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Ex marine condannato a 30 giorni in psichiatria per dei post su facebook

Di Laura Caselli


Nonostante questa storia possa sembrare una scopiazzatura del famoso romanzo Orwelliano 1984, quella che segue non è la trama di un nuovo film di fantascenza, ma è una storia vera.



Virginia, Stati Uniti: Lo scorso 16 Agosto, l’ex marine 26enne Brandon J. Raub è stato ammanettato e trascinato in una clinica psichiatrica per aver postato su Facebook alcune frasi.



Ma cosa può aver detto di così tremendo? In breve Brandon ha accusato il governo americano di essere l’unico responsabile degli attacchi terroristici dell’11 Settembre; ha affermato che il paese è governato da un gruppo di malvagi cabalisti e ha più volte scritto che nel cielo vengono rilasciate sostanze dannose, come il bario.






In rete leggiamo che degli agenti del l’FBI, insieme ai Servizi Segreti Americani e alle autorità locali di polizia, hanno fatto irruzione in casa sua per interrogarlo ma, poichè Brandon si sarebbe rifiutato di collaborare e avrebbe fatto troppe domande, alla fine per lui sono scattate le manette.



    “Attualmente mi trovo in un reparto psichiatrico dell’ospedale John Randolph contro la mia volontà.”

    [intervista telefonica del Times-Dispatch]



Fortunatamente il giudice del tribunale di Chesterfield ha ordinato, qualche giorno fa,  che il veterano Marine venisse dimesso dall’ospedale psichiatrico poichè non vi è motivo di prolungare la custodia di emergenza (leggi “Trattamento Sanitario Obbligatorio”).



24 Agosto: Brandon torna a casa e scrive su facebook: “Pillole o non-pillole, rimango un guerriero”.




        Lo psicoreato non comporta la morte: lo psicoreato è la morte.

        [ George Orwell, 1984]



        

Fonte: LoSai.eu


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Curiosity odora l’aria di Marte alla ricerca di metano

Il Rover marziano Curiosity della Nasa ha ‘annusato’ per la prima volta l’atmosfera marziana, per determinarne la composizione.



- Redazione – 9 settembre 2012 - Marte, a differenza della Luna che non può possedere un’atmosfera, possiede un sottile strato di gas che l’avvolge, e che permette anche l’uso dei paracadute (come nel caso di Curiosity lo scorso 5 agosto).

Il robot ha aspirato l’aria e l’ha intrappolata nel suo sistema di campionamento Sam, un sistema che serve a rilevare la concentrazione di diversi gas in una miscela.

È la prima volta che la composizione chimica dell’atmosfera marziana viene misurata in loco da quando la sonda Viking fece lo stesso esperimento (con tecnologie molto più rudimentali) nel 1970.

L’analisi di Sam è ancora in fase di elaborazione e non sono quindi ancora noti i risultati. Ci si aspetta che l’anidride carbonica la faccia da padrone.

CO2 è il componente principale dell’aria marziana, come hanno già scoperto le sonde Viking.

La cosa più interessante che dovrà essere appurata da Curiosity è se è presente una traccia di metano.

Il gas è stato recentemente osservato dai satelliti e da vari telescopi terrestri, e la sua presenza sul Pianeta Rosso non è chiara.

Il metano vive, infatti, poco tempo in condizioni estreme come quelle marziane, e quindi i ricercatori si chiedono la natura di questo metano, che potrebbe essere di origine biologica oppure geochimica.

Intanto Sam cercherà la conferma definitiva dell’esistenza di metano, e forse durante la missione fornirà anche qualche indizio della sua provenienza.

I risultati di questo primo test potrebbero essere annunciati la prossima settimana, ha detto lo scienziato Joy Crisp, investigatore principale del progetto, ma ha avvertito che ci vorrà un po’ più di tempo prima che si possano dare risultati definitivi sulla presenza di metano su Marte.

Braccio robotico

Intanto Curiosity si è preso una pausa di riflessione, dopo aver percorso una distanza pari a circa un campo da calcio e ormai lontano dal luogo dello sbarco. Passerà infatti alcuni giorni a prepararsi per l’uso completo degli strumenti presenti sul suo braccio robotico.

