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Spazio: scovati due buchi neri nella Via Lattea

Nuova scoperta di alcuni astronomi Usa. Erano alla ricerca di un buco nero e ne hanno trovati due, a 10 mila anni luce dalla Terra. Sconvolte le teorie della maggior parte degli scienziati, che ora vanno riviste. New York - Sono stati colti di sorpresa quando si sono accorti di trovarsi davanti a due buchi neri con all'incirca 10, 20 volte una massa stellare più grande del nostro Sole. Si trovano intorno all'ammasso globulare M22, che contiene migliaia di stelle una accanto all'altra, lo riporta il Telegraph "Eravamo alla ricerca di un grosso buco nero e invece ne abbiamo trovati due più piccoli leggermente decentrati" dice James Miller-Jones dall'International Centre for Radio Astronomy Research, che aggiunge "eravamo veramente sorpresi, perché la maggior parte dei teorici erano concordi che ce ne dovesse essere al massimo uno" Questa scoperta del tutto sorprendente ha fatto si che ora tutte le teorie e le varie simulazioni vadano nuovamente riprese e rivisitate, ha concluso James Miller-Jones.



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Lo Stone Circle di Dreamland


In Piemonte esiste un’opera megalitica che sta attirando l’attenzione degli abitanti, tanto che viene ormai definita la “Stonehenge delle Valli di Lanzo”.
Il Cromlech, o cerchio di pietre, sorge a Dreamland, all’ interno del Parco Regionale La Mandria, in un’area privata e protetta. Il progetto ha lo scopo di dare visibilità alla cultura dei Celti e di realizzare un osservatorio archeoastronomico che consenta le esperienze dirette del cielo come presso le civiltà antiche e quella dei Celti in particolare.
L’osservatorio archeostronomico in questione è costituito da un grande cerchio di pietre erette posizionate in modo tale da mantenere una relazione con i fenomeni della volta celeste.
Lo Stone Circle di Dreamland rappresenta un esempio di “Land art”. Un’opera architettonica realizzata e integrata in seno all’ambiente naturale con elementi scelti e raccolti dalla stessa natura. Rappresenta un’opera d’arte che si identifica in uno specifico evento ambientale. Un evento che è in grado, attraverso la sua dimensionalità, di manifestarsi nella qualità di un vero e proprio simbolo che riveste il ruolo di catalizzatore del rapporto tra l’individuo e il cosmo che lo circonda.
 Lo Stone Circle è un segno ancestrale di perfezione e eternità conosciuto da tutti i Popoli naturali dell’intero pianeta come un simbolo dell’energia che nasce dal suo centro e converge verso di esso. Un centro invisibile che si rivela come necessità strutturale e evento di conoscenza.
Un opera d’arte che, come per i grandi petroglifi preistorici di Nazca (Perù) disegnati al suolo, può essere vista nella sua totale completezza solo dall’alto oppure deducendo la sua struttura da terra, camminandole intorno. L’opera è nata per iniziativa della Ecospirituality Foundation che raccoglie gli appassionati della cultura celtica, con l’intento di avvicinare il pubblico ad una esperienza di contatto più intimo con la natura dando la possibilità di interagire con gli eventi del cielo e dell’ambiente.
L’opera megalitica ormai definita la “Stonehenge delle Valli di Lanzo”.
E’ anche occasione di conoscere la cultura dei Popoli naturali, che proprio nella natura trovano un riferimento ambientale e spirituale, e in particolare la cultura celtica che costituisce le radici storiche e morali di tutta l’Europa. La sua realizzazione vuole rappresentare un segno tracciato nella natura per dare una testimonianza poetica della continuità e della vitalità storica degli antichi miti.
Lo Stone Circle di Dreamland vuole creare l’occasione di un legame spirituale tra l’individuo e l’universo in armonia con la natura. Non cattedrali urbane, ma l’inserimento spirituale dell’individuo nella natura. Vi si può trovare una dimensione di silenzio nell’immutabilità dell’esperienza mistica del “giardino di pietra” rappresentato dalle pietre che con il loro disegno segnano un preciso spazio spirituale in cui raccogliersi.
Il simbolismo del cerchio di pietre conduce dalla materialità della pietra strutturata architettonicamente alla scoperta della Natura come manifestazione dello “Shan”, ovvero la Natura intesa come l’immaterialità dell’esistenza in cui tutti, noi e gli altri abitanti del pianeta, viviamo ed esistiamo. Seguendo le consuetudini delle antiche tradizioni dei Popoli naturali, per tentare di attivare le eventuali potenzialità terapeutiche, spirituali e magiche dell’individuo secondo quanto è consentito dalle proprietà archetipali del simbolismo del cerchio di pietre.
Sul piano didattico, in campo astronomico lo Stone Circle può rappresentare la riscoperta di uno strumento arcaico che consente di rapportarsi alla natura ed interagire con essa, tanto sul piano dei fenomeni del visibile quanto su quelli dell’invisibile. Lo Stone Circle si rivela così come uno strumento astronomico in grado di rilevare la posizione del Sole, della Luna e delle stelle, identificando la posizione delle galassie e delle costellazioni.
Grazie a questa sua funzione si possono condurre ricerche nel campo dell’archeoastronomia e osservare come gli antichi Celti rilevavano la posizione del Sole e delle stelle per determinare l’alternarsi dei Solstizi e degli Equinozi e per stabilire le loro celebrazioni rituali.
