La crisi non deve finire. Ce lo chiede l’Europa !

Che la crisi fosse stata indotta per favorire i potentati finanziari che grazie alla crisi hanno speculato sui mercati ed hanno imposto i propri uomini ai governi dei paesi è dimostrabile e dimostrato da tutta una serie di eventi che trovano conferma nella famosa ammissione di Monti che ha espressamente dichiarato che “abbiamo bisogno di crisi e di gravi crisi per fare passi avanti, li dove i passi avanti sono cessioni di sovranità”

che solo un popolo spaventato dalla crisi potrebbe accettare come ha precisato senza vergogna l’ex premier bocconiano spiegando che la fine della crisi porterebbe ad un affievolimento della volontà dei popoli di collaborare.




“Stiamo distruggendo la domanda interna” è un’altra famosa frase che si è lasciato sfuggire l’ex premier del governo bilderberghino (http://www.youtube.com/watch?v=LyAcSGuC5zc ) eppure nessuno ha colto la gravità di quelle parole così come nessuno ha colto l’ultima gravissima dichiarazione del Ministro dell’economia uscente Fabrizio Saccomanni che intervistato dal Corriere Della Sera sui possibili motivi della caduta del governo Letta e della successiva staffetta con Renzi ha dichiarato che “si potrebbe immaginare che l’accelerazione nel cambio di governo sia stata determinata dalla paura che Letta raggiungesse risultati troppo favorevoli: lo spread in discesa, l’economia in ripresa… A quel punto, fra un anno, sarebbe stato molto più difficile mandarci via”.




Una frase di una gravità inaudita che dimostra ancora una volta che la crisi è uno strumento di dominio. Qualcuno in Europa teme la nostra ripresa, si oppone al superamento della crisi. Questo qualcuno favorisce governi tecnici e manda via i governanti che non servono più. Questo qualcuno fa in modo che ad intermittenza tutto cambi purchè nulla cambi realmente com’è avvenuto con il passaggio da Monti a Letta e da Letta a Renzi.


Quelle frasi dell’ex Ministro dell’economia che sono l’evidenza di una dichiarazione di guerra al popolo italiano si trasformano invece nel silenzio generale, nel tintinnio delle catene con cui il nostro carceriere ci tiene segregati, silenziosi ed accondiscendenti, in una cella.


La crisi non deve finire. Ce lo chiede l’Europa !!!


Francesco Amodeo




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