La programmata distruzione dei paesi del Mediterraneo

La siccità indotta sui paesi del sud dell’Europa (1) corrobora l’opera di distruzione delle economie locali e dei sistemi politici. Uno dopo l’altro i paesi che si affacciano sul mediterraneo sono stati oggetto di programmi dettagliati di annichilimento. Si è partiti dai paesi del nord Africa organizzando ‘sollevamenti di popolo’ frutto del lavoro occidentale di agenzie occulte di agitazione e propaganda (AgitProp). Sono caduti regimi certamente poco o per nulla democratici ma che garantivano una qual stabilità alla popolazione sostituiti poi da giunte militari o governi fantoccio. Ora la partita si gioca in Siria e lo scontro è più cruento perché le intelligence di altri paesi sono intervenute ad alimentare le fazioni opposte. Si potrebbe a questo punto far notare come grandi e fondamentali civiltà siano sorte in questa parte potenzialmente ricca del pianeta e domandarsi perché la si voglia far languire in questo modo atroce.
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Tornando al Sud Europa, notiamo la tragica situazione spagnola: temperature elevatissime, siccità e tagli imperiosi ai salari ed alle spese sociali hanno generato rabbia e confusione tra la popolazione che si scontra con la polizia in modo cruento. Questo ultimo aspetto è inusuale in Spagna perché il rapporto tra la gente e la polizia è sempre stato sereno e collaborativo. Si può ben immaginare allora che ci sia una chiara volontà politica di inasprire il confronto stato-cittadini.
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Nello stivale della corruzione e del malaffare in cui la quasi totalità dei posti di lavoro è stata ottenuta non per merito ma per disposizioni familiari, la situazione è altrettanto tragica ma la popolazione sembra assopita e diligente nel versare al sistema le sue ultime gocce di sangue in forma di balzelli e tributi brutali. Anche lo scandalo della trattativa Stato-Mafia, che ha sfiorato i vertici politici del paese, lascia immaginare il costrutto all’asservimento ed alla cessione di poteri in mano a forze ciniche e violente.
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Qual è l’obiettivo per questa parte del pianeta? La distruzione totale? L’impoverimento? Dove si fermeranno? Immobili su di una graticola assistiamo attoniti alla dissoluzione. In questo clima di sfascio generalizzato però il nostro paese ha un’occasione in più degli altri non essendo in alcun modo riformabile. Spero davvero che la sua rivoluzione pianificata non insista troppo sulla sua mite popolazione.

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