Di Paul Joseph Watson
Un articolo del numero di giugno di “Cicero”, un mensile di Berlino, cita l’affermazione di un anonimo membro del Bilderberg: “Le cose che importano davvero si dicono al Bilderberg. Si impara una quantità di cose incredibile. Davos in confronto sono solo chiacchiere.”
L’ammissione è notevole, considerando come il Bilderberg e il Davos vengono trattati dai media. Mentre centinaia di giornalisti si recano al Davos ogni anno e producono migliaia di titoli,
una manciata menziona appena il Bilderberg e, se lo fa, di solito è solo per sminuire la sua importanza, per dire che è poco più di una fissa da “complottisti”.
[...] La rivelazione si collega con altre ammissioni precedenti da parte di importanti partecipanti al Bilderberg, che sottolineavano il fatto che l’organizzazione esercita una notevole influenza e non è solo un “parlatoio” come viene regolarmente dipinta dai media.
In un’intervista radio del 2010, il già segretario generale NATO e membro del Bilderberg Willy Claes ammise che i partecipanti sono tenuti ad implementare nella loro sfera di influenza le decisioni prese durante la conferenza annuale.
Anche l’editore dell’”Observer” e partecipante al Bilderberg Will Hutton scrisse nel 1998 che l’evento “è uno degli incontri chiave dell’anno… quanto vi viene concordato è la base cui le politiche mondiali si conformano.”
Nel 2009, il presidente del Bilderberg Etienne Davignon si vantava di come l’euro fosse un’idea del Bilderberg, e di come la moneta unica fosse stata un sogno del gruppo fin dal 1955, 50 anni prima della sua introduzione.
Il riservato gruppo si stava anche preparando al collasso finanziario del 2008 con due anni di anticipo: indiscrezioni trapelate dalla conferenza del 2006 confermavano che i membri stavano discutendo di un imminente collasso immobiliare e conseguente crisi economica.
Fonte: GlobalResearch
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