L’utilizzo più immediato della struttura dello Stone Circle è quello della “Rosa dei Venti”, che pone l’osservatore al centro della carta geografica virtuale di tutta la superficie del nostro pianeta grazie alle dodici standing stones che mostrano le direzioni dove si trovano le grandi città, le grandi opere umane e gli altri monumenti megalitici del pianeta.
Narra la leggenda che il dio Fetonte, per avere un riferimento tra terra e cielo in cui insegnare agli uomini del tempo le sue conoscenze sulle Scienze del Cielo e della Terra e dell’Alchimia dell’interiore, fece costruire dai suoi due assistenti di metallo dorato un cerchio segnato da dodici pietre erette. Si pose al suo centro e accolse quanti giungevano ad ascoltarlo.
Questo modello di struttura megalitica fu adottato per secoli dalla cultura dei Nativi europei. In parte per rispettare e dare continuità all’antica conoscenza del Graal a cui viene associata la figura di Fetonte e in parte per poter utilizzare i siti sul piano dell’osservazione astronomica, consentita specificatamente da questo tipo di struttura.
Intorno al 5000 a.C., a seguito della diaspora delle popolazioni che fuggivano dal bacino fertile dell’attuale Mar Nero invaso dalle acque tracimanti del Mediterraneo, i cromlech oltre alla funzione astronomica assunsero principalmente un ruolo di culto e si trasformarono in strutture più complesse, ma meno significative. Lo dimostra il caso del sito di Stonehenge, ricostruito e rimodellato più volte seguendo le esigenze sociali del tempo.
Si fece quidi più rara la presenza dei cromlech dell’antica tradizione, preziosi siti dove i druidi davano continuità al mito del Graal su cui si reggeva tutta la cultura celtica.
Proprio per l’importanza spirituale che i cromlech rappresentavano, durante l’invasione delle terre celtiche da parte dell’Impero romano, oltre al genocidio sistematico dei druidi seguì la distruzione dei loro templi di pietra che testimoniavano maggiormente le basi della loro tradizione. Il successivo operato del cristianesimo del tempo abbatté i cromlech dell’antica tradizione che erano rimasti.
Oggi sopravvivono ancora alcune testimonianze degli antichi templi druidici, custodi della tradizione che è all’origine mitica dell’umanità.  Tra questi possiamo citare lo Stone Circle del Boroughbridge, nel North Yorkshire, oggi conosciuto con molti nomi: “The Three Sisters”, “The Devil’s Arrows”, “The Devil’s Bolts” o ancora “The Three Greyhounds”. Le attribuzioni generiche del nome derivano dal fatto che del cerchio originario sopravvivono oggi solo tre pietre erette. A seguito della ricerca archeologica eseguita sul sito è risultato che il cromlech in origine era composto da 12 standing stones.
All’interno della foresta di Brocéliande, in Bretagna, è ancora esistente nella sua struttura originaria il piccolo cromlech di Paimpoint, realizzato sulla riva del lago che bagna la cittadina. Paimpoint è legata ad una antica tradizione e ospita da migliaia di anni una importante comunità druidica. Lo stesso cromlech è stato usato ancora all’inizio del secolo scorso per l’incoronazione di un’alta carica druidica.
n simbolo importante della continuità della tradizione del Graal nel nostro tempo è costituito dalla cosiddetta “Tomba di Merlino” che si trova nascosta nel folto bosco della foresta di Brocéliande. Rappresenta un luogo suggestivo su cui convergono la curiosità e la spiritualità di moltissima gente. Il sito è vissuto dai suoi visitatori in maniera particolare.
Centinaia di biglietti vengono infilati nelle fessure del grosso masso che segna il luogo che simboleggia la tomba del grande druido della saga arturiana. Altrettanti oggetti votivi vengono appesi alla quercia a ridosso dei menhir e agli alberi negli spiazzi vicini. Nei pressi è stato creato anche un grande spiazzo circolare dove persone anonime ogni giorno vengono a depositare i loro pegni, costituiti da piccoli altari fatti di ciottoli, foglie, ramoscelli.
Potrebbe risultare inspiegabile tanto interesse e devozione per questo luogo. Tuttavia, ad una più attenta osservazione, ci si accorge che la “Tomba di Merlino” in realtà non è altro che un cromlech dell’antico druidismo. E’ chiaramente il simbolo di una tradizione che non si è mai spenta e che continua in segreto a sostenere l’umanità sul suo cammino, un eterno riferimento per molti.
Come tutti gli antichi cromlech che celebrano il mito di Fetonte, anche la “Tomba di Merlino” è costituita da una identica struttura: un primo cerchio esterno di dodici standing stones circonda un secondo cerchio interno segnato da pietre basse, oggi ricostruite con piccoli blocchi di grès. Al centro dei due cerchi concentrici campeggia un grosso masso, simbolo del dio dalla forma di drago che iniziò l’umanità al mistero della conoscenza dello Shan, la natura immateriale e mistica dell’esistenza, ancora oggi considerato il cuore antico dei Popoli naturali.
Questa stessa antica e mitica struttura megalitica rappresenta l’archetipo arcaico su cui è stato edificato lo Stone Circle di Dreamland.
di Giancarlo Barbadoro
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La telepatia è stata dimostrata scientificamente



