La Cina non cresce più esponenzialmente, fatica a tenere la crescita lineare. Pare sia una tragedia da quelle parti passare da un aumento del PIL a due cifre percentuali a solo una. Nelle campagne la fame cresce, come la disoccupazione nelle città: pure le antiche tensioni territoriali col Giappone fanno capolino. Spesso l'esercito arriva a "pacificare" quartieri e città in rivolta (nella foto a lato: truppe all'opera nello Xinjiang, dove da due anni gli scontri etnici e religiosi non possono più essere sedati dalle sole forze di polizia). I grandi progetti speculativi frenano, pure il consumo energetico non cresce più esponenzialmente: se l'andazzo si conferma, sempre più analisti prevedono* già per il 2015 l'anno del PIL addirittura negativo cinese (negli ultimi trent'anni il minimo storico è un misero +4% nel 1990, il prodotto interno lordo cinese cresce ininterrottamente dal 1975**).
Entro questo decennio, non tra duecento anni, anche la Cina entrerà nel gotha... dei paesi industriali falliti e suonerà la campana a morto dell'era industriale.
La "bolla" più importante è quella delle commodities: se la Cina entra in recessione, i metalli o il gas o il petrolio che non lo avessero già fatto perderebbero fino al 75% del loro valore; sarà possibile un razionamento mondiale del petrolio, con un costo al barile attorno ai 40 $ (una buona notizia: risparmieremo un sacco di soldi, quando non avremo più nulla da comprare). Questo potrebbe spazzare via gran parte del poco rimasto della middle class planetaria, se non troviamo una via d'uscita mondiale alla crisi energetica ed ambientale, ora, è tra tre anni che le soluzioni si faranno strada da sole: col collasso generalizzato ed il caos urbano ovunque.
Veniamo al casus belli più recente. Ieri un piccolo fatto di cronaca si trasforma nell'ennesimo pretesto per una rivolta: i cinesi sono molto nervosi, dappertutto il potere centrale fatica a prevenire ed intervenire.
A Luzhou, Sichuan, un pescivendolo 50enne parcheggia il furgone in zona vietata, arrivano i vigili, lui si ribella alla multa e muore (forse) dopo uno scontro fisico con gli agenti. In pochi minuti la scena è circondata da un migliaio di cittadini, arrivano subito le forze speciali ma comunque segue una violenta rivolta*** con oltre diecimila cittadini per le strade: auto della polizia rovesciate e bruciate, lanci di pietre e mattoni, bastoni e spranghe... Il web cinese è in fermento ed ancora una volta la società cinese è vicina allo scatenare rivolte qua e là per la morte, magari per un malore, di un piccolo commerciante ad un banale controllo di vigili urbani.
Viviamo proprio un'epoca stupenda.
Nessun commento:
Posta un commento