Curiosity ha esteso il suo braccio robotico mercoledì, solo un assaggio delle attività di test che dureranno da 6 a 10 giorni per verificare la piena funzionalità di tutti gli strumenti presenti.

La missione principale di Curiosity nei prossimi due anni su Marte è quella di verificare se nell’area selezionata ci siano tracce di sostanze che possano aver reso possibile la vita in passato.

Curiosity possiede la tecnologia più avanzata che sia mai andata su Marte ed è anche il rover più grande che sia mai sbarcato sul pianeta rosso.

La BCE ha salvato l'Euro? Forse ha scavato la fossa per l'Italia e la democrazia

 di Paolo Cardenà-

Andrei molto cauto con le manifestazioni di esultanza per l'intervento di ieri di Mario Draghi in conferenza stampa, alla fine del riunione della BCE,  nella quale  sono state annunciate  le misure che la banca centrale intende adottare per salvare l'euro. E ciò per diverse ragioni.
Quindi, al di la dei titoloni dei vari giornali che, come ben sapete, essendo sussidiati,  spesso sono  privi di ogni capacità di ragionamento e di altrettanta preparazione economica, vorrei proporvi un piccolo ragionamento fuori dagli schemi.

Come noto e come era già stato anticipato, la BCE, con il suo piano anti spread, acquisterà i titoli di stato senza fornire ex ante quantitativi prefissati, il ché non significa in maniera illimitata come gran parte della stampa oggi scrive. Lo farà rinunciando allo status di creditore privilegiato e intervenendo  sulla parte più breve della curva, ovverosia sulle scadenze da 1 a 3 anni e sterilizzando  gli acquisti, cioè mantenendo  la massa monetaria invariata; e questo è un contentino concesso ai falchi tedeschi, timorosi di ripercussioni inflazionistiche.
Sorvolando la questione morale connessa all'ennesimo regalo fatto alle banche europee e della quale ho avuto modo di parlare in un recente articolo, a mio avviso, il punto che desta maggiori perplessità e preoccupazione, è che l'intervento della BCE dovrà essere subordinato alla richiesta di aiuti ai fondi salva stati ESFS/ESM da parte degli stati bisognosi (leggasi Spagna e Italia),  e quindi alla sottoscrizione  un memorandum di stabilizzazione macroeconomica (leggasi ulteriore austerità e cessione di sovranità nazionale) al quale potrà intervenire anche il Fondo Monetario Internazionale.
Quindi, in buona sostanza, i Paesi bisognosi, di fatto,  dovrebbero dichiarare ufficialmente il proprio stato di necessità, ovverosia,  il pericolo di una imminente insolvenza subendo la perdita reputazionale che ne deriverebbe, aggravata, ancor di più, dall'eventuale presenza del FMI in quella che, a quel punto, potrebbe definirsi una vera e propria operazione di salvataggio orchestrata dalla cavalleria (BCE, ESM e FMI). E' evidente che un eventuale salvataggio, sarebbe subordinato ad ulteriore cessione di sovranità in materia economica e fiscale a favore degli attori coinvolti  nel salvataggio che, comunque, non essendo stati eletti da nessuno, sono privi di legittimazione democratica. Le ulteriori misure di  austerità che verrebbero imposte sarebbero tutt'altro che soft, sulla falsa riga di quelle imposte alla Grecia in questi ultimi anni e, con ogni probabilità, finirebbero per sconquassare e compromettere definitivamente il tessuto economico, sociale e produttivo dei paesi finiti sotto la mannaia della cavalleria.  Stando così le cose, non è affatto detto che la speculazione possa essere placata anzi, al contrario, a mio avviso, l'operazione proposta da Draghi, oltre ad incentivare la vendita dei titoli a lunga scadenza (che nel caso italiano rappresentano una buona parte dei titoli in circolazione) a favore delle scadenze coperte dall'intervento della BCE,  rischia di diventare una scialuppa di salvataggio proprio per gli speculatori che potrebbero sentirsi legittimati ad osare fino al punto di "spingere" i paesi bisognosi a ricorrere agli aiuti, e quindi godere, a quel punto, dei benefici derivanti dall'intervento della BCE che riacquisterebbe i titoli di stato facendone aumentare  i prezzi e accollandosi  il rischio sovrano.  Senza dimenticare poi, che la speculazione che potrebbe innescarsi con la vendita dei titoli a lunga scadenza, non potrebbe essere domata dalla BCE  poichè, per ammissione dello stesso Draghi, costituirebbe un aiuto monetario agli stati vietato dai trattati (anche se resta da capire il motivo per il quale l'acquisto di titoli fino a 3 anni non rientri nella definizione di aiuti monetari), ne dal fondo salva stati, stando la limitate risorse a disposizione versate, oltretutto, anche dai paesi bisognosi, Italia compresa.