Esperimenti ripetuti, sostenuti da numerosi scienziati, hanno dimostrato l’esistenza di fenomeni ESP, ma la corrente principale della scienza si rifiuta ancora di ammettere l’esistenza della telepatia, forse vittima di un nuovo dogma, avatar di una visione ristretta religiosa.
Scettici dalla mentalità chiusa devono ammettere che la telepatia è stata dimostrata scientificamente
di Victor Zammit
Un vero shock per il sistema! Abbiamo le dichiarazioni di alcuni dei più ostinati scettici del mondo, che accettano il fatto che la telepatia è ormai scientificamente provata. Questi sono gli stessi che attaccano regolarmente i Medium ed il paranormale. Ora Chris Carter sottolinea in un articolo in The Epoch Times (sito che tiene un atteggiamento molto duro) che gli psicologi  scettici Richard Wiseman e Chris French hanno ammesso che le prove per la telepatia sono altrettanto valide per gli standard di qualsiasi altro settore della scienza, che la telepatia è stata, di fatto, dimostrata.Investigatori professionali della vita dopo la morte,  scienziati, avvocati, biologi e altri che hanno studiato il fenomeno, vi diranno che l’essenza della medianità è la telepatia tra uno spirito e un Medium. Alcuni scienziati in questi giorni hanno già accettato che la medianità è stato dimostrato attraverso test scientifici. Garantito che in un futuro relativamente vicino, vedremo anche gli scettici più ostinati arrivare alle stesse conclusioni. Chiaramente è solo una questione di tempo.Il Premio Nobel Brian Josephson è sempre stato sostenitore d’una scienza dalla mentalità aperta. Nel 2001 dopo aver scritto :”La teoria quantistica viene ora abbinato fruttuosamente con le teorie di informazione e di calcolo. Questi sviluppi possono portare ad una spiegazione dei processi ancora non compresi all’interno della scienza convenzionale, come la telepatia, un settore in cui la Gran Bretagna è all’avanguardia nella ricerca”, ottenenne forti critiche dai colleghi scienziati e dagli scettici. David Deutsch, un fisico quantistico all’Università di Oxford lo ha attaccato affermando che “Si tratta di sciocchezze: la telepatia semplicemente non esiste [...] tali idee sono una totale assurdità.” Poi il tempo ha dimostrato  che aveva ragione.
Recentemente, il giornalista Steven Volk è rimasto molto sorpreso di scoprire che Richard Wiseman il famoso scettico-Psicologo ha ammesso che le prove a favore della telepatia sono consistenti, affermando che “In base agli standard di qualsiasi altro settore della scienza, [la telepatia] è stata provata.” Volk continua: “Ancora più incredibile, come riporto nel mio sito Fringe-ology, il fatto che un altro scettico leader del settore, Chris French, sia d’accordo con lui”.Volk potrebbe anche essere più sorpreso di apprendere che nel 1951 lo Psicologo Donald Hebb aveva scritto quanto segue:
“I credenti nei fenomeni psichici … sembrano aver ottenuto una vittoria decisiva e praticamente messo a tacere l’opposizione. … Questa vittoria è il risultato di un’attenta sperimentazione e di un’intelligente argomentazione. Decine di sperimentatori hanno ottenuto risultati positivi in vari esperimenti di ESP e le procedure matematiche sono state approvate dagli statistici più insigni. … Contro tutte queste prove, forse l’unica difesa che rimane allo scienziato scettico è di ignorarle.
