Il bilancio delle vittime della grande alluvione che ha investito la Thailandia continua a salire. A oggi, dopo due mesi di pioggia battente, il numero si attesta a 297, con oltre 8,5 milioni di persone colpite.
Nell’antica città di Ayutthaya, in una delle regioni più colpite, i camion militari si muovono lentamente per le strade cercando di attraversare un costante fiume di acqua, recando aiuto a coloro che possono avvicinarsi. Chiunque abbia una barca la usa per trasportare aiuti.
Ayutthaya, oggi Patrimonio dell’Umanità, nel 1351 diventò capitale del potente regno omonimo.
Nella provincia l’inondazione ha colpito più di 200 dei 500 templi presenti, dice il governatore della provincia di Ayutthaya, Wittaya Pewpong.
A Bangkok si sta lavorando duramente per ampliare i canali e rafforzare le barriere di protezione per proteggere la città. “Devo dire che c’è un sacco di acqua che arriva a Bangkok, ma la situazione non è ancora critica”, ha detto il governatore di Bangkok Sukhumbhand Paribatra.
Il sobborgo di Bangkok di Sam Kok si trova tra lo straripante fiume Chao Phraya e le barriere alte 2 metri e mezzo (che finora hanno protetto la parte interna e commerciale della capitale). Qui l’acqua non ha dove defluire e livelli sono in rapida crescita.
“In uno o due giorni, le inondazioni passeranno attraverso Bangkok, ma il fatto è che l’impatto di tale flusso sarebbe minore se l’acqua venisse fatta passare, piuttosto che fatta concentrare in un’area”, dicono le autorità.
Le inondazioni sono un evento annuale nel paese, ma quest’anno sono state particolarmente gravi.
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