I buchi neri crescono più velocemente del previsto

Secondo gli astronomi della Swinburne University of Technology (Melbourne, Australia) i buchi neri supermassicci crescono molto più velocemente di quanto ci si aspettasse. Per anni, gli scienziati avevano creduto che i buchi neri supermassicci, che si trovano al centro delle galassie, avessero accresciuto la propria massa di pari passo con la crescita della galassia ospite.
Tuttavia, nuove osservazioni hanno rivelato un comportamento radicalmente diverso. “I buchi neri sono cresciuti molto più velocemente di quanto pensassimo”, ha detto il professor Alister Graham dal centro di Swinburne di Astrofisica e Supercalcolo. All’interno delle galassie, vi è una sorta di competizione per il gas disponibile, sia per la formazione di nuove stelle sia per alimentare il buco nero centrale. Per più di un decennio i principali modelli e le teorie avevano assegnato una frazione fissa del gas per ogni processo, in modo da mantenere il rapporto di massa tra il buco nero e la galassia. Questa nuova ricerca, di prossima pubblicazione nella rivista The Astrophysical Journal, rivela che tale approccio deve essere cambiato. Risulta infatti dal nuovo studio che ogni aumento di dieci volte della massa stellare di una galassia è associato ad un aumento di 100 volte della massa del buco nero e questo ha notevoli implicazioni sulla comprensione dello sviluppo delle galassie e della coevoluzione con i buchi neri centrali. Si è anche scoperto un diverso rapporto tra la dimensione delle galassie e il numero di ammassi compatti di giovani stelle: nelle galassie più piccole è maggiore la frazione di stelle che si trova negli ammassi compatti. Rappresentazione artistica di un buco nero.Crediti: Swinburne University of Technology Rappresentazione artistica di un buco nero. Crediti: Swinburne University of Technology Gli astronomi australiani hanno anche fornito un contributo alla comprensione degli sfuggenti buchi neri di massa intermedia, cioè di massa compresa tra quella di una stella e quella di un milione di stelle. Il loro lavoro prevede che questi buchi neri debbano essere abbastanza numerosi all’interno delle galassie, ma sono difficili da osservare. Si ritiene però che la nuova generazione di telescopi estremamente grandi, come l’europeo E-ELT (European Extremely Large Telescope, del diametro di 40 metri) possa rilevarli facilmente. La ricerca è stata effettuata con i più potenti telescopi oggi disponibili: il telescopio spaziale Hubble, il telescopio Very Large europeo in Cile e il telescopio Keck alle Hawaii, al fine di disporre di un campione di galassie sufficientemente ampio e significativo. Per saperne di più: Black holes growing faster than expected
http://blog.planetariounionesarda.it/


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