27 ott 2013 - È da tempo ormai che l’Ungheria e il suo premier Viktor Orban, leader della formazione di centro-destra Fidesz, prosegue la battaglia contro i poteri forti e l’usura internazionale per dar vita a uno Stato magiaro pienamente sovrano, ma a molti questo non piace, anzi li preoccupa enormemente.
Sì, perché nel cuore d’Europa, una nazione come quella magiara che ha il coraggio di rispondere per le rime agli eurocrati e ai banchieri non è assolutamente gradita. Dopo gli attacchi al fiorino ungherese venuti dagli speculatori internazionali sui mercati, dalle banche nazionali e non, e ancora dalla Commissione europea, ora non poteva mancare quella della Banca centrale europea, addirittura nella persona del governatore Mario Draghi.
Del resto le misure economiche attuate dal governo Orban sono in controtendenza rispetto al pessimo andazzo generale dove vige il più atroce e spietato iperliberismo. E allora cosa ha fatto Draghi? Ha pensato “bene” di ammonire l’Ungheria affinché non costringa le banche magiare ed estere a convertire i prestiti in valuta estera in fiorini. In parole povere il sostegno che Orban ha voluto garantire alle famiglie con mutui a carico deve essere vanificato poiché gli unici che devono arricchirsi sono i più ricchi ovvero le banche. È simpatico vedere come un banchiere obblighi gli altri popoli al rispetto della speculazione decisa dagli istituti di credito. Insomma le famiglie ungheresi dovrebbero garantire tanti quattrini alle banche con i mutui in fiorini, rischiando così di finire sul lastrico in una fase tanto difficile dal punto di vista economico come l’attuale, laddove in tutta Europa vige l’austerità e con essa la recessione.
Ma torniamo alla Banca centrale europea e alle dichiarazioni di Draghi. La notizia riportata sopra è stata annunciata dal sito internet del quotidiano austriaco Der Standard, sottolineando che l’informazione proviene direttamente dal governatore della Banca centrale austriaca Ewald Nowotny. Per cui, stando a queste notizie trapelate attraverso Nowotny, Draghi sta facendo pressione sull’Ungheria proprio nell’ambito dello European Systemic Risk Board, l’organizzazione che prende in carico i fattori d’instabilità del sistema bancario europeo.
Un tema, quello monetario della nazione magiara, molto caro al governo e alle banche austriache che avendo molti interessi in Ungheria temono di dover rimetterci un po’ di “spiccioli” con il braccio forte in corso con Orban e il suo coraggioso esecutivo. L’Austria è particolarmente preoccupata per le ricette economiche adottate dal governo ungherese, per alleviare il carico monetario sulle esili spalle delle famiglie magiare, ha adottato delle norme per favorire la conversione dei mutui e dei prestiti in fiorini dalle valute estere in cui sono stati contratti in un momento in cui il rapporto di cambio con la moneta magiara era migliore, ovvero prima della tempesta finanziaria scatenata sui mercati da alcuni mesi a questa parte. Da quando in pratica Orban si è messo in testa di garantire la sovranità nazionale magiara da qualsiasi ingerenza dell’economia sulla politica.
Una decisione, questa, che solo in pochi hanno avuto il coraggio di compiere nella storia degli ultimi due secoli, con i risultati finali che conosciamo benissimo: attacchi premeditati sul piano economico e militare; pretesti per far scoppiare conflitti con questi Paesi che non cedono all’usura; accuse di tirannia diffuse a livello internazionale; sostegno all’opposizione interna al soldo dei nemici della madrepatria. Strategie che hanno portato alla distruzione completa della sovranità nazionale e del socialismo di popolo realizzato da governanti e uomini politici valorosi e indomiti.
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