9 nov 2013 - Chi non ha mai sperimentato, almeno una volta nella vita, quel curioso e famoso fenomeno denominato “déjà vu”?L’espressione “déjà vu”, in francese, significa letteralmente “già visto” e si riferisce a quella strana sensazione che proviamo quando ci sembra di aver già vissuto una certa situazione, della quale però non ricordiamo né il luogo nel quale è avvenuta, né il tempo. Si tratta di un fenomeno piuttosto comune nell’esperienza sensoriale umana, ma ancora poco compreso.
Cosa genera dunque questa particolare condizione della nostra percezione? In passato, era attribuita per lo più a fenomeni paranormali o a disturbi di tipo neurologico. Negli ultimi anni, tuttavia, l’interesse degli scienziati per questo singolare fenomeno è cresciuto, facendo emergere nel contempo una serie di nuove teorie sull’origine del “déjà vu” e stabilendo che non si tratta semplicemente di un problema tecnico nel sistema mnemonico del nostro cervello, ma di qualcosa di più profondo.
Gli psicologi hanno suggerito che il “déjà vu” potrebbe verificarsi quando gli aspetti emotivi e cognitivi relativi ad una certa situazione, sono simili a quelli di episodi già vissuti in precedenza. Tutte le informazioni accumulate nel corso della nostra esistenza, potrebbero generare quella particolare sensazione di familiarità tipica di questo fenomeno.
C’è anche chi si è spinto oltre in spiegazioni alternative, e per alcuni più stravaganti, associando il “déjà vu” a capacità profetiche, al ricordo di vite precedenti o alla chiaroveggenza. Qualunque sia la spiegazione, il “déjà vu” è certamente un fenomeno universale che riguarda la condizione umana, e nonostante le numerose teorie, la causa del suo manifestarsi resta ancora, per lo più, un mistero.
C’è però un fisico teorico, il dott. “Michio Kaku” – conosciuto dalla maggior parte delle persone per la sua attività come divulgatore scientifico, e per le sue teorie che certamente travalicano i confini delle fisica tradizionale – il quale ha proposto un’interessante connessione tra il fenomeno del “déjà vu” e l’esistenza di universi paralleli. Il dott. Kaku è impegnato da anni nello studio della “Teoria delle Stringhe”, secondo la quale il tessuto fondamentale dell’Universo sarebbe costituito da oggetti ad una dimensione, simili a stringhe o membrane, in vibrazione: in base alla tensione e alla frequenza di questa vibrazione, verrebbero prodotte e sostenute le particelle elementari.
Oltre alle 4 dimensioni con cui abbiamo familiarità – il tempo e lo spazio tridimensionale – esisterebbero infatti altre sei dimensioni spaziali extra, che potrebbero avere migliaia di forme possibili, ognuna teoricamente corrispondente ad un universo con le proprie leggi fisiche. Ciò che definiamo “Universi paralleli”.
La fisica quantistica afferma quindi che esiste la possibilità che il “déjà vu” sia causato dalla nostra capacità di saltare da un universo all’altro! Per sostenere questa teoria, il dott. Kaku cita anche il lavoro del premio Nobel e famoso fisico teorico “Steve Weinberg”, il quale sostiene l’idea del “Multiuniverso”. Secondo Weinberg esiste un numero infinito di realtà parallele, che convivono con noi, per così dire, “nella stessa stanza”.
Per spiegare questo concetto si può fare un parallelismo con le onde radio. Centinaia di onde radio differenti si propagano ogni giorno, da stazioni lontane in ogni luogo. In ogni istante, il nostro ufficio, la nostra casa o le nostre auto sono avvolte da questo flusso ininterrotto di onde radio. Se abbiamo lo strumento giusto, ossia una semplice radiolina, abbiamo la possibilità di “pescare” fra le tante ed ascoltare una sola frequenza alla volta. E questo succede perché le varie frequenze non sono “in fase” fra loro, ossia ogni stazione trasmette il proprio segnale ad una frequenza diversa, con un’energia diversa. Il risultato è che la radiolina può captare una sola frequenza alla volta.