AGGIUNTA SINTETICA DI BBr1 : l’esperimento più interessante, parlando di fatti, è stato eseguito ponendo due amici in un palazzo diverso, e misurandone l’ELETTROENCEFALOGRAMMA … a uno dei due amici, in un dato momento, si mostrava una luce intensissima e fastidiosa, che colpendone gli occhi, determinava una variazione consistente del tracciato elettrico del suo cervello … nella stanza di un palazzo DIVERSO e lontano ANCHE IL SUO AMICO IN QUEL PRECISO ISTANTE AVEVA UNA VARIAZIONE DEL TRACCIATO ELETTRICO del suo cervello, pur non avendo visto direttamente NESSUNA luce intensa!
“Perché non accettiamo le ESP [percezioni extrasensoriali] come un fatto Psicologico? Il Rhine Research Center ha offerto prove sufficienti a convincerci più che su qualsiasi altro problema … Personalmente, non accetto le ESP al momento, perché non hanno senso in quanto sia la Fisica che la Fisiologia, dicono che le ESP non sono un dato di fatto, nonostante tutta l’evidenza riportata in letteratura, ma non riesco a vedere su quali altre basi i miei colleghi si fondino per respingerle … Rhine può ancora rivelarsi nel giusto,anche se penso che sia improbabile, ma il mio rifiuto della sua visione è, in senso letterale un pregiudizio”.Quattro anni dopo, George Price, poi ricercatore associato presso il Dipartimento di Medicina dell’Università del Minnesota, ha pubblicato un articolo sulla prestigiosa rivista Science che iniziava così:
Ma Price ha poi sostenuto, “Le ESP sono incompatibili con l’attuale teoria scientifica”, e si chiese:
“Se, poi, la Parapsicologia e la scienza moderna sono incompatibili, perché  mai rifiutare la Parapsicologia? La scelta è tra credere in qualcosa ‘di veramente rivoluzionario’ e ‘radicalmente in contraddizione con il pensiero contemporaneo’ e credere che siano tutte frodi ed auto-illusione. Quale delle due è più ragionevole? “Allora, qui abbiamo due scettici che,in effetti, ammettono che se questo fosse un qualsiasi altro campo d’indagine i dati sperimentali avrebbero prevalso sullo scetticismo già dal 1950.Così come Hebb e Price fecero prima di loro, sia Wiseman che French ritengono che la reale esistenza della telepatia è un fatto così straordinario che c’è bisogno di maggiore evidenza rispetto a quanto di norma sarebbe richiesto. Perché dovrebbe essere così? La maggior parte delle persone crede nella realtà della telepatia in base alle sue esperienze personali, e sono perplesso dal fatto che la telepatia sia vista come un “fatto straordinario”.E’ poi ancora più sconcertante che i sondaggi mostrino che un gran numero di scienziati accetta la possibilità che la telepatia esiste. In due sondaggi condotti, il primo su oltre 500 scienziati  ed il secondo su altri 1000, è emerso che la maggioranza degli intervistati ritiene le ESP “un fatto” o “una possibilità probabile” con percentuali del 56 per cento in uno e del 67 per cento nell’ altro. Sondaggi come questi indicano che la maggior parte degli scienziati sono curiosi ed aperti sulla esistenza dei fenomeni paranormali.


