quelle che loro definiscono “affascinanti scie di condensazione, segno della civilizzazione”, istantanee scattate in orbita. La propaganda orwelliana era stata avviata. Anche nei film, nei documentari, nella cartellonistica, negli spot televisivi, sui libri di scuola fu tutto un fiorire di decorative “scie di condensazione”. La gente si deve abituare! E si abitua.
La conoscenza del fenomeno “scie chimiche”, però, si diffuse di pari passo con la veemenza delle azioni di disturbo della disinformazione: gli artefici delle operazioni di guerra climatica non si sentirono al sicuro. Così cambiarono le strategie e nel 2009 principiò quella che nel linguaggio militare si definisce “dissimulazione” o “mimetizzazione”. Gli Italiani furono i primi a mettere in pratica le nuove tecniche e non è un caso, perché è nel nostro paese che la consapevolezza per opera di una piccola ma destabilizzante fetta della popolazione, era in preoccupante aumento più che altrove.
Si decise perciò di spostare la quasi totalità delle operazioni di aerosol che usano scie durevoli nelle ore notturne, così da disperdere una fitta coltre di particolato igroscopico con il favore delle tenebre: è un metodo utile a prevenire la formazione di cumuli nel primo mattino, non appena sorge il sole. Si opera quindi a prevenire la formazione di nubi basse, piuttosto che distruggerle quando si sono ormai formate.
La coltre neurotossica si nota benissimo nelle mappe SAT24 dall’alba alle prime ore del mattino. Essa, via via si diffonde in bassa quota, formando una fitta foschia bianca, mentre le poche e sparute nubi basse si disgregano di pari passo. Chi si alza al mattino presto può notare un frenetico andirivieni di aerei che rilasciano scie persistenti. I velivoli spariscono all’improvviso, prima che albeggi. Il cielo è già sgombro: non c’è una sola nuvola! Su tutto fluttua la nebbia di ricaduta… la stessa che osserviamo nelle mappe satellitari in tempo reale. Il cielo ha già assunto la sua mortale colorazione bianchiccia, dovuta alla presenza di nanoparticolato di metalli. I metalli riflettendo la luce solare, restituiscono quel cadaverico colore al quale ormai in tanti si sono, ahinoi, assuefatti. Attenzione! Qui c’è una differenza sostanziale: assistiamo alla presenza di una indefinita coltre bianchiccia, leggermente azzurrina (tale colore è dato dagli additivi a base di manganese). Non si osservano nubi, ma nemmeno scie. Negli anni precedenti le coperture artificiali erano coltri dai confini netti e si potevano notare le scie persistenti che, incrociandosi a scacchiera, le originavano allargandosi. All’estero è prassi ancora consueta. Forse al di fuori dei confini italiani la fisica dell’atmosfera è differente?
Durante le ore diurne, quindi, essendo già state sottratte nottetempo le condizioni per la formazione di nubi cumuliformi, si prosegue alla chetichella, impiegando aerei di piccole dimensioni (in genere A-319 ed A-320 appartenenti a varie compagnie civili), che rilasciano a bassa altitudine elementi igroscopici evanescenti che difficilmente si fanno notare, in quanto si disperdono in pochi secondi o minuti. Molti pensano che queste siano scie di condensazione e che quei velivoli, giacché piccoli alla vista, siano molto alti: in realtà incrociano ad altezza cumulo, poiché sono sfruttate le correnti ascensionali di modo che il particolato igroscopico fagociti le nuvole, non appena entra in contatto con esse.
Come confermato dai bollettini meteo, la formazione di nubi basse è limitata alle aeree dell’entroterra, a scarsa densità abitativa e/o in assenza di postazioni UMTS nonché wireless. Qui i sorvoli a bassa quota sono pressocché assenti o rari ed infatti le nubi ancora si generano. Di norma quindi, come ratificato dai previsori, piove nell’entroterra (ove l’acqua contenuta nelle idrometeore costituisce tutto sommato un problema trascurabile), ma non sui centri abitati o sulla costa. Ciò si deve vedere nell’ottica del progetto R.F.M.P. In questo breve filmato ne sono descritte le dinamiche.
Quindi, riassumendo.
