Continua il misterioso fenomeno dei gorgoglii provenienti da sotto terra che sta interessando la zona di San Giovanni del Dosso, nella provincia di Mantova. Un mistero: dalla terra un rumore forte, inquietante, che si sposta.
Un gorgoglio che fa sembrare che la la terra stia ribollendo, fenomeno confermato anche dai tecnici della Protezione civile della Lombardia, che hanno avvertito il Servizio geologico dell’Emilia-Romagna.
Da alcune settimane, poi, si registra un’abbondante fuoriuscita di metano e liquidi da alcuni terreni nei comuni di Copparo e di Serravalle, anomale fuoriuscite di gas con vulcanetti di terriccio e anomale presenze di gas nei pozzi artesiani.
Nell’area interessata, l’acqua delle pozzanghere createsi con la copiosa pioggia si è mossa da sola, a intervalli, senza la presenza di bolle. Un fatto che potrebbe avallare l’ipotesi che il chiaro “ribollire” che ancora si percepisce provenire dal sottosuolo non sia legato a rilasci di gas, ma a movimenti, molto probabilmente di acqua intrappolata in vene sotterranee molto vicine alla superficie.
Dopo i sopralluoghi dello staff tecnico comunale, della Regione e di alcuni geologi, sul posto sono intervenuti anche i tecnici dell'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologie, i quali hanno verificato nuovamente la situazione assieme al proprietario dell’area, Emilio Canossa, il primo che ha segnalato il fenomeno.
"Il rumore è meno forte", ha spiegato l’imprenditore agricolo. "Ma siccome è piovuto nella notte, dove avevamo fatto lo scavo di prova il giorno prima si sono create delle pozzanghere. L’acqua è ferma, ma ogni tanto si muove da sola e non si vedono delle bolle", spiega Canossa.
La constatazione potrebbe confermare una delle ipotesi che si sta facendo strada per spiegare il fatto. L'accertamento ha dimostrato con certezza che dal terreno esce un gas che, però, non è metano. Il che non risolve il mistero.
Dalle prime indiscrezioni sulla composizione del gas che fa ribollire il terreno argilloso si apprende che si tratterebbe, ma il condizionale è d’obbligo, di una miscela composta da azoto, metano ed anidride carbonica sulla cui origine al momento non si possono dare spiegazioni certe.
Intanto, a Campagnola Emilia, una trentina di chilometri da San Giovanni, in un campo si è verificato il fenomeno di un vulcanello che emette gas e sabbia. Anche qui nei prossimi giorni saranno compiute delle analisi.
Il campo è di proprietà di un coltivatore, Pietro Pignagnoli, preoccupato dell’accaduto. "Il vulcanello ha ripreso a funzionare", racconta l'agricoltore. "La prima volta si era formato un anno fa, prima delle scosse. Era il 25 aprile 2012 e ha iniziato con un cono piccolo e poi se ne sono formati altri due. Dopo il terremoto sembrava tutto fermo, ma in questi giorni ha ripreso. Vado tutte le mattine a controllarlo. Vorrei che qualcuno mi spiegasse cosa sta succedendo".
"Siamo interessati a questi eventi", spiega la dottoressa Fedora Quattrocchi dell'INGV. "Per ora ne prendiamo atto: registriamo che vi sono fenomeni di sovrappressione nel sottosuolo che generano emissioni di gas dalla superficie.
Ma che cosa questo significhi, non lo possiamo ancora sapere. Per questo chiediamo la collaborazione di tutti, a partire dai cittadini, affinché segnalino eventi strani che potrebbero ripetersi anche a distanza di tempo dal terremoto più forte. Ricordo che il sisma analogo a quello di un anno fa in pianura Padana, a fine ’500 durò 4 anni".
Proprio nel Ferrarese ci furono, in concomitanza con i terremoti del 2012, fenomeni di liquefazione delle sabbie. E c’erano stati anche vulcanetti abruzzesi negli orti della Valle Peligna, a Vittorito, dopo il sisma del 2009.
I vulcanetti preoccupano nelle zone sismiche dell’Emilia e ancora l’ex grillino Giovanni Favia ha presentato un’interrogazione in Regione, parlando di fuoriuscite di gas dal terreno in tre province, anche nel Reggiano, dopo i terremoti del 2012.
http://ilnavigatorecurioso.myblog.it/archive/2013/06/07/mantova-continua-il-mistero-della-terra-che-ribolle.html
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