Tuttavia, ciò non avviene in un solo campo: la Psicologia. Nello studio precedente, solo il 3 per cento degli altri scienziati considera “impossibili” i fenomeni ESP, rispetto al 34 per cento degli Psicologi.In realtà, gli scettici odierni più famosi, come Wiseman, French, James Alcock, Susan Blackmore, e Ray Hyman, sono Psicologi!Un’eccezione è il biologo Richard Dawkins, ma come Wiseman e French, afferma che l’esistenza della telepatia significherebbe “girare le leggi della Fisica a testa in giù”.Lo Psicologo James Alcock ha scritto di recente che le affermazioni della Parapsicologia “…sussistono a dispetto della moderna visione del mondo scientifico. Che di per sé non vuol dire che la Parapsicologia è in errore ma, come ha sottolineato l’eminente NeuroPsicologo Donald Hebb, se le rivendicazioni della Parapsicologia fossero vere, allora la Fisica la Biologia e le Neuroscienze sono terribilmente sbagliate in alcuni aspetti fondamentali. “Ma né Alcock, Hebb, Wiseman, né French si sono presi mai la briga di spiegare come le affermazioni della Parapsicologia resistano a dispetto della scienza, o come la Fisica e la Fisiologia dicano che le ESP non esistono. E’ raro che uno scettico faccia queste affermazione portando esempi specifici e, in quelle rare occasioni in cui lo fanno, invocano sempre i principi della Fisica classica, che sono stati giudicati fondamentalmente errati:da più di tre quarti di secolo,infatti, i Fisici più avanzati hanno sempre sottolineato che la meccanica quantistica non sconfessa i fenomeni Psi.Fisici del calibro di Henry Margenau, David Bohm, Brian Josephson, e Olivier Costa de Beauregard hanno ripetutamente sottolineato che nulla vieta in meccanica quantistica l’esistenza dei fenomeni Psi.
Costa de Beauregard sostiene addirittura che la Fisica quantistica richiede praticamente l’esistenza di tali fenomeni ed il fisico Evan Harris Walker ha sviluppato un modello teorico della Psi basato sulle formule di von Neumann. Ray Hyman nel 1996 (su Skeptical Inquirer) disse che l’accettazione della Psi richiederebbe di”abbandonare la relatività e la meccanica quantistica nelle loro formulazioni correnti, il che sarebbe una sciocchezza”. In contrasto alla dichiarazione di Hyman quella del fisico teorico Costa de Beauregard, che ha scritto: “La meccanica quantistica relativistica è uno schema concettuale in cui fenomeni come la telepatia e la psicocinesi, lungi dall’essere irrazionali, dovrebbero, al contrario, essere visti come molto razionali”.Come accennato in precedenza, l’adesione ad una antiquata Metafisica della Scienza sembra molto più diffusa tra gli Psicologi che fra i Fisici. Gli scettici come la Psicologa Susan Blackmore, si compiacciono di dire che l’esistenza della Psi è incompatibile “..con la nostra visione scientifica del mondo”, ma… con quale visione?Le ESP sono certamente incompatibili con la vecchia visione scientifica del mondo, basata sulla meccanica newtoniana e la Psicologia comportamentalista ma non con l’emergente visione del mondo scientifico basata sulla meccanica quantistica, le neuroscienze e la Psicologia cognitiva.
Prima ancora che la meccanica quantistica iniziasse a sostituire quella classica, nel 1920, i Fisici erano molto più aperti ad indagare sui fenomeni Psi rispetto a quanto la maggior parte degli Psicologi lo siano oggi. Un numero sorprendente dei più importanti Fisici del 19 ° secolo ha espresso interesse per la ricerca psichica, tra cui William Crookes, inventore del tubo catodico, oggi utilizzato nei televisori e monitor di computer; JJ Thomson, che ha vinto il Premio Nobel nel 1906 per la scoperta dell’elettrone, e Lord Rayleigh, considerato uno dei più grandi Fisici della fine del 19esimo secolo, e vincitore del Premio Nobel per la Fisica nel 1904.Naturalmente, per i loro sforzi in sede di indagini su questi ed altri fenomeni insoliti, questi uomini sono stati spesso criticati e ridicolizzati senza pietà dai loro colleghi.Ma la Fisica moderna è molto diversa dalla Fisica classica del 19 ° secolo, ed è tempo che gli Psicologi scettici se ne rendano conto.
Il grande Psicologo Gardner Murphy, presidente della American Psychological Association e successivamente della American Society for Psychical Research, ha esortato i suoi colleghi a conoscere meglio la Fisica moderna. Murphy ha scritto nel 1968: “… la difficoltà è a livello della Fisica, non della Psicologia. Gli Psicologi possono essere un pò sconcertati quando incontrano i Fisici moderni che prendono in esame questi fenomeni, infatti, lo fanno molto più seriamente di quanto i primi possano fare.
Gli Psicologi probabilmente attraverseranno un periodo di lenta ma definitiva crisi del loro atteggiamento ipercritico che ritengono l’unico possibile in questo campo. I dati raccolti dalla Parapsicologia, saranno quasi certamente in armonia con i principi generali Psicologici e saranno assimilati piuttosto facilmente nell’ inquadramento sistematico della Psicologia, vista come una scienza solo quando la Fisica newtoniana verrà messa da parte, e sostituita dalla Fisica moderna.”
By Alexander Poderosi in Inside and outside the hologram (dentro e fuori l’ologramma) link

