Euro-rigore, i predoni della nostra vita truccano le carte


Politici e tecnocrati che parlano a agiscono come boss, recitando una commedia che, nella realtà, si trasforma nella nostra tragedia quotidiana: roba da leggere ai bambini come fiabe della buonanotte, dice Monia Benini, non fosse che il racconto della nostra crocifissione è fatto apposta per generare incubi.
Come quelli che affiorano all’indomani della famigerata cena a bordo del panfilo Britannia ormeggiato a Civitavecchia nel giugno del ’92, con a bordo Mario Draghi e la super-lobby degli “invisibili” che avrebbe fatto un sol boccone delle privatizzazioni italiane. Le risorse del risparmio delle famiglie italiane, liberate dai titoli di Stato grazie anche al crescente interesse degli “investitori esteri” verso i titoli del nostro debito, sarebbero confluite nelle casse delle banche, attraverso i “fondi”, e questi li avrebbero a loro volta investiti nelle partecipazioni delle imprese privatizzate. Partita di giro, col trucco: i risparmi alle banche, per regalare loro l’industria statale. «Speculazione, scommesse sul nulla, gioco d’azzardo con imprese, con gli Stati e contro gli Stati».

«Così si sono mosse le banche, che hanno fatto dei mercati il loro tempio prediletto», scrive la Benini sul blog “Teste Libere”. «D’altra parte non ci voleva la sfera di cristallo a immaginare cosa sarebbe successo all’interno di una struttura come l’Unione Europea». Già all’inizio degli anni ’90, fu il professor Giuseppe Guarino, ministro dell’industria sotto il governo Amato, a spiegare che nel 1957 lo Stato italiano, nell’aderire al primo trattato Cee, accettava il mercato come principio istituzionale irrevocabile: «Non l’uomo, dunque, non i cittadini, non i popoli, ma il mercato». Un mercato che, «con le privatizzazioni, ha spalancato le porte alle banche d’affari internazionali e alla speculazione finanziaria, i moderni conquistatori dei nostri paesi. I cannibali delle nostre vite». Pronti, eventualmente, a violare la legge da essi stessi creata, come – sempre secondo Guarino – nel caso del Fiscal Compact: il pareggio di bilancio viola il Trattato di Lisbona, che prevedeva un debito pubblico pari al 3% del Pil. Una misura già di per sé devastante, visto che l’indicazione europea precedente ammetteva un debito fino al 60% del Pil, eppure ulteriormente inasprita – in barba ai trattati europei vincolanti – per inseguire la follia pura del debito-zero. Cioè: lo Stato completamente neutralizzato e i cittadini resi inermi di fronte al mercato.

Un’altra deroga vistosa alla giurisdizione europea, che con l’euro di Maastricht confisca la sovranità monetaria regalando il signoraggio sull’emissione di moneta alla sola Bce, è la fantomatica Ela, “Emergency Liquidity Assistance”, in base alla quale – secondo regole sostanzialmente oscure – si concede alle vecchie banche centrali la facoltà di emettere euro. Lo racconta Loretta Napoleoni nel suo “Democrazia Vendesi”: quando nell’agosto 2012 la Grecia non aveva i 3,2 miliardi necessari ad onorare la scadenza dei titoli detenuti dalla Bce, Mario Draghi autorizzò la banca centrale ellenica a stampare euro per finanziare il governo greco, tramite indebitamento, con la garanzia dell’Ela. Il tutto – secondo la Napoleoni – in violazione di quanto previsto dallo statuto della Bce e della stessa Unione Europea. Ela: liquidità d’emergenza fornita dalla banca centrale nazionale, previa licenza dell’autorità monetaria europea. La procedura, avverte “Bloomberg”, non è affatto trasparente: «Ciò che è dato sapere – aggiunge Monia Benini – è che questa stampa del denaro avviene a un tasso di interesse penalizzato, con condizioni che non sono mai state rese pubbliche».

L’Ela, racconta il blog “Teste Libere”, è stata già applicata in Germania, in Irlanda e in Belgio prima di essere approvata per la Grecia, «ma la Bce si rifiuta di dichiarare l’importo complessivo di questa forma di emissione». E così, nonostante per emettere gli euro in base all’Ela sia lo Stato che si indebita ancora di più – il che significa che saranno costretti a pagare tutto i cittadini, con gli interessi – l’operazione viene coperta «da rigorosissimo silenzio: tutto segreto». Al cittadino non è dato sapere. «Anzi, deve restare nella più totale ignoranza, altrimenti – come sostiene Mario Monti – finirebbe per elevarsi al livello di chi fa leggi, di chi governa», chiosa Monia Benini. «E così oggi ci troviamo in una dittatura della grande finanza gestita da un manipolo di uomini che agisce in segreto e che pubblicamente sostiene che questa mostruosità europea è cosa buona e giusta». Domande? Non ammesse: se osi anche solo dubitare, ti danno del comunista o del fascista. «Ma gli scheletri negli armadi ce li hanno questi squallidi personaggi che ci governano, e che hanno una paura folle di chi li mette in discussione e irrompe nel loro palcoscenico, di chi dimostra la montagna di artifici che stanno utilizzando per renderci schiavi. E’ giunto il momento di agire come liberi cittadini, di essere persone libere».


Nessun commento:

 


Post più popolari

 SEGUICI SENZA CENSURA SU TELEGRAM

AddToAny