Scoperto pianeta illuminato da 4 soli




Una squadra internazionale di astronomi ha annunciato la scoperta di un pianeta illuminato da quattro soli, il primo sistema stellare del genere mai osservato finora. Il pianeta, battezzato PH1, si trova a circa 5.000 anni luce dalla Terra (1 anno luce = 9.461 miliardi di km) ed è in orbita attorno a due soli, con altre due stelle che ruotano intorno ad essi.

Quello che gli astronomi ancora non capisco è come eviti di essere smembrato dalle forze gravitazionali intense esercitate dalle quattro stelle vicine. Sono soltanto sei i pianeti attualmente conosciuti che orbitano intorno a due soli, senza comunque altre stelle orbitanti attorno al loro sistema solare. 

l sistema planetario circumbinario doppio di PH1 è stato inizialmente scoperto da due astronomi amatoriale americani, Kian Jek e Robert Gagliano, utilizzando il sito web Planethunters.org. Alcuni astronomi professionisti americani e britannici hanno quindi effettuato osservazioni e misure con il telescopio Keck, situato sul monte Mauna Kea, alle Hawaii. 

Analizzando le curve di luce proposte da Planet Hunters i due astrofili hanno notato deboli cali della luce stellare causata dal pianeta che passa davanti alle sue stelle madri. Dopo la loro osservazione e l’immediato annuncio, un team di astronomi professionisti americani ed inglesi ha ripreso e confermato con i telescopi di Mauna Kea, nelle Hawaii, la presenza di altre due stelle a 1.000 UA di distanza, un sistema quadruplo dunque. 

I sistemi stellari binari sono abbastanza comuni, ma è estremamente rara la presenza di pianeti in questi sistemi. Gli astronomi avevano ipotizzato che le probabilità di trovare un pianeta in un sistema quadruplo erano estremamente basse. Questa nuova scoperta, dunque, è stata una sorpresa.

“E’ affascinante provare ad immaginare ciò che sarebbe visitare un pianeta con quattro soli nel cielo, ma questo nuovo mondo sta confondendo gli astronomi – non è chiaro come possa essersi formato in un ambiente così affollato”, spiega Chris Lintott, che insegna ad Oxford ed è una delle menti dietro Planet Hunters.  

Arfon Smith, che insegna a Chicago, aggiunge: “Scoperta entusiasmante, ma è ancora più eccitante il fatto che con i dati attualmente a nostra disposizione e condivisi su Planet Hunters, davvero non sappiamo cosa finiranno per scoprire i nostri astronauti da poltrona”.

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