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Primo prelievo in quota per l’Italia – E’ confermato: i nostri cieli sono avvelenati



Prelievo in quota (Volo Rynanair Pisa-Creta – Agosto 2012). Un nostro valente e determinato collaboratore, che qui ringraziamo e con il quale ci congratuliamo per il coraggio e la determinazione, ha prelevato un campione di polvere da bordo di un velivolo Ryanair (volo Pisa-Creta). Dalle analisi, eseguite da un laboratorio di nostra fiducia che, per motivi di sicurezza ed incolumità personale, vuole mantenere l’anonimato, risultano positivi tre elementi specifici. Gli elementi presenti nel campione analizzato sono:
BARIOALLUMINIOCADMIO.
Si tenga presente che l’aria immessa nella cabina di pilotaggio nonché nella zona passeggeri, viene prelevata dalla conchiglia dei motori e cioè essa viene catturata dall’esterno. I risultati delle analisi dimostrano, in modo inequivocabile, che l’atmosfera a quota di crociera è contaminata perlomeno dai tre metalli pesanti ritrovati nel campione di polvere, raccolto da una insenatura delle pareti interne del Jet Ryanair. Questi tre elementi non dovrebbero essere assolutamente presenti nella cabina pressurizzata di un volo commerciale!
Nel documento che vi mostriamo, sono state occultate le generalità del committente e quelle del laboratorio di analisi, per i motivi sopra chiariti. Il foglio con i risultati che di seguito vi mostriamo è nelle mani del nostro contatto che ha fatto da tramite con i tecnici del laboratorio.
Qui il documento in formato PDF.
SULLE ANALISI
Per monitorare i gas e quello che è contenuto nell’aria, servirebbe uno strumento apposito: lo spettrometro di fumi, che cattura questi gas e ne esegue un’analisi, però, essendo all’interno di un aereo, questo non è possibile, allora… come si può risolvere questo problema? Certo… consideriamo che non è la procedura migliore, ma noi, con i nostri limiti economici, ci dobbiamo destreggiare.
Il pulviscolo tende a cadere e quindi a depositarsi sulle superfici solide. Raccogliamo allora questo pulviscolo con un materiale idoneo… un tampone… dell’ovatta. Il pulviscolo, però, non si può analizzare direttamente, poiché deve essere sospeso in un liquido che, in questo caso, è acqua distillata sterile. A questo punto diventa un’acqua reflua. Il risultato di questa soluzione viene quindi analizzato,rilevando quanto si trova in sospensione. Qui è perciò evidente che nel documento siano indicati i mg/litro e non mg/kg. Non potrebbe essere altrimenti!
In sospensione sono stati quindi trovati alluminiobario cadmio. La questione è che in quota non ci devono essere questi metalli. Certo è che non si trova dell’altro… ad esempio il silicio, proprio perché siamo a bordo di un aereo, a novemila metri! E’ un’analisi qualitativa e non quantitativa.
Il risultato che abbiamo ottenuto è di notevole importanza, in quanto dimostra che, ad oggi, sono diffusi in quota (anche dagli aerei di linea (si veda, ad esempio, l’additivo Stadis 450) per lo meno gli elementi che abbiamo trovato nella polvere depositata sul volo Ryanair. Se avessimo voluto falsificare il documento, ci avremmo inserito altri elementi e composti! Ad esempio, il diossido di titanio, il ferro etc.
Dobbiamo anche tenere conto che l’aver reperito solo questi tre elementi - alluminiobario cadmio- non significa che nella nostra atmosfera non se ne rintraccino altri. Semplicemente sono gli unici che sono passati attraverso i filtri EPA del sistema di condizionamento dell’aereo e ciò significa che essi sono di dimensioni nanoscopiche! Dell’ordine di pm1 e pm2! Questo è molto grave!
PREVISIONI
Scie chimiche persistenti a volontà sul Nord Centro Italia: le coperture igroscopiche sono in queste ore in piena fase operativa, in previsione di un’imponente fronte perturbato, in arrivo da Nord Ovest entro il 6 ottobre 2012. In questa ottica, le nuove strategie di guerra climatica implicano la diffusione di nanoparticolato elettroconduttivo e prosciugante con netto anticipo rispetto all’arrvo della perturbazione. Ciò fornisce un vantagglio strategico notevole, limitando al massimo la possibilità che si verifichino piogge in quantità apprezzabile, preciptazioni che arrecano fastidio alle comunicazioni radar-satellitari. Ciò non toglie che si potranno ugualmente verificare fenomeni piovosi violenti, sebbene di breve durata.
Entro il giorno 8 ottobre anche il Sud verrà sarà interessato dal fronte di bassa pressione, per cui dalgiorno 6 anche le regioni meridionali saranno sottoposte ad irrorazioni massicce con scie chimiche di tipo peristente. Come è ovvio. i centri meteo cianceranno di “innocue velature” o “nubi alte in quota” ed amenità del genere. Semplicemente i centri meteo di regime leggono i dispacci militari e si adeguano. Questa situazione si protrarrà almeno sino al 10 ottobre. Pausa di circa 24 ore e poi si tornerà a ballare, con alternarsi di campi d’alta presssione e veloci passaggi di fronti perturbati.
Mentre i nostri governanti, la nostra aeronautica e le forze militari e civili di mezzo mondo proseguono impuniti ed indisturbati in questa opera di distruzione dei biomi e di avvelenamento della popolazione, Tanker Enemy, nella persona di Rosario Marcianò, presidente del Comitato omonimo, il giorno 5 ottobre sarà coinvolto in un processo kafkiano per aver “offeso” l’”onorabilità” di una persona, definendola “dozzinale”. Come vedete l’alacre magistratura si impegna quotidianamente affinché le leggi ed i regolamenti siano rispettati. In terra! Il cielo può attendere.
Per una maggiore comprensione dei fenomeni legati alla guerra ambientale in corso, abbiamo realizzato l’Atlante dei cieli chimici.