La lampada ad acqua salata per le zone remote della terra

A vederla può sembrare una semplice lampada a LED ma è molto di più. Anna De Simone su IdeeGreen, ci presenta questo dispositivo nato da una sfida: portare elettricità nelle zone remote del mondo dove mancano le infrastrutture per creare energia green-friendly , tramite per esempio pannelli solari e turbine eoliche.

Il funzionamento del dispositivo è semplice ed ingegnoso: è sufficiente versare dell’acqua salata nel suo serbatoio. Una volta versata l’acqua salata, ‘il sale disciolto agisce come un elettrolita tra un’asta di magnesio che funge da elettrodo negativo e un’asta di carbonio che fa da elettrodo positivo. Il risultato? Energia pulita che può essere erogata mediante una presa USB’.

La casa produttrice, la Green House Co. Ltd, fa sapere che ‘con 16 grammi di sale, mescolati con 350 ml di acqua, si può azionare un flusso luminoso di 55lm. La lampada può generare energia elettrica pulita per otto ore per ogni singola ricarica d’acqua. Prima della sostituzione dell’asta di magnesio, la lampada può essere utilizzata per un massimo di 120 ore’.

Geoingegneria: una nuova forma di guerra

La geoingegneria clandestina è una realtà pluridecennale e non un fumoso coacervo di progetti. Lo afferma un pezzo grosso, Matt Andersson, che inscrive le operazioni chimico-biologiche in un’attività ad ampio raggio in cui è coinvolto il complesso militare-industriale. Le dichiarazioni di Andersson sono sconvolgenti (almeno per l’uomo della strada), poiché egli si riferisce non solo alla modificazione dei fenomeni meteorologici, ma pure alla possibilità di influire sugli eventi tettonici. Da sottolineare il richiamo alla dispersione di agenti biologici ed alla diffusione, attraverso la circolazione atmosferica, di particelle radioattive. Così le guerre combattute in teatri lontani dall’opulento (fino a quando?) ed egoista mondo occidentale, portano dappertutto i loro frutti velenosi e mortali sotto forma di tumori e di altre patologie.

Riduzione delle emissioni di biossido di carbonio, raffreddamento del pianeta o qualcos’altro? La geoingegneria è oggi soprattutto una scienza militare. Non ha dubbi in proposito l’ex consigliere esecutivo, già al dipartimento aerospaziale e della "difesa", della Booz Allen Hamilton di Chicago, Matt Andersson: "Almeno quattro paesi - Stati Uniti, Russia, Cina ed Israele – dispongono delle tecnologie e dell'organizzazione necessaria a modificare regolarmente i fenomeni meteorologici e gli eventi geologici per varie operazioni militari sia ufficiali sia segrete, legate ad obiettivi secondari, tra cui il controllo demografico, energetico e la gestione delle risorse agricole".

In un articolo pubblicato sul quotidiano “The Guardian”, Andersson dichiara apertamente che il nuovo tipo di guerra non convenzionale “comprende la capacità tecnologica di indurre, spingere o dirigere eventi ciclonici, terremoti ed inondazioni, includendo anche l'impiego di agenti virali per mezzo di aerosol polimerizzati e particelle radioattive, trasportate attraverso il sistema climatico globale”.

