di Gianni Lannes
In una delle aree italiane più instabili sotto il profilo sismico, addirittura trivellano un vulcano sottomarino. Il Marsili non è una bocca eruttiva qualunque, ma la più grande d’Europa. La motivazione? Caccia all’energia per sete di profitto, incuranti delle conseguenze ambientali. Lo Stato autorizza e fa pure lo sconto alla ditta Eurobuilding Spa: niente valutazione di impatto ambientale. La documentazione integrale non è accessibile.
A realizzare questa pericolosa operazione, almeno sulla carta è la ditta Eurobuilding Spa, con sede legale a Servigliano in provincia di Ascoli Piceno, mentre la sede operativa è a Valleverdina in provincia di Catania. A ben guardare nella ragione sociale di questa azienda si rileva testualmente: “specializzata in costruzioni stradali e pavimentazione, demolizioni di edifici, realizzazione di fognature, mediazione immobiliare”. L’Eurobuilding gestisce e sfrutta anche una cava in località Acquasanta Terme. Insomma, come è possibile che una ditta dedita sostanzialmente al movimento terra, tutt’ad un tratto entri a capofitto in un’operazione tecnica rilevante, e mai tentata al mondo? Vale a dire, sfruttare l’energia geotermica di un vulcano attivo in fondo al mare?
Il progetto appare folle da un punto di vista tecnico ed economico. Convogliare correnti convettive sottomarine verso una turbina per generare elettricità non appare facile e nemmeno conveniente.
Chi c’è dietro l’Eurobuilding? Perché tutta la documentazione progettuale ed amministrativa non risulta accessibile? Perché le regioni Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia non sono state informate dei rischi? Perché milioni di cittadine e cittadini di queste aree del Mezzogiorno sono tenuti all'oscuro? Sono forse individui di ultima serie per chi detiene il potere?
Oltretutto il quotidiano Il Corriere dell’Adriatico (22 settembre 2012, pagina 11), riporta una notizia di cronaca nera in cui è direttamente convolta proprio la Eurobuilding:
«Sulle coste aste truccate… L’inchiesta, condotta sul campo dai carabinieri del Noe , al comando del capitano Vincenzo Marzo riguarda la gestione degli appalti (per decine di milioni) per i lavori di ripascimento e di difesa costiera del litorale marchigiano assegnati dalla regione. Era partita nel 2004, indagando sugli appalti ottenuti dall’Eurobuilding, che aveva ottenuto un’autorizzazione per lo sfruttamento di un giacimenti di sabbia a Marina Palmense…».
Dalle carte istituzionali sul sito online di Eurobuilding, nonché del ministero addetto al ramo sfruttamento a tutto spiano del Belpaese sotto le direttive dei soliti boiardi nazionali e multinazionali, l’operazione decolla con la seguente pianificazione ufficiale:
«Istanza di Permesso di Ricerca di Fluidi Geotermici a mare denominata “TIRRENO MERIDIONALE 1” – zona E “Mar Tirreno” BUIG L-6 del 30 maggio 2006 - CIRM 5 maggio 2008 - Integrazione 24 settembre 2008 – Relazione tecnica e geologica e programma dei lavori; Quadro economico-finanziario dei lavori. - CIRM 23 Ottobre 2008 - MATTM (Direzione V.I.A.) – Esclusione Valutazione di Impatto Ambientale - Conferimento Permesso di Ricerca - Decreto Interministeriale 29/09/2009».
Sempre dal portale Eurobuilding visibile sul web si apprende che:
"Entro il 2012 potrà essere realizzato il primo pozzo geotermico offshore della storia. La perforazione dei pozzi esplorativi è la fase finale di ogni programma di esplorazione ed è il solo metodo che permette di definire con certezza le caratteristiche di un serbatoio geotermico e di valutarne il potenziale. L’attività di perforazione verrà sviluppata attraverso una struttura superficiale di supporto (piattaforma semisommergibile, drilling ship). Profondità di attacco tra 500 e 1000 m non costituiscono un problema per l’utilizzo di tubaggio di raccordo con la testa pozzo (riser). Verranno utilizzati sistemi di sicurezza tipo BOP’s (Blow Out Preventer Stack) per il controllo delle pressioni nel pozzo ed evitare improvvise (e improbabili) eruzioni di fluidi dal foro di perforazione: è superfluo ricordare che in ogni modo si tratta di acque ad alta temperature, e non di idrocarburi".
http://www.eurobuilding.it/marsiliproject/index.php?option=com_content&view=article&id=20&Itemid=125
L’Eurobuilding ha dichiarato sul suo portale online, di avere già effettuato prove esplorative in fondo al Marsili. Per caso simili interventi hanno provocato sismi? In ogni caso anche in questi ultimi tempi si verificano terremoti anomali, a ridosso di Campania, Calabria e Sicilia. In caso di maremoto l’ignara popolazione rivierasca di queste regioni del Sud avrebbe scampo?
E così il pensiero corre ai disastri del passato nel Belpaese, causati dall’ingordigia disumana, e dalla mancanza di controlli rigorosi. Senza alcuna esagerazione, anzi: vi bastano il Vajont e la Val di Stava? Bene, allora, provate a moltiplicare: ci sono le aree costiere di ben 4 regioni a rischio: Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia. Le Eolie sono proprie vicine: Alicudi è ad un soffio in caso di maremoto: appena 80 chilometri. Eppure, ben 4 governi (Prodi, Berlusconi, Monti, Letta) hanno fatto finta di niente. Renzi che farà? I relativi ministeri (sviluppo economico e ambiente) mandano avanti l’iter del progetto. Addirittura le carte progettuali non sono accessibili, in palese violazione della Convenzione europea di Aarhus, ratificata dalla legge statale numero 108 del 16 marzo 2001, nonché del Decreto legislativo numero 4 dell’anno 2008.
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/
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