L’antropologo Semir Osmanagich conferma che la storia dell’umanità va riscritta

4 dic 2013 - Prove archeologiche sparse in ogni angolo del globo sembrano confermare l'esistenza si una società umana altamente avanzata vissuta prima della fine dell'ultima era glaciale, tanto che alcuni ricercatori ne invocano il riconoscimento ufficiale da parte della comunità scientifica.
Il dottor Semir Osmanagich, antropologo di Houston, scopritore delle possibili piramide bosniache di Visoko e fondatore del Bosnian Archaeology Park, in una recente dichiarazione ha ribadito con granitica certezza che le prove scientifiche confermano in maniera inconfutabile che nel passato della Terra è esistita una civiltà altamente tecnologica che costringe a riscrivere i libri di storia.

storia-umanitàDa un esame delle strutture individuate da Osmanagich, e su altri siti altrettanto interessanti, il ricercatore stima che tale civiltà avanzata sia esistita oltre 29 mila anni fa.

“Riconoscere che ci troviamo di fronte a delle prove fondamentali che confermano l’esistenza di una civiltà tanto antica e tanto progredita costringe la comunità scientifica a riconsiderare la sua comprensione dello sviluppo della civiltà e della storia”, spiega il dott. Semir Osmanagich. “I dati conclusivi sul sito delle piramidi bosniache di Visoko forniti da diversi laboratori indipendenti che hanno condotto la datazione al radiocarbonio confermano che le strutture risalgono a oltre 29 mila anni fa”.

Le analisi sono state condotte su materiale organico trovato nel sito delle piramidi. Il primo annuncio dell’incredibile scoperta fu dato nel 2008 dalla dottoressa Anna Pazdur della Silesian University, Polonia, nel corso di una conferenza stampa tenuta a Sarajevo nel mese di agosto.

Alessandra Mona Haggag, professoressa di archeologia presso l’Università di Alessandria, coinvolta anch’ella nelle analisi al radiocarbonio, dopo aver condotto il suo studio spiegò che il materiale su cui fu eseguito il test al radiocarbonio fu ottenuto da un pezzo di materiale organico recuperato da una misteriosa guaina argillosa rinvenuta all’interno della piramide del Sole.

L’ultimo studio condotto nel 2012, di cui abbiamo riportato i risultati in un articolo precedente [Leggi: Nuovi studi sulle Piramidi di Visoko spingono l’inizio della civiltà indietro di 20 mila anni], ha rivelato che la struttura interna della piramide, realizzata con una sorta di calcestruzzo, è databile a quasi 30 mila anni, confermando le analisi di laboratorio su materiale organico.

“I popoli antichi che hanno realizzato queste piramidi conoscevano i segreti della frequenza e dell’energia della Terra”, spiega il dottor Osmanagich. “Hanno usato queste risorse naturali per sviluppare tecniche di costruzione su scale che non abbiamo mai visto prima sulla Terra”. Osmanagich è convinto che le piramidi fossero delle enormi macchine capaci di estrarre energia dalla griglia che circonda la Terra, in maniera simile alle intuizioni di Tesla.

Di recente, storici e ricercatori statunitensi hanno riportato scoperte altrettanto sorprendenti che costringono a chiedersi chi e per quale scopo siano state costruite queste strutture e, soprattutto, in che modo queste antiche e avanzate civiltà hanno contribuito a plasmare il nostro presente.

 Si registra un crescente interesse per questi argomenti anche da parte del grande pubblico, tematiche che accendono l’innata curiosità sulle nostre origini, tanto da spingere numerosi network televisivi a dedicarsi. Il National Geographic ha dedicato l’edizione speciale della sua rivista uscita nel mese di novembre 2013, dal titolo: 100 Grandi Misteri Rivelati, alle civiltà antiche.

All’interno si legge che “a volte le culture si lasciano dietro misteri che confondono quelli che vengono dopo di loro, tra costruzioni, pietre e manoscritti codificati. Tutto fa pensare che le indicazioni degli antichi avevano uno scopo profondo”. L’edizione speciale si concentra in maniera approfondita sui siti antichi e i misteriosi indizio lasciato da civiltà antiche che conosciamo molto poco.

Un noto autore, Michael Cremo, nel suo libro Archeologia Proibita, teorizza che la conoscenza di civiltà antiche altamente tecnologiche è stata soppressa o ignorata dalla comunità scientifica perchè contraddice le attuali convinzioni sulle origine dell’Homo Sapiens e che quindi demoliscono l’attuale paradigma dominante. Il lavoro di Cremo, sebbene irriverente e provocatorio, è stato valutato interessante dal punto di vista didattico e valutato con interesse da numerose riviste accademiche.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Fantastico! Mi ricorda un pò One Piece, ed i cosiddetti ''100 anni di buio''...

Anonimo ha detto...

Probabilmente prima del diluvio universale l'umanità aveva raggiunto il massimo livello possibile di avanzamento tecnologico,poi dopo il diluvio tutto si azzerò e l'umanità ricominciò dal principio. È una mia ipotesi questa,però se ci fate caso in ogni parte e cultura del mondo è stata tramandata la leggenda che ci sia stato un diluvio universale che ha cancellato interamente un età dell'oro dell'umanità.

Unknown ha detto...

Se la Scienza "ufficiale" riconoscerà finalmente come vera l'esistenza di civiltà evolute di 30.000 anni fa, si dovranno dedicare piazze, università e monumenti alla memoria di Petr Kolosimo, Erich Von Daniken e pochi altri coraggiosi ricercatori, che ne parlavano già 50 anni orsono.

 


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