Ma chi sono i falchi di questa nuova forma di guerra? Il Bipartisan Policy Center (B.P.C.), che ha sede a Washington, ha pubblicato alcuni mesi fa un importante rapporto con il quale chiede agli Stati Uniti ed agli altri paesi allineati di procedere verso la sperimentazione su larga scala dei cambiamenti climatici. Il gruppo è finanziato, secondo la testata britannica, da grandi compagnie petrolifere, farmaceutiche e biotecnologiche e rappresenta gli interessi corporativi del mondo militare e scientifico statunitense. Recentemente, fra l’altro, il B.P.C. è stato descritto come un “think tank di neo-conservatori, falchi e interventisti neo-liberali (sic) che vogliono scatenare il conflitto contro l'Iran’.

In passato dunque si schieravano gli eserciti; oggi, se i paesi non si uniformano, oltre alle istituzioni antidemocratiche della grande finanza, si ricorre alla guerra combattuta con la geoingegneria.

Fonte: testelibere 
Tratto da: http://www.tankerenemy.com/

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Starship: il progetto per portare l'uomo al di là del Sistema Solare

Esiste un progetto chiamato "Starship" che prevede di sviluppare, entro i prossimi 100 anni, enormi "astronavi" capaci di trasportare l'uomo in luoghi remoti dello spazio, oltre i confini del sistema solare. Secondo il Daily Mail, il progetto ha ricevuto oggi la "benedizione" dell'ex presidente degli Stati Uniti d'America, Bill Clinton.
Il progetto ha già ricevuto ingenti finanziamenti da fondazioni private e istituzioni legate all'esercito degli Stati Uniti. La prossima settimana le menti che hanno generato il progetto si riuniranno in un simposio per discutere i passi necessari per cominciare questa impresa epica. 


Bill Clinton, nominato presidente onorario del simposio, in una dichiarazione ha detto: "Questo importante sforzo anticiperà le conoscenze e le tecnologia necessarie per esplorare lo spazio, mentre lo sviluppo degli strumenti che serviranno alla missione, migliorerà la nostra vita qui sulla Terra".
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L'astronauta Mae Jemison, la prima donna afro-americana ad andare nello spazio nel 1992, è stata scelta per la guida del progetto Starship. "Il progetto Starship verrà sviluppato nei prossimi 100 anni e consentirà ad un equipaggio umano di lasciare il nostro sistema solare e raggiungere un'altra stella", spiega Jemison. "Ci si imbarcherà in un progetto attraverso lo spazio e il tempo. Si tratta di un progetto monumentale che richiederà uno sforzo intergenerazionale".
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Il progetto è partito grazie ad un finanziamento della Defense Advanced Research Projects Agency di 500.000 dollari, finalizzato allo studio di tutto ciò che è necessario allo sviluppo di progetti a lungo termine, come le missioni interstellari.
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Il gruppo di studio ha collaborato con l'Icarus Interstellar, guidato da Adam Crowl, il quale ha detto che "un impresa del genere richiede la creazione di generatori di energia rivoluzionari, sistemi informatici basati sull'Intelligenza Artificiale, sistemi di propulsione avanzata, supporto vitale e una nuova comprensione dello sviluppo umano e degli effetti sulla salute umana di prolungati periodi nello spazio. Programmi per stabilire una presenza umana stabile sulla Luna o su Marte, sono un trampolino di lancio verso le stelle". [Fonte].
http://ilnavigatorecurioso.myblog.it

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Il dicloroacetato induce al suicidio le cellule tumorali,ma non puo' essere sperimentato!


Ripubblichiamo anche nel nostro sito il seguente articolo apparso qualche tempo addietro su Galileo il sito Web diretto da Elisa Manacorda uno dei notiziari più vivaci, attenti e scientificamente attendibili non solo dell’Italia. Non abbiamo avuto occasione di parlare con ricercatori qualificati su questo tema, ma crediamo che il problema del dicloroacetato debba essere affrontato con grande attenzione senza farsi prendere da facili entusiasmi. Ma, giustamente, come è detto nell’articolo questo problema mette in evidenza i grandi problemi della medicina moderna. Sono molte purtroppo le molecole che non vengono sperimentate adeguatamente proprio perché sono conosciute da tempo e si trovano già in vendita a prezzi bassissimi e quindi non possono essere brevettate

