Le munizioni americane e inglese utilizzate in Iraq sarebbero la causa di una crescente incidenza di malformazioni nei neonati ed aborti spontanei in Iraq. A sostenere questa tesi è un recente studio, dal titolo "Metal Contamination and the Epidemic of Congenital Birth Defects in Iraqi Cities", pubblicato sul Bulletin of Environmental Contamination and Toxicology.
Lo studio è andato ad analizzare 56 famiglie nella cittadina di Fallujah, invasa dai Marines nel 2004, e l'andamento delle nascite nella città di Basrah (nell'Iraq meridionale), invasa dalle truppe britanniche nel 2003.
A Fallujah, tra il 2007 e il 2010, più della metà dei bambini analizzati è nato con delle malformazioni che colpiscono soprattutto il cuore, il cervello e gli arti. Prima della guerra, i neonati malformati erano circa il 10%. Allo stesso modo, il 45% delle gravidanze analizzate sono terminate con un aborto spontaneo tra il 2005 e il 2006.
Anche a Basrah, nel 2003, la possibilità di malformazione nel neonato è aumentata di 17 volte in dieci anni. Nell'intera regione, il numero di bambini con malformazioni è aumentato del 60% negli ultimi sette anni.
Lo studio ricollega l'alta incidenza di questi dati con l'elevata esposizione delle madri e dei bambini a metalli pesanti come il mercurio e il piombo. Questi ultimi sarebbero rilasciati proprio dalle munizioni occidentali.
A Fallujah, ad esempio, i livelli di piombo nei neonati malformati sarebbe cinque volte superiore rispetto ai bambini sani, il livello di mercurio sei volte superiore. A Basrah, invece, il livello di piombo riscontrati nei bambini malformati erano tre volte superiori rispetto a bambini che vivevano in zone non colpite dall'artiglieria dei marines.
Le autorità militari statunitensi e britanniche, tuttavia, hanno risposto prontamente allo studio affermando che non c'è nessuna prova di tipo medico o scientifico che colleghi l'utilizzo di armi e munizioni con le malformazioni nei neonati iracheni.
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