Fa pena pensare ai problemi che la società occidentale si sente di dover affrontare in quest’epoca.
Tanta crisi per altrettanta gente senza idea di cosa significhi vivere. Tanta paura. Tanto malessere apportato da tutte le cose che circondano l’uomo moderno. Prodotti, televisione, pubblicità ed altri nuovi prodotti, che sostituiscono quotidianamente quelli che si consumano, che si distruggono e quelli che consumiamo e distruggiamo.
Spazzatura prodotta da lunatici con smanie di potere.
Siamo in crisi ma la crisi non è né economica né finanziaria né commerciale. Il crollo dell’euro, del dollaro e dello yen è solo la conseguenza di un’altra crisi, quella dell’uomo. Di quest’uomo moderno che si è ritrovato di fronte alle conseguenze dei propri errori ed allo sfacelo di ciò che credeva potesse risolvere. I problemi, il mondo li risolve da sé e l’omuncolo moderno, che si crede artefice della soluzione, è, invece, solo un ulteriore problema, oggi e fintantoché continuerà a comportarsi come sta facendo, tirando la pietra e nascondendo la mano, rubando, mentendo, ammazzando ed autodistruggendosi solo per il piacere di non fare niente di utile e buono.
Creare una sorta di regole super-partes che gestissero le relazioni tra gli uomini è stato un aborto. L’uomo ha partorito il denaro, un crimine efferato. Il crimine che ha ucciso più che qualsiasi atomica e qualsiasi veleno. Il denaro. Il denaro non è nient’altro che carta e metallo. L’uomo l’ha costruito e continua a farlo e, così ironicamente, ora si ritrova a piangere e disperarsi per non averne abbastanza. Tutto è di una stupidità così assurda.
Se il problema fosse solo finanziario, basterebbe stampare più soldi e distribuirli. La crisi di cui vi parlano e di cui parlate non è nient’altro che il riflesso della fine di un sistema di fare che non è mai stato utile al mondo. Il sistema occidentale non è mai stato degno di chiamarsi sistema, è stato un capriccio, un gioco perverso, che ha arricchito di esuberanza i potenti, fino a farli ubriacare e vomitare, ormai, anche loro, assuefatti da tanto potere e da tanto di tutto. Guardate in faccia un politico o un banchiere e ditemi cosa vedete. Volere sempre ed ancora di più è il paradigma di questi uomini inetti, che hanno voluto raggiungere i propri obiettivi attraverso l’esaltazione del vizio, della violenza e del sopruso. E dietro di loro, una mandria peggiore delle pecore, povere bestie, militari e servi ubbidienti che hanno agito sempre con ignavia e sottomissione, senza sapere, come i loro stessi padroni, cosa stessero facendo e di cosa stessero parlando.
Perché siamo tutti solo e semplicemente uomini in cerca di un motivo per vivere e non serve nient’altro che buon senso. Niente soldi e niente prodotti di plastica. Nessun ordine imposto, nessuna regola che non sia quella naturale, che sapremmo tutti rispettare, se solo sapessimo vivere da uomini.
Oggigiorno la maggior parte degli uomini è in crisi esistenziale e non mi sorprende. Non sorprende neanche a chi sempre ha gufato il “sistema” e chi ha sempre avuto quell’occhio ben aperto nel mezzo della fronte, che gli ha fatto vedere quello che possiamo chiamare “verità” o, semplicemente senso.
Il senso della vita è stato e continua ad essere il grande sconosciuto dell’uomo. E proprio oggi, quando tutto il superfluo si sta rompendo, qualcuno in più sta cominciando a capire, a pensare e a vedere.
Come una pianta rompe con il suo stelo la terra dura del deserto, così la coscienza ed il risveglio dell’uomo nella sua ricerca di senso sta rompendo l’asfalto e gli scrigni di re e regine si stanno trasformando in scatole di carta e metallo stampati.
Nel cammino di un’ipotetica evoluzione, possiamo dire d’essere al principio, ad un nuovo principio, se volete, che sta ridefinendo tutto e tutti. La crisi diventa così una piacevole sensazione di stare a guardare come tutto l’inutile si sta distruggendo, per far nascere una nuova pianta di fagiolo che, forse capiremo, non è necessario scalare, bensì osservare, in silenzio e reverenza, capendo, una volta per tutte, il perché siamo al mondo e cosa dobbiamo fare, tutti, uno per l’altro e non uno contro l’altro, non alcuni per se stessi e tutti gli altri schiavizzati o lobotomizzati.
Quando e solo quando la pigrizia e gli altri “peccati” o vizi capitali saranno sgretolati con le nostre stesse mani, solo allora saremo degni di vivere e non avremo paura.
Parlare di crisi finanziaria è quindi una perdita di tempo e continuare a cercarne una soluzione, un’idiozia, una pericolosa idiozia, che ha già fatto troppe, troppe vittime, troppe morti e troppi morti viventi, che si aggirano per le città con gli orologi al polso, in sella a moto a benzina o dentro scatole di ferro, che ogni giorno si sfasciano contro un muro, nel nome del denaro e di un travisato senso del sacrificio e dell’impegno.
Smettetela di parlare di questa crisi ed affrontate la vostra personale crisi con coscienza. Vogliatevi bene.
Matteo Vitiello
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