: L’impossibilità di brevettarle rende queste molecole poco interessanti per le case farmaceutiche.””DCA, Dicloroacetato. È il nome della molecola che sta facendo emergere le contraddizioni della medicina e della farmacologia contemporanee. A gennaio, uno studio condotto all’Università di Alberta, Canada, e pubblicato su Cancer Cell, ha evidenziato che il Dca è un potente proapoptotico, è cioè in grado di ricondurre le cellule tumorali sulla strada della morte programmata, la sorte cui sarebbero destinate se non sviluppassero strategie di elusione che le rendono praticamente immortali.Questa piccola molecola agisce inibendo un enzima nei mitocondri (il Pdk, pyruvate dehydrogenase kinase) che, innescando un meccanismo a cascata, porta all’apoptosi delle cellule tumorali (ma non di quelle sane). Risultato: si osserva una drastica riduzione della loro capacità proliferativa e di crescita, con la conseguente riduzione della massa tumorale. Il tutto senza alcun effetto collaterale apparente.Ma si tratta solo di sperimentazioni su modelli animali. Il passaggio alla sperimentazione sull’essere umano è cosa lunga e difficile. Come al solito. Più del solito, in realtà. Perché il dicloroacetato è una molecola già in uso da decenni, soprattutto nella potabilizzazione e disinfezione delle acque, e nel trattamento di alcune sindromi metaboliche. Dunque non è brevettabile, e chiunque svolgesse trial clinici non potrebbe godere degli eventuali guadagni esclusivi derivanti dalla sua commercializzazione. È a tutti gli effetti un’ “orphan product”, per dirlo dell’americana Fda (Food and Drug Administration), che col patrocinio del dipartimento della salute, a tali prodotti, in particolare a quelli destinati alla cura di malattie rare, dal 1982, ha dedicato un ufficio competente l’Office of Orphan Product Development (OOPD). Per aggirare gli ostacoli e velocizzare i tempi, il responsabile della ricerca, Evangelos Michelakis, chiede un finanziamento al Ministero della Salute canadese. Ma la procedura di approvazione del piano di ricerca richiederà settimane, forse mesi. Così nel frattempo, con una lettera pubblicata sul sito dell’Università di Alberta, Michelakis lancia una sottoscrizione per finanziare i suoi studi suq questa promettente molecola. Occorrono almeno 1,5 milioni di dollari per cominciare; al momento si è fermi a 100 mila.Intanto i pazienti non stanno a guardare. Avidi di informazioni sugli esperimenti che potrebbero salvare loro la vita, ci mettono poco a scovare quelli sul Dca, a confrontarsi in rete, a mettere su una community di malati e loro parenti, esperti e non esperti. E ci mettono un attimo a reperire, anzi a produrre, e autosomministrarsi il dicloroacetato. Thedcasite.com (il sito di riferimento, insieme a buydca.com) diviene in breve un ingorgo di informazioni mediche e storie, consigli sulle dosi e sulle interazioni della molecola con altri farmaci. “Se c’è soltanto una piccola possibilità che il Dca faccia regredire o uccida il cancro, molti di noi si affretteranno ad usarlo”, dice MarkW. E lo stanno facendo.Molti comunicano i risultati delle analisi a intervalli regolari, un vero e proprio follow up; altri sono sfiduciati per l’inefficacia del trattamento. I temporanei miglioramenti di qualcuno sono additati allo straordinario potere del Dca. O a un miracolo. Tuttavia, la comunità scientifica è molto cauta. Al momento “si conoscono degli effetti di Dca a livello cellulare e preclinico, ma gli studi eseguiti non consentono di stabilire se il suo meccanismo d'azione abbia un interesse per la terapia dei tumori umani”, sostiene Maurizio D’Incalci, direttore del dipartimento di Oncologia all’Istituto Mario Negri di Milano. Inoltre, “sostanze con meccanismi d'azione analoghi non si sono rivelate efficaci quando sperimentate in modo rigoroso a livello clinico”.Cautela, dunque, anche perché “se si utilizzano preparazioni 'artigianali' vi sono dei rischi connessi alla mancanza di controllo di qualità del