NOTA: Le condizioni meteo e le attività di aerosol clandestine sono previste in base alle informazioni indirettamente fornite dal Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare. Dati a loro volta incrociati con le previsioni fornite dai portali meteo che sono debitamente informati delle operazioni di geoingegneria clandestina sul territorio italiano ad opera dei militari.
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Batteri che producono oro


Esiste la pietra filosofale, tra le cui capacità ci sarebbe stata quella di tramutare i metalli vili in oro? Secoli di alchimia e di chimica hanno dimostrato di no, ma una nuova installazione a metà tra arte e scienza sembra aver trovato nella biologia una nuova risposta alla domanda.

I ricercatori della Michigan State University hanno utilizzato il batterioCupriavidus metallidurans per creare minuscole pepite d'oro a partire dal cloruro aurico (AuCl3), un sale d'oro dell'acido cloridrico estremamente tossico per la maggior parte delle forme di vita conosciute.

Il Cupriavidus metallidurans è un batterio che può essere considerato a tutti gli effetti un estremofilo per via della sua capacità di resistere ad alte concentrazioni di metalli pesanti. E' un microrganismo che ha già trovato applicazioni pratiche in campo scientifico e industriale, ad esempio nel rilevamento di metalli pesanti in ambienti contaminati, ma l'utilizzo pensato dal gruppo di Kazem Kashefi, professore di microbiologia dell'università, è del tutto nuovo e inaspettato.

"Stiamo facendo alchimia microbica, trasformiamo qualcosa che non ha valore in un metallo prezioso solido dotato di valore" ha spiegato Kashefi. "E' neo-alchimia. Ogni parte e ogni dettaglio del progetto sono a metà strada tra la moderna microbiologia e l'alchimia. La scienza tenta di spiegare il mondo fenomenologico. Come artista, tento di creare un fenomeno. L'arte è la capacità di spingere la ricerca scientifica" sostiene Adam Brown, professore di arte elettronica dell'università e membro del team di ricerca.

Anche un altro microrganismo, il Delftia acidovorans, è noto per la sua abilità di scomporre il cloruro aurico in oro, ma ha la spiacevole abilità di trasformare il metallo prezioso in nanoparticelle che tengono ad accumularsi nel terreno sotto forma di pepite dopo un tempo francamente troppo lungo per un'esposizione artistica.