Oggi, nel 2014, le scie igroscopiche di tipo durevole sono impiegate SOLO se è necessario bloccare, deviare o inibire un fronte perturbato. Nelle altre circostanze e soprattutto in presenza di alta pressione, sono dispersi (di giorno) prodotti chimici a bassa persistenza, facilmente scambiabili per scie di condensazione, ma che non lo sono, in tutta evidenza, data la quota di rilascio. Almeno sino dal 2009, come precisato, le operazioni di guerra climatica si concentrano durante le ore notturne, al riparo da sguardi indiscreti e solo nelle notti di luna piena ci si potrà avvedere di quello che questi criminali combinano. Da alcuni anni ormai la stragrande maggiornaza delle attività di aerosol clandestine è appannaggio dei velivoli commerciali, attraverso l’uso di carburanti ed additivi ad hoc. Basta visitare i portali delle grandi aziende petrolifere (tra queste anche una italiana) per verificare di persona che l’alta concentrazione nell’acqua piovana e nelle falde freatiche di metalli come alluminio, bario e manganese, è dovuta all’uso di tali elementi in additivi e carburanti avio, checché ne dica la disinformazione. Aveva ragione l’ex Ministro della difesa dell’allora Governo Berlusconi quando affermava che i militari non sono impegnati in operazioni di guerra climatica. E’ vero… hanno delegato per lo più il lavoro sporco alle compagnie aeronautiche civili, come d’altronde suggerito da Edward Teller nel 1997. Però le artificiali velature sono in grado di prevederle…
Insignificanti dunque le modifiche da apportare ai velivoli civili e militari, per cui sono forvianti nonché destituite di ogni fondamento le testimonianze di autosedicenti ingegneri aerospaziali che cianciano di aver installato bomboloni a bordo di aerei militari.
Ora, se come asseriscono i negazionisti, si tratta di scie di condensazione, qualcuno ci spieghi com’è possibile che queste abbiano negli anni modificato il loro aspetto nonché la loro evoluzione e come sia spiegabile in modo oggettivo e dati alla mano che il traffico civile sia ora più intenso di notte piuttosto che di giorno.
Vorremmo porre queste ed altre domande al sottotenente Stefania De Angelis (Ufficio generale per la Comunicazione dell’Aeronautica militare). Sarà disposta a risponderci? Ne dubitiamo assai.
Per concludere vogliamo sottoporvi l’estratto di una legge italiana, risalente al 1994, che certifica come la guerra climatica sia stata sancita dai nostri governanti, benché costoro continuino a fingere di non sapere. Qualcuno ci chiederà: “Ma se le scie chimiche servono ad impedire le precipitazioni, per quale motivo avvengono i nubifragi?“. Vi rispondiamo con le parole del meteorologo di regime Luca Mercalli, il quale, interrogato sulla questione, asserisce piccato: “L’acqua da qualche parte deve pur cadere!“. Così, se inibiamo le precipitazioni in una determinata area, queste si sfogano in un’altra con maggiore veemenza.
Usi delle acque
1. [..]
2. Con decreto emanato, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, dal Ministro dell’ambiente (Altero Matteolin.d.r.), di concerto con il Ministro dei lavori pubblici, ai sensi dell’articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, è adottato il regolamento per la disciplina delle modificazioni artificiali della fase atmosferica del ciclo naturale dell’acqua.

4 commenti:

schatten ha detto...

Scusate l'O.T ma non so a chi indirizzare questa mia richiesta
Seguo questo sito regolarmente e con piacere ma trovo estremamente faticoso leggere il testo bianco su fondo nero e sono sicura di non essere l'unica. Di fatto e' così' scomodo da togliermi il piacere della lettura. Non potreste per cortesia fare qualcosa a riguardo?
Per il resto grazie del post, interessante come sempre.

Nik ha detto...


io credo che lo sfondo nero abbia un senso in quanto correlato all'argomentazione.....
complimenti,
un bel blog

saluti

Anonimo ha detto...

Avete prorio (sfondato) in pieno l'argomentazione di merito, bravo.
5+

Ixtab ha detto...

Mi accodo alla precedente richiesta di poter cambiare i colori della pagina perchè anche i miei occhi fanno uno sforzo enorme a leggere in queste condizioni.
Per quanto possiate ritenere che ciò abbia un senso, le difficoltà a seguire questo blog per alcuni restano.
Grazie.

 


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