prodotto”. Quanto al metodo, continua D’Incalci, “credo che quel tipo di sperimentazione non consenta di ottenere delle valutazioni credibili dei risultati” anche se ritengo che “i pazienti e le loro associazioni debbano avere una parte attiva nella ricerca di nuove terapie e non subire quanto deciso dall’industria del farmaco. Ma attraverso una collaborazione ed uno stimolo costruttivo della comunità scientifica, che possiede gli strumenti scientifici e metodologici per condurre le sperimentazioni in modo appropriato”.Vista da uno storico e filosofo della medicina quale Gilberto Corbellini, professore ordinario di Storia della Medicina presso l’Università “La Sapienza” di Roma, la vicenda non ha molto rilievo per il “fatto che i malati si organizzino per cercare di bypassare o accelerare alcune fasi della sperimentazione clinica”. Questo, dice, “era già accaduto per la sperimentazione di alcuni farmaci antiAids”. Il caso diclororacetato, piuttosto, mette in luce “che sta crescendo l'insofferenza sia da parte dei pazienti sia da parte dei medici per i vincoli procedurali, di natura economica ma anche etico-politica, che condizionano le opportunità di cura. Verosimilmente sono soprattutto i controlli e i vincoli imposti dalla bioetica negli ultimi decenni che hanno determinato un aumento ingente dei costi della sperimentazione, al punto che oggi solo le imprese farmaceutiche possono sostenerli”. A tal punto, continua, “sarà inevitabile una crescente ribellione dei malati, che sono più disposti a correre rischi di quanto non ritengano i bioeticisti e i politici”.Ma Corbellini ci tiene a essere chiaro: “Nonostante l’eccesso di proceduralismo e di tutele che alla fine stanno mettendo la ricerca clinica nelle mani dei privati, la sperimentazione clinica è indispensabile per stabilire in modo obiettivo l'efficacia di un farmaco. E l'esperienza dei pazienti, a meno che venga organizzata nella forma di un trial clinico, non può appurare nulla. I pazienti devono capire che la sperimentazione clinica deve essere fatta in un certo modo per dare una risposta accettabile. In tal senso, dovrebbero comunque seguire le procedure, altrimenti rischiano di ritardare l'accertamento invece che accelerarlo”.Intanto, la molecola dei miracoli o della discordia, continua ad essere assunta. “Sono centinaia, ormai” sostiene Jim Tessano, il biologo creatore del sito su cui è possibile acquistare Dca. E tra essi comincia a serpeggiare la delusione per l’assenza di finanziamenti privati al «loro studio». “Perché la Bill & Melinda Gates Foundation non sta dando ciò che ha promesso?”, si chiede Steve in una delle stanze del forum.“Dobbiamo lavorare duro per immettere questo farmaco sul mercato” sostiene Jimmi a meno di una settimana dalla scomparsa della moglie, “speravo che il Dca funzionasse, non vorrei vedere più nessuno soffrire come ha fatto lei negli ultimi otto mesi”. Così, mentre le morti si succedono inesorabilmente, l’esperienza individuale cerca di trasformarsi in impegno sociale. Ed Internet si conferma essere il luogo di elezione di queste dinamiche, conferendo nuova pubblicità a fatti, eventi, persone e rendendo possibile quella che più di dieci anni or sono, un filosofo e antropologo canadese, Pierre Levy, ha definito intelligenza collettiva. Una capacità di conoscenza potenziata grazie all’interazione su scala globale di singole intelligenze ed esperienze.Sì, in effetti si tratta di un esempio di intelligenza collettiva”, conferma, seppure con cautela, Levy, “anche se Internet di per sé non crea alcuna conoscenza. Solo le comunità umane creano conoscenza, eventualmente attraverso l’uso di Internet”. Nel caso specifico, conclude lo studioso, “i pazienti e gli animatori delle comunità dovrebbero organizzarsi nello stesso modo della comunità scientifica per testare il Dca e riportare i risultati dei test. Questo è l’unico modo per trasferire conoscenza alle generazioni future”.


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