Il C. metallidurans si è dimostrato resistente ai metalli pesanti ben 25 volte di più di quanto si sospettasse in precedenza, ed è anche per questo motivo che è stato scelto per l'installazione artistica dal titolo "The Great Work of the Metal Lover", un esperimento ai confini tra arte e scienza in cui il batterio crea oro a 24 carati all'interno di un bioreattore.



Kashafi e Brown hanno alimentato i C. metallidurans con dosi massicce di cloruro aurico, dosi che tuttavia non sembrano aver avuto conseguenze sul metabolismo di questi batteri. Come sottoprodotto della digestione del cloruro aurico, i C. metallidurans producono piccole pepite d'oro, visibili attraverso il vetro del bioreattore.

Se già state volando con la fantasia immaginando enormi bioreattori popolati daC. metallidurans che sfornano pepite d'oro a non finire, i ricercatori tengono a precisare che riprodurre il loro esperimento su larga scala sarebbe del tutto proibitivo in termini di costi.

Ma la ricerca sul C. metallidurans, oltre a fornire preziose informazioni sulle conseguenze cellulari della contaminazione da metalli pesanti, potrebbe aiutare a trovare nuove strade per l'approvvigionamento di alcuni elementi così importanti per l'economia moderna, strade possibilmente più ecosostenibili di quelle percorse oggigiorno.

Un'isola grande come il Veneto è spuntata vicino alla Nuova Zelanda



Strabiliante scoperta nel sud del Pacifico per alcuni marinai australiani che, navigando nel tratto di oceano che divide la Nuova Zelanda e le Isole Tonga, si sono imbattuti in una gigantesca isola di pomice mai vista prima.
A dare l’annuncio ufficiale è stato il ministro neozelandese della Difesa che ha già inviato sul posto un’unità della marina e una ricognizione aerea per fare primi rilievi scientifici sull’isolotto. Stando alle prime informazioni, l’isola misurerebbe 7.500 chilometri quadrati (superficie pari al Veneto) e potrebbe essere emersa dopo una colossale eruzione del vulcano sottomarino Monowai, che si trova a un migliaio di chilometri da Auckland, vicino le neozelandesi isole Kermadec.

Ma ciò che ha lasciato di stucco i marinai imbattutisi per primi nella inaspettata scoperta è che l’isolotto, data la sua origine vulcanica (raffreddandosi rapidamente in acqua la lava si trasforma in pietra pomice), è costituito per lo più da un’immensa lastra di candida pomice galleggiante sugli impetuosi flutti oceanici.

‘La cosa più strana che abbia mai visto in 18 anni di navigazione’,questo il commento a caldo del tenente Tim Oscar, che ha descritto l’sola come ‘una grandissima zattera di pomice che sia alza e si abbassa seguendo il movimento delle onde, con rocce emergono per circa 60 centimetri dal livello del mare e brillano bianche come ghiaccio sotto al sole’.
Miracoli che solo la Natura può fare…


Giampaolo Giuliani: “Fase sismica fuori norma, dal Nord fino alla Calabria”


“Stiamo vivendo una realtà sismica fuori dalla norma da ormai un anno, o meglio da tre anni, e ancora non si è calmata. Anzi, attendiamoci altri eventi da qui alla fine dell’anno”.

Giampaolo Giuliani, ricercatore su precursori sismici e terremoti ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso, commenta in un’intervista ad Affaritaliani.it i due terremoti registrati in Italia in poche ore, uno nella zona di Cuneo, l’altro in Emilia.

“Come diciamo da tempo, ormai ogni zona della penisola va considerata a rischio sismico e la scossa di oggi in Piemonte ne è l’ennesima prova – prosegue Giuliani -. L’attività sismogenetica in corso si propaga dal Nord Italia lungo tutta la dorsale appenninica fino alla Calabria”.

Solo oggi, nella zona di Mormanno, vicino al Parco del Pollino, si è registrata una ventina di eventi sismici. Nell’ultimo mese se ne sono avuti oltre 1.600. Sempre dal primo ottobre a oggi, anche il Centro Italia è stato interessato da 1.500 eventi sismici, anche se di bassa intensità.

“In realtà l’intero pianeta sta vivendo una fase sismica vivace, lungo tutta la fascia del Tropico del Capricorno e soprattutto lungo la cintura di fuoco del Pacifico, dall’Indonesia all’India”.

http://www.afinews.it/giampaolo-giuliani-fase-sismica-fuori-norma-attivita-sismogenetica-dal-nord-fino-alla-calabria/


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