Allo stesso modo, nel nostro universo noi siamo “sintonizzati” sulla frequenza che corrisponde alla realtà fisica. Ma in realtà ci sono un numero infinito di realtà parallele che esistono attorno a noi e coesistono, “trasmesse” a frequenze differenti dalla nostra e con le quali noi non possiamo sintonizzarci. Quindi il nostro universo è composto di “stringhe” che vibrano ad una frequenza unica, che i nostri sensi riescono a percepire. Altri universi paralleli, non essendo “in fase”, non vibrano a quella stessa frequenza. Ma quando casualmente invece si trovano “in fase”, allora è teoricamente possibile “saltare da un universo all’altro”.
In sostanza, il “déjà vu” può succedere quando un universo parallelo è entrato “in fase” per una frazione di tempo, permettendoci di dare una sbirciatina, o quando il “nostro ricevitore”, per ragioni impossibili da determinare, riesce a sintonizzarsi su una frequenza diversa, permettendoci di gettare uno sguardo in una realtà parallela.
Forse allora le nostre esperienze di “déjà vu”, non sono altro che una “finestra aperta” in un universo parallelo.
Rivisto da Fisicaquantistica.it
7 commenti:
Sono d'accordo con la teoria delle stringhe, secondo me anche tutti gli altri fenomeni inspiegabili trovano una risposta con quest'idea del multi universo.
Personalmente mi è successo spesso di avere strane esperienze e spero che trovino presto delle spiegazioni perché sono molto incuriosita.
E' un peccato che molta gente non sappia e non si interessi a queste tematiche.
Grazie per l'articolo l'ho apprezzato molto.
Ciao a tutti S.
Visto che la nostra anima è il memorizzatore di tutte le vite vissute potrebbe anche succedere, in tanti casi, di vedere un posto e avvertire la classica sensazione di esserci già stato.
Esperienze di dejà vu, ne ho avute diverse, in passato, specie in età più giovane. La teoria del multiverso e delle stringhe mi sembra la più plausibile, riuscendo, forse, a spiegare anche altri fenomeni simili, come i sogni premonitori, la psicofonia, e perfino la preveggenza.
A proposito di preveggenza, e quindi profezia, questo spiegherebbe il mancato avverarsi di molte di esse: sono visioni di un universo assai simile, ma non uguale al nostro, nel quale un dato evento si verifica, e nel nostro, no.
Le uniche stringhe che si conoscono sono quelle delle scarpe! La massa in cerca di risposte condivide teorie di uno che si chiama micio caco! Oggi manca il lavoro manuale, come zappare la terra, un ezercizio questo che consiglio agli utenti di cui sopra.
L'Anonimo qui sopra ha sicuramente la risposta giusta, ma evidentemente, non ritiene di doverla divulgare alla "massa".
Un'intervento, il suo, che denota inoltre grande intelligenza ed umiltà, oltre che ammirevole educazione.
Peccato sia Anonimo, perchè sarebbe bello poter conoscere un siffatto individuo.
Salve,l'articolo è davvero interessante e concordo pienamente con chi sostiene si debba interessarsi anche di argomenti insoliti come questo. Premetto dicendo che non sono uno scienziato ne uno studioso specializzato, ma solo un "appassionato curiosone", e per quella che è la mia esperienza in materia posso dire di aver avuto vari periodi della mia vita in cui ho potuto sperimentare l'esperienza del "Dèjà vu" come una specie di "occasione" nel rivivere le stesse esperienze, in circostanze uguali e differenti, in cui nel mio accorgermi dell'essere all'interno di un momento già vissuto, avrei potuto cambiare quel momento stesso con parole o azioni differenti da quelle già vissute... notando che nella maggior parte dei "Dèjà vu" succede quasi sempre la stessa cosa, ovvero che si finisce col dire, a chi è presente o a se stessi, (ho giàvissuto questa scena, è un Dèjà vu).. sono sicuro che tutto questo ha un senso logico, anche se magari non lo comprendiamo ancora..
Concordo pienamente con pluigim per fortuna esistono anche persone che non si fermano alla superficialità delle cose e alle risposte retoriche....capisco da quello che ha scritto il motivo per cui crede solo all'esistenza delle "stringhe